Dicembre 4th, 2008 Riccardo Fucile
OGGI INIZIA DAVANTI ALLA CORTE DEI CONTI IL PROCESSO SULLA MAXI AMMENDA ALLE CONCESSIONARIE DI SLOT MACHINE CHE DEVONO ALLO STATO 98 MILIARDI DI EURO… INCHIESTA OSTEGGIATA DAL MONDO POLITICO BIPARTISAN CHE HA CERCATO DI INSABBIARE LA VICENDA… SI RIFERISCE A 10 CONCESSIONARIE DI SLOT PER IL MANCATO ALLACCIAMENTO ANNI FA AL SISTEMA TELEMATICO DI CONTROLLO E CHE HANNO SOTTRATTO ALLO STATO MILIARDI DI EURO.
Inizia oggi la prima udienza davanti alla Corte dei Conti per dire la parola decisiva sulla maxi-ammenda alle società concessionarie di slot machine che, secondo l’ultima stima della Procura, devono allo Stato più di 98 miliardi di euro, tra somme sottratte e ammende comminate.
Si tratta della parte conclusiva di una lunga indagine avviata dall’inchiesta del quotidiano genovese “il Secolo XIX” e dai suoi brillanti giornalisti Menduni e Sansa che hanno portato alla luce il più grosso scandalo finanziario del dopoguerra su cui i media hanno stranamente steso un velo di omertoso silenzio.
Per chi volesse esprimere il proprio sdegno e la propria solidarietà all’inchiesta della Procura e alle accurate indagini della Guardia di Finanza, è stato aperto un apposito sito web all’indirizzo www.firmiamo.it.98miliardidieuro evasi che ha già raggiunti le 5.000 firme.
Il processo vede sul banco degli accusati le 10 maggiori concessionarie di slot machine che qualche anno fa si contendevano il mercato, molte con amministratori legati a partiti politici di varia estrazione e bipartisan, nonchè l’ex direttore dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino e alcuni suoi collaboratori.
In pratica la vicenda è così riassumibile. Quando iniziarono le slot “regolarizzate” il mercato fu spartito tra una decina di concessionarie in tutta Italia, che attraverso i gestori, sistemarono le macchinette in migliaia di locali della penisola.
Esse avrebbero dovuto essere contestualmente collegate ( come avviene ora) con un cervellone centrale che, sulla base degli incassi, avrebbe dovuto poi liquidare al gran biscazziere, ovvero lo Stato, la percentuale elevata di sua competenza. Continua »
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Dicembre 4th, 2008 Riccardo Fucile
SE IL GOVERNO, PASSANDO DALLA STAGIONE MEDIATICA AL RIGIDO REALISMO INVERNALE, ACCUSA UN RAFFREDDAMENTO DI CONSENSI, A SINISTRA GRAN CONSUMO DI BRONCHENOL PER SOPRAVVIVERE AL CASO TANGENTI A FIRENZE, AL DOPOCOFFERATI A BOLOGNA E AL RISCHIO URNE ANTICIPATE IN SARDEGNA, CALABRIA E BASILICATA…
Se la Destra piange, la Sinistra ha poco da ridere: questo potrebbe essere la sintesi della situazione politica italiana, alla vigilia delle festività natalizie. E’ indubbio che rispetto al periodo di “luna di miele” post elettorale, quando erano sufficienti “pronunciamenti” giornalieri su “quanto andremo a fare” per rinvigorire la speranza di cambiamento degli Italiani, il centrodestra accusa una flessione non da poco, in parte fisiologica, in altra gran parte dovuta alla mancanza di fatti concreti e a una scelta mediatica sbagliata che alla lunga non paga.
Inutile fare “annunci” continui, quando poi la realtà è ben diversa: la gente per un po’ dà fiducia, lascia tempo, poi comincia a rendersi conto che poco o nulla è cambiato in meglio.
La forza di Berlusconi, gran “comunicatore”, diventa la sua debolezza, quando la gente non si accontenta più della “percezione” di un miglioramento delle emergenze del nostro Paese, ma si accorge che mancano i fatti.
E avere stretto un’alleanza a senso unico con la Lega, senza capacità di avere una linea autonoma, nonchè di opporsi a certe farneticazioni politiche che vanno per la maggiore nella casamatta di via Bellerio, penalizza il Popolo delle Libertà , occupato più a stabilire la suddivisione dei posti tra Forza Italia e An che a dettare una linea politica innovatrice.
Con troppi ministri farfuglioni o megafoni di decisioni altrui, si lascia spazio a qualche trombone leghista che suona la carica e abbaia alla luna.
Quando si tratta di discutere ad esempio di abolire le Province, con un risparmio di 16 miliardi annui, una proposta peraltro contenuta nel programma del PdL, è sufficiente che Bossi dica che non si possono abolire le province “identitarie” come Bergamo e affini, che il dibattito è già finito. Continua »
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Dicembre 4th, 2008 Riccardo Fucile
LA UE, DOPO UN RICORSO DI MEDIASET, AVEVA INVITATO A PROCEDERE IN TAL SENSO… SI E’ PREFERITO ALZARE SKY AL 20%… TREMONTI COSTRETTO A RIMANGIARSI IL BLOCCO DELLE TARIFFE LUCE E GAS: NON AVEVA TITOLO, DECIDE L’AUTORITY… LA LEGGE FRATTINI VA RISPETTATA…
Cerchiamo di ricostruire le ultime 48 ore della penosa vicenda dell’aumento dell’aliquota Iva di Sky, passata dal 10 al 20% per decisione governativa e delle feroci polemiche che ne sono seguite. Dichiarazione di Berlusconi di due giorni fa: “Non si torna indietro, l’Iva su Sky resta al 20%. Ce lo impone l’Europa ed era stato Prodi ad impegnarsi con la Ue. La sinistra dovrebbe vergognarsi e i direttori de La Stampa e del Corriere della Sera dovrebbero cambiare mestiere”.
Risponde la sinistra: “E’ una balla colossale, non c’è alcuna procedura di infrazione contro l’Italia, qualcuno spaccia uno scambio di documentazione tra Roma e Bruxelles come una direttiva”. Ribatte da Tirana Berlusconi: “Non si tratta di un aumento della tassazione, ma di un’opera di riequilibrio”.
Precisa Tremonti : ” Non ci sono alternative al rincaro dell’Iva per Sky. E’ stata avviata una procedura di infrazione comunitaria per disparità di trattamento, il governo Prodi si era impegnato ad allineare l’Iva e l’accordo scadeva in questi giorni”.
Ieri arriva la nota ufficiale e chiarificatrice dall’Unione Europea che spiega come sono andate le cose e il Governo italiano non ne esce bene. Continua »
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