TOTI SI BECCA UNA DENUNCIA ALL’UNESCO: “SFREGIATA PORTOVENERE CON IL SUO RED CARPET”
IL SUO TAPPETO ROSSO FA RIDERE TUTTA LA LIGURIA, E PASSI… MA PIANTARE CHIODI SULLE ANTICHE PIETRE DEL SELCIATO PER FISSARLO AL SUOLO E’ COSA FUORI DAL MONDO
In tutta la regione impazza “la Liguria dei red carpet”: «Sarà un’estate da star quella che attende in Liguria turisti e abitanti, pronti per essere accolti da 27 tappeti rossi stesi in 32 Comuni da Ponente a Levante, per un totale di quasi 50 chilometri di passerella», annunciava qualche giorno fa l’ufficio stampa della Regione.
Ma la controversa iniziativa ora si arricchisce di una nuova contestazione: secondo il Pd a Portovenere il tappeto rosso avrebbe provocato un danno e il gruppo in consiglio regionale ha scritto alla Soprintendenza e all’Unesco (il borgo è patrimonio mondiale dell’umanità ) per denunciare il governatore Giovanni Toti, che ha spinto moltissimo su questa operazione.
Scrivono i consiglieri Raffaella Paita e Juri Michelucci: «Con il red carpet Toti ha offeso Portovenere. Perchè quel tappeto rosso che attraversa tutto il borgo e arriva fino alla Chiesa di San Pietro non è solo uno sfregio volgare a un patrimonio storico e artistico unico, ma rappresenta anche un vero e proprio danno materiale. Come abbiamo scritto in una lettera inviata alla Soprintendenza e all’Unesco (Portovenere è patrimonio mondiale dell’umanità dal dicembre del 1997) i chiodi con cui è stato fissato il red carpet danneggiano le antiche pietre del selciato e vorremmo capire quali autorizzazioni hanno avuto le Giunte regionale e comunale per avviare un’operazione del genere.
«Inoltre – concludono Paita e Michelucci – è davvero difficile non notare la stridente contraddizione fra l’apparente modernità del tappeto rosso e la sua collocazione in un contesto davvero unico come questo che, non a caso, conosce specifiche e puntuali misure di tutela. A nessuno che ami davvero questa terra aspra e bellissima, riservata e orgogliosa com’è la Liguria sarebbe mai venuta in mente un’operazione così ridicola. Questa regione è stata costruita con la fatica umana, da gente umile che ha rispetto per la sua terra. E adesso si trova vittima di un’operazione di marketing penosa, che non ha nulla a che fare con la sua storia».
(da “il Secolo XIX”)
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