VACANZE E CONTAGI, LA LEZIONI DI AGOSTO NON E’ SERVITA: LE REGIONI CON I DATI PEGGIORI VOGLIONO APRIRE LA STAGIONE DELLO SCI
DAL PIEMONTE ALLA LOMBARDIA COMINCIA LA SOLITA SOLFA SU APRIRE TUTTO PER FARE QUATTRINI… SOLO ZAIA PIU’ PRUDENTE
Sono quasi tutte in zona rossa o arancione, ma le Regioni del Nord vogliono aprire allo sci e si schierano contro l’ipotesi del governo di “un’iniziativa europea” per prevenire che l’apertura degli impianti sciistici riproponga i problemi di questa estate, quando spiagge e discoteche hanno fornito benzina alla seconda ondata di contagi.
Gli assessori di Lombardia, Provincia di Bolzano, Val d’Aosta e Piemonte (tutte regioni in area rossa), uniti a quelli di Friuli-Venezia Giulia (ora zona arancione), Veneto e Trento (in area gialla), hanno firmato una nota congiunta per chiedere di aprire la stagione invernale.
Le Regioni, infatti, mentre i morti continuano a salire e la pressione sugli ospedali aumenta, questa mattina hanno approvato le “linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali”.
All’indomani degli annunci da Palazzo Chigi di una probabile frenata sullo sci, la pressione delle Regioni per salvare i guadagni invernali è aumentata: si è esposto il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, sostenendo che è possibile “trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri Paesi”.
Per Davide Caparini e Massimo Sertori, rispettivamente assessore al Bilancio e alla Montagna della Lombardia, chiudere gli impianti è addirittura “una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un governo disorientato”.
Ovviamente, come hanno spiegato fonti governative, la ragione del divieto sta nel fatto che le consuete vacanze sulla neve, “attirando appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate”.
Tradotto: il problema non sono le piste, ma gli assembramenti agli impianti di risalita, nei rifugi e soprattutto la sera negli Après-ski.
Gli appelli di scienziati ed esperti sono stati chiari: “L’estate scorsa abbiamo fatto l’errore di pensare che fosse tutto alle spalle, evitiamo di ripeterlo”, ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità , Franco Locatelli.
Anche da parte del Comitato tecnico scientifico c’è forte contrarietà alla riapertura degli impianti sciistici. Perchè, lo ha ribadito anche il coordinatore Agostino Miozzo, la priorità deve essere data alla scuola e perchè dando il via allo sci non sarebbe certo possibile mantenere un divieto, ad esempio, per palestre e piscine.
Zaia invece si è mostrato più moderato: “Natale sugli sci è un’era glaciale diversa da questa. Io tifo perchè si possa lavorare, ma mi metto nei panni dei medici: questo dibattito sulla ripresa è lunare. Io mi augurerei la riapertura per domani mattina ma vorrebbe dire che il virus è scomparso o la curva si è appiattita”, ha spiegato il governatore.
Anche il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, nonostante le pressioni interne alla sua stessa giunta si è mostrato prudente: “È ancora prematuro parlare di stagione sciistica. Noi speriamo che nel mese di gennaio possa anche ricominciare questa attività , ma tutto dipenderà dall’andamento epidemiologico e dalla nostra disciplina“.
(da agenzie)
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