Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
PERCHE’ MINNITI NON HA RIFERITO AL PARLAMENTO? … TRE TESTIMONIANZE RIVELANO CHE IL CRIMINALE POTEVA ESSERE ARRESTATO LA SERA STESSA
La sera dell’8 aprile lo avevano già preso, ma poi qualcosa andò storto e Igor ‘il russo’, alias Vaclavic lo slavo o Norbert Feher, sparì nel nulla.
Da quella notte l’uomo è ancora ricercato per l’omicidio del barista Davide Fabbri di Budrio e per il l’aggressione a Portomaggiore, nel Ferrarese, in cui morì Valerio Verri, guardia ecologica volontaria.
Solo ora si scopre cosa successe veramente in quelle ore, tra la stradina di campagna poco più larga di una macchina di via Spina e i boschi a cavallo tra Consandolo e Marmorta.
Lì tre carabinieri si ritrovarono davanti Igor per ben tre volte, ma nessuno sparò perchè avevano ricevuto ordine di “osservare e aspettare i rinforzi“.
Lo racconta il quotidiano La Nuova Ferrara, dopo aver visionato le dichiarazioni dei tre testimoni, affidate all’annotazione di polizia giudiziaria poi trasmessa alla procura e ora agli atti delle inchieste.
Igor è in fuga la sera dell’8 aprile, ha appena ucciso Valerio Verri e scappa a bordo di un Fiorino bianco, rubato pochi giorni prima.
Proprio il ritrovamento del suo mezzo in via Spina poche ore dopo, fa credere a tutti che la cattura del killer sia ormai imminente.
A intercettarlo sono un vicebrigadiere e due carabinieri scelti, tutti in borghese.
Come racconta La Nuova Ferrara, incrociano Igor poco prima di Consandolo e lo seguono fino in via Spina.
Nel frattempo allertano la Centrale operativa, che ordina di mantenere la calma, limitarsi a osservare i movimenti del soggetto e aspettare i rinforzi che da lì a poco sarebbero arrivati.
Secondo la ricostruzione ufficiale, riportata dal quotidiano ferrarese, i tre carabinieri vengono invitati solo a controllare, ma non a intervenire.
Nel frattempo Igor arriva fino a 50 metri da loro, a bordo del Fiorino. Le luci abbaglianti del furgoncino creano disturbo alla visuale. Il vicebrigadiere ordina allora a Igor di scendere dall’auto e mostrare le mani.
Lui però innesta la retromarcia, fa 150 metri e si allontana per fermarsi a ridosso del boschetto vicino alla strada.
E’ qui che lo hanno a tiro per ben tre volte: quando Igor esce la prima volta dal Fiorino bianco per nascondersi nel bosco, quando torna indietro per prendere lo zainetto dimenticato nel cassone e quando scappando lo vedono ai limiti del boschetto.
Per tre volte il killer finisce nel mirino dei militari, ma non ci sarebbero le condizioni di sicurezza per sparare. I carabinieri, come da ordini, osservano i suoi spostamenti e aspettano i rinforzi.
Arriveranno solo alle 20.15, mezz’ora dopo il primo contatto.
Nel frattempo Igor è sparito nel nulla.
Una domanda sorge spontanea, con pesanti ripercussioni politiche: perchè questa vicenda non è mai stata resa pubblica nelle varie conferenze stampa dei giorni successivi, presente anche il ministro Minniti?
Perchè si è voluto tenerla nascosta?
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
AVARIA AL MOTORE, IL CENTRO DEI SOCCORSI MANDA LA NAVE PIU’ VICINA… IMBARAZZO DEGLI IDENTITARI DELLA DOMENICA: “PROBLEMA STA PER ESSERE RISOLTO”
La nave razzista di Defend Europe ha avuto un’avaria al motore in acque internazionali tra la
Tunisia e la Libia e verso di lei sta facendo rotta un’imbarcazione delle Ong impegnate nel soccorso ai migranti.
E’ stata la stessa Ong See Eye a rendere noto l’episodio.
