UN MILIONE DI VAFFANCULO AI FIGLI DELLA LEOPOLDA
LA CGIL VA OLTRE LE PREVISIONI: A ROMA IN CORTEO TANTA GENTE COMUNE NON ADERENTE AL SINDACATO PER RIVENDICARE LA DIGNITA’ DEL LAVORO
“Si sappia alla Leopolda e a Palazzo Chigi che non deleghiamo a nessuno le politiche del lavoro”.
Susanna Camusso dal palco della manifestazione Cgil a Roma lancia un messaggio chiaro al governo: no al Jobs Act.
E appena nomina Matteo Renzi si levano fischi da Piazza San Giovanni, dove oltre un milione di persone è arrivato per protestare contro la linea dell’esecutivo sul lavoro.
Il segretario risponde così anche alle voci che arrivano da Firenze, dove il finanziere vicino al premier Davide Serra si è detto favorevole a “limitare il diritto di sciopero a lavoratori pubblici”.
Poi marca la differenza con la Leopolda (“Questa non è la passerella di nessuno”) e avverte: Renzi “non si illuda che basti chiedere l’ennesima fiducia in Parlamento, ci siamo e ci saremo con la nostra proposta per il lavoro”.
E, prosegue “continueremo con gli scioperi articolati e anche con lo sciopero generale”. Perchè “non si esce dalla crisi punendo il lavoro e rendendolo più povero“: i diritti vanno estesi a chi non li ha e “l’articolo 18 è una tutela concreta, non ideologia”.
Negativo anche il giudizio sulla riforma della giustizia (“Che riforma è se non c’è il falso in bilancio e se non si inizia la lotta alla corruzione?) e sulla legge di stabilità , che “è costruita su qualche bonus e qualche taglio” e che se non cambia verso “crisi e rigore continueranno a tenere il Paese nella stagnazione”.
Camusso sottolinea poi che “non si cambia l’Europa se non c’è cambiamento radicale dei trattati” e che “non si deve contrattare lo 0,3, bisogna tornare alla carta di Nizza”. Inoltre, “non va bene che il presidente del Consiglio dice in Europa quello che non fa in Italia”.
Al corteo di Roma, partito in anticipo da Piazza della Repubblica e diretto a Piazza San Giovanni, i manifestanti hanno sfilato con i cartelli dello slogan “Lavoro, dignità , uguaglianza. Per Cambiare l’Italia“.
E anche il leader della Fiom Maurizio Landini attacca duramente l’esecutivo.
Per lui il corteo di oggi “dimostra che sulle questioni economiche e del lavoro il governo non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere devono lavorare”. E Palazzo Chigi, aggiunge, “deve fare i conti con questo”.
A Roma sfilano lavoratori, studenti e pensionati, con striscioni che raccontano storie di lavoratori in mobilità , in cassa integrazione. ‘Renzi pifferaio’, ‘Pd partito di destra’ si legge su alcuni cartelli.
Ci sono anche i ‘Gufi felici’ in piazza, con tanto di striscione che ironizza su come il premier definisce gli scettici alle sue azioni politiche e il collettivo di immigrati ‘Via dal Campo’, composto da lavoratori d’origine africana.
E tra i partecipanti spunta anche una bara nera con la scritta bianca ‘Il Jobs Act seppellisce i diritti dei lavoratori’, firmata dalla Fillea-Cgil.
A detta di molti osservatori neutrali Roma da anni non vedeva un corteo così impressionante: basti dire che quando la Camusso ha iniziato a parlare dal palco in una piazza San Giovanni gremita, i due cortei erano ancora a metà percorso.
Il successo della manifestazione deriva da un altro elemento visibile: sono tanti “gli esterni”, cittadini comuni, famiglie e giovani che si sono uniti al corteo pur non avendo la tessera della Cgil in tasca, ma in segno di protesta contro il governo del “fare chiacchiere”.
Leave a Reply