UNO STUDIO DI “OXFAM” HA STIMATO CHE BASTEREBBE UNA TASSA FINO AL 5% SUI PAPERONI DEI PAESI DEL G20 PER RISOLVERE LA FAME NEL MONDO E AIUTARE I PAESI A BASSO E MEDIO REDDITO AD ADATTARSI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
IL TUTTO CON UN AVANZO DI PIÙ DI 546 MILIARDI DI DOLLARI DA INVESTIRE IN ALTRI SERVIZI… CIRCA TRE QUARTI DEI MILIARDARI NEL MONDO SOSTIENE UNA MAGGIORE TASSAZIONE SULLA RICCHEZZA
Uno studio pubblicato da Oxfam Brasile stima che una tassa fino al 5% sui paperoni dei Paesi del G20 potrebbe raccogliere circa 1,5 trilioni di dollari all’anno: una somma sufficiente per porre fine alla fame a livello globale, aiutare i Paesi a basso e medio reddito ad adattarsi ai cambiamenti climatici, e far sì che il mondo raggiunga gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, con un avanzo di più di 546 miliardi di dollari da investire in servizi, politiche pubbliche e azioni per il clima.
Le conclusioni del report vanno perciò nella direzione della proposta del Brasile ai ministri dell’Economia e della banche centrali, di una tassazione progressiva per i super-ricchi. “Un sistema fiscale equo potrebbe ridurre le disuguaglianze e promuovere società più sane e inclusive”, afferma la direttrice di Oxfam Brasile, Katia Maia. “Tasse più alte per i super-ricchi creerebbero le condizioni per investire in famiglie e lavoratori, proteggere il clima e fornire importanti servizi pubblici, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria, per tutti. Aiuterebbe anche a colmare le lacune esistenti nelle reti di sicurezza sociale, per alleviare l’impatto delle crisi future”.
Un recente sondaggio – secondo il report – ha rivelato che circa il 75% dei milionari nei paesi del G20 sostiene una maggiore tassazione sulla ricchezza, e più della metà ritiene che la ricchezza estrema sia “una minaccia alla democrazia”. E d’altra parte in paesi come Brasile, Francia, Regno Unito, Italia e Stati Uniti, i super-ricchi pagano un’aliquota fiscale effettiva inferiore rispetto al lavoratore medio. E quattro dei cinque principali miliardari del mondo vivono nei paesi del G20.
(da agenzie)
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