“Siamo stati contattati dal Mrcc (il Centro di coordinamento dei soccorsi) per fornire aiuto alla #Cstar – ha scritto in un tweet – l’equipaggio si sta dirigendo verso la nave”. Secondo quanto si apprende, la segnalazione del problema della C Star è stata raccolta da una delle navi inserite nel dispositivo Eunavformed, la missione europea al largo della Libia.
Questa, a sua volta, ha avvisato il Centro di coordinamento dei soccorsi che ha dirottato la Sea Eye verso la nave anti migranti.
Le difficoltà sono state confermate dalla stessa Defend Europe. “La C-Star – scrive l’organizzazione – è incorsa in un problema tecnico di lieve entità durante la notte”.
Il problema, aggiunge Defend Europe, “sta per essere risolto”.
Dopo il fermo per 48 ore dal comandante a Cipro, la nave non è mai riuscita ad attraccare in nessun porto, nè in Grecia, nè in Italia nè in Tunisia a causa delle annunciate manifestazioni di protesta contro la missione dell’equipaggio razzista che è stato costretto proprio ieri a ricevere rifornimenti al largo dell’isola di Sfax.
Oggi evidentemente un problema deve aver spinto la centrale di soccorso di Roma a chiedere ai tedeschi di Sea eye di recarsi in soccorso.
Resta da chiedersi perchè non abbiamo chiesto il soccorso ai loro amici della Guardia costiera libica di cui fanno i delatori.
(da agenzie)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
ANNUNCIA UNA RISPOSTA “DURISSIMA” DURANTE LA PASSERELLA A FOGGIA MA DIMENTICA DI SPIEGARE PERCHE’ SU 300 OMICIDI BEN L’80% E’ RESTATO IMPUNITO
“La risposta dello Stato rispetto alla morte di due innocenti sarà durissima“. Sono le parole del ministro dell’Interno Marco Minniti al termine della sua passerella al Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica a Foggia, convocato dopo la stage di mercoledì a San Marco in Lamis in cui è stato ucciso un presunto boss mafioso con altre tre persone.
Una risposta che si articolerà in tre livelli di intervento: “Controllo del territorio, rafforzamento della capacità investigativa e uso delle moderne tecnologie”.
Ma servirà anche “una rivolta morale dei cittadini della provincia di Foggia — ha spiegato Minniti — in cui i sindaci giocheranno un ruolo decisivo”.
Le soilte parole dell’armamentario Minnittiano, petto in fuori, pause studiate, ammiccamenti da duro, nessuna autocritica, promesse campate in aria.
“Questa riunione serve a dimostrare che la partita che si gioca a Foggia è una partita di carattere nazionale“, ha detto il ministro . Forse si riferiva alla suo futuro politico, viste le ambizioni da premier.
Poi una profonda analisi che avrebe potuto fare anche un cronista alle prime armi:
“Abbiamo di fronte un’organizzazione criminale che ha le caratteristiche della mafia — ha continuato — Possiede una struttura chiusa tenuta insieme da principi di omertà . Non ci sono collaboratori di giustizia, in analogia per esempio con la ‘ndrangheta. Poi hanno anche una caratteristica ‘gangsteristica’”.
Finito il compitino ecco le misure: appena “192 agenti aggiuntivi arriveranno in provincia di Foggia, la prima parte già stasera. Il loro compito sarà saturare il territorio”.
Che voglia dire “saturare” il territorio lo sa solo lui.
Poi “ vogliamo sperimentare in provincia di Foggia le tecnologie migliori che abbiamo a disposizione come la videosorveglianza, il sistema satellitare e i droni. Il meglio delle nuove tecnologie che ci sono sul mercato in questo momento.
Ottimo, saranno quei droni impiegati nella caccia di Igor il russo senza concludere una mazza. Ma adesso sappiamo che i mafiosi vengono sconfitti coi droni.
Prima delle parole del ministro dell’Interno c’erano state quelle del procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti una persona seria: “La criminalità pugliese e in particolare questa efferatissima forma di criminalità foggiana, è stata considerata troppo a lungo una mafia di serie B, le faide tra clan nel Foggiano vanno avanti da 30 anni e ci sono stati 300 omicidi, l’80% di questi è rimasto impunito”.
