WIKILEAKS, TENSIONE SUGLI AFFARI DI BERLUSCONI: SUI DOSSIER I RAPPORTI PRIVATI STABILITI DAL PREMIER CON PUTIN E GHEDDAFI
SECONDO UNA FONTE DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA “IN QUEI DOCUMENTI CI SONO NOMI DI POLITICI CORROTTI E ACCUSE IMBARAZZANTI”….GLI AMERICANI STUPITI DEL NERVOSISMO DEL GOVERNO ITALIANO… POTREBBERO EMERGERE INTERESSI PRIVATI NEI RAPPORTI CON LA RUSSIA E LA LIBIA
“Da Wikileaks usciranno accuse imbarazzanti sulla leadership russa”, ha confidato un alto esponente dell’amministrazione Obama.
“In quei documenti ci sono nomi e cognomi di politici corrotti”, anticipa un’altra fonte dal Dipartimento di Stato.
“Anche i segreti più piccoli potranno essere distruttivi”, avverte uno degli ambasciatori Usa impegnati nell’operazione contenimento-danni.
Per l’accento messo sul dossier Russia, di riflesso nelle rivelazioni sull’Italia sale al primo posto tra i sospetti il rapporto speciale tra il presidente del Consiglio e l’uomo forte di Mosca.
I contenuti dei dispacci dall’ambasciata Usa a Mosca sono “così gravi che possono mettere a repentaglio la ratifica del nuovo trattato Start sulla riduzione delle armi nucleari”.
Le attese si concentrano su Vladimir Putin.
E quindi sulle sue frequentazioni.
L’ambasciata Usa in Italia non ha mai abbassato la guardia, nel sorvegliare l’amicizia ultradecennale tra Silvio Berlusconi e l’attuale premier (nonchè ex presidente) della Russia.
Diplomazia, business, frequentazioni personali: tutto rientra in uno dei dossier più voluminosi che interessano i rapporti Italia-Stati Uniti.
Ogni gesto di apprezzamento, ogni visita privata in Sardegna o sul Mar Nero, ogni favore è stato registrato, di quella relazione che nelle parole dello stesso Berlusconi (27 aprile) è segnata da “rispetto, amicizia, affetto”.
In politica estera, Washington ha registrato l’atteggiamento soft dell’Italia sui due conflitti “firmati” Putin: Cecenia e Georgia.
In questi casi la preoccupazione risale all’amministrazione Bush, che ebbe una reazione molto dura sul conflitto georgiano, all’estremo opposto rispetto alla cautela di Roma.
Gli americani hanno spesso segnalato una “dipendenza pericolosa” dell’Italia da pochi fornitori esterni: Russia e Libia in testa.
E’ il dossier Eni-Gazprom il più importante, perchè non coinvolge solo l’Italia. Il Dipartimento di Stato ricorda che il 15 maggio 2009, pochi giorni prima di un vertice tra Russia e Unione europea, l’Eni firmò l’accordo per il gasdotto South Stream che dal Caucaso attraverso il Mar Nero raggiungerà Serbia, Ungheria, Austria, Italia.
Per benedire l’accordo Putin invitò Berlusconi nella località balneare di Sotchi sul Mar Nero. Il progetto strategico lega alla Russia i Balcani, e un pezzo di Europa centrale e mediterranea. E’ un’arteria vitale che grazie all’Eni raddoppierà la sua capacità fino a 63 miliardi di metri cubi all’anno.
Commentando l’accordo, Putin si felicitò delle sue “eccellenti relazioni personali con Berlusconi” e si augurò di “poter avere rapporti con il resto dell’Unione europea altrettanto buoni di quelli che intrattengo col mio ospite italiano”.
Da Washington le critiche alla “diplomazia del gas” italiana non sono nuove: è dai tempi di Enrico Mattei che le strategie dell’Eni sono state spesso una spina nel fianco degli interessi americani.
Mai però nella storia del dopoguerra c’era stato un asse così stretto come quello Berlusconi-Putin, con una dimensione di familiarità personale, circondato dagli inevitabili interrogativi che gli americani si pongono sugli interessi d’affari che possono intercorrere tra i due leader.
Non appena insediato alla Casa Bianca, Obama cancellò una commessa di elicotteri che avrebbero dovuto essere forniti dalla Finmeccanica. L’amministrazione Usa ha sempre cercato di “spoliticizzare” quel gesto, presentandolo come una scelta economica.
E’ stato il governo italiano negli ultimi giorni ad amalgamare la questione Finmeccanica con le attese dei dossier WikiLeaks.
Berlusconi ha ricordato che Finmeccanica “ha firmato un contratto di un miliardo con la Russia”.
Un compito delle ambasciate è anche di indagare sulle aziende coinvolte in importanti commesse pubbliche negli Stati Uniti, dove la normativa sulla trasparenza degli appalti è una delle più rigorose del mondo.
L’ambasciatore Usa in Gran Bretagna, Louis Susman, indica la Libia tra i paesi che ricorrono nelle comunicazioni segrete che diffonderà WikiLeaks. Data la natura confidenziale dei dispacci dalle ambasciate, e quindi l’assenza di auto-censura, dalla sede di Via Veneto possono essere partite descrizioni dettagliate sui rapporti Berlusconi-Gheddafi, ivi comprese le scenografie sconcertanti delle visite di Gheddafi a Roma e l’accoglienza molto calorosa del premier italiano.
I nervosismi italiani stupiscono il Dipartimento di Stato. “In altri casi siamo noi a dover temere le conseguenze, perchè le nostre comunicazioni interne vengono diffuse e questo mette a repentaglio il rapporto con altri governi. Per l’Italia sembra vero il contrario, cioè che si senta in gioco la sua credibilità “.
In realtà , le maggiori preoccupazioni del governo italiano riguardano la politica energetica italiana che Berlusconi gestisce in prima persona, grazie a corsie preferenziali con premier non sempre amici degli Usa, da Putin a Gheddafi.
Le indiscrezioni raccontano che nei documenti riservati si metterebbero nel mirino gli affari riservati del premier e quelli economici di uomini a lui vicini, ma anche le trattative al “tavolo sporco” da parte di aziende pubbliche o partecipate.
Per non parlare delle attività delle aziende di famiglia del premier.
E degli affari di aziende italiane in Montenegro.
Quali giudizi hanno espresso gli osservatori americani su questi affari, nei loro rapporti riservati?
In quali toni?
E quali le conseguenze potrebbero avere a pochi giorni dal voto di fiducia in Paramento?
Petrolio, gas, costruzioni, televisioni, armamenti: sono questi gli interessi che legano la triade Putin, Gheddafi, Berlusconi e che stanno destando preoccupazioni nel governo italiano.
Da stasera forse ne sapremo qualcosa di più…
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