Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
ECCO L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE TANTO INCENSATA DA GENTILONI, MINNITI E SALVINI… LA PROCURA DI TRAPANI NON HA NULLA DA DIRE?
Un abitante di Zawiya, uno dei punti di maggior traffico di migranti, ha riferito ad “Al Jazeera” che il capo dei miliziani “è pagato direttamente dal governo con il compito di monitorare le attività al porto. Dovrebbe lavorare con i funzionari della marina, ma invece è il boss del traffico di esseri umani. Non solo gestisce quello che accade al porto, ma controlla direttamente anche diversi centri di detenzione”.
L’agenzia Askanews riporta che una fonte del ministero dell’Interno libico, contattata da al Jazeera, ha confermato il racconto dell’abitante di Zawiya: “Le guardie costiere corrotte danno i migranti ai miliziani e i miliziani li tengono in centri di detenzione illegali. Qui iniziano a ricattare i migranti. Gli prendono i soldi, i telefoni, i documenti. Con i numeri che trovano sui telefoni, i trafficanti chiamano le famiglie per chiedere un riscatto per lasciarli andare. I miliziani li vendono anche ai caporali della zona che li usano come forza lavoro gratuita. Contrastarli è quasi impossibile, anche per la polizia”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
ECCO L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE TANTO INCENSATA DA GENTILONI, MINNITI E SALVINI… LA PROCURA DI TRAPANI NON HA NULLA DA DIRE?
Non solo abbordati, minacciati, mitragliati. Ma ora anche taglieggiati.
Nasce il “pizzo” sul salvataggio di migranti. Gestito da ufficiali della Guardia Costiera di Tripoli.
È questa, confidano all’HuffPost fonti vicine ad Ong spagnole e tedesche, una delle ragioni, oltre quella della sicurezza, che hanno portato a una scelta estremamente grave.
La sicurezza al primo posto, certo, ma fuori dall’ufficialità , il mondo delle Ong dà conto di una “sindrome di accerchiamento” che ogni giorno si alimenta di nuovi elementi che, messi insieme, ricostruiscono una situazione ormai insostenibile.
La Guardia Costiera di Tripoli, legata al Governo guidato da Fayez al-Serraj, detta la sua legge. E costringe le Ong che non si piegano ai suoi diktat ad abbandonare il campo.
Vincendo le ragionevoli titubanze, i rischi di finire ammazzati sono altissimi, e con la garanzia dell’anonimato, c’è chi racconta ad HuffPost l’esistenza di un vero e proprio “tariffario”: per un gommone “lasciato salvare” vengono chiesti dai 45 ai 60mila euro.
La merce umana viene cosi “prezzata” due volte: per imbarcarsi e per avere una chance in più di non finire in fondo al mare.
È un sistema dell’illegalità che si “legalizza” nel momento in cui a tirare le fila di questi (sporchi) affari milionari sono personale governativo, uomini in divisa, funzionari locali che arricchiscono i loro conti bancari all’estero, con la foraggiata complicità dei “colletti bianchi” che in qualche paradiso fiscale riciclano i proventi dei traffici.
E se non si accetta di pagare il pizzo alla Guardia Costiera di Tripoli, allora il mare diventa off limits e la sicurezza una chimera.
Così dopo Medici senza Frontiere (MsF) e l’Ong tedesca Sea Eye, anche Save the Children sospende i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo. Le decisioni sono determinate dalla volontà della Libia di istituire una zona Sar, “limitando l’accesso delle Ong in acque internazionali” e a un ‘rischio sicurezza’ segnalato dal Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centres) “dovuto a minacce della guardia costiera libica”.
La Ong tedesca rilancia la denuncia di MsF: “Ci troviamo costretti a questa decisione a causa della mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo”, “non possiamo più continuare il nostro lavoro, non possiamo garantire la sicurezza degli equipaggi”, “l’espansione delle acque territoriali libiche e le minacce alle Ong non ci lasciano altra scelta”, si legge in una serie di tweet.
Come documentato nei giorni scorsi da HuffPost, la Guardia Costiera di Tripoli si è fatta sempre più aggressiva, diventando di fatto parte integrante del “caos” organizzato che da anni sta marchiando il Paese nordafricano.
Ufficiali libici gestiscono il traffico di esseri umani in combutta con le organizzazioni criminali ed ora, dopo aver fissato il listino prezzi per essere imbarcati in una carretta del mare, rotta Mediterraneo, hanno anche avviato un’altra attività lucrosa e criminale: il pizzo per il salvataggio.
