TRAGEDIA A NAPOLI: NON SI FERMA ALL’ALT, CARABINIERE UCCIDE 17ENNE, RIVOLTA NEL QUARTIERE
LO SCOOTER NON SI ERA FERMATO ED ERA NATO UN INSEGUIMENTO… PER I CARABINIERI E’ PARTITO ACCIDENTALMENTE UN COLPO… IL FRATELLO DELLA VITTIMA ACCUSA “E’ STATO SPERONATO E UCCISO”
Un colpo sparato da un carabiniere durante un inseguimento e un ragazzo di 17 anni morto.
La tragedia è avvenuta nel Rione Traiano di Napoli durante la notte e gli abitanti del quartiere sono scesi in strada per protestare.
Due auto della polizia sono state incendiate e altre sei sono state danneggiate. Ressa di persone anche all’ospedale San Paolo dove si trova la salma di Davide Bifolco. Secondo la prima ricostruzione dei fatti tre persone non si sono fermate all’alt dei carabinieri e nella fuga a un agente è partito in maniera accidentale un colpo con la pistola di ordinanza. In caserma è stato invece fermato Salvatore Triunfo, ragazzo di 18 anni che era a bordo dello scooter.
Mentre la terza persona sarebbe un latitante evaso pochi giorni fa.
E’ stato identificato e le forze dell’ordine lo stanno cercando.
“E’ stato un omicidio, non s’inventassero scuse. E’ stato un omicidio”, ha commentato tra le lacrime il fratello Tommaso Bifolco, fratello di Davide. “Non è caduto durante l’inseguimento, è stato speronato e ucciso“. I familiari e conoscenti sono scesi in strada per protestare.
“Davide è scappato”, ha continuato il fratello, “perchè guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino. La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a Davide. Forse si è spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato davanti alle forze dell’ordine. E’ stato colpito al cuore. E dopo, quando lui era a terra, i carabinieri hanno anche avuto il coraggio di ammanettarlo e di mettergli la testa nella terra. Aveva la polvere in bocca, mio fratello. Io mi vergogno di essere un italiano. Ora lo Stato, chi ci chiederà scusa per quello che è successo? Mio fratello era un ragazzo d’oro, mai droga, mai rapine, mai nulla. Non voleva proseguire gli studi e io lo stavo convincendo a fare il mio stesso lavoro, l’ascensorista. Stava facendo solo un giro nel quartiere con il suo motorino, e per questo a Napoli si deve essere uccisi? Qui di morti ne vediamo tanti ma stanotte un intero rione è sceso in strada e sapete perchè? Perchè non è stato ucciso un camorrista ma un ragazzo innocente”.
Rabbia anche nelle parole della madre. “Quando gli ha sparato non l’ha visto in faccia?”, ha detto la mamma di Bifolco. “Quel carabiniere non ha visto che Davide era un bambino? Ieri sera è venuto da me, aveva freddo e mi ha chiesto un cappellino mi ha detto: ‘Mamma, faccio l’ultimo giro col motorino e torno a casa’. Poi, mi sono venuti a chiamare, volevano i documenti. Sono scesa in strada e ho visto Davide a terra. Ho cercato di muoverlo, l’ho preso per il braccio, ma non si muoveva più. Era già morto. Ora, se ha il coraggio, quel carabiniere deve uccidere anche me, perchè mi ha ucciso mio figlio”.
Durante un servizio per il controllo del territorio, i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli hanno notato tre persone in sella ad uno scooter che stavano percorrendo con fare sospetto viale Traiano.
Secondo quanto riferito dai carabinieri i tre non hanno risposto alla richiesta di fermarsi ed è nato un inseguimento che si è concluso su via Cinthia, quando il conducente dello scooter in corsa ha preso un’aiuola perdendo il controllo del mezzo, urtando l’auto dei carabinieri e cadendo a terra.
Secondo alcuni testimoni sul posto invece il mezzo sarebbe caduto dopo essere stato speronato dalla vettura dei carabinieri.
Subito dopo la caduta uno dei sospetti, inseguito da un carabiniere, è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le tracce.
Mentre l’altro militare stava procedendo a bloccare e a mettere in sicurezza gli altri due, avrebbe accidentalmente esploso un colpo con la pistola d’ordinanza che ha raggiunto uno dei sospetti, un ragazzo di 17 anni.
Il giovane è stato soccorso e portato all’ospedale San Paolo, dove è deceduto. L’Autorità Giudiziaria, subito intervenuta sul posto, sta sentendo alcune persone per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Gli scooter secondo i testimoni erano due. A raccontarlo è Enrico, un amico della vittima che ripete, quasi a memoria, quel che ha vissuto stanotte. Era a bordo di un motorino insieme ad un amico.
“Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto una macchina dei Carabinieri è andata contro lo scooter di Davide. E’ iniziato l’inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso — dice ancora — l’hanno ammanettato come il peggior dei criminali, nonostante fosse già stato colpito”.
“Davide era un bravissimo ragazzo — aggiunge Enrico — per me era un fratello. Giocavamo a calcio, scherzavamo tra di noi. Non eravamo delinquenti, stavamo soltanto facendo un ultimo giro prima di tornare a casa”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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