Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
LA SMENTITA DELLA SINDACA NON RACCONTA COME SONO ANDATE REALMENTE LE COSE
Virginia Raggi ieri sera ha parlato della faccenda della cena al ristorante non pagata etichettandola come bufala.
Oggi però Repubblica Roma e Il Messaggero riportano il nome del ristorante e dello chef e raccontano una storia leggermente diversa da quella raccontata dalla prima cittadina.
Scrive la sindaca su Facebook:
Ci risiamo. Per attaccarci inventano notizie di sana pianta. Stavolta sarei andata in un “noto ristorante romano” dove avrei cenato e sarei andata via senza pagare. L’obiettivo è evidente: far credere che abbia voluto farmi offrire la cena dal ristoratore. È triste ma sono costretta a fare una precisazione — quella che chi ha scritto o ripreso l’articolo avrebbe dovuto fare per correttezza professionale e non ha fatto — e raccontare la verità : dopo cena, ho raggiunto un gruppo di amici che cenavano in quel locale. Ovviamente, non ho cenato una seconda volta. Per la “cronaca” devo ammettere che, però, ho bevuto un bicchiere d’acqua del rubinetto. Ecco, ho svelato l’arcano. Peraltro, proprio il “noto ristoratore” dispiaciuto del fatto che non avessi assaggiato le sue specialità , mi ha invitato a tornare. Curioso, no?
Repubblica Roma, però, in un pezzo a firma di Giovanna Vitale, e Il Messaggero con Lorenzo De Cicco riportano anche le parole dello chef del ristorante e il suo nome.
Il ristorante è Benito al Ghetto e lo chef è Nicola Delfino, che nel frattempo è andato a lavorare a Milano; l’episodio è accaduto mesi fa e a rivelarlo è stato il direttore Brindani; Repubblica sente la versione dello chef:
«Mi è arrivata la comanda giù in cucina con su scritto: “per il sindaco”. Pensavo fosse uno scherzo del maitre e perciò sono salito. C’era la Raggi seduta con un uomo. Ho aspettato che finissero di mangiare e mi sono avvicinato. “Che piacere avervi ospiti da noi”, ho detto».
Un gesto di cortesia, interpretato però come un’offerta a non saldare il conto.
E infatti, a fine pasto, i due commensali si alzano, salutano («Grazie, tornerò a trovarvi») e vanno via.
Senza neppure lasciare la mancia per i camerieri, che pure li avevano serviti. «E io che dovevo fare? Inseguirli?», motteggia il cuoco.
Il racconto del Messaggero è ancora più dettagliato: l’accompagnatore era un amico con cui hanno scherzato e parlato di lavoro, il conto complessivo era di 30 euro e lo chef ricorda distintamente anche la comanda (ovvero l’ordinazione) del sindaco.
«Prima di andarsene mi ha fatto anche richiamare dai fornelli per ringraziarmi. La mia impressione è che avrebbe anche voluto pagare, ma probabilmente non voleva essere scortese. Solo che anche io non ho voluto essere maleducato e dirle: ma che hai capito? Paga! Quindi è finita così, sono diventato la barzelletta della zona».
Un banale malinteso insomma?
«Penso di sì. Doveva vederla quando se n’è andata: ha voluto ringraziare tutti, il maitre, i camerieri, uno per uno. Certo, forse una cosa andrebbe detta…».
Cosa?
«Beh, io avrei lasciato la mancia per i ragazzi, se qualcuno mi offre il pranzo almeno lascio qualcosa per chi serve in tavola…»
Invece?
«Invece niente, è tornata a passeggio per il ghetto, dopo essersi profusa in complimenti per tutti».
Una scena alla Amici miei…
«Sì, Mascetti! Il conte Mascetti,che con grandissima eleganza ti fa il trucco del “rigatino”. Non credo fosse in malafede, che ci fosse malizia insomma. Ma questa storia mi fa un po’ ridere perchè è una dei Cinquestelle, quelli che gridano tanto alla chiarezza, alla trasparenza, all’onestà e poi alla prima occasione vanno via senza pagare».
