TURISMO, BOOM DEGLI ARRIVI? IL GOVERNO FESTEGGIA NUMERI SENZA SENSO
LE PRESENZE DEGLI ITALIANI SONO ADDIRITTURA MENO DI QUELLE DEL 2011
Ormai la linea a Chigi è chiara: negare la frenata del turismo che si sta registrando nel
2025 aggrappandosi al dato degli “arrivi”. La banca dati del Viminale – ha fatto sapere ieri il ministero con una nota, la seconda in dieci giorni –, confermerebbe infatti il trend positivo per il turismo nel Paese. “Dal primo al 18 agosto gli arrivi sono stati 15.663.336, in crescita del 9,3% rispetto ai 14.332.458 dell’analogo periodo del 2024” (7,3 milioni italiani e 8,3 stranieri).
Quanto basta per far ripetere a Fratelli d’Italia il mantra lanciato
da Giorgia Meloni una settimana fa: la crisi del turismo è una bufala della sinistra. “Se qualcosa non può essere espresso in numeri non è scienza: è opinione. Come quella della sinistra, sempre catastrofista e apocalittica, ma priva di fondamento”, dice il responsabile turismo di FdI, Gianluca Caramanna.
Ma i numeri vanno letti e capiti: intanto cosa sono gli “arrivi”? Sono il numero di persone che hanno pernottato per una notte in un dato luogo. Per capirci: se una famiglia di quattro persone in
un viaggio di cinque giorni si sposta in cinque bnb diversi, vale 20 “arrivi”. Se invece rimane in villeggiatura per un mese nello stesso posto, vale quattro “arrivi” nonostante le 30 notti pernottate.
Per questo è curioso – per usare un eufemismo – che il governo continui ad attaccarsi a quel dato, invece di utilizzare quello delle “presenze”, che è poi il dato sul numero di pernottamenti: chi si ferma 30 giorni nello stesso posto, vale un arrivo, ma 30 presenze. Sono le presenze, i pernottamenti, quelli di cui si parla da mesi, dato che gli italiani (non da oggi, ma da 15 anni circa) hanno contratto la durata delle vacanze per spendere meno.
Non solo. Un boom degli “arrivi” ad agosto, e in particolare a Ferragosto, è un dato che potrebbe essere anche controproducente: in attesa dei dati sui pernottamenti, che arriveranno tra due o tre mesi, potrebbe anche segnalare che gli italiani stanno concentrando sempre più le ferie in pochi giorni. Sono le “presenze” degli italiani a essere addirittura meno di quelle del 2011, mentre in questi anni il turismo macinava record grazie alla domanda estera, un trend globale. E infatti gli stranieri, e qui citiamo i dati del Viminale, risultano essere arrivati in tanti, in un mese in cui, soprattutto per le città d’arte (che il turismo lo trainano), non si registrano di norma numeri significativi.
Federalberghi, peraltro, getta acqua sul fuoco, perché non pare
registrare nessun boom d’agosto: “La nostra sensazione – fa sapere la federazione – è che il trend segnalato dal ministero dell’Interno sia in buona parte attribuibile all’emersione dei tanti abusivi ed evasori che sono stati finalmente stanati” grazie al Codice identificativo nazionale per gli affitti brevi imposto dal 1º gennaio 2025: “L’emersione di milioni di posti letto che lo scorso anno non erano rilevati è cosa buona e va salutata con favore” ma potrebbe falsare la lettura dei dati per un po’.
La verità è però che il dato sugli arrivi d’agosto, fuor di propaganda, è piuttosto irrilevante. I pernottamenti degli italiani ad agosto del 2009 (quando il turismo in Italia e nel mondo valeva molto meno di oggi) erano 53 milioni, nel 2024 “record” erano 46 milioni. Anche il mese centrale dell’estate conta sempre meno, anche se continua a essere il più turistico dell’anno. Gli stranieri ne scelgono altri: luglio, settembre, ottobre, giugno. Settembre, in particolare, dopo una crescita continua nel 2024 è arrivato a 50 milioni di presenze (soprattutto straniere).
L’inizio del 2025 è andato male, molto male data l’attesa giubilare, ma già a giugno c’è stato un rimbalzo, il 2024 aveva fatto numeri sorprendenti, e fino alla fine dell’anno ci sarà tempo per trarre bilanci e analizzare i dati su un turismo che cambia, non solo contraendosi. Ma il governo preferisce agganciarsi agli unici segni positivi: non un gran modo per trovare soluzioni.
(da ilfattoquotidiano.it))
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