WEB E RINO GAETANO: LA RICETTA DEI TRENTENNI PDL PER CAMBIARE IL PARTITO
LO SLOGAN E’ “FORMATTIAMO IL PDL”… IL ROTTAMATORE E’ ALESSANDRO CATTANEO, 32 ANNI, SINDACO DI PAVIA: “I NOSTRI PILASTRI SONO MERITO E VIRTUOSITA'”
La colonna sonora è Rino Gaetano, «Nun te reggae più». La parola d’ordine è «meritocrazia». La comunicazione si fa sul web.
L’età media è fra i 30 e i 35 anni, «ma non conta solo quella perchè anche la Minetti è giovane». Il colpo di scena è che non sono grillini. Sono i giovani di #formattiamoilPdl, il raggruppamento di moltissimi sindaci, amministratori, iscritti e simpatizzanti che invocano l’azzeramento del partito e sabato si presenteranno in un grande evento organizzato a Pavia: non il solito convegno, sia chiaro.
Angelino Alfano si collegherà via Skype, alcuni parlamentari verranno sottoposti ad un fuoco di fila di domande «senza mediazioni e senza giri di parole», gli amministratori della nuova generazione faranno proposte «nella speranza che i vertici del Pdl prendano appunti».
«Formattiamo», che è diverso da «rottamiamo», sottolinea Andrea Di Sorte, assessore a Bolsena: «Funziona come con il computer. Quando c’è un virus, devi formattare l’hard disk, si azzera tutto e si riparte da capo».
La cura di cui avrebbe bisogno il partito, perchè «non ci ritroviamo nel linguaggio dei nostri big, abituati a parlarsi fra loro e non alla gente, ad andare alle solite trasmissioni tivù mentre il mondo si muove con i social network e sul web, a valorizzare quelli che ci hanno portato alla situazione attuale, di caduta libera», accusa Mariachiara Fornasari, consigliere comunale trentenne a Brescia.
Leader di questo movimento, nato dalle riflessioni sul web di un po’ di amici stanchi delle solite facce e delle solite parole («Nun te regghe più», appunto) è Alessandro Cattaneo, trentaduenne sindaco di Pavia: «Abbiamo cominciato a confrontarci fra noi in tempi non sospetti, ma sospettando che saremmo finiti a questo punto. Al Pdl serve una evoluzione basata sul merito e la virtuosità e vogliamo discutere anche di legalità ed Europa».
L’attacco ai vertici non è generalizzato: «Alfano ha 40 anni, è giovane ed è il suo momento. Noi siamo con lui e ci aspettiamo che metta fine alle liturgie che sono dannose per il nostro partito».
Parlano senza censurare pensieri e parole: «Il timore reverenziale che regnava nel Pdl fino a poco tempo fa, ora non c’è più», ammette Giorgio Silli, trentaquattrenne assessore a Prato, «anche perchè siamo tanti, veniamo da tutta Italia, amministriamo le nostre città dove ci siamo conquistati voti e consensi e mettiamo ogni giorno la nostra faccia di fronte ai cittadini».
Quindi, Di Sorte non si sottrae neppure alla domanda su Berlusconi: «Ha 75 anni, ha costruito un partito su valori a cui ancora crediamo, ha dato tantissimo ma credo che lui stesso voglia ora tirare la volata a una nuova classe dirigente».
E se si dovesse candidare a guidare anche il nuovo costituendo partito? «Non lo prendo neppure in considerazione. Credo che voglia fare il padre nobile che sostiene questa ondata di rinnovamento».
Che l’ex premier stia guardando con attenzione ai più giovani è fuori dubbio.
Che abbia, almeno informalmente, benedetto l’evento di sabato, pure (e qualcuno pensa che potrebbe presentarsi a sorpresa a Pavia per salutare i suoi giovani amministratori e iscritti). «Dobbiamo ascoltare i giovani», ripete da settimane l’ex premier.
Che non a caso, dieci giorni fa aveva invitato ad Arcore i giovani della lista Cambiamonza: all’esordio in politica questo gruppo di trentenni era riuscito al primo turno a conquistare più del 5 per cento dei consensi per il candidato sindaco Paolo Piffer.
Nelle oltre sei ore di chiacchiere, Berlusconi aveva cercato di capire il segreto di questo successo: si era informato ad esempio su quanto è costata la campagna elettorale (circa 10 mila euro di cui 6 mila euro racimolati da lotterie in città ) e su quali erano le idee.
Berlusconi aveva preso appunti, ad esempio, sul consigliere a rotazione («Stai soltanto un anno e poi ti alterni con gli altri primi cinque più votati in modo che tutti si fanno le ossa e nessuno mette le radici», riassume Giuseppe Natale, anima di Cambiamonza), sulla raccolta di rifiuti da una discarica di un quartiere della città (12 tonnellate di rifiuti in una discarica abusiva, con dieci carriole, dieci badili e tanti giovani di buona volontà ), sulla più grande biciclettata mai organizzata nella città di Teodolinda.
«Dobbiamo cambiare linguaggio, cambiare proposte», è la lezione che Berlusconi ripete ai suoi. E magari anche facce: formattare, insomma.
Elisabetta Soglio
(da “Il Corriere della Sera”)
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