UN GOVERNO “POLITICO” NON PUO’ MAI ESSERE UN GOVERNO DI TUTTI
UN GOVERNO ISTITUZIONALE DEVE SOLO AFFRONTARE L’EMERGENZA PANDEMIA E LA LEGGE ELETTORALE, POI SI DEVE VOTARE… UN GOVERNO POLITICO CON TUTTI DENTRO E’ UN PARADOSSO: COME SI FA A GESTIRE IL RECOVERY CON IDEE E VALORI DIFFERENTI?
Un governo politico non può essere mai il governo di tutti. E’ un paradosso. Il concetto stesso di “politico” presuppone un insieme coerente di idee e di proposte progettuali che concorrono a comporre una visione di società cui tendere tramite azioni socio-economiche da mettere in atto in un certo lasso di tempo, che ci si augura sia quello di legislatura.
Un governo politico, dunque, ha un indirizzo ed un verso e si muove in un’area precisa di valori.
Per questa sua stessa natura il “governo politico” è decisamente inconciliabile con “un governo di tutti” nazionale, trasversale o istituzionale, che sia.
Altrimenti non è “politico” semplicemente.
Il così detto “governo del Presidente” o anche detto “governo nazionale” è, al contrario, un governo emergenziale, con un preciso ma limitato obiettivo (in questo caso contingente): – superare la fase cronica della pandemia e della campagna vaccinale, predisporre una legge elettorale coerente con il taglio del numero dei parlamentari e andare alle elezioni – Stop.
In questo quadro risulta evidentemente impossibile pensare che “un governo di tutti” possa giungere ad una univoca e coerente definizione delle “scelte politiche” necessarie al Recovery Plan, che è un atto assolutamente e squisitamente politico e di visione, che si deve basare su scelte strutturali, per il rilancio socio economico del nostro paese, in un arco temporale di diversi decenni.
Quindi, sinceramente non so proprio di cosa parlate quando parlate di “governo politico” se a questo governo non date confini e non date perimetri e precise definizioni di area, soprattutto poi se vi vantate di volerne fare un “governo politico di legislatura”.
Tutti dentro, tutti con i propri progetti politici e i propri temi divergenti, ogni uno a tirare verso la propria parte di visione; ma se tutti tirano verso direzioni differenti e divergenti la situazione che si viene a verificare è una, l’immobilismo, nella migliore delle ipotesi, oppure un’ altra, il deflagrare di alcune parti miseramente nel prevalere di altre.
Un suicido politico, dunque, per le parti politicamente più deboli, e un suicidio della politica stessa nel suo significato valoriale, e temo anche un suicidio per il paese, poichè senza una direzione, un verso ed un orizzonte non si procede.
In sintesi, il governo, se deve essere “politico” deve avere una precisa area, se deve essere “istituzionale” deve avere un preciso tempo, strettamente funzionale ad andare alle elezioni.
L’orizzonte a cui puntare quando ci si mette in cammino non può che essere uno se si vuole davvero procedere in una direzione.
(da “Huffingtonpost”)
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