Stop anche per Save the Children. “Il nostro team di esperti a bordo della nave Vos Hestia — spiega Save the Children in un comunicato – è preoccupato che in questa nuova situazione le imbarcazioni dei migranti saranno costrette a tornare in Libia e molti bambini e adolescenti moriranno prima di lasciare la nuova zona SaR libica. Secondo quanto riportato, infatti, le autorità libiche avrebbero spostato la loro zona di competenza Sar dalle 12 miglia nautiche alle 70 miglia dalla costa libica e le imbarcazioni su cui viaggiano i migranti sono di gomma molto leggera, imbarcano facilmente acqua e non possono portare abbastanza carburante».
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
INTERVISTA ALLA DEPUTATA MANNINO: “GRILLO DOVREBBE RILEGGERSI UN POST DI 11 ANNI FA CONTRO L’ABUSIVISMO DI NECESSITA'”
Claudia Mannino è una grillina che ha creduto davvero alle battaglie che sbandierava Beppe Grillo sul blog, in un’altra epoca rispetto al Movimento attuale.
Siciliana, impegnata da anni a Palermo in una lotta vera, pericolosa, contro l’abusivismo e la mafia dei rifiuti, Mannino è poi finita coinvolta in una vicenda che sa di faida interna nel Movimento, la guerra delle firme false.
Rinviata a giudizio a Palermo, si è sempre dichiarata estranea a quella vicenda, in cui è accusata dalla rea confessa Claudia La Rocca.
In attesa «fiduciosa» delle decisioni della magistratura, la Mannino – che non ha mai attaccato i giudici, e mai concesso interviste polemiche – ha rifiutato di autosospendersi, come chiesto da Grillo e Casaleggio, perchè riteneva di non aver fatto nulla di male, e così è attualmente nel gruppo misto.
Ormai si considera una ex grillina.
Mannino, lei è stata l’unica a criticare Giancarlo Cancelleri per le parole sull’«abusivismo di necessità » pronunciate dal candidato governatore del Movimento in tv. Cosa ha pensato quando le ha sentite?
«Sono rimasta allibita. È un voltafaccia elettorale, clamoroso per il Movimento. Sembrano ormai giustificare l’illegalità o almeno concedere delle scappatoie a chi non ha rispettato la legge. Questo è del tutto incompatibile con il Movimento cinque stelle in cui ho creduto io».
Di Grillo, se non erro, si ricordano celebri post sul blog proprio contro «l’abusivismo di necessità », i condoni, la piaga del cemento selvaggio.
«Infatti. Beppe e molti attivisti e portavoce dovrebbero rileggersi quello che scrisse proprio Beppe in un post di undici anni fa contro l’abusivismo di necessità . Vede, non possiamo metterci a esaminare il lato umano della questione delle case abusive, e degli affari che ci ruotano intorno. Dobbiamo affrontarla secondo le leggi e con metodo, perchè altrimenti è chiaro che molti possono essere in condizioni difficili, e avere le loro giustificazioni. C’era una signora che aveva la casa abusiva a Palermo, si staccò un pezzo del Monte Pellegrino, investì la sua casa e la donna, che aveva rifiutato di lasciare quella casa, è morta. Ecco, è anche una questione di sicurezza. E poi il Movimento era nato per dire basta al meccanismo tutto italiano delle sanatorie, o della legge che va rispettata se riguarda i nemici, mentre si chiude un occhio con gli amici o per bieche ragioni elettorali».
Cancelleri a chi sta parlando, a gruppi di interessi siciliani o a singole persone, secondo lei?
«Si sta chiaramente rivolgendo a tante persone che vogliono regolarizzare le loro case, o magari neanche vogliono, perchè non hanno mai fatto neppure richiesta di regolarizzazione quando sono state varate delle sanatorie in passato. Ma non è questo il metodo».
Cancelleri propone un regolamento tipo quello di Bagheria: dove peraltro, piccola parentesi, c’è un sindaco grillino che fu al centro di un caso perchè le Iene denunciarono che aveva la casa abusiva.
«Ma non c’è solo a Bagheria questo tipo di regolamento. La Campania di De Luca – che il Movimento tanto attacca – eccelle in questo genere di “regolarizzazioni”. In numerosi paesi sono stati emanati questi regolamenti o sanatorie, chiamiamole come vogliamo. Posso fornirle la lista (effettivamente, me la fornisce, nda.). Anche tantissimi paesi siciliani. Tra l’altro, è curioso che il sindaco di Licata, che oggi passa da eroe contro l’abusivismo, non sia stato altrettanto rigoroso quand’era vicesindaco dell’amministrazione precedente. Comunque sia, la strada sarebbe totalmente un’altra rispetto a quella indicata da Cancelleri. Lui e i suoi dicono che rispetteranno la magistratura: ma sanno che le ordinanze di demolizione possono farle anche i comuni? Vogliono per caso intimare ai sindaci di non fare ordinanze? Che spieghino nel dettaglio come vogliono fare».
