VITALIZI SICILIA, SCATTA LA PENSIONE DA MILLE EURO PER 51 CONSIGLIERI: LA RINUNCIA FASULLA DEL M5S
4 ANNI, SEI MESI E UN GIORNO TRA I BANCHI DELL’ARS E A 65 ANNI SI PERCEPIRA’ L’ASSEGNO MENSILE… I GRILLINI FANNO FINTA DI RINUNCIARVI, MA HANNO MATURATO I REQUISITI, SE FOSSE UNA COSA SERIA AVREBBERO DOVUTO DIMETTERSI IL GIORNO PRIMA
Era probabilmente cerchiata in rosso sul calendario, evidenziata nei promemoria, segnata forse persino nelle sveglie dei telefoni cellulari.
E non poteva essere altrimenti visto che quella di ieri era una giornata fondamentale per la Regione Siciliana, una data importantissima, un giorno da ricordare negli anni a venire.
Uno pensa: che cosa potrà mai accadere di così rilevante nell’isola del Gattopardo, nella Regione dei corsi e ricorsi storici, delle alchimie politiche che anticipano epoche nazionali e segnano destini di governi e governanti?
Il varo di una legge rivoluzionaria? La riforma dell’agrodolce statuto Autonomo? L’inaugurazione di una linea ferroviaria da Paese occidentale o — chissà — persino di un’opera simbolica tipo il ponte sullo Stretto?
Nossignore. Niente di così banale.
Al contrario in Sicilia ieri era la giornata del V-Day, non il Vaffa Day di Beppe Grillo ma più semplicemente il giorno del vitalizio, importante solo per poche decine di cittadini.
Dalla scorsa mezzanotte i consiglieri regionali dell’isola — che qui per la verità si fanno chiamare “onorevoli“, cioè deputati, come fanno i loro colleghi di Montecitorio — hanno maturato il diritto a percepire la pensione.
Sissignore: ai 51 consiglieri eletti per la prima volta nel 2012 sono bastati quattro anni, sei mesi e un giorno tra i banchi dell’Assemblea regionale siciliana per garantirsi un assegno mensile che cominceranno a percepire a partire dal loro sessantacinquesimo compleanno.
I 14 consiglieri del Movimento 5 Stelle IN TEORIA avrebbero rifiutato l’assegno inviando una lettera di rinuncia all’Ars (che vale come carta straccia) e oggi hanno organizzato un corteo di protesta contro il privilegio.
“I politici hanno fatto la legge Fornero per i cittadini che però non si applica ai politici stessi: è un grande paradosso”, dice Giancarlo Cancelleri, che studia da governatore. Al pentastellato risponde Davide Faraone del Pd. “Per rinunciare ai privilegi i deputati M5s all’Ars avrebbero dovuto dimettersi ieri e non l’hanno fatto. Hanno spedito una settimana fa una lettera che è carta straccia e oggi marciano urlando vergogna, avendo maturato, da qualche ora, anche loro i requisiti pensionistici”, attacca il sottosegretario alla Salute.
Ed in effetti è così: i diritti maturati verranno liquidati per legge, non basta certo una lettera scritta magari venti anni prima per fare testo. Chi ha oggi 40-45 anni solo al compimento del 65° dovrà nel caso scrivere una vera e propria lettera di rinuncia all’ente previdenziale, non certo ora.
E tra 20-25 avrà tempo di cambiare idea, state tranquilli…
Altra cosa sarebbe stata dimettersi un giorno prima che scattasse il diritto, ma tutti i rivoluzionari grillini si sono guardati bene dal farlo.
(da agenzie)
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