VIVA I SOLDI SOTTO LA MATTONELLA: IL SINDACO DI FRATELLI D’ITALIA CHE LUCRAVA SUI MIGRANTI
CECCANO, LA PERIFERIA ARRAFFONA DEL POTERE MELONIANO: “CHE CAZZO CE NE FREGA A NOI DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO”
Servono soldi. Per fare soldi servono appalti, per fare appalti servono progetti, per fare progetti ci vogliono idee. Ecco un’idea: “Che cazzo ce frega a noi del dissesto idrogeologico?”. Nell’ufficio tecnico di Ceccano, 23 mila abitanti, un’ora d’auto dalla stanza che fu di Raffaele Fitto, al tempo titolare del Pnrr, il piano dei sogni e dei bisogni degli amministratori italiani, si discute di come traghettare un’altra manciata di euro (“trentamila, forse quarantamila, cinquantamila”) verso la contabilità parallela, verso il nero fumo delle mazzette.
Tredici funzionari inquisiti, un sindaco arrestato, una fidanzata inguaiata, un amore finito. Tutto merito della fiamma tricolore, il simbolo di Fratelli d’Italia col quale il luogotenente dei carabinieri Roberto Caligiori, nei secoli fedele, ha scardinato Ceccano, città rossa della Ciociaria, diventandone sindaco nel 2019 e riempiendo di gioia la sua leader Meloni, a cui è devoto.
Però, ecco il guaio: sarebbero 500 mila euro finora i soldi sequestrati al gruppo che col sindaco faceva squadra, “una macchina che corre” diceva lui intercettato e 500 mila nuovi pensieri per questa deriva di periferia integralmente meloniana, arraffona e indecente. Il sindaco, immaginiamo affannato, tartassava i dipendenti, li inchiodava alle responsabilità: “Le fatture? Sono pronti per fare le fatture?”. Il sibilo della funzionaria, ormai sfibrata da tanta efficienza: “Che ansia”.
Tu impresa mi fatturi, io Comune ti pago che tu mi possa girare istantaneamente la tangente. La macchina corre, la fiducia è salva, l’ottimismo della squadra sale, il circo funziona. A Ceccano servono ancora altre idee. Quindi? Puntare sui migranti. L’incredibile refugium peccatorum dei corrotti è infatti fare soldi sulla pelle degli ultimi degli ultimi. Quelli che la destra in televisione odia, quelli che Matteo Salvini accomuna a “cani e porci”. A Ceccano una sola cooperativa fruisce di finanziamenti per 1 milione e mezzo di euro, e gira il dovuto a chi di dovere.
Comica e tragica insieme la scenetta dei due innamorati, il sindaco e la funzionaria comunale, che devono valutare il posto migliore per inguattare una stecca. Lui confessa a lei che i soldi finora li ha nascosti “a cazzo di cane”. Lei, Elena Papetti, prima precaria nello staff e dopo un anno assunta al Comune a tempo indeterminato, propone: “Faccio una scatolina chiusa a chiave”. Poi interpella il dante causa: “Sei sicuro che non mi succede niente?”. Riflette e arriva al punto: “Sono proprio complice al cento per cento”. Infine, furba: “Li metto sotto la mattonella e poi la incollo”.
Come ai vecchi tempi. Ceccano, l’Italia di sempre.
(da il Fatto Quotidiano)
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