TRA BUFALE E PROPAGANDA PRO RUSSIA, SU TELEGRAM RISPUNTA SAVOINI, L’EX AMICO DI SALVINI
UNA CHAT TELEGRAM PROVOCA IMBARAZZO AL SEGRETARIO DELLA LEGA
Esiste un universo parallelo, in cuil’invasione russa in Ucraina serve a liberare il Paese da un regime drogato e neonazista, oltre che a sventare una guerra batteriologica preparata dall’Occidente.
Un universo in cui i soldati russi salvano i civili ucraini dalle atrocità dell’esercito gialloblu; in cui la Russia marcia verso un futuro glorioso, mentre l’Europa crolla. Questo universo vive nel sottosuolo dei canali Telegram, ma come gli zombie di un film horror, riemerge dalla terra e afferra le caviglie del leader della Lega Matteo Salvini, rendendo vani i suoi goffi tentativi di far dimenticare un passato che si vorrebbe sepolto. Lo zombie ha il volto di Gianluca Savoini e il nome dell’Associazione Lombardia-Russia.
Riavvolgiamo il nastro. Negli anni in cui Salvini si trovava nel pieno dell’innamoramento verso Vladimir Putin, l’Associazione Lombardia-Russia – guidata dal leghista di estrema destra Gianluca Savoini – funzionava da canale di collegamento tra la Lega e Mosca. Per far capire quanto fosse stretto il legame con il partito, basti dire che il recapito dell’associazione si trovava in via Bellerio, all’interno della sede del Carroccio. Era Savoini a organizzare le trasferte del Capitano in Russia, era Savoini a tessere i contatti tra la Lega e Putin, sfociati nel controverso accordo di collaborazione tra i salviniani e il partito putiniano Russia Unita, tornato sotto la luce dei riflettori in questi giorni.
Lo scandalo del Metropo
Poi, nel luglio del 2019, esplode lo scandalo del Metropol. Alcune registrazioni audio – risalenti all’ottobre dell’anno prima, durante uno dei viaggi di Salvini a Mosca – mostrano Gianluca Savoini intento a trattarepresunti finanziamenti illeciti, a suo dire per conto della Lega, con oscuri personaggi dell’apparato putiniano. Da quel momento, per scappare alla burrasca, Savoini si inabissa insieme l’associazione da lui presieduta. Le attività di “Lombardia-Russia” vengono sospese, i canali social sono tutti chiusi. O meglio, quasi tutti.
Abbandonati Facebook, Twitter, Whatsapp e gli altri social network “filo-occidentali”, la comunicazione del gruppo di Savoini si sposta su Telegram, il servizio di messaggistica istantanea, considerato a torto o ragione più “neutrale”.
Qua, oggi, l’Associazione Lombardia-Russia gestisce un canale con quasi 1800 iscritti. E dallo scoppio della guerra in Ucraina, la chat si è trasformata nel megafono della propaganda russa, con decine di messaggi al giorno, completamente schiacciati sulla versione della guerra gradita al Cremlino.
La propaganda russa di Savoini
Si possono individuare almeno tre filoni, nella comunicazione Telegram di Lombardia-Russia. Il primo è quello che fa da cassa di risonanza alle campagne di Putin, rilanciando le notizie divulgate dal ministero della difesa russo o dai media governativi, come Russia Today e Sputnik. In questi messaggi, risuonano tutti i cliché della propaganda del Cremlino: l’avanzata senza ostacoli dell’esercito russo; le colpe tutte occidentali per lo scoppio del conflitto; la preoccupazione di Mosca per le sorti dei civili, di fronte all’atteggiamento cinico degli ucraini, che usano donne e bambini come scudi umani.
C’è poi un secondo livello, tra i messaggi di “Lombardia-Russia”. È quello che rilancia i contenuti della presunta “contro-informazione”, postati da soggetti che dovrebbero raccontare “quello che i media ufficiali non dicono”.
In questa lista, troviamo primo tra tutti Aleksandr Dugin, filosofo ultra-nazionalista russo, definito l’ideologo di Putin, più volte invitato a tenere conferenze in Italia, dalla Lega, negli anni passati. E poi altri nomi noti per chi si occupa di disinformazione in Italia: dal sito xenofobo Imola Oggi a Cesare Sacchetti, da Byoblu a Vittorio Nicola Rangeloni, considerato portavoce ufficiale dei separatisti russi del Donbass.
Infine, l’account Telegram dell’associazione di Savoini non esita a rilanciare vere e proprie fake news. Si va dalle idee complottiste di Qannon, alla teoria per cui il bombardamento all’ospedale pediatrico di Mariupol sarebbe stato una messa in scena, con attori.
Fino ad affermare che i Rothschild stavano preparando una bomba batteriologica da lanciare contro i russi, prelevando il Dna slavo nei laboratori in Ucraina. Come? Usando i tamponi anti-Covid. D’altra parte, prima di focalizzarsi sulla propaganda a favore di Putin, l’Associazione Lombardia-Russia nei mesi della pandemia si era caratterizzata per le posizioni no lockdown e no mask e poi apertamente no vax.
Le impostazioni della privacy su Telegram non ci permettono di sapere chi posta i contenuti nella chat per conto di “Lombardia-Russia”.
Sta di fatto, che a oggi non risulta una presa di distanza di Savoini rispetto all’associazione. Anzi, nella sua biografia su Twitter, il leghista risulta ancora come presidente dell’organismo.
Stesso discorso per Claudio D’Amico, cofondatore di “Lombardia-Russia”, ex consigliere di Salvini quando era vicepremier nel governo Lega-M5S, attuale assessore di Sesto San Giovanni.
Possiamo credere che Matteo Salvini nulla sappia della vita sotterranea come pretoriani di Putin dei suoi ex sodali. Ma come insegnano i film horror, quando gli zombie ti afferrano le gambe, è difficile salvarsi.
(da Fanpage)
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