SVIZZERA, A CHI CONVIENE L’ACCORDO
ALIQUOTE FAVOREVOLI PER I CAPITALI NASCOSTI ALL’ESTERO DA OLTRE OTTO ANNI: ATTESI 30 MILIARDI SU CIRCA 2-300
Le trattative vanno avanti da qualche anno. Ci aveva provato, invano, il governo di Mario Monti. Gli sherpa di Enrico Letta erano arrivati a un passo dalla meta annunciando a più riprese il “quasi goal” senza però sfondare mai la porta.
Dopo due anni e mezzo di negoziati, l’accordo ora sembra arrivato e nelle prossime settimane è attesa la firma fra Italia e Svizzera sulla revisione dell’accordo di doppia imposizione e sulle modalità per lo scambio automatico di informazioni
L’accelerazione decisiva è scattata a inizio dicembre, dopo che il Parlamento italiano ha approvato la legge sulla cosiddetta voluntary disclosure per l’emersione dei capitali detenuti illecitamente all’estero.
La nuova legge fissa infatti nel 2 marzo l’ultimo giorno utile per firmare intese fiscali che consentano ai Paesi inseriti oggi nella “black list” dei paradisi fiscali di passare nella “white list”. Una volta firmato l’accordo, gli italiani potranno mettersi in regola pagando sanzioni più basse rispetto a quelle previste nel caso di Paesi inseriti nella “lista nera”.
Secondo gli esperti, il rientro dei capitali è conveniente se i capitali si trovano in Svizzera da più di otto anni, quindi già prescritti.
In questo caso il costo del rimpatrio si aggira tra il 12 e il 15 per cento.
Se invece si trovano all’estero da meno di otto anni, il costo può arrivare al 50 per cento.
Per i patrimoni leciti come le vecchie eredità , i patrimoni dei professionisti e gli utili societari sottratti al fisco italiano la sanzione prevede il pagamento delle imposte sui rendimenti per ogni anno di permanenza all’estero, oltre alle multe e agli interessi per il ritardato pagamento e alle sanzioni per la mancata comunicazione sul quadro Rw della dichiarazione dei redditi.
Ci sarà tempo fino al prossimo 15 settembre per autodenunciarsi al Fisco e godere degli sconti. Rispetto agli scudi fiscali precedenti, però, non è previsto l’anonimato sui capitali rimpatriati.
La promozione alla lista bianca conviene alla Svizzera, perchè consentirà alle sue imprese di operare con più facilità in Italia.
Quanto a Renzi, conta di recuperare un po’ di ossigeno per i conti pubblici.
La norma introdotta nell’ultimo decreto Milleproroghe, inoltre, punta ad attingere 671 milioni già da quest’anno dalle entrate derivanti dal rientro dei capitali per evitare l’aumento degli acconti d’imposta del prossimo autunno e il rincaro delle accise sulla benzina a partire dal 2016. Secondo alcune stime riportate nei giorni scorsi da Italia Oggi, gli italiani hanno depositato in Svizzera nel corso degli anni tra i 200 e i 300 miliardi di euro.
Di questi, il 40% circa non ha goduto in passato di alcuna forma di regolarizzazione.
Le previsioni degli analisti parlano dunque di circa 80-120 miliardi di euro che potrebbero venire interessati dall’ultima voluntary disclosure varata dal parlamento.
Ma soltanto una metà dovrebbe approfittare della manovra e non più di 25-30 miliardi di euro sembrano destinati a rimpatriare.
Camilla Conti
(da “il Fatto Quotidiano“)
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