UN ALTRO ACQUISTO PER SILVIO: MAURIZIO GRASSANO, INDAGATO PER TRUFFA AGGRAVATA SALVERA’ IL “GOVERNO DELLA MORALITA”
ENTRATO ALLA CAMERA COME PRIMO DEI NON ELETTI, DOPO LA RINUNCIA DI COTA, E’ STATO UNA COLONNA STORICA DELLA LEGA ALESSANDRINA… ARRESTATO PER TRUFFA AI DANNI DEL COMUNE PER UN IMPORTO DI 760.000 EURO…D’ACCORDO COL SUO DATORE DI LAVORO, AVEVA GONFIATO LA SUA BUSTA PAGA PER 5 ANNI, RISCUOTENDO RIMBORSI NON DOVUTI
Silvio ha trovato, nella sua battaglia per la moralizzazione del Paese, un altro adepto per salvare il governo il 14 dicembre, frutto della campagna acquisti in atto tra “persone qualificate ed eleganti”.
Si tratta di Maurizio Grassano, già presidente del Consiglio comunale, attualmente sotto processo per truffa aggravata ai danni del Comune
Diventato onorevole grazie a Roberto Cota che, presentando la propria candidatura a presidente della Regione e risultando eletto, aveva ben chiaro il rischio che avrebbe corso la Lega.
Il primo dei non eletti nel collegio di Piemonte 2 era infatti il leghista Grassano: dovendosi Cota dimettere, ecco il subentro scontato: ovviamente nel gruppo misto, visto che la Lega l’ha espulso (a cose fatte).
Il processo che lo vede imputato nel frattempo si avvia alla conclusione.
L’accusa nei suoi confronti è peraltro molto circostanziata: in concorso con il titolare della sua azienda, gonfiando la propria busta paga, fatta arrivare fino a 12.000 euro mensili, avrebbe truffato al Comune 760.000 euro nel periodo tra il 2003 e il 2008, per le assenze dal lavoro dovute a cariche istituzionali.
In pratica, per legge, nei casi di “impegni istituzionali”, l’ente locale rimborsa al datore di lavoro la quota oraria di retribuzione dovuta al dipendente.
Lo stipendio del Grassano all’inizio era “normale”, ma è andato via via decuplicandosi nel tempo, suscitando i primi accertamenti della Guardia di Finanza che avrebbe avuto la prova che questo improviso exploit derivava in realtà da un accordo tra Il Grassano e il suo titolare della Vega, settore verniciatura, che faceva figurare un compenso gonfiato.
Il Comune si era trovato a rimborsare 760.000 euro non dovuti, una cifra enorme per il bilancio comunale.
Prima arrestato e poi ai domiciari, il Grassano è stato espulso dalla Lega solo dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta.
L’esponente locale nel 2008 era stato presentato candidato al Parlamento, in quanto figura storica della Lega in Piemonte: in politica dal 1980, era componente della segretaria nazionale, tra i più votati del Carroccio, consigliere comunale e presidente del consiglio dal 1990, capogruppo.
In ogni caso a Montecitorio si è installato e anche in caso di condanna ci resterà .
Con tutti i privilegi futuri che potranno fargli comodo.
Ora anche con la protezione del premier che sicuramente saprà essergli riconoscente.
Solo chi è sotto processo può capire come sia importante la solidarietà tra inquisiti.
Ovviamente il tutto per la moralizzazione della vita pubblica.
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