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
IL “MARIE ANNE ERIZE” ASSISTE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZE: “C’E’ UN CONTRATTO, PAGHIAMO SEMPRE TUTTO”
“Quante di noi dovranno ancora morire? Restare invalide e abbandonate dallo Stato come Chiara
Insidioso? Essere sfregiate dall’acido come Lucia Annibali? Con che coraggio si chiudono i centri antiviolenza?”.
Stefania Catallo ha gli occhi chiari e profondi e un sorriso contagioso che però, in questi giorni, è velato.
L’aveva già salvato due anni fa, quel centro antiviolenza che gestisce alla periferia di Roma e del mondo. Ora la guerra è ricominciata. Il centro “Marie Anne Erize” di Tor Bella Monaca sta per essere sfrattato.
Il municipio a maggioranza Cinque Stelle ha approvato ieri una mozione per rientrare in possesso di alcuni locali, compresi quelli occupati dall’associazione e dal centro che porta il nome della giovane desaparecida argentina. “Nessuno ci ha detto niente. L’ho saputo a mezzanotte del giorno prima, grazie a un passaparola”, racconta Stefania Catallo.
“Noi abbiamo un contratto che si rinnova tacitamente ogni sei mesi. Per mandarci via a luglio, avrebbero dovuto notificarci l’atto di sfratto entro la data dell’ultimo rinnovo, il 6 gennaio scorso. Non è successo. Non solo: paghiamo e abbiamo sempre pagato tutto. Di cosa ci stanno accusando? Una mozione è un atto politico, non amministrativo. Perchè ci stanno perseguitando politicamente?”
Il nuovo fronte di guerra si apre a due anni di distanza da una lunga battaglia: nel 2015 il centro era già a rischio chiusura perchè l’associazione che lo ospitava da quattro anni, la Sirio87, aveva ricevuto lo sfratto.
“Dopo una grande mobilitazione, il contratto è stato rinnovato con tacito accordo di sei mesi in sei mesi, nell’attesa che diventasse definitivo”, racconta ancora Catallo.
“E in questi due anni il centro si è trasformato e ha trasformato il territorio in cui opera”. Dal 2011 ha assistito circa 3 mila donne, “non solo salvandone la vita, ma iniziando insieme un percorso di crescita e di indipendenza”.
Qui oggi c’è una sartoria solidale e una biblioteca di oltre 8 mila titoli. Stefania Catallo è stata nominata ambasciatrice del Telefono Rosa e ha contribuito all’apertura di uno sportello antiviolenza in Romania. “Il centro vive e lotta grazie al volontariato, ai cittadini, ai finanziamenti della francese Fondazione Up. Non certo grazie alle istituzioni italiane”, chiosa la responsabile.
“Come M5S siamo contrari agli affidamenti diretti e favorevoli ai bandi: questa è la nostra politica”, racconta Roberto Romanella a HuffPost.
“Oggi il centro paga un’indennità di occupazione. Metteremo a bando cui potrà partecipare anche il centro “Marie Anne Erize”. Nel frattempo, finchè non verrà decretato un vincitore, le realtà che operano in questi locali non verranno messe alla porta”. E come si salvaguarda il valore sul territorio che nel frattempo hanno creato? “Siamo 5 Stelle, nessuno rimane indietro con noi. Non è solo uno slogan: non rimarranno indietro neanche loro”.
Il centro di Tor Bella Monaca è solo l’ultimo di una lunga lista di realtà sociali che a Roma, in queste settimane, vive sotto alla minaccia di sfratto o chiusura.
Un movimento dal basso che nei giorni scorsi è sceso in piazza del Campidoglio per protestare contro il Comune e l’amministrazione di Virginia Raggi.
“Da troppo tempo le associazioni e gli spazi sociali vivono nell’emergenza, nella consapevolezza che da un giorno all’altro potrebbero venire sgomberati anni di lotte”, tuonano da Decide Roma, la rete che raccoglie le realtà di quella che è stata ribattezzata la “Capitale Solidale”.
Nella lista ci sono scuole, centri che si occupano di integrazione, che lavorano con i bambini, con i disabili, con i malati di Sla.