Una “sottovalutazione della mafia” denunciata aanche dalla vice presidente nazionale di Libera, Daniela Marcone.
Ma sul fatto che 8 omicidi su 10 restano impuniti Minniti non detto nulla, era già in volo con il drone per tornare a giocare al poliziotto al Viminale.
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
LA ZECCA PADANA SPERA DI INTERCETTARE, TRADENDO LE ORIGINI DELLA LEGA, IL VOTO MERIDIONALE… MA IN SICILIA HA PAURA DEL FLOP E SI NASCONDE DIETRO MUSUMECI PER NON FARSI CONTARE
L’annuncio potrebbe arrivare il 17 settembre. Proprio là dove meno ce lo si aspetta: a Pontida,
la città del Giuramento, il sacrario della vecchia Lega.
È lì che Matteo Salvini sancirà , salvo decisioni dell’ultim’ora, il nuovo corso del suo partito nazionale e non più padano.
Una nuova forza politica «da nord a sud» che si candida ad essere il perno del «nuovo soggetto politico» della destra sovranista e populista italiana. Peccato che al Sud non esista.
Sul pratone della cittadina bergamasca in cui dal 1990 la Lega si riunisce per il suo appuntamento più identitario, Salvini porterà anche la sfida definitiva anche a chi nel suo partito mastica amaro per il nuovo corso nazionale.
A breve il segretario federale potrebbe addirittura annunciare anche il nome della post-Lega. Al momento, la decisione definitiva non è ancora stata presa e per il passaggio formale occorrerà un nuovo congresso.
C’è chi continua a parlare di Lega dei popoli, ma il nome non sarà quello. Di certo, c’è che si manterrà la parola Lega e si perderà la parola Nord.
Altrettanto certo è che ci sarà il nome del segretario, tipico esempio di partito personale.
Probabile anche la conservazione dei colori giallo e blu delle liste Noi con Salvini e probabilmente anche, in piccolo, l’Alberto da Giussano che resterà così la sola visibile testimonianza del passato per accontentare i pirla.
Salvini, in realtà , ancora sta ragionando sulla scelta dei tempi.
All’inizio, l’intenzione era quella di dedicare Pontida al referendum per le autonomie proclamato per il 22 ottobre in Lombardia e Veneto. Anche perchè altri non siano tentati di intestarsene l’eventuale a vittoria, come Salvini teme voglia fare Forza Italia.
Però, la cerchia stretta dei consiglieri di Salvini lo invita a fare il grande balzo.
I tempi, infatti, stringono. Per i leghisti hanno preso grande rilevanza le elezioni regionali in Sicilia.
Se ci fosse l’accordo tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano (che i salviniani ancora non escludono affatto) la rottura tra Lega e Forza Italia sarebbe sancita.
Invece, la possibilità che il centrodestra si riunisca intorno a Nello Musumeci rende il tema meno pressante. Però, entro il 28 settembre le liste vanno presentate.
E la sfida siciliana preoccupa Salvini.
La tentazione è quella di una lista con il suo nome. Numeri significativi in Sicilia chiuderebbero la bocca a chi in Forza Italia sostiene che Salvini sia credibile soltanto nella roccaforte padana. E sarebbero di valore inestimabile per ogni futuro discorso sulla premiership.
Però, c’è anche il rischio opposto, molto più reale e concreto: quello di bruciare la credibilità nazionale con un risultato modesto. Tra l’altro, la soglia di sbarramento in Sicilia è al 5%. E dunque, in Lega oggi ritengono più probabile la confluenza in un listone a sostegno di Musumeci.
Per nascondersi come sempre.
(da agenzie)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
IL PARTY A VILLA CERTOSA NON SI FARA’, STAVA DIVENTANDO UN CASO POLITICO
“Ne sai nulla?”…”Sei invitato?”…”Ci imbuchiamo?”. La festa stava diventando un caso politico. Meglio soprassedere e cancellare tutto.
Silvio Berlusconi pensava al party di Ferragosto a Villa Certosa come a una festa a numero chiuso, non come a un raduno di Forza Italia.
