UNA SU QUATTRO CE LA FA
IL CASO DELLE QUATTRO DONNE CHE ALL’OSPEDALE DI LECCO HANNO DOVUTO DECIDERE CHI DOVESSE ESSERE L’UNICA A FARSI OPERARE PERCHE’ C’ERA SOLO UN POSTO LETTO PER IL DECORSO POST-OPERATORIO
Se la sanità italiana danzava già sull’orlo del baratro, con storie come questa potrebbe persino avere fatto un passo avanti.
A Lecco quattro donne si presentano in ospedale, reparto di ginecologia, per sottoporsi a un intervento chirurgico programmato da tempo, ma viene loro spiegato che di letti per il decorso post-operatorio ne è rimasto libero uno solo: le altre tre signore dovranno tornarsene a casa e ritentare la sorte nei giorni successivi.
Da qui in avanti le versioni divergono: c’è chi insinua che il primario, indossate le vesti del professor Ponzio Pilato, abbia lasciato l’ardua scelta alle pazienti, ma per quanto gli ospedali si ritrovino allo sbando, mi rifiuto di credere che lo siano fino a tal punto: arriveremo alle riffe, alle tombole, al «gratta e opera»?
La seconda versione non è meno angosciosa, ma un po’ più credibile: la scelta del primario sarebbe caduta su una cinquantenne colpita da tumore a rischio di metastasi, ma sarebbe stata contestata da un’altra signora, ottantenne, che avrebbe rivendicato con forza una sorta di precedenza. Mossa a compassione, o forse temendo per la propria incolumità, la cinquantenne le avrebbe lasciato il posto, suscitando la reazione sconfortata del medico: «Allora a questo punto decidete voi!».
Comunque sia andata, giuro che mi ricorderò di questa storia la prossima volta che qualcuno ci chiuderà di nuovo in casa come nel 2020, tenendoci buoni con la promessa che non ci saranno «mai più!» tagli alla sanità.
(da Il Corriere della Sera)
Leave a Reply