TERREMOTO: I CONTI NON TORNANO E TIRA ARIA DA CASERMA
SI SMANTELLANO LE TENDOPOLI PER DARE L’IMMAGINE CHE GLI SFOLLATI NON CI SIANO PIU’, MA I CONTI SONO SBALLATI… LE CASE PREFABBRICATE NON SONO PRONTE E SONO MONOLOCALI DOVE NON SI POSSONO STIPARE 5 PERSONE… ALLA FINE NE NASCONDERANNO 2.000 IN CASERMA E GLI ALTRI IN ALBERGO….RABBIA DEGLI SFOLLATI CHE IN TV NON VI FANNO VEDERE
Due sere fa, al Tg5, va in onda il solito servizio celebrativo, dedicato ai terremotati dell’Aquila: primo piano delle nuove casette prefabbricate, voce fuori campo che informa che si stanno smantellando le tendopoli, che a fine settembre non ci saranno più e che gli sfollati entreranno nelle prime case predisposte e l’operazione si concluderà entro novembre.
Tutti felici e contenti, insomma: conclude Bertolaso, in gloria dei cieli, dicendo che tutto procede secondo programma.
Nessuna intervista ai terremotati, nessuna domanda su dove verranno alloggiate le persone fino a fine anno.
Ma le cronache locali rivelano una situazione ben diversa, un’ira in aumento tra i terremotati e persino tra quelli delle tende e quelli alloggiati negli alberghi della costa, conti sballati che non tornano, liti con chi costruisce le casette, e soluzioni di emergenza in vista.
Perchè i lavori fervono, ma gli errori stanno a monte, nella gestione politica post terremoto, in cui sono fatte promesse al solo scopo di guadagnare consensi. E i nodi vengono al pettine.
Il governo ha la necessità di far sparire le tendopoli per poter dimostrare che il problema terremotati è stati risolto, ma nessuno sa dove sistemarli.
Facciamo parlare i dati ufficiali, quelli di Bertolaso, così nessuno può accusarci di essere prevenuti. Le aree di accoglienza, leggi tendopoli, sono 125, come sempre.
All’interno vi sarebbero 16.320 sfollati ( un 600 in meno che hanno potuto rientrare nelle case, rispetto a un paio di mesi fa).
Negli alberghi della costa invece sono 25.918 ( contro gli originali 26.111).
Totale 42.238 sfollati.
A cui devono aggiungersi coloro che sono ospiti di parenti o che hanno trovato un’autonoma sistemazione temporanea: si arriva oltre i 50.000 in pratica.
Il governo cosa sta costruendo? Esattamente 4.500 casette che in origine sarebbero state destinate a 11.000 terremotati, saliti ora a 15.000.
Queste casette, secondo i programmi ultimi, saranno pronte entro dicembre, quindi da qui a Natale non sono pronte, se non gradualmente, e nelle tende si va sotto lo zero, come abbiamo sempre sostenuto.
Non vogliamo infierire ricordando che all’inizio il premier aveva promesso “tutte le case” pronte entro il 10 settembre. Glissiamo sulla boutade. Veniamo ad oggi.
Primo ostacolo: le 4.500 case prevedono monolocali e non si possono infilare a forza in una stanza dalle 3 alle 5 persone, ma nessuno lo aveva valutato.
Bertolaso ha chiesto allora alle ditte di costruire di predisporre anche bi-trilocali e giustamente le aziende hanno risposto che i preventivi erano per monolocali e i pezzi ordinati pure, quindi non è possibile mutare un’opera in corsa.
Soluzione? Ordinare altre piastre e costruire altre case a trattativa privata, fuori appalti e gare insomma, coi rischi che ne derivano.
Se anche a Natale tutte fossero costruite in ogni caso potranno ospitare al massimo 15.000 sfollati, ma solo quelli con case classificate con categoria E ed F sono 36.000, quindi 21.000 restano col culo a terra e altri 15.000 negli alberghi della costa.
Ci sono progetti per ottenere 4.000 alloggi in case libere, ma quando c’è di mezzo un proprietario sappiamo come vanno a finire alle lunghe certe cose, un altro progetto per recuperare 7.000 posti in 2.300 casette da costruire nei paesi vicini, ma siamo agli inizi.
La cosa più probabile l’ha ammessa sottovoce lo stesso Bertolaso, pressato per far chiudere le tendopoli che non fanno buona pubblicità al governo: 2.000 sfollati verranno trasferiti nella caserma di Coppito e gli altri negli alberghi della costa, così non li vede nessuno.
Una domanda sorge spontanea: se c’erano 2.000 posti in caserma, perchè non li hanno sistemati subito lì, invece che farli vivere per mesi tra sole, freddo e pioggia nelle tende?
Forse perchè qualcuno ha voluto un G8 a Coppito, quando si poteva fare alla Maddalena, senza rompere le palle ai terremotati?
Magari si sarebbe perso uno spottone, ma certamente i lavori sarebbero andati avanti più speditamente e non si sarebbero spesi altri quattrini per rifare le strade per i potenti del mondo.
A proposito: vi ricordate quando ci dissero che fare il G8 all’Aquila invece che alla Maddalena avrebbe costituito un risparmio di 200 milioni?
Avete mai visto poi uno straccio di bilancio delle spese che avallasse questa teoria del risparmio? Passata la festa, gabbato lu santu…
Ora i terremotati finiranno a Coppito, a testimonianza del “clima da caserma” che c’e’ ormai in Italia.
E dopo aver detto un mese fa che costa troppo mantenere gli sfollati in albergo, ora il povero Bertolaso deve ammettere che portarne altri è l’unica soluzione perseguibile per chiudere le tendopoli.
Se ‘ vero che un terremotato in albergo costa al giorno allo Stato la metà di uno in
tenda, perchè non li abbiamo trasferiti subito tutti sulla costa ?
Misteri gaudiosi della “politica immagine”.
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