TEST PER GOVERNO E PD: SI VOTA IN 761 COMUNI, SETTE MILIONI DI ITALIANI ALLE URNE
I COMUNI CAPOLUOGO SONO 20, DI CUI 15 GOVERNATI DAI DEM
Dopo tre mesi, circa sette milioni di italiani sono di nuovo chiamati alle urne.
In 761 Comuni, di cui 20 capoluogo, si terranno le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e dei sindaci.
Si tratta di un test importante, seppur parziale, che non mancherà di avere riflessi sulla scena nazionale.
Ferme restando le peculiarità delle tornate locali, dall’esito del voto arriveranno le prime indicazioni sui partiti dopo il voto del 4 marzo.
Realtà importanti, come Siena e Vicenza e, volendo, Treviso, le città dei crac bancari che tanto sono costati al Partito Democratico in termini di voti.
O Ivrea, terra di Davide Casaleggio, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto, dove i grillini seppur in svantaggio sperano di arrivare al ballottaggio.
O Pisa, altra città rossa che il Pd non può permettersi di perdere.
E c’è poi la Lega, che nei sondaggi viene dato in ascesa sul piano nazionale nonostante lo stallo politico durato tre mesi e che potrebbe vedere un exploit anche nelle urne.
Partiamo dalle città dei crac bancari.
A Vicenza il Movimento 5 Stelle non avrà un candidato perchè la lista presentata dai militanti locali non è stata approvata. Sarà comunque dura per il Pd difendere la città amministrata per un decennio da Achille Variati, primo cittadino uscente, e con la maggioranza di un centrosinistra che schiera il fisico Dalla Rosa.
Il centrodestra si affida a Francesco Rucco e conta, sulla scia dell’alleanza gialloverde del Governo, di profittare dell’assenza del candidato M5S “rubando” i voti dei grillini. A marzo le politiche hanno registrato il centrodestra al 40,96%, con Lega al 25,84, Forza Italia al 10,24, Fratelli d’Italia al 5,54 e Udc all’1,1%.
E poi centrosinistra al 22,84 per cento con Pd al 21,32.
C’è poi Treviso, altra città che ha visto da vicino un crac bancario, quello di Veneto Banca di Montebelluna.
I risultati delle politiche di marzo erano a favore di Lega e centrodestra, che ha ottenuto il 41,59 per cento (Lega 27,12, Forza Italia 10,66, Fratelli d’Italia 4,25 e Udc 0,55 per cento).
Il centrosinistra è arrivato al 29,64 per cento, con il Pd al 23,18 e Più Europa al 5,28 per cento. I Cinquestelle con il 20,62% sono diventati terzo partito.
Anche qui il primo cittadino uscente è un dem, Giovanni Manildo, colui che riuscì a battere il sindaco sceriffo della Lega Gentilini. Se la dovrà vedere con Mario Conte, del Carroccio, e Domenico Losappio, grillino.
Infine la (ex?) roccaforte rossa Siena. Anche nella città del Montepaschi il Movimento 5 Stelle non presenta un suo candidato.
Si sfideranno il dem Bruno Valentini, dipendente dell’istituto di credito candidatosi nonostante la contrarietà di una parte del suo partito, e l’avvocato Luigi De Mossi del centrodestra.
Alle politiche il Pd è riuscito a confermarsi primo partito nella città che governa da decenni e lasciando quindi una speranza ai dem che la roccaforte non cada nelle mani della destra, che conta anche sui voti ottenuti da CasaPound il 4 marzo (551).
Dei venti capoluoghi, 15 vedono il Pd alla guida delle amministrazioni uscenti.
Come Pisa, altra città toscana dove il sindaco uscente non si ricandiderà per aver raggiunto il limite dei due mandati. Al suo posto i dem schierano l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Serfogli, il centrodestra invece appoggia il direttore del consorzio agrario Michele Conti mentre i grillini hanno scelto l’avvocato Gabriele Amore.
A Brescia il centrodestra schiera Paola Vilardi, avvocatessa esponente di Forza Italia. Il centrosinistra, invece, cercherà la riconferma del sindaco uscente Emilio Del Bono, sostenuto anche da LeU. Il candidato M5S è Guido Ghidini.
La vera partita si giocherà al ballottaggio, quando si potrebbe realizzare una convergenza giallo-verde. In Sicilia si vota in diverse città .
A Catania Enzo Bianco, sindaco uscente ed ex ministro dell’Interno, si ricandida e potrebbe anche farcela, ma dovrà vedersela con il deputato al Parlamento europeo forzista Salvo Pogliese, appoggiato anche dalla Lega, quanto l’insegnante pentastellato Giovanni Grasso.
Mentre a Messina Renato Accorinti, sindaco pacifista, cerca la riconferma contro il centrodestra di Dino Bramanti, il centrosinistra di Antonio Saitta e il Movimento 5 Stelle con Gaetano Sciacca.
Si torna a votare anche a Trapani, dopo l’elezione choc dell’anno scorso quando al ballottaggio non fu raggiunto il quorum necessario per eleggere l’unico rimasto in corsa dopo il ritiro dell’altro candidato sindaco (Girolamo Fazio), travolto da un’inchiesta di corruzione nel pieno della campagna elettorale.
Altra sfida interessante è quella di Imperia, dove si rivede l’ex ministro allo Sviluppo Claudio Scajola candidato con una serie di liste civiche.
Una sorta di redde rationem tutto interno al Centrodestra, quello tra Scajola – nel ciclone delle polemiche per la sua auto candidatura e accusato di voler spaccare il centrodestra – e Luca Lanteri del centrodestra, espressione di quell’onda portata in Liguria dall’attuale governatore Toti. Il Pd si presenta con Guido Abbo, Maria Nella Ponte per il M5S.
Infine, c’è la partita di Ivrea. Nella cittadina amministrata negli ultimi anni dal centro sinistra, ma anche patria del fondatore del Movimento 5 Stelle Casaleggio, la sfida è tra Igor Bosonin (appoggiato da Casapound), Maurizio Perinetti (sostenuto da Pd e civiche), Stefano Sertoli (appoggiato da Lega, Forza Italia e altre liste), Massimo Luigi Fresc (M5S), Francesco Comotto (appoggiato dalle liste civiche).
Si vota anche in due municipi di Roma, a Montesacro (III) e Garbatella (VIII), un piccolo test per la giunta Raggi, dopo le dimissioni dei due mini-sindaci per dissidi interni alla maggioranza.
(da agenzie)
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