Ma la corsa a essere presenti ha consigliato il leader azzurro di correre ai ripari. Niente evento sardo, fanno sapere a Libero da Arcore. Berlusconi se ne va in Brianza e solo dopo il 16 sarà nella sua Villa Certosa.
Scrive Libero:
“Si sa che ciclicamente, durante le estati che precedono le elezioni politiche, in Forza Italia si crea sempre un’elettricità particolare. molti deputati e senatori uscendi prenotano una settimana in Gallura. Ed è un rito a metà tra la scaramanzia e l’ansia di procurarsi un incontro fortuito con il Capo. Presidiando la piazzetta di Porto Rotondo. O facendo la faccia tosta e presentandosi in villa senza invito”.
Berlusconi vuole invece aprire a una nuova classe dirigente, questo il messaggio che va ripetendo nelle sue ultime uscite pubbliche.
Questo sgomitare dei peones non andava assecondato. Niente festa, agenda top secret: forse andrà a Merano, forse in Provenza dalla figlia Marina, che ieri ha festeggiato 51 anni.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
“TRRESPONSABILE CAMPAGNA DI OSTILITA’ ALIMENTATA DA ESPONENTI POLITICI CHE DOVREBBE TROVARE UNA FERMA CONDANNA DELLE ISTITUZIONI, NON UN INACCETTABILE AVALLO”
Una lettera per difendere il loro operato a difesa dei diritti umani. 
Marco De Ponte (ActionAid), Gianni Rufini (Amnesty International), Alessandro Bertani (Emergency), Gabriele Eminente (Medici Senza Frontiere) e Roberto Barbieri (Oxfam Italia) firmano il testo inviato al Corriere della Sera in cui denunciano una “irresponsabile campagna di ostilità , opportunisticamente alimentata da tanti esponenti politici e opinionisti” nei confronti delle Ong
“Le Ong sono presenti nel nostro Paese da decenni, hanno vinto premi Nobel e godono del supporto attivo di milioni di persone in Italia e nel mondo. Difendono i diritti dei cittadini, proteggono le persone vulnerabili, assistono le vittime di guerre e disastri, lottano contro la povertà e l’esclusione sociale. Sono un patrimonio della nostra società di cui essere fieri
Quanto accade in Italia in queste settimane però non dimostra questa fierezza.
“Se oggi la società civile che aiuta e protegge viene criminalizzata e intimidita si finisce con il produrre un danno grave per tutti. Un’irresponsabile campagna di ostilità , opportunisticamente alimentata da tanti esponenti politici e opinionisti, dovrebbe trovare nelle Istituzioni una ferma opposizione, non un inaccettabile avallo”.
Le Ong segnalano la contraddizione che emerge dalla strategia italiana.
“Le organizzazioni umanitarie operano in base a rigorose norme concordate sul piano globale che sono state avallate dagli Stati sottoscrivendo convenzioni internazionali vincolanti in materia di diritti umani e diritto umanitario, riconosciute in sede Onu, riprese dall’Ue e nelle leggi nazionali. Questi reciproci impegni sono la garanzia di un aiuto umanitario efficace e imparziale” […]
“Oggi lo Stato Italiano chiede a queste organizzazioni di disattendere alle norme che esso stesso ha sottoscritto in sede internazionale. Con l’unico effetto di comprometterne la credibilità , pregiudicare la loro possibilità di fornire aiuti in contesti difficili, e renderne difficile o impossibile l’azione dove è più necessaria per il bene di tutti. Crediamo sia doveroso chiedere allo Stato di rispettare le regole internazionali che ha sottoscritto nell’interesse di tutti”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEL VICEPRESIDENTE COMMSSIONE INFANZIA DEL PARLAMENTO: “LE LEGGI LO VIETANO, L’ITALIA NON SIA COMPLICE”
“Nella deliberazione votata dal Parlamento il 2 agosto c’è un passaggio fondamentale che riguarda il rispetto della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Ecco, i minori che vengono fermati in mare non devono essere riportati in Libia perchè la Convenzione dice che non si possono respingere persone di età inferiore ai 18 anni“. E’ Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia a mettere sul tavolo il tema più delicato.
