Dicembre 13th, 2008 Riccardo Fucile
LA BATTAGLIA PER ABOLIRE LE PROVINCE TROVA SEMPRE PIU’ CONSENSI… UN PRESIDENTE COSTA 61.000 EURO, UN ASSESSORE 40.000… SONO 4.207 I POLITICI, DI CUI 3.001 CONSIGLIERI E 894 ASSESSORI, 104 PRESIDENTI DI GIUNTA E ALTRI 104 PRESIDENTI DEL CONSIGLIO
Un moltiplicatore di poltrone. Ecco cosa sono le Province. Grazie a loro campano più di 4.200 persone, presidenti del consiglio, di giunta, assessori e consiglieri.
In pratica in Italia, ogni 14mila cittadini, c’e’ un amministratore provinciale: il record è del Molise, con due province, Campobasso e Isernia, totalizza la bellezza di 62 politici ogni 5.162 residenti.
E dire che la finanziaria 2008, riducendo da 16 a 12 il numero massimo di assessori, pensava di aver introdotto un freno.
Un errore, perchè la vera variabile indipendente è rappresentata dal numero dei consiglieri che oscilla da 24 a 45 a seconda della classe demografica della Provincia, una cifra che in passato la stessa Unione delle Province Italiane (Upi) ha definito eccessiva.
Eppure qualcuno ha avanzato proposte per la creazione di altre 25 nuove province e anche per la modifica dei confini territoriali di quelle già esistenti.
Secondo uno studio dell’istituto Bruno Leoni, sono 4.207 gli italiani che di professione fanno i politici provinciali. Di questi 104 sono presidenti, vicepresidenti di Giunta e presidenti del Consiglio provinciale, 894 sono assessori e 3001 sono consiglieri. Continua »
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Dicembre 13th, 2008 Riccardo Fucile
INVERSIONE DI ROTTA: CRESCE LA RICHIESTA DI IMPIEGHI PREROGATIVA DEGLI STRANIERI… CAMERIERI, OPERAI, EDILI, COLF: I MESTIERI RIFIUTATI FINO A IERI, IN TEMPO DI CRISI TORNANO UTILI… CRESCE IL LAVORO NERO.
Badanti, colf, baby sitter, ma anche operai, muratori, edili, addetti alla ristorazione: tutti lavori, si diceva fino a poco tempo fa, che gli Italiani non vogliono più fare e che negli anni sono diventati appannaggio quasi esclusivo degli immigrati.
La tendenza ora pare stia cambiando: in tempi di recessione, sembra che i lavoratori italiani stiano tornando a proporsi per lavori che fino ad ieri rifiutavano, ma che oggi tornerebbero volentieri a fare.
I mestieri di ritorno, che non necessitano di grandi specializzazioni, tornano utili a chi tra i nostri connazionali ha da sbarcare il lunario, a chi aveva un contratto a progetto che non è stato rinnovato o un lavoro e l’ha perso.
Si tratta di una tendenza, non più di casi isolati, destinata ad ampliarsi, contestualmente alla recessione che avanza.
L’associazione Casa Base di Bologna, vicina ad ambienti Cgil, punto di riferimento e incrocio domanda/offerta per il lavoro domestico ( colf e badanti), segnala una rinnovata disponibilità in Emilia Romagna verso tale settore in cui su 10.000 collaboratrici familiari in regola nella provincia, la percentuale di italiane è passata dal 3% all’8%.
Se è difficile ottenere un dato nazionale su un fenomeno sociologico che riguarda settori in cui l’incidenza del lavoro nero è ancora molto alta, più facile è individuare una tendenza, attraverso i dati dei Centri provinciali per l’impiego: dietro al numero crescente di disoccupati, chi ha fornito agli ex uffici di collocamento la propria disponibilità di lavoro, dichiara una grande predisposizione a svolgere mansioni di basso profilo. Continua »
argomento: economia, Immigrazione, Lavoro | Commenta »