Lei come farebbe?
«Intanto non rendi gli abusivi proprietari della casa abusiva. Fai un censimento serio; se esistono delle persone che sono davvero bisognose puoi consentire di restare, ma devono pagare l’affitto, e la casa viene acquisita al patrimonio comunale. Un’altra opzione potrebbero essere delle convenzioni con i proprietari dei palazzi invenduti e su cui non pagano l’Imu, per colpa del governo, in questo caso. Sarebbe un modo virtuoso da entrambi i lati per affrontare la cosa. O ancora, confiscare i beni, o fare la mappatura degli immobili della pubblica amministrazione e destinarne alcuni ad abitazione per quei nuclei familiari che non hanno dove andare a vivere. Nelle frasi di Cancelleri non vedo invece nulla di virtuoso».
Lei ha detto di sentirsi ormai sola, in questa battaglia. Da chi si aspettava una parola, nel Movimento?
«Intanto un post sul blog con la posizione ufficiale del Movimento. E poi mi aspettavo qualche parola dai campani, che conoscono benissimo questo problema. La Nugnes, o Micillo. Ma anche gli altri che lavorano nelle commissioni sull’ambiente e gli appalti, Federica Daga, Massimo De Rosa, la Terzoni o Zolezzi… E ovviamente Di Maio, che tra parentesi è campano, e questi problemi dovrebbe conoscerli».
Non ha detto niente?
«Niente, il silenzio più assoluto. È in tour elettorale con Cancelleri e Di Battista».
Com’è possibile che al candidato in una Regione come la Sicilia venga consentito di prendere una posizione politica di questo tipo su una materia come l’abusivismo? L’avesse presa un altro, come minimo avrebbe rischiato l’espulsione.
«Evidentemente la struttura interna con cui si sono organizzati consente a Cancelleri di dire tutto. Sono allibita».
Mannino, può spiegare qual è la sua posizione dopo l’inchiesta della Procura di Palermo sulle firme false?
«Io non c’entro nulla e solo dopo ho scoperto che evidentemente qualcosa non è andata come io sapevo. Per questo quando Grillo mi ha chiesto a novembre di sospendermi, non l’ho voluto fare: non ho fatto nulla per cui debba sospendermi. Grillo fece allora una richiesta di assemblea che votasse l’allontanamento dal gruppo. Ma alcuni dei colleghi non hanno voluto che si facesse quest’assemblea, e sono passata al gruppo misto. Roberto Fico mi pregò, il giorno di Pasqua, di non fare l’assemblea, promettendomi che la comunicazione mi avrebbe supportato per il mio lavoro, ma purchè me ne fossi andata di mia volontà , altrimenti “ne esci con le ossa rotte”, disse. Il che, detto a una siciliana come me, fa uno strano, brutto effetto».
(da “La Stampa”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
A GENOVA, UN CENTINAIO OGNI GIORNO ALLA MENSA DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
Mezzogiorno di fuoco, più che altro per la temperatura estiva, e una città semivuota. Ma se hai poco, le vacanze non esistono mica; mentre la fame rimane comunque.
E quindi eccoci qui, in via di Vallechiara, a due passi da largo della Zecca.
C’è una piccola porta che rimane aperta un’ora, dalle 11,15 alle 12,15.
Quattro volontari della comunità di Sant’Egidio – si chiamano Pierluca, Laura, Rosanna e Giulia – distribuiscono panini a chi viene a chiedere qualcosa da mangiare.
Al prosciutto, al formaggio, anche vuoti. È un viavai continuo, sono un centinaio le persone che arrivano, prendono e se ne vanno frettolose, chissà dove.
La povertà , si sa, non è mai troppo esibita nè pubblicizzata. Meglio girarsi altrove, come se riguardasse sempre gli altri. «Quella città invisibile fatta di poveri», come scriveva ieri Luca Borzani.
Ma per chi ha occhi per guardare, invisibile non è. Anche perchè «l’incontro con le persone meno fortunate di te, ti aiuta a dare un giusto peso ai problemi della tua vita. Apprezzi di più ciò che hai», racconta Pierluca, che ha cominciato a fare volontariato nel lontano 1984.