L’Italia supporterà la Guardia costiera libica “per le attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale e del traffico di esseri umani” nel Mediterraneo, si legge nella deliberazione che vara la missione navale concordata con il governo di Fayez Al Sarraj approvata da Camera e Senato da una maggioranza trasversale che va dal Pd a Mdp passando per Forza Italia.
Tutti felici, tutti soddisfatti. Ma secondo la deputata c’è un limite che rimane invalicabile: quello dei diritti dei minori. Che sono già stati infranti.
Il 5 agosto la Guardia costiera libica ha “salvato e arrestato” 826 migranti in due diverse operazioni a nord di Sabrata“, riferiva il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem. Tra i fermati, spiegavano le stesse forze libiche, anche bambini di nazionalità libica, marocchina, tunisina, algerina, sudanese, siriana e originari di Paesi subshariani. Tutti consegnati al Directorate for combating illegal migration di Tripoli.
Una notizia riportata da tutti gli organi di informazione italiana senza che dalle istituzioni si levasse una sola voce di protesta.
“Questi respingimenti vanno fermati immediatamente — prosegue Zampa — sui minori l’Italia non deve collaborare con la Guardia costiera libica. Primo perchè ha recepito la Convenzione Onu per l’infanzia (approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ndr), che tutela i minorenni una volta identificati e una volta stabilita la loro età . E poi perchè si è dotata di una legge che tutela i minori stranieri non accompagnati, che all’articolo 3 ribadisce il divieto di respingimento”.
Quella dei minori è una parte di un problema più grande: dove vengono ospitate le persone che vengono fermate in mare e riportate sul suolo libico?
L’ipocrisia con cui il governo affronta la questione fa sì che dalle istituzioni non contemplino nemmeno il problema. L’importante, è il ragionamento, è raggiungere il risultato: fermare gli sbarchi, gli 826 annunciati dai guardacoste di Tripoli saranno solo i primi.
Ma un fronte variegato che va da Mario Giro alle organizzazioni internazionali da Amnesty all’Alto Commisssariato dell’Onu peri i rifugiati ha già lanciato l’allarme: “Riportarli in Libia in questo momento vuol dire riportarli all’inferno — ha spiegato il sottosegretario agli Esteri a La Stampa — — finiscono in centri di detenzione nelle mani delle milizie, che ne approfittano per fare i loro commerci. Per ora non è stato possibile avere dei campi “normali” in Libia, sotto il controllo delle istituzioni internazionali, è un obiettivo da raggiungere, quello reale”.
Dove vengono sistemati, allora?
Solo nell’area controllata dal Consiglio presidenziale guidato da Al Sarraj, esistono 34 centri gestiti dall’Autorità per la Lotta all’Immigrazione Clandestina.
“Ospitano circa 8mila persone — ha spiegato al Comitato Schengen il direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Federico Soda — noi ne abbiamo potuti visitare solo una ventina, constatando che le condizioni sono pessime, per cui immaginiamo che quelle dei centri che non abbiamo potuto vedere siano ancora peggiori. Stiamo lavorando a migliorarle ma li vorremmo vedere chiusi“.
In Libia “non ci sono campi o centri per i migranti ma solo prigioni, alcune controllate dalle autorità , altre da milizie e trafficanti, e vi sussistono condizioni orribili — ha spiegato il 4 agosto Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Unhcr — chiunque venga sbarcato sulle coste libiche torna in queste carceri”. Bambini compresi.
Al di qua del Mediterraneo il problema non interessa.
“E’ nostro dovere preciso chiedere garanzie — prosegue Zampa — ovvero che in Libia sia presente l’Onu con l’Unhcr o comunque una organizzazione riconosciuta in ambito internazionale che abbia il compito di sorvegliare sul rispetto dei diritti umani”.
