TERZA MOSSA ITALIANA IN EUROPA: STOP AI NEGOZIATI CON LA TURCHIA DI ERDOGAN
CHIESTO E OTTENUTO IL VOTO PER METTERE ALL’ANGOLO UN REGIME CHE VIOLA I DIRITTI UMANI
Atto ostile contro l’Ue: terza puntata.
Dopo aver sospeso la discussione sul bilancio pluriennale e dopo l’astensione sul bilancio annuale dell’Ue, oggi a Bruxelles si è consumato un altro ‘affronto’ all’Europa e i suoi imbarazzanti rapporti con la Turchia di Erdogan.
Il capogruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo Gianni Pittella ha chiesto e ottenuto un voto del Parlamento europeo per sospendere i negoziati per l’adesione della Turchia all’Ue.
E’ accaduto stamane alla riunione dei presidenti dei gruppi dell’aula di Strasburgo. Già la settimana prossima l’Europarlamento potrebbe votare una risoluzione che potrebbe ottenere addirittura il consenso dei Popolari e dei Liberali.
“Se le condizioni in termini di rispetto delle basilari regole democratiche non dovessero migliorare, i negoziati per l’adesione della Turchia nell’Unione europea dovranno essere congelati. Posto che il dialogo deve e dovà restare aperto con Ankara, ad oggi non esistono le condizioni minime per andare avanti”.
Così Pittella ha argomentato la richiesta in sede di riunione dei capigruppo (Cop, conferenza dei presidenti).
“A nome del gruppo Socialista e Democratico ho chiesto e ottenuto in Cop che nella prossima plenaria di Strasburgo il parlamento discuta e voti una risoluzione sullo stato dei colloqui con la Turchia e sulla possibilità di congelare i negoziati. Erdogan deve capire che per ambire a far parte della famiglia europea, democrazia, stato di diritto, libertà di stampa e diritti per le minoranze debbono essere pilastri intoccabili. La porta del dialogo resta aperta. Quella dell’adesione rischia invece di venir chiusa”.
La decisione è di chiedere la sospensione e non l’annullamento totale dei negoziati con la Turchia perchè, viene spiegato da Bruxelles, “qualora il governo di Ankara dovesse adempiere a tutte le condizioni per entrare nell’Ue, sarebbe complicato riprendere il negoziato interrotto: richiede l’unanimità ”.
Mentre la sospensione permette di ricominciare se ci sono le condizioni.
Ma intanto è un colpo a Erdogan e anche un po’ alla Merkel, quale leader Ue tra i più interessati all’adesione turca, sebbene una risoluzione del Parlamento europeo non fa legge in Europa: serve l’approvazione del Consiglio Ue.
E poi c’è da dire che i negoziati per l’adesione della Turchia stanno andando comunque molto a rilento per le violazioni dei diritti umani da parte di Erdogan, che hanno seminato imbarazzo in tutta l’Unione anche tra gli alleati più vicini ad Ankara.
In ogni caso, questa terza puntata della serie ‘bordate italiane contro l’Ue’ segna un particolare attivismo dell’Europarlamento, finora costretto a subire le scelte del Consiglio, dunque dei governi nazionali.
La notte scorsa a Palazzo Justus Lipsius si è consumato un braccio di ferro tra rappresentanti del Parlamento e Consiglio sul bilancio annuale dell’Unione. Dopo ore di discussione è stato approvato con 700 milioni di euro in più, chiesti e ottenuti dagli eurodeputati. Ma l’Italia si è astenuta.
La mossa contro Ankara si inserisce in una cornice di tensione, scatenata soprattutto dai recenti arresti di parlamentari curdi da parte di Erdogan.
Lo stesso Pittella è finito al centro degli attacchi di diversi quotidiani turchi filo-erdogan solo per aver incontrato a Bruxelles dei parlamentari curdi dell’Hdp.
(da “Huffingtonpost”)
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