E non si è ancora stancato: «La fragilità è spesso figlia della solitudine, invece siamo qui per dire alle persone: hai un amico, degli amici, in città ».
Ogni martedì, mercoledì e giovedì la Comunità prepara dei pasti caldi alla mensa di via delle Fontane.
Più o meno vengono servite 450 persone. Sono stranieri, in maggioranza; ma anche molti italiani. Soprattutto pensionati e adulti che magari hanno perso il lavoro e si ritrovano nell’età di mezzo, quando è difficile recuperarsi.
L’organizzazione della macchina di solidarietà è fatta di oltre 200 persone che donano una parte del loro tempo a favore degli altri. Anche solo tre ore a settimana, per dire. Non ci sono vincoli nè obblighi.
Il tema ricorrente, come detto prima, è quello della solitudine.
«Trenta anni fa – spiega sempre Pierluca – le colf delle famiglie agiate genovesi venivano dall’Emilia, dal piacentino, zone allora depresse. Poi perdevano il lavoro magari e si ritrovavano sole, e mantenersi da solo è sicuramente più complicato. I tempi cambiano e pian piano sono state sostituite da molte donne dell’est».
La crisi ha ovviamente influito – «negli ultimi tre o quattro anni il bisogno è visibilmente aumentato», dice Rosanna – ma va sfatato un mito: di qui passano molti stranieri, ma non sono quelli che arrivano coi famosi barconi. Sono quelli che si erano integrati, che avevano un lavoro, magari umile – ma lo avevano, ora non più.
Negli spazi di via di Vallechiara c’è anche un locale adibito a mo’ di negozio: chi ne ha bisogno può prendere dei vestiti usati, scegliendo tra quelli a disposizione. Ovviamente gratuitamente.
Non finisce qui, perchè 900 persone ogni mese ricevono un pacco con latte, farina, tonno, pasta, biscotti, olio.
In alcuni pomeriggi della settimana c’è anche un informale doposcuola per i bambini. Altri vanno a fare visita nelle case di riposo oppure nelle carceri.
Insomma, un posto aperto, un collettivo che prova a dare delle risposte concrete a tutti, senza fare distinzioni per razza o credo.
Senza fare domande sui perchè di una vita che sta andando storta. «A volte incontri queste persone fuori dal contesto della mensa – sottolinea Pierluca – e ti salutano con affetto, ti abbracciano. La gratitudine c’è».
All’ingresso per chi la richiede viene fornita anche la “guida Michelin” dei bisognosi, una bussola; c’è l’elenco dei luoghi in città dove si può mangiare, dormire e lavarsi. Una contro-guida lontana dai lustrini della Genova turistica ma che per centinaia di persone rappresenta una piccola e insostituibile bibbia laica.
(da “La Repubblica”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
A CARDINALE, NEL SUO PAESE NATALE, GLI DEDICANO UNA VIA, A DESTRA HANNO DA PENSARE ALLE POLTRONE
Il comune di Cardinale ha deciso di intitolare una strada a Pino Rauti, nato appunto nel paesino del Catanzarese governato da una giunta di centrosinistra guidata da Giuseppe Marra.
Pino Rauti, giornalista e politico, è stato segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale (1990-1991), del Movimento Sociale Fiamma Tricolore (1995-2002) e del Movimento Idea Sociale (2004-2012).
E’ stato per anni un punto di riferimento della destra sociale missina, direttore di Linea, protagonista di combattuti congressi alll’interno del Msi prima con Almirante e poi con Fini.
Ha rappresentato il punto di riferimento di una intera generazione con i primi campi Hobbit, l’interesse per l’ecologia, i centri culturali, il dialogo con i giovani, la musica alternativa, delineando un partito attento alle tematiche sociali, al riscatto del Sud, alla lotta alla corruzione, all’Europa Nazione.
Hanno provato più volte a coinvolgerlo in inquieste giudiziarie, salvo poi doverlo assolvere “per non aver commesso il fatto”, emblema della persecuzione politica che in quei tempi era di moda verso “gli opposti estremismi”.
Ora il comune che gli ha dato i natali lo ricorda.
Un giorno forse anche qualcuno dei tanti comuni guidati da presunte giunte di centrodestra troveranno il tempo di fare altrettanto.
