VOTO QUIRINALE, COME SEGNARE LE SCHEDE: BERLUSCONI TEME I TRADITORI DI LEGA E FDI
I TRUCCHI DEL CAIMANO: “FATE RICONOSCERE I VOSTRI VOTI“ … IL TIMORE DI ESSERE IMPALLINATO DA UNA CINQUANTINA DI FRANCHI TIRATORI
È il trucco più vecchio del mondo. Quello che serviva alle correnti della Democrazia cristiana per “contarsi” in Aula (nel 1992 c’era una precisione chirurgica: “Arnaldo Forlani”, “Forlani Arnaldo”, “on. Arnaldo Forlani”, “Forlani”, “Forlani on. Arnaldo”) e che portò Amintore Fanfani, nel 1971, a chiedere di scrivere il proprio nome in verde, rosso, con la stilografica, con la matita e aggiungere – in sequenza – i titoli di “professore”, “senatore”, “presidente” e così via. Ma fu impallinato lo stesso.
Lo stesso stratagemma fu pensato nel 2006 per eleggere il presidente del Senato Franco Marini e “segnare” tutti i partitini dell’Unione di Romano Prodi. Quella volta riuscì.
È un metodo che serve, nella testa di chi lo pensa, a fermare (o almeno a identificare) i pugnali affilati dei franchi tiratori durante l’elezione del presidente della Repubblica che avviene a scrutinio segreto.
Adesso ci sta pensando anche Silvio Berlusconi. Sa che i franchi tiratori, lui, ce l’ha in primis in casa sua. Tant’è che anche i suoi emissari in Parlamento glielo hanno spiegato chiaramente: “Caro Silvio, di voti non te ne mancano 50 ma 100”. Perché, mentre continua lo shopping parlamentare nel gruppo Misto, Berlusconi non può essere sicuro nemmeno di avere già in tasca i 450 voti di partenza che coincidono con i grandi elettori del centrodestra
Fonti leghiste stimano che nel gruppone dei 197 parlamentari del Carroccio, circa trenta non voterebbero Berlusconi. Sono i deputati e senatori duri e puri, salviniani, euro-scettici e no green pass che non hanno mai sopportato la veste “moderata” ed “europeista” del leader azzurro.
Anche in Fratelli d’Italia qualche traditore se lo aspettano: una decina in tutto sui 58 parlamentari. Un big del partito di Meloni ricorda che tra Berlusconi e la leader non c’è mai stato un grande feeling (eufemismo).
Senza escludere che qualche defezione potrebbe arrivare anche dall’ala liberal di Forza Italia, quella rappresentata dalle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, che negli ultimi mesi hanno aperto una guerra contro il cerchio magico di Arcore. Anche i centristi di “Coraggio Italia” – conteggiati tra i 450 voti che Berlusconi ha a disposizione sulla carta – sono molto irritati dagli abboccamenti degli sherpa berlusconiani nel loro gruppo.
Insomma, almeno una cinquantina di voti potrebbero venire a mancare anche nel centrodestra. Un problema che i leader della coalizione porranno domani, durante il vertice di villa Grande.
Lui però non demorde. Anzi, rilancia. Ha già pronta la strategia per “stanare” i traditori dentro al centrodestra. È stata lanciata qualche giorno fa dal direttore del Giornale di casa, Augusto Minzolini, ed è piaciuta molto ad Arcore.
Dopo i primi tre scrutini in cui chiederà agli alleati di votare scheda bianca, dal quarto l’idea di Berlusconi è quella di “segnare” i voti per ogni partito della coalizione.
E dunque chiederà a Forza Italia di votare “Silvio Berlusconi”, alla Lega solo “Berlusconi”, a Fratelli d’Italia “Berlusconi Silvio” e ai centristi “S. Berlusconi”.
Un modo per capire chi tradirà e chi no nella sua coalizione e allo stesso tempo fare da deterrente per chiunque stia pensando di non votarlo.
Anche perché, fa sapere a tutti, non potrebbe mai accettare di essere impallinato in Aula dai propri alleati come successe nel 2013 con Romano Prodi: “Il centrodestra, a quel punto, non esisterebbe più” dicono da Arcore.
Nel frattempo, a villa Grande si stanno preparando per l’arrivo di Berlusconi e per il vertice di domani quando il padrone di casa riceverà Salvini, Meloni e i leader dei partiti minori.
Ieri il segretario della Lega ha fatto un passo indietro spiegando che al vertice si parlerà solo di Manovra e non di Quirinale (“ci pensiamo a gennaio”) ma è difficile che non si toccherà l’argomento.
E l’ex premier farà sapere agli alleati che non ammette “piani B”. Non accetterà mai quindi un altro nome, da Letizia Moratti (che ieri ha fatto sapere che “Berlusconi è l’unico candidato”) a Pier Ferdinando Casini passando per Marcello Pera. “O me o Draghi” dirà Berlusconi agli alleati.
Parallelamente continua lo scouting in Parlamento per provare a racimolare qualche voto.
Fonti azzurre raccontano che tra le più attive ci sia Renata Polverini, assoldata per cercare i voti tra i 5 Stelle e tra gli ex 5 Stelle nel Misto.
D’altronde fu proprio lei, nel gennaio scorso, in piena crisi del governo Conte-2, a lasciare Forza Italia per passare tra i “responsabili” che avrebbero votato la fiducia al premier giallorosa. Poi a maggio è tornata in Forza Italia e a ottobre è stata tra i pochi, dentro il partito, a incontrare Berlusconi a villa Grande. Ora si sta muovendo a Montecitorio per portare voti al capo.
(da il Fatto Quotidiano)
Leave a Reply