TRA MINACCE E SPERANZA NON VA ANCORA IN PORTO IL MATRIMONIO PDL-LEGA
NESSUN VERTICE IN PROGRAMMA: DOPO TANTI ULTIMATUM, MARONI ORA ASPETTA LA CALZA DELLA BEFANA
Mancano dieci giorni alla presentazione delle liste e Pdl e Lega sono d’accordo su nulla. Nemmeno su Giorgio Gaber, tanto per capirci.
«Un gran lombardo», twitta Roberto Maroni, a dieci anni dalla morte.
Ma Silvio Berlusconi che pure volle Ombretta Colli al vertice del partito in Lombardia, si beccò da Gaber una di quelle frasi che lasciano il segno: «Non temo Berlusconi in sè, lo temo in me».
Ecco, Pdl e Lega sono ancora lì a guardarsi in cagnesco, mostrando i muscoli a parole ma temendo che il mancato accordo elettorale possa essere disastroso a Roma come in Lombardia.
In agenda non ci sono incontri previsti per accorciare le distanze.
La Lega promette di sciogliere le sue riserve dopo l’Epifania.
Ma intanto spinge perchè a Roma il candidato premier sia il sindaco di Verona Flavio Tosi e al Pirellone in Lombardia ci vada Roberto Maroni.
Matteo Salvini, segretario del movimento sotto il Duomo insiste: «Con Maroni governatore ridurremo le tasse regionali a cominciare dai ticket sanitari nei primi sei mesi. Ma per farlo il 75% delle tasse deve rimanere qui. Chiunque voglia sostenere Maroni dovrà sottoscrivere questo impegno».
Della serie, prendere o lasciare come twitta pure Maroni: «E’ un punto essenziale del programma della Lega».
Il Governatore della Campania Stefano Caldoro del Pdl è l’unico a replicare: «Quella proposta è uno spreco improduttivo. Si premi il più bravo e non il più ricco». Controreplica del Governatore del Veneto Luca Zaia: «È il Veneto che ha le tasche piene di pagare per chi spreca, per tutti gli sprechi che sono la rovina dell’Italia e che hanno prodotto come unico risultato di avere duemila miliardi di debito pubblico e il pagamento di 80 miliardi di interessi».
Alla fine le distanze rimangono chilometriche.
Pure sul discorso di fine anno del presidente Napolitano che al Pdl è piaciuto e a Roberto Maroni fa dire: «Angelino Alfano che critica Monti è lo stesso Alfano che elogia Napolitano che nel discorso di fine anno elogia Monti?».
Un’iperbole verbale quasi da niente, di fronte alle esternazioni di Silvio Berlusconi che nelle ultime 48 ore sui rapporti con la Lega dice tutto e il suo contrario: «Con la Lega non c’è un problema sul candidato premier», «Ho fiducia su una possibile alleanza con la Lega», «Se Lega va da sola cadranno Piemonte e Veneto», «Al Veneto ho chiesto di non staccare la spina», «Ceduto alla Lega posizione di privilegio» fino all’ultimatum secondo cui «o con la Lega c’è un accordo globale altrimenti non c’è alcuna ragione di sostenere un loro candidato in Lombardia».
Il sindaco di Verona Flavio Tosi gli risponde per le rime: «Gli italiani vogliono il cambiamento. Silvio Berlusconi, che tanto ha fatto di positivo in passato, oggi non rappresenta il cambiamento».
E il cambiamento sarebbe ovviamente Maroni, in politica da oltre venti anni…
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