Con comodo, come sempre
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
BISOGNA ANDARLI A PRENDERE SULLE SPIAGGE, ALTRO CHE INDAGARE LE ONG … MUSSOLINI BONIFICO’ L’AGRO PONTINO E REGALO’ LE TERRE A MIGLIAIA DI VENETI, FACCIAMOCI AFFIDARE LO SVILUPPO DELLE AREE DEPRESSE E FORMIAMO I GIOVANI PROFUGHI PERCHE’ POSSANO MIGLIORARE IL LORO PAESE
Ha ragione Alex Zanotelli. Quelli che abbiamo di fronte sono crimini nazisti. Sentiamo gente vantarsi del fatto che Berlusconi e la Lega strinsero un accordo con il dittatore e torturatore Gheddafi e decisero di finanziare la costruzione e la gestione di campi di concentramento gestiti dal dittatore libico, nei quali internare chi cercava di raggiungere l’Europa.
Così diminuirono gli immigrati sui gommoni. Possiamo facilmente immaginare che razza di campi di concentramento misero insieme i killer di Gheddafi.
La storia giudicherà questa gente.
C’è da vergognarsi a sentire della gente che si fregia dell’essere umanista e progressista, attaccare le Ong perchè salvano i rifugiati in mare.
Secondo questi spostati morali le Ong possono intervenire solo se il profugo sta annegando. Riuscire a sapere prima dove sono e andarli a prendere prima che la barca affondi non va bene perchè è chiaro che l’informazione te la danno i criminali scafisti e quindi sei complice. Ed è colpa tua se poi arrivano più immigrati.
Io rovescerei la questione: perchè non andiamo direttamente con l’esercito sulle spiagge libiche a liberare questa gente in ostaggio di criminali?
C’è un moltitudine di persone che soffrono, esseri umani stuprati, torturati, senza cure mediche, senza un tetto sulla testa, in balìa della follia sadica totale e tu mi scassi il cazzo perchè io devo chiedere al profugo se sta veramente annegando o fa solo prove di immersione?
È come dire che ci sono gli ebrei nei campi di sterminio, ma non vado a liberarli perchè sennò ci troviamo 6 milioni di semiti in casa… Maccheccazzo dici!?
Bisogna andarli a prendere sulle spiagge, altro che telefonare agli scafisti.
Qualcuno dice: “Ma come facciamo? Ne abbiamo già troppi. Se non rischiano più la vita per arrivare qui allora poi partono a milioni!”
Chi ragiona così in realtà ammette che sta usando come difesa una recinzione fatta dalla malavita che rende talmente terribile e pericoloso arrivare in Europa che alla fine è un deterrente che ci fa comodo!
Ecco che si scopre la verità : vogliamo che venire in Europa sia pericoloso. Vogliamo che muoia gente nel Mediterraneo perchè ogni morto ne dissuade mille dal venire qua a romperci il cazzo!
Come è buono lei! E poi dimmi ancora che sei un progressista dal volto umano.
Tu non li ammazzi direttamente… Ma se per accidente succede…
Ok. Io sto con le Ong cattive.
Chiarito questo, fa vergogna al senso di umanità sentir parlare gente che prima ha fatto finta di non vedere che gli Usa finanziavano gli stragisti Saddam, poi Bin Laden e i Talebani, poi l’Isis…. Gente che ha votato a favore dell’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq e oggi se ne dimenticano.
Le potenze occidentali hanno finanziato e messo in atto una serie di intrighi orrendi e finanziato ogni sorta di criminali quando facevano comodo contro la Russia o l’Iran o contro il dittatore siriano. Il blocco occidentale ha raso al suolo città , torturato, ammazzato migliaia di civili per sbaglio, rapinato ogni sorta di ricchezza.
La guerra al terrorismo di Bush, che Obama non ha saputo fermare ha fatto milioni di morti con i proiettili e la fame che la liberazione ha portato con sè.
In Libia i francesi hanno armato e finanziato bande di criminali comuni, in buona parte fuggiti dalle carceri, che si sono dati a razziare i villaggi peggio dei turchi medioevali e questo crimine ha determinato l’appoggio di alcune tribù al califfato nero.
E la Francia continua a tramare in Libia ancora adesso foraggiando conflitti dai quali spera di ricavare vantaggi.
Questa aggressività miope è la prima causa della migrazione di gente in fuga dalla guerra.
E gli Stati europei, Germania esclusa, stanno comportandosi da vigliacchi pur essendo stati in maggioranza complici della guerra al terrore di Bush.
L’Ue ha pagato miliardi al dittatore turco Erdogan per tenere in Turchia tre milioni di profughi. Ovviamente i soldi se li sono intascati in gran parte gli alti papaveri e questi tre milioni di esseri umani vivono in condizioni da reietti, in accampamenti fatiscenti, ostaggi della criminalità . Gironi dell’inferno al confronto dei quali le favelas brasiliane sono Disneyland.