C’è la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, storico spazio culturale e sociale di Roma. Realtà che spesso hanno anche fatto investimenti strutturali sulle sedi che occupano.
“Alla minaccia di questi sgomberi, ordinati dalla famigerata delibera 140 della Giunta Marino e dalla pressione indebita della Corte dei Conti, con incredibile ritardo la Giunta Raggi è riuscita a rispondere con una delibera piccola piccola, che in sostanza ripropone la stessa 140, ordinando di proseguire gli sgomberi, partendo sì dalle realtà commerciali, ma proseguendo prima o poi con le realtà sociali e associative”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
IL FIORENTINO DEL FANTE NUOVO AD DI POSTE… BIANCHI, FONDAZIONE OPEN, RESTA NEL CDA DI ENEL, LANDI, FINANZIATORE DELLA LEOPOLDA, IN QUELLO DI LEONARDO
Rivoluzione ai vertici di Poste Italiane: Marco Del Fante e Bianca Maria Farina rimpiazzeranno Francesco Caio e Luisa Todini nei ruoli di amministratore delegato e presidente.
Cambio anche a Leonardo: via l’a.d. Mauro Moretti, che sarà rimpiazzato da Alessandro Profumo.
Sono questi i nomi che sono presenti nelle liste che il Tesoro depositerà per procedere al rinnovo dei cda delle società partecipate.
Nomi dai quali traspare l’impronta renziana: Del Fante, fiorentino, è una vecchia conoscenza dell’ex premier. Non solo. Marchio fiorentino anche nel cda di Enel, dove rimane il tesoriere della Fondazione Open, Alberto Bianchi, e in quello di Leonardo, dove è riconfermato Fabrizio Landi.
Nessun cambio della guardia in casa Eni e Enel. Alla guida della società elettrica sono stati confermati Patrizia Grieco e Francesco Starace, mentre a Eni restano Emma Marcegaglia e Claudio Descalzi. A Enav il Tesoro indica Roberta Neri, che è l’attuale a.d., e Roberto Scaramella come presidente.
“I nominativi che compongono le liste – spiega il Mef – sono stati individuati secondo una procedura di selezione, svolta – in linea con quanto disposto dalla Direttiva del Ministro dell’economia e delle finanze sulle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero – con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale (Eric Salmon & Partners, Korn Ferry, Spencer Stuart), sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato”.
Per quanto riguarda Terna., le cui nomine spettano al Consiglio di Amministrazione della Cassa depositi e prestiti, “le proposte dei vertici Cdp saranno coerenti con i criteri seguiti dal Governo nelle nomine di propria competenza”, aggiunge la nota del Mef.
Ecco l’elenco delle liste del Tesoro. Il primo nome è quello del candidato presidente, il secondo quello dell’a.d.
Seguono poi gli altri componenti del cda.
Enav
1. Roberto Scaramella
2. Roberta Neri
3. Giuseppe Acierno
4. Maria Teresa Di Matteo
5. Nicola Maione
6. Mario Vinzia
Enel
1. Patrizia Grieco
2. Francesco Starace
3. Alfredo Antoniozzi
4. Alberto Bianchi
5. Paola Girdinio
6. Alberto Pera
Eni
1. Emma Marcegaglia
2. Claudio Descalzi
3. Andrea Gemma
4. Diva Moriani
5. Fabrizio Pagani
6. Domenico Trombone
Leonardo
1. Giovanni De Gennaro
2. Alessandro Profumo
3. Guido Alpa
4. Luca Bader
5. Marina Calderone
6. Marta Dassù
7. Fabrizio Landi
Poste Italiane
1. Bianca Maria Farina
2. Matteo Del Fante
3. Carlo Cerami
4. Antonella Guglielmetti
5. Francesca Isgrò
6. Roberto Rao
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
“ALTERNATIVI A LEPENISTI, ALLA SINISTRA, A CHI HA IN MENTE SOLO LA RUSPA”
Il Nuovo Centrodestra si scioglie, nasce Alternativa Popolare. 
È questa la decisione che arriva all’Assemblea Nazionale di Ncd organizzata a Roma. «Noi siamo alternativi ai lepenisti, alla sinistra dell’indietro tutto, a chi ha in mente solo la ruspa, a chi dice no, a chi non ha cura della Repubblica», annuncia il ministro degli Esteri Angelino Alfano «offrendo questa alternativa ai liberali e moderati».
