TENSIONE ALLA CAMERA: INIZIATA LA VOTAZIONE
BOCCHINO A BERLUSCONI: “SE CERCA UN TRADITORE SI GUARDI INTORNO, IO NON HO MAI TRADITO: IL MIO UNICO LEADER E’ FINI”
Il giorno della verità per il governo è iniziato alle 10.30.
E’ stato Siegfried Brigger (Svp) il primo a pronunciare la dichiarazione di voto sulle mozioni di sfiducia al governo.
Poi hanno preso la parola il segretario del Pri Francesco Nucara, Daniela Melchiorre (Ld), Carmelo Lo Monte (Mpa), Bruno Tabacci (Api), Arturo Iannaccone (Noi Sud).
Quindi, sono intervenuti (tutti per dieci minuti ciascuno) Antonio Di Pietro (Idv), Pier Ferdinando Casini (Udc), Italo Bocchino (Fli) e Pier Luigi Bersani (Pd) e Fabrizio Cicchitto (Pdl).
A finire, tre interventi a titolo personale: quello di Maurizio Grassano (Ld), di Domenico Scilipoti (Misto) e del Radicale Marco Beltrandi.
Berlusconi è arrivato in anticipo: «Penso di avere i numeri», ha detto, confermando che non ha nessuna intenzione di dimettersi.
Mentre parla Di Pietro, e lancia accuse durissime, i parlamentari Pdl e il premier escono per «protesta contro gli insulti», del leader dell’Idv. I parlamentari del Pdl, riferiscono alcuni deputati in Transatlantico, protestano anche contro il presidente della Camera, che a loro dire «non fa rispettare il regolamento».
L’ex pm scandisce: «Finalmente oggi inizia la fine del suo impero di cartapesta. Non le resterà che consegnarsi alla magistratura e farsi giudicare come un Noriega qualsiasi. Fuori di qui, prima se ne va e meglio è. È diventato un paese delle banane».
Quando tocca a Casini il Cavaliere rientra.
La situazione si infiamma di nuovo quando parla Bocchino.
Fischi e boati anche durante l’intervento di Fini, che prova a richiamare tutti all’ordine. «Lei non ha armonizzato il centrodestra, lo ha diviso- dice Bocchino a Berlusconi- Ho il dovere di respingere al mittente l’accusa di tradimento. Ho cominciato a fare politica nel Fronte della gioventù e già allora il mio leader era Fini. Se ha bisogno di trovare un traditore si giri attorno a lei…».
E ancora: «Non esiste in Italia un beneficiario della Prima Repubblica come Berlusconi».
Ecco perchè, dice, Fli voterà la sfiducia.
«Voteremo questa sfiducia con convinzione, con compattezza», dice il leader del Pd Bersani «Siamo davanti ad un voto incerto, la conta è mobile, certe botteghe non chiudono mai, sono aperte 24 ore anche in questi minuti. Noi siamo tranquillissimi- prosegue – perchè comunque vada oggi per voi sarà una sconfitta, sarà una vittoria di Pirro. Lei, presidente non è più in grado di governare e con un voto in più insegue l’instabilità pilotata per guidare la macchina verso le elezioni».
«Fortuna che esiste Berlusconi e se non esistesse bisognerebbe inventarlo- dice il capogruppo Pdl Cicchitto- Quindi voglio dire a Bersani che il ciclo di Berlusconi non è finito».
Intanto l’ex Api Massimo Calearo, l’ex Idv Domenico Scilipoti e Bruno Cesario annunciano che voteranno compatti (per Berlusconi, ovvio)
Guzzanti, nonostante i dubbi, alla fine decide di votare la sfiducia.
Maurizio Grassano dei Liberaldemocratici dovrebbe sostenere il Berlusconi quater.
La Siliquini non voterà la sfiducia.
Voteranno anche le parlamentari premaman: Giulia Bongiorno, Giulia Cosenza e Federica Mogherini.
Le strutture sanitarie di Montecitorio non sono certo sprovviste del necessario per intervenire, eventualmente, d’urgenza
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