TRUMP PERDE UN ALTRO PEZZO: VOLEVA NOMINARE MINISTRO DEL LAVORO UNO CHE COME COLF AVEVA ASSUNTO UNA IMMIGRATA CLANDESTINA
PUZDER HA INOLTRE DIVERSE DENUNCE PER ABUSI CONTRO I DIPENDENTI E UNA PER VIOLENZE DOMESTICHE NELL’AMBITO FAMILIARE, INSOMMA, UN SOVRANISTA PERFETTO
Trump, la squadra perde un altro pezzo: Puzder rinuncia a ministero Lavoro
Puzder doveva fare il ministro del Lavoro. Peccato che prima di designarlo, Donald Trump non avesse compiuto quel “extreme vetting” che il presidente auspica alle frontiere: controlli approfonditi per stanare i mariuoli o malintenzionati.
Il riferimento al “vetting” del decreto Trump (quello sospeso dalla magistratra) non è casuale. Perchè tra le magagne di Puzder c’era proprio l’assunzione di una colf immigrata clandestina.
Non il massimo delle credenziali per uno che deve lavorare nell’esecutivo del Muro col Messico, della caccia agli stranieri senza documenti, eccetera.
Altre macchie nel curriculum vitae di Puzder: come chief executive della catena di fast-food Cke (nota al pubblico coi marchi Carl’s Jr e Hardee) si è beccato parecchie cause per abusi contro i dipendenti.
Infine c’è pure una denuncia dalla ex moglie per violenze domestiche.
Talmente impresentabile, che neppure i repubblicani (maggioranza al Senato) se la sentivano di votarlo compatti.
Le defezioni nel suo stesso partito erano abbastanza numerose da far sì che la nomina di Trump non avrebbe superato il vaglio del Senato.
Canta vittoria l’opposizione democratica, che contro Puzder faceva una battaglia non solo di bandiera ma di contenuti. Il chief executive dei fast-food era un nemico dichiarato delle leggi sui minimi salariali.
(da agenzie)
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