TESTACODA A MARANELLO CON IL CARNEVALE DI SALVINI TRA GAFFE E CITAZIONI
LA CAMPAGNA ELETTORALE PIU’ CHE TRA I CANDIDATI SEMBRA TRASFERIRSI TRA SALVINI E LE SARDINE
Alle 15.30 il Carnevale a Maranello è servito. Cappellino Ferrari in testa e felpa rossa. È l’ennesimo travestimento di Matteo Salvini per impossessarsi di uno dei simboli dell’italianità per eccellenza.
Sul palco cita George Orwell e Giovanni Guareschi e un attimo dopo il prosciutto e il parmigiano. L’ex titolare del Viminale non parla di programmi per l’Emilia Romagna, spinge piuttosto sull’acceleratore quando cita Bibbiano e l’inchiesta sugli affidi illeciti: “È una vergogna”. La candidata nascosta Lucia Borgonzoni per una volta si palesa vicino al suo capo e strilla: “Rivendico le mie origini cristiane, giudaiche, qui si fa il presepe si parla italiano. Difenderemo questa Regione e l’Italia dalle enclavi straniere, non esisteranno più”. E a questo punto, nella zona stampa, ci si chiede come declinare questo messaggio, decisamente poco chiaro.
Nel frattempo, nella questura di Reggio Emilia, sta andando in scena un altro film. Protagoniste sono le Sardine, il movimento spontaneo che ha invaso l’Italia di piazza in piazza, inseguendo Salvini e rubandogli la scena. Tanto che nei giorni scorsi era riuscita a bloccare per sè la piazza Bibbiano, fiutando che il leader leghista avrebbe voluto chiudere lì la campagna elettorale. Così anche oggi il dibattito è tra Salvini e le Sardine, mentre la politica finisce in testa coda. In poco tempo la campagna elettorale in Emilia Romagna si è trasformata in questo testa e testa. In questo gioco scenico, in cui le Sardine sfidato l’ex ministro dell’Interno in quella che definiscono “una battaglia di civiltà ” attorno al comune di Bibbiano e poche ore dopo riescono a riempire anche un’altra piazza a pochi metri da quella del comizio leghista.
Il dato politico è il seguente. A pochi minuti dalla manifestazione di Maranello, i quattro ideatori delle Sardine compaiono in diretta Facebook per chiedere a Salvini di rinunciare alla piazza di Bibbiano per evitare strumentalizzazioni: “Chiediamo il primo gesto di civiltà alla Lega. Lasciamo stare Bibbiano, faremo lo stesso anche noi. Parliamo di contenuti”.
La risposta arriva sguaiata dal palco di Maranello: “Noi le promesse le manteniamo, lo avevamo promesso a quelle mamme e a quei papà . E ci andremo”.
A questo punto, d’accordo con la questura, saranno presenti anche le Sardine, ma in un’altra piazza: “Vogliamo tutelare la dignità di quella comunità ”. Il leader leghista continua sullo stesso spartito: “Vergogna”.
Urla di fronte a una piazza che fatica a riempirsi e che porta dietro anche una nota polemica.
Il sindaco di centrosinistra Luigi Zironi, per esempio, fa notare che “sarebbe meglio se il Cavallino e i suoi simboli non venissero ‘tirati’ da una parte o dall’altra”. La tappa, o per restare in tema il pit stop leghista, più che da testa rossa, ha un qualcosa di nero. Una festa rovinata dalle Sardine che ancora una volta hanno scalvato nei fatti la politica.
Politica che invece perde il controllo e finisce fuori strada tra un misto di gaffe e citazioni che Salvini elenca dal podio che si è fatto montare per appoggiare un quaderno di appunti.
Ma questo è solo uno dei tanti passaggi di questo Carnevale in cui Salvini usa la clava e la piazza risponde con altrettanta foga: “Liberiamo l’Emilia Romagna”. Da sotto al palco si sente urlare: “Ruspa, ruspa”. E il leader leghista risponde: “La lotta alla mafia si fa con le buone e con le cattive, anche con le randellate”.
Citazione dopo citazioni, nel suo pantheon entra Enzo Ferrari, poi Peppone e Don Camillo che “se vedessero Renzi e Zingaretti cambierebbero marciapiede. Dove sono Renzi e Zingaretti?”. “Un convento”, grida un militante. E in effetti quest’oggi si sono fatte sentire più Sardine che il segretario del Pd.
Nel calderone di Salvini finisce di tutto. Un omaggio al procuratore Nicola Gratteri, che sta conducendo una maxi inchiesta in Calabria, “parla poco ma fa tanto a differenza di tanti uomini che si occupano di giustizia”.
Insomma Salvini cita uno dopo l’altro i contadini, gli operai, i “nemici di Israele e che sono anche nemici miei”, il motociclista Simoncelli, il ciclista Marco Pantani, l’allenatore del Bologna Mihajlovic, Francesco Amadori, Lucio Dalla, il prosciutto e il parmigiano. E per finire Giovanni Guareschi che diceva “per rimanere liberi, bisognerebbe senza esitare prendere la via della prigione”.
Dunque, dice Salvini parlando dell’inchiesta sulla nave Gregoretti: “Mandatemi a processo. Ci vado a testa alta”. Ancora una volta recita la parte della vittima, tanto che starebbe dando l’ordine ai suoi di votare a favore dell’autorizzazione a procedere se dovessero mancare i voti della maggioranza. E poi ancora, attacchi a “chi va in piazza con la bandiera rossa ma ha il Rolex al polso” e “contro i tossici che lasciamo lì, in altre piazze”.
Chi manifesta nelle altre piazze non raccoglie le provocazioni che arrivano dalla Lega e continua rivendicando civiltà . Il nuovo confronto a distanza Salvini-Sardine è già in programma lunedì in due piazze a Ferrara.
(da “Huffingtonpost”)
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