MILANO, 100.000 PERSONE IN CORTEO PER IL 25 APRILE, L’AFFONDO DI SALA: “MELONI DICA CHIARAMENTE CHE E’ ANTIFASCISTA”
LA SCELTA DI STILE DI ELLY SCHLEIN: NIENTE TESTA DEL CORTEO, COME UNA MILITANTE DIETRO LO STRISCIONE DEL PD E RINUNCIA A COMMENTARE SULLA MELONI: “SONO QUA PER CELEBRARE IL 25 APRILE”
Sono oltre i 100 mila i manifestanti che oggi, 25 aprile, hanno sfilato per le strade di Milano per festeggiare il giorno della Liberazione dal nazifascismo: questo il bilancio diffuso dal palco dal presidente Anpi del capoluogo lombardo, Roberto Cenati. Partito da corso Venezia sulle note di «Bella Ciao», la canzone simbolo della resistenza, il lungo corteo ha raggiunto piazza Duomo dove si sono susseguiti come da tradizione dal palco i diversi interventi istituzionali.
Tra questi, quello del sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha ricordato il momento culminante del recente viaggio del presidente della Repubblica in Polonia. «L’altro giorno ho visto un grande uomo camminare sui sentieri infami di Auschwitz, ho visto il suo sguardo duro e commosso e le sue parole, era Sergio Mattarella. Questo grande padre per noi ha ristabilito la storia», ha detto Sala, tra gli applausi dei partecipanti. «Dobbiamo fare memoria perché lo vediamo bene cosa succede a non vigilare – ha aggiunto -, lo abbiamo visto a Capitol Hill e Brasilia e a Bucha». Poi l’affondo rivolto alla premier Giorgia Meloni: «Certe cose se si sentono bisogna dirle ad alta voce, mettendoci la faccia. Meloni in alcune occasioni pubblicamente ha mostrato una faccia decisa, ha urlato certe parole e certi slogan. Quello che dovrebbe fare è mettere la faccia e dire con chiarezza e in maniera definitiva: “Siamo antifascisti”».
La prima volta di Elly Schlein
Anche Elly Schlein, ha preso parte alle sue prime celebrazioni del 25 aprile da segretaria del Pd: al suo arrivo Schlein ha raggiunto in testa al corteo il primo cittadino di Milano per salutarlo e poi ha sfilato dietro lo striscione del Partito democratico. Ma non ha voluto parlare dell’avversaria politica n° 1: «Oggi siamo qui a onorare la Resistenza», ha detto Schlein, ricordando che di Meloni e del suo rapporto con la storia del Ventennio «ho già detto cosa penso».
Anpi: «Servono unità e mobilitazione democratica»
Contro questo «tempo di revisionismo» in cui c’è chi vuole «riscrivere la storia e ridimensionare il valore della resistenza» occorre «la più ampia unità e mobilitazione di tutti i democratici» secondo il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo secondo il quale «persino Fini e Berlusconi prendono le distanze da chi si rifiuta di pronunciare la parola antifascismo, eppure ho letto oggi un lungo articolo della premier sul Corriere della Sera e quella parola non c’è, non è mai scritta». E «aggiungo una preoccupazione – ha detto dal palco del 25 aprile in piazza Duomo a Milano -. Si sta andando a tappe forzate a una revisione dei poteri delle Regioni, la cosiddetta autonomia differenziale che potrebbe dividere il Paese in due parti: la Serie A e la serie B, ad esempio sulla sanità e sulla scuola e ci si prepara a una riforma presidenzialista che può cambiare i fondamentali della Costituzione del ’48, col pericolo di far saltare la divisione dei poteri e di relegare il Parlamento al ruolo di Cenerentola. Questo è il tempo del nostro 25 aprile». «È il tempo – ha spiegato – in cui ritrovare e promuovere la più ampia unità e mobilitazione di tutti i democratici, le associazioni, i sindacati, i movimenti e il popolo nelle mille forme di aggregazione sociale, laici e cattolici, ragazzi di Greta Thunberg, una grande rete unitaria affinché sia finalmente rispettata e applicata pienamente la Costituzione antifascista», conclude.
(da Open)
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