“VOTO PILOTATO DALLA CASALEGGIO”: SCOPPIA LA LITE SUL REGOLAMENTO M5S
SOTTO ACCUSA LE PRESSIONI VIA MAIL A CHI NON SI E’ ANCORA ESPRESSO: “E’ SCORRETTO, C’E’ UN QUORUM DA RAGGIUNGERE”… MA SOLO LA CASALEGGIO SA CHI SONO E QUANTI SONO GLI ISCRITTI
Alla Casaleggio Associati scuotono la testa: “Non ce la faremo mai”. Ci sono ancora quindici giorni per votare online il nuovo regolamento del Movimento 5 Stelle.
Quello che – sulla carta – dovrebbe consentire al capo politico Beppe Grillo di non incappare ancora nei ricorsi degli espulsi e nelle successive sconfitte in tribunale.
Perchè la votazione sia valida, era scritto nel post che ha dato il via alle votazioni, è necessario che partecipi il 75 per cento degli iscritti.
“È quel che prescrive il codice civile per le associazioni non riconosciute – spiegano i vertici M5S – ma noi puntiamo a far votare più persone possibile, poi, in caso di ricorsi, sarà il giudice a valutare se è sufficiente”.
Insomma, al quorum si è già rinunciato. Perchè se si tiene conto di quel che disse Gianroberto Casaleggio a Imola un anno fa, gli attivisti certificati dal blog erano, già allora, 130mila.
E ponendo che nei successivi due mesi siano rimasti quelli (il voto è aperto a chi si è iscritto entro il 2015) il quorum sarebbe già di 97.500 persone.
Un obiettivo stratosferico se si pensa che a una delle ultime votazioni importanti, quella per togliere il nome di Beppe Grillo dal simbolo, avevano votato “solo” 40.995 iscritti.
All’interno del Movimento, poi, sono in tantissimi a non aver ancora votato.
“Che noia, non ci ho proprio pensato”, dice Girolamo Pisano chiacchierando con Francesco Cariello a Montecitorio.
“È importante – ribatte il deputato – c’è anche la possibilità di fare modifiche se si raccolgono 500 firme tra gli iscritti”. “E come le prendi le firme? – risponde ancora Pisano – Tu lo sai chi sono gli iscritti? No, lo sanno solo loro. E ti sembra democratico che sappiano anche chi ha votato e chi no e che mandino email continue a chi non l’ha fatto?”.
È quello che sta succedendo. Non ci sono solo i videoappelli sul blog, l’ultimo – ieri – della sindaca di Roma Virginia Raggi.
Ma lettere che arrivano un giorno sì e uno no sulle caselle di posta degli iscritti intimando: “Non hai ancora votato! È importante! Fallo subito “.
Sulle pagine Facebook molti attivisti parlano – ironicamente – di stalking. E un eletto storico come Vittorio Bertola, ex capogruppo in consiglio comunale a Torino, fa un post per sfogarsi: “Supponiamo che il referendum avesse un quorum e che Renzi – volendo far passare la riforma – decidesse di facilitarne il raggiungimento permettendo di votare da casa e allungando il tempo di votazione a diverse settimane. Scommetto che i sostenitori del NO starebbero già urlando”.
E ancora: “Supponiamo poi che Renzi, a votazione aperta, tenesse traccia di chi ha votato e chi no, e, soltanto a quelli che non hanno votato, ogni giorno mandasse una mail dicendo: “Allora?”.
Una situazione che scalda i dissidenti storici, che nelle chat private si lamentano: “Sanno chi vota, sanno quando, sanno come. Siamo tutti schedati perchè vogliono che sia così”.
Nel frattempo, ieri a Parma si è consumato l’ultimo strappo. I consiglieri M5S del comune – tutti tranne uno – hanno annunciato il loro addio al Movimento.
Escono anche loro, come il sindaco Federico Pizzarotti. Il nuovo gruppo si chiamerà “Effetto Parma”. E sarà il nucleo della lista civica che Pizzarotti presenterà alle prossime comunali, cercando ganci nel resto del Paese con la rete di quelli che furono i sindaci arancioni.
(da “La Repubblica”)
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