Chissà se il governo o almeno qualcuno all’interno del Pd raccoglierà l’invito.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
I RAZZISTI STANNO ANCHE A SINISTRA E TRA I CATTOLICI
È razzista anche chi – a sinistra e tra i cattolici – inizia ad accettare come normale la distinzione
tra chi fugge dalla povertà e chi fugge dalla guerra; è razzista anche chi – a sinistra e tra i cattolici – per rispondere ai razzisti dichiarati spiega che i migranti ci servono perchè aiutano la nostra economia; è razzista chiunque, in qualsiasi modo si ponga su un piano diverso da quello sul quale sono quelle povere persone che vengono dall’Africa o faccia distinzioni di genere economico, religioso, culturale o altro.
Chi ragiona così dimentica – in buona fede o meno – che i migranti sono persone e l’esser migranti è soltanto uno stato, una condizione temporanea e incidentale, mentre persone, esseri umani, si nasce e si resta sino alla morte.
Come ogni essere umano, anche chi si trova nella condizione di migrante gode di diritti senza nessun limite.
Lo afferma la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.
È il punto più alto raggiunto dalla civiltà occidentale e venne affermato solennemente nel Novecento, dopo distruzioni e il tentativo di sterminare interi gruppi umani formati da milioni di persone. Questa è la storia.
E, se è così, se quelle persone godono degli stessi nostri diritti in quanto esseri umani, salvando quelle persone che arrivano dall’Africa non salviamo soltanto un certo numero di vite umane: salvando quelle persone semplicemente obbediamo a un obbligo e rispettiamo il loro diritto ad essere salvati in quanto esseri umani; e si tratta di un diritto che noi occidentali abbiamo stabilito tale dopo secoli di storia.
Quel diritto rappresenta la nostra civiltà : in quel diritto sta la nostra civiltà .
Salvando quelle vite, insomma, salviamo anche noi stessi e la nostra vita civile. Negare quel diritto significa negare la nostra stessa civiltà ed è ciò che stanno facendo sempre più persone non soltanto a destra ma oramai anche a sinistra, avvicinandosi a un confine che non andrebbe superato, facendolo con una inconsapevolezza che fa paura, soprattutto tra le persone che governano il potere.
Oltre quel confine non so proprio cosa ci possa essere, e non vorrei scoprirlo nei prossimi anni: le leggi razziali, la guerra, lo sterminio.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 11th, 2017 Riccardo Fucile
IL TESTO DELL’APPELLO DI INTELLETTUALI, ONG E ASSOCIAZIONI
Il contenuto è un duro atto di accusa contro le politiche migratorie del governo e in particolare del ministro dell’Interno Marco Minniti.
“È in corso un nuovo sterminio di massa – esordisce il testo – Donne, bambini, uomini, intere famiglie costrette a fuggire dalla guerra e dalla fame. Costretti a farlo indebitandosi, subendo violenze e torture nelle carceri libiche, rischiando di annegare, di morire di sete e di ustioni da carburante su barconi fatiscenti”.
In tutto questo, si legge, “il nostro Governo non è indifferente a questa carneficina ma complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le coste dell’Africa; si accorda con i dittatori dei paesi che perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga; perseguita le Ong che – senza alcun fine di lucro – salvano i migranti in mare; impone loro condizioni che rendono impossibile o vano l’intervento, come il divieto di trasbordare i profughi su imbarcazioni più grandi o l’obbligo della presenza sulle navi di ufficiali militari armati, inaccettabile per le associazioni umanitarie che operano in terre di conflitto solo grazie alla loro neutralità “.
L’appello, aperto ad altre sottoscrizioni online, è firmato da numerose personalità del mondo della cultura come lo scrittore Erri De Luca e il critico d’arte Tomaso Montanari; dell’associazionismo come dall’Arci e da Cecilia Strada di Emergency; della Chiesa come Alex Zanotelli e la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova che fu di don Andrea Gallo.
La sfida è quella contro il “governo che criminalizza chi salva vite umane, a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio”.
Desideriamo creare un luogo dove chi pensa che la fuga dalla guerra e dalla fame sia un diritto e l’accoglienza un dovere possa ritrovarsi, mobilitarsi, esprimere la propria solidarietà nei confronti di chi rischia la vita e di chi la salva.
Non staremo in silenzio, non staremo a guardare”.
(da agenzie)
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