L’altra causa primaria di questa ondata migratoria è economica.
Quando si parla di “aiutarli a casa loro” mi vengono i brividi per il livello di cecità ideologica.
I paesi più ricchi stanno tutt’ora depredando l’economia africana con una guerra feroce anche se non si spara.
Semplicemente stiamo inondando i loro mercati di prodotti alimentari venduti al di sotto dei prezzi dei prodotti locali. Una guerra di strangolamento economico che getta nella miseria migliaia di contadini ogni giorno.
A questo aggiungiamo la pesca predatoria delle nostre imbarcazioni lungo le coste africane che sta rovinando i pescatori locali, lo sfruttamento sottocosto di grandi risorse agricole e minerarie, le trappole dei finanziamenti della Banca mondiale, i soldi degli aiuti delle Nazioni unite e gli aiuti internazionali spesso sprecati da una burocrazia troppe volte inetta e ingorda.
Questa guerra economica sta costringendo enormi masse di persone a emigrare in altri Stati africani e in parte a cercare un futuro in Europa. E cosa dovrebbero fare?
Se vogliamo veramente affrontare la questione serve un grande piano.
E servirebbero anche politici che invece di piagnucolare e far teatrino giorno per giorno sapessero approntare un vero intervento umanitario. Io comincerei dal cambiare leggi e regolamenti.
Chi arriva in Italia deve iniziare subito a seguire corsi di formazione e imparare la lingua e intanto lavorare.
Non formarli, non farli lavorare, non farli sentire persone, ma solo numeri è una grande bestialità che oltretutto alimenta la rabbia di molti e foraggia i disonesti che ci sono tra gli immigrati come in qualunque gruppo umano.
La prima prevenzione, il primo passo verso l’integrazione è la creazione di esperienze positive. In Italia c’è gente che ogni giorno fa miracoli con i 35 euro di sussidio che lo Stato paga per ogni immigrato.
Altri si limitano a posteggiare in luoghi fatiscenti mille immigrati e incassare 35mila euro al giorno!
E poi vediamo come è possibile utilizzare degnamente questa forza lavoro. Abbiamo chilometri di sponde di fiumi e boschi da ripulire, abbiamo villaggi abbandonati sugli Appennini e sulle Alpi, un’economia sparita, i campi abbandonati che franano.
E qui c’è un problema strategico dell’Italia. Ogni anno terremoti, siccità , inondazioni ci costano un botto. E altro fiume di denaro costa avere più di 10 milioni di case che andrebbero isolate e rese energeticamente efficienti.
Ogni anno questi disastri ambientali e sprechi energetici ci costano ben più di quanto ci costerebbe rateizzare l’investimento per mettere in sicurezza il nostro Bel Paese. Sarebbe un’azione colossale, capace di azzerare la disoccupazione e che richiederebbe braccia straniere per essere portata a termine in una decina di anni.
Ospitare un milione di nuovi immigrati non sarebbe un problema se venisse portato avanti un progetto sensato e gestito in modo efficiente.
Questo dovremmo fare a casa nostra.
Poi interrompiamo la guerra commerciale di aggiottaggio contro i piccoli produttori africani, poi creiamo una corsia protetta per l’esportazione da Africa e Medio Oriente di cibi e manufatti.
Poi diamo una sveglia agli aiuti internazionali con Gentiloni che va a battere la scarpa sul tavolo delle Nazioni unite e pretende che ci sia un controllo su costi e risultati dei piani di sviluppo finanziati dagli organismi internazionali. Un fiume di soldi che fa troppo poco.
Poi andiamo a chiedere ai governi africani di affidarci lo sviluppo di aree depresse. Mussolini è riuscito a fare la bonifica dell’Agro Pontino e a dare appezzamenti di terreno e mezzi minimi per coltivarlo a migliaia di veneti…
Abbiamo un genio militare con mezzi straordinari. Formiamo in Italia gli immigrati e li facciamo tornare al loro paese a costruire le città verdi autosufficienti. Sappiamo farlo, dobbiamo farlo. Non sarà facile.
Il primo passo è che un po’ di progressisti inizino a raccontare come stanno le cose.
Bisogna battere su concetti semplici: le guerre che hanno causato milioni di profughi le hanno organizzate gli Usa con la complicità europea. Stiamo continuando a strangolare la loro economia. Stiamo facendo troppo poco per aiutarli a casa loro.