«Creare un nuovo centrodestra in Italia si è rivelato impossibile, perchè nuove paure sono nate dopo la crisi economica, quella migratoria e il terrorismo: quella missione è diventata impossibile», ha detto Alfano.
«Quindi – ha aggiunto – ci sono nuovi movimenti che vanno nella direzione opposta a quella che abbiamo pensato. C’è una incompatibilità tra l’area liberalpopolare e il dissenso verso l’Europa rappresentato dai lepenisti e da M5S. Questo ha reso impossibile la missione di costruire un centrodestra nuovo».
E inoltre ha sottolineato «c’è stato un travaso di voti da Forza Italia alla Lega e alla destra» anche se ha specificato che Alternativa Popolare «non vira a sinistra».
«Noi vogliamo favorire l’incontro» con chi «ha gli stessi ideali pur trovandosi oggi in posizioni diverse. Vogliamo favorire l’incontro senza voler guidare la creatura finale. Il metodo che noi proponiamo è uniamoci e poi sia il popolo con delle primarie a scegliere il leader di un raggruppamento liberal-popolare. È un metodo democratico. Proponiamo primarie non solo per il leader ma anche per i parlamentari», conclude il leader di Alternativa Popolare.
(da agenzie)
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Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
IL SONDAGGIO DI SCENARI POLITICI CONFERMA CHE NON C’E’ PARTITA
Sorpasso.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando supera nei consensi il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano.
Lo rivela un sondaggio di Scenari Politici per l’Huffington Post che riporta come, nell’elettorato del Partito Democratico, in fase congressuale dopo le dimissioni da segretario di Renzi, sia in ascesa il Guardasigilli.
Attualmente, infatti, Orlando avrebbe il 20% dei consensi.
Due punti percentuali in più rispetto al presidente di Regione Emiliano, che invece resta fermo al 18%.
Tuttavia resta abissale il divario tra i due sfidanti rispetto al segretario uscente.
L’ex premier Matteo Renzi infatti sembra al momento irraggiungibile, con il suo 62% dei consensi tra gli elettori democratici.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 18th, 2017 Riccardo Fucile
LA VIA CANADESE: PERCHE’ NON PREMIARE CHI DENUNCIA?
Si chiama Cra, Canada Revenue Agency, l’Agenzia delle entrate canadese.
Qualche giorno fa ha iniziato una campagna sui maggiori giornali canadesi contro l’evasione fiscale, la pubblicità è stata diffusa una settimana fa su The Globe&Mail, il giornale più diffuso del Paese: “Sanzioni. Detenzione. Se pensi che l’evasione fiscale sia un gioco… ripensaci!”.
Nell’inserzione pubblicitaria ci sono (oltre alle manette) un paio di interessanti link.
L’Agenzia delle entrate canadese, in caso di “voluntary disclosure”, sul dovuto non fa sconti a nessuno nè sconta gli interessi di mora.
Al massimo rinuncia all’esercizio dell’azione penale (le pene possono arrivare fino a 5 anni di carcere e fino a 14 anni in caso di frode) e alle sanzioni pecuniarie (dal 50% al 200% dell’evaso).
Il secondo link è ancora più interessante e riguarda l’Otip (Offshore Tax Informant Program). Se in Canada denunciamo un evasore fiscale offshore abbiamo l’anonimato garantito e possiamo guadagnare tra il 5% e il 15% di quanto la Canada Revenue Agency riesce poi ad incassare.
La somma recuperata deve essere superiore ai $100.000 ed il premio ottenuto è, ovviamente, tassato come reddito.
Visto che in Italia sfuggono al fisco attività per un valore di 194,4 miliardi di euro all’anno, non sarebbe una buona idea quella di premiare con banconote fruscianti coloro che denunciano gli evasori?
Oppure siamo matti, manettari, illiberali, spioni, delatori, giustizialisti e, financo, comunisti qui in Canada?
Ernesto Salvi
(da “NextQuotidiano”)
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