TENDE ALLA… VENEZIANI, PER CELARE LO SFASCIO DELLA DESTRA DEI VANAGLORIOSI
E ALLA FINE TI RENDI CONTO CHE DELLA POLITICA E’ BELLO PARLARNE PERCHE’ FARLA PUO’ FARE SCHIFO
Non ho mai fatto “i salti mortali” per leggere le cose scritte – e che scrive – Veneziani. Quando ero ragazzino mi piaceva leggerlo.
Crescendo, però, mi sono reso sempre più conto di quanto sia (il più delle volte) confuso e confusionario. Anche nell’ultima intervista a “Libero”, “dice e non dice”. Allude a mezze verità . Fa le piroette.
Quello che mi arriva, come sintesi finale, è che (forse) sia in cerca di una collocazione e che sarebbe disposto anche a dare una mano alla Meloni pur di raggiungere lo scopo.
Sensazioni, comunque: potrei serenamente sbagliare.
In ogni caso, manco mi interessa veramente: sincero!
Non è bello l’ambiente della destra. Forse non lo è nemmeno quello dei liberali, “moderati” (o meno) che essi siano.
Per chi non ha mai fatto politica attiva e voglia “avvicinarvisi”, riuscire a varcare la soglia della disillusione è davvero cosa molto triste.
Partiamo dalla “destra”…
In questa intervista c’è un passaggio che mi ha colpito (l’unico a dire il vero: il resto sono soltanto chiacchiere): “E la destra? Ha una idea militare: figure di riferimento sono il prete e il soldato.”
Su questo, a Veneziani, non riesco proprio a dare torto.
La “nomenclatura” ragiona così. E’ una questione di “generale” e colonnelli. La logica è sempre quella. Sono disponibili ad “accettarti” a condizione che assecondi il vanaglorioso di turno, che accetti la reggimentazione pseudo-funzionale; che tu “sia funzionale” al leaderino di turno… Inevitabile mandarli a quel paese…
A Napoli, poi, la destra è addirittura improponibile. Gente molto chiacchierata. Ducetti fuori della storia. Molto spesso arroganti, ignoranti e molto, molto presuntuosi.
Le cose non migliorano nemmeno in rete: i ducetti vanno a frotte. Li riconosci subito. Hanno il loro gruppetto. Sono apparentemente disponibili purchè tu non li contraddica nel merito “delle loro sedicenti – e sovraordinate – analisi politiche” o delle loro non meglio precisate “visioni”, ovviamente.
Il tutto condito dalla assoluta mancanza di spessore cuturale: il più delle volte, ti rendi conto che non leggono nemmeno le cose dell’attualità ; indecenza allo stato puro, insomma…
Il mondo dei “moderati” e dei liberali sa essere finanche peggiore…
Il tuo valore d’ingresso — nell’apparto di riferimento – è dato dal titolo di studio, dai libri che hai letto (o che dici e/o dimostri di leggere o di aver letto) e dall’essere inserito in un indotto funzionale…
Se “vieni” dalla Bocconi, chiaramente, è meglio… Poco importa se sei laureato a Napoli con lode e plauso della commissione. Poco importa se, per un soffio, non sei diventato un magistrato. Poco importa se “fai impresa” e lavori, anche culturalmente, ad altre cose (a proposito, ma – poi – “alla fine della fiera”, chi è davvero così evolutamente colto?)…
L’accreditamento è pseudo-scientifico, insomma. In certi casi addirittura da slinguazzamento acuto…
La questione è sociologica, insomma, ed involge (tristemente) le dinamiche dei gruppi… Ma questo, soltanto ragionando in termini di “nomenclatura”, sia in essere che di prospettiva, perchè se il riferimento è al consenso della gente, le cose cambiano radicalmente.
Ma quella è un’altra storia, ovviamente…
Alla fin, fine, ti rendi conto che della politica è bello parlarne: farla può fare addirittura schifo!
Navigando in rete, qualche giorno fa ho visto il video di un vecchio discorso alla nazione. Il leader di quel video (ad un certo punto) disse al popolo che “la crisi mondiale – che non è più soltanto economica ma è, oramai, soprattutto spirituale e morale – non ci deve fermare in uno stato di abulia o di inerzia. Tanto maggiori sono gli ostacoli e tanto più precisa e dritta deve essere la nostra volontà di superali…” Sembra una frase “semplice”, ma non lo è! Esprime una forza. Ha il senso della visione ed un preciso senso nella dinamica del messaggio e della comunicazione.
E’ una prospettiva che diventa potenzile azione: un ponte che, nel gestire il presente, pensa al futuro…
Non vi dirò chi l’ha pronunciata quella frase. Non serve. I sistemi di gestione del consenso non mi hanno mai davvero interessato. Anzi, credo che non interessino nemmeno alla maggioranza delle persone. In questo stranissimo e confuso intruglio “proletario” che ci ostiniamo a chiamamre società , il popolo ha bisogno di credere in un sogno…
Forse, un giorno, dal pattume operativo nel quale viviamo, un “folle” uomo (o una folle donna) salirà su una sedia e dirà alla gente cose che la faranno nuovamente sognare…
Per fare la storia non servono vecchie nostalgie o i postulati retrivi della storia. Occorrono idee ardite (stavo per “dire incendiarie”: sono proprio un “folle”) ed uomini veri disposti a battersi oltre la nomenclatura, oltre gli steccati dei “parametri d’ingresso” nei comparti stagni, ed oltre l’inedia della trazione social e dell’abbaglio del sedicente potere “della rete”…
Mi scuserete. Forse ho scritto cose “banali”. Nulla che possa essere così intelligente da essere apprezzato nel mondo liberale, o così accomodante per esserlo dalla pantomima della destra dei nostri giorni…
Pensieri liberi…
Tutto sommato, almeno per me, sono la cosa migliore…
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
Leave a Reply