Dobbiamo portare via i profughi prigionieri delle mani della criminalità libica.
Dobbiamo portarli in Italia e far sì che questo salvataggio diventi economicamente sostenibile grazie a un grande piano di messa in sicurezza e miglioramento dell’efficienza energetica del nostro paese.
E i progressisti umanitari che in tv parlano d’altro sono dei blabla.
E magari potremmo anche ricordarci che nel dopoguerra fummo noi italiani a scappare dalle rovine e dalla fame.
Si parla di sei milioni di emigrati. E oggi gli oriundi italiani nel mondo, secondo le stime del ministero degli Esteri sono tra i 60 e i 70 milioni!
Allora, quando abbiamo avuto bisogno noi ci hanno bene o male accettati, perchè qualcuno oggi vuole ributtarli a mare?
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
IL REPORTAGE DI FRANCESCA MANNOCCHI SU LA 7: “COSTRETTI NELLA SPORCIZIA SENZA CIBO A DORMIRE PERSINO A TURNO PERCHE’ MANCA LO SPAZIO PER SDRAIARSI”… MA IL “CATTOLICO” GENTILONI FA FINTA DI NULLA
Immagini esclusive del terribile inferno nei centri di detenzione libici, in cui sono trattenuti i migranti perchè considerati clandestini.
E’ uno stralcio del reportage girato dalla giornalista Francesca Mannocchi, che ha illustrato l’orrore nelle gabbie libiche, nel corso di In Onda Estate (La7).
“Queste immagini provengono da centri di detenzione ufficiali riconosciuti dal governo libico, che è nostro interlocutore” — precisa Francesca Mannocchi — “Ma ci sono decine di centri di detenzione non ufficiali, gestiti dalle milizie e inaccessibili anche al ministero dell’Interno libico. E lì le condizioni sono ancora peggiori. Solo a Tripoli ci sono 13 centri di detenzione non ufficiali”.
E spiega: “Nel centro ufficiale di Garian ci sono circa 15 contenitori di lamiera e 1400 persone, di cui 250 minori, che sono in questi hangar 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In ogni hangar ci sono circa 100 persone e spesso in questi contenitori è così tanta la gente stipata, che fa a turno per dormire perchè non tutti riescono a sdraiarsi. Non c’è acqua, non c’è cibo a sufficienza.
“I funzionari del ministro libico” — continua — “cioè gli ufficiali che hanno il dovere di controllare la gestione, mi hanno detto apertamente che, quando non arriva il cibo e non hanno più soldi per acquistarlo, aprono queste gabbie e fanno uscire le persone detenute. Ho avuto anche la possibilità di parlare con un trafficante che, in riferimento ai migranti, ha parlato di ‘stoccaggio merci’.
In questi centri di detenzione i medici non possono entrare. Chi è malato è destinato a morire.
A un ragazzo nigeriano malato di tubercolosi il console del Niger ha chiesto 1000 dinari libici per i documenti di rimpatrio volontario. Si è intascato i soldi e non si è fatto più vedere”
Questa è la fogna a cui per vigliaccheria il governo italiano ha condannato decine di migliaia di esseri umani.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
MSF: “L’EUROPA LASCIA MANO LIBERA AI LIBICI, IL CODICE DI CONDOTTA DI MINNITI E’ ILLEGALE, E’ SOLO UN’ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA”
Dopo Medici senza Frontiere anche l’Ong tedesca Sea Eye ha annunciato la sospensione delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo davanti alla Libia.
Le due decisioni sono determinate dalla volontà della Libia di istituire una zona Sar, “limitando l’accesso delle Ong in acque internazionali” e a un ‘rischio sicurezza’ segnalato dal Mrcc “dovuto a minacce della guardia costiera libica”.
La Ong tedesca rilancia la denuncia di MsF: “Ci troviamo costretti a questa decisione a causa della mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo”, “non possiamo più continuare il nostro lavoro, non possiamo garantire la sicurezza degli equipaggi”, “l’espansione delle acque territoriali libiche e le minacce alle Ong non ci lasciano altra scelta”, si legge in una serie di tweet
Le autorità libiche hanno dichiarato pubblicamente di aver istituito arbitrariamente una zona di ricerca e soccorso (Sar) e limitato l’accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste libiche.
Subito dopo, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Mrcc) di Roma ha allertato Medici Senza Frontiere (Msf) di un rischio sicurezza legato alle minacce pronunciate pubblicamente dalla Guardia Costiera Libica contro le navi di ricerca e soccorso umanitarie impegnate in acque internazionali.
