Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
LE LACRIME DEI PIAGNONI IDENTITARI AVREBBERO FATTO TRABOCCARE LE ACQUE INQUINATE DEL PO
C’è un lato umoristico persino nelle peggiori tragedie.
Oggi Minniti ha raggiunto la gloria internazionale: come ha scritto giorni fa il saggista Pellizzetti il pover’uomo era finora noto solo per aver accompagnato D’Alema dal calzolaio quando il leadermaximo aveva deciso di farsi un paio di scarpe su misura.
Oggi è criticato su tutti i giornali e i siti di informazione del mondo per aver suonato la carica contro cento poveri eritrei accampati in mezzo a una strada perchè le autorità preposte se ne sono fottute dei loro diritti.
Piccole informazioni per i disinformati (a quelli in malafede non ci rivolgiamo):
1) il comune di Roma ha confermato che ” Le famiglie di ex occupanti avevano tutte ottenuto dallo Stato italiano l’asilo politico, potendo quindi godere della protezione del nostro Paese con diritti assimilabili a quelli delle persone con cittadinanza”.
Quindi non sono clandestini e neanche richiedenti asilo, come sostenuto dai soliti istigatori a delinquere sotto scorta.
E’ come se fossero stati manganellati degli italiani, tanto per capirci.
2) E’ falso che fosse stata offerta a tutti una alternativa: c’è stata solo la proposta di sistemarne 107 , poi ridotta a 50, rispetto ai 400 aventi diritto. C’è poi stata la disponibilità di un privato di ospitarne a Rieti una trentina. Nulla di più.
Ma ritorniamo ai misfatti e in particolare alla frase pronunciata da un “funzionario di polizia”.
Dopo essere stati sgomberati dal piazzale in cui avevano dormito gli ultimi giorni, i rifugiati ex occupanti del palazzo di piazza Indipendenza sono rimasti per diverse ore seduti sotto il sole nelle vie adiacenti.
Alla fine hanno deciso di dirigersi verso uno spazio verde vicino alla stazione Termini.
Qui però le forze dell’ordine hanno nuovamente caricato i rifugiati che sono fuggiti in direzione della stazione.
La polizia in assetto antisommossa ha continuato l’inseguimento, usando anche le camionette fra lo stupore dei passeggeri che si trovavano nel piazzale dello scalo ferroviario. Durante l’inseguimento il funzionario che guidava la celere ha gridato: “Devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio”.
In quel momento non eravamo in presenza di alcun reato, tanto per capirci, ma solo di fronte a poveri che stavano fuggendo da una carica incomprensibile.
E quella frase avrebbe dovuto subito portare a immediate scuse della Questura e a provvedimenti disciplinari.
Invece c’e’ un primo comunicato umoristico: “in relazione al video pubblicato sul sito di Repubblica in cui si sentono frasi concitate di invito ad intervenire con decisione, in caso di lancio di oggetti, contro i manifestanti in fuga, sono in corso approfondimenti da parte della