SULLA FIDUCIA DISARTICOLAZIONE TOTALE: IL CENTRODESTRA NON C’È PIÙ, TRE PARTITI, TRE POSIZIONI DIVERSE
INCONTRO BERLUSCONI-SALVINI PER CERCARE DI SALVARE LE APPARENZE
Ecco dunque la scena, che rende lecita la domanda, anche se Berlusconi e Salvini si sono incontrati: ha ancora senso usare l’espressione “centrodestra”?
Dicevamo, la scena che rottama l’ipocrisia delle parole.
Voto di fiducia sul governo Conte, o meglio sul governo Salvini-Di Maio (il tempo dirà se la trazione è più dell’uno o dell’altro): la Lega voterà , ovviamente, la fiducia, spiegando — senza tanta convinzione ma comunque lo farà — che comunque il centrodestra, ci mancherebbe, non è rotto; poi sarà la volta di Forza Italia che voterà contro, ma nello stile che contraddistingue il partito azzurro da più governi a questa a parte, senza particolare vis pugnandi, soprattutto se il nuovo governo non sarà ostile agli interessi aziendali di B.
Da ultimo Fratelli d’Italia che, come già annunciato, si asterrà , come si dice in questi casi, “valutando provvedimento dopo provvedimento”: no, ad esempio, al reddito di cittadinanza, sì se su sicurezza e immigrazione agli annunci seguiranno fatti concreti.
È il quadro di una disarticolazione estrema, dopo una campagna elettorale da “separati in casa” — su tasse, Europa, collocazione internazionale del paese — e di un dopo voto ai limiti del grottesco, con l’autoproclamatosi San Giorgio dei moderati che benedice il Drago populista per paura del ritorno al voto.
Per esorcizzare la scoperta di una malinconica marginalità i berlusconiani, nelle dichiarazioni poco convinte spiegano che non è la prima volta che i due partiti alleati si dividono su un passaggio parlamentare, perchè “accadde anche col governo Letta e col governo Monti”.
In fondo, Berlusconi e Salvini si sono anche incontrati, alla vigilia del voto di fiducia, proprio per non dare l’idea che sta andando tutto in frantumi. Come realmente è. Perchè non è questione di questa o quella casella del governo più o meno ostile al Cavaliere (chi prenderà le deleghe alle Comunicazioni?), è l’intera operazione che segna una cesura storica.
(da “Huffingtonpost”)
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