A seguito di queste ulteriori restrizioni all’assistenza umanitaria indipendente e dell’aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia, Msf ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. L’equipe medica di Msf continuerà a supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di Sos Mèditerranèe, che al momento sta pattugliando le acque internazionali.
MSF: “UE LASCIA MANO LIBERA AI LIBICI”
“I libici oramai possono fare quello che vogliono con il sostegno dell’Europa e dell’Italia – afferma Stefano Argenziano, coordinatore dei progetti di migrazione di Medici senza frontiere – noi di Msf non vogliamo essere cooptati in questo meccanismo illegale, perverso e disumano”, sottolinea Argenziano, secondo cui “il codice di condotta è solo una distrazione, non ha alcuna base legale. Chi rispetta la legalità siamo noi, come abbiamo sempre fatto. Sono illegali, invece, gli accordi con la Libia, che fanno proliferare gli scafisti e le mafie. Le crisi migratorie si risolvono solo con la gestione ragionata dei flussi. Riprenderemo le nostre attività in mare solo – conclude – se si tornerà alla legge e al diritto internazionale”.
“Se queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia” dichiara Loris De Filippi, presidente di Msf. “Se le navi umanitarie vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi pronte a soccorrere le persone prima che anneghino. Chi non annegherà verrà intercettato e riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità , detenzione arbitraria e violenza estrema”
Per De Filippi “i recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso” e evidenzia come “gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone”.
“SERVONO VIE SICURE E LEGALI PER MIGRANTI”
“Msf rifiuta di essere cooptata in un sistema che mira, a qualunque costo, a impedire alle persone di cercare sicurezza”, ha dichiarato Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Medici senza Frontiere. “Chiediamo alle autorità europee e italiane di smettere di attuare strategie letali di contenimento che intrappolano le persone in un Paese in guerra, senza nessuna considerazione dei loro bisogni di protezione e assistenza. Servono urgentemente delle vie sicure e legali per migranti e rifugiati, per ridurre inutili sofferenze e morti”, ha aggiunto.
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2017 Riccardo Fucile
COINVOLTI IMPRENDITORI, ARCHITETTI, INGEGNERI: COSTOSI REGALI A 14ENNI PER PRESTAZIONI SESSUALI … EVVIVA L’ITALIA BENPENSANTE CHE DIFENDE I NOSTRI “VALORI IDENTITARI”
Il caso è venuto alla luce quando i genitori di uno studente genovese di 15 anni controllando il suo profilo Facebook hanno intercettato nella posta elettronica – eliminata in maniera superficiale dal ragazzo – messaggi e foto a sfondo sessuale, ricevuti da alcuni adulti.
Dalla denuncia formalizzata in questura poche ore dopo da mamma e papà è scattata, quindi, una maxi-indagine a Genova sulla prostituzione minorile che ha fatto finire nei guai dodici insospettabili genovesi, nei confronti dei quali nei giorni scorsi la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Tra questi ci sono imprenditori, liberi professionisti (tra cui un ingegnere e un architetto) e pensionati che sul web, attraverso social network e chat, avevano adescato un nutrito gruppo di ragazzini minorenni.
E con i quali organizzavano festini a luci rosse all’interno di ville e abitazioni cittadine.
Il tutto in cambio di regali anche costosi: capi di abbigliamento firmati, accessori tecnologici e smartphone. Oggetti che, secondo quanto accertato, venivano regalati ai giovani per convincerli a consumare rapporti sessuali.
Un giro di prostituzione vero e proprio, dunque, scoperto grazie alle indagini condotte dagli agenti della squadra investigativa della polizia postale di Genova in collaborazione con i colleghi del nucleo di polizia della Procura.
Il sostituto procuratore Piercarlo Di Gennaro che ha coordinato l’inchiesta, infatti, ha chiesto il processo per dodici persone. Il reato contestato è di prostituzione minorile. In caso di condanna, rischiano dai sei ai dodici anni di reclusione.
Secondo quanto accertato, infatti, i professionisti – tutte persone incensurate – avrebbero consumato a più riprese e in più di un’occasione rapporti sessuali con i giovanissimi.
Le vittime sono ragazzi di quattordici, quindici e sedici anni al massimo che nei mesi scorsi – con tutta la delicatezza possibile – sono stati interrogati dagli agenti con l’ausilio di psicologi specializzati.
Quasi tutti hanno confermato di essere stati prima adescati e poi convinti (in cambio di regali) a prostituirsi.
(da “il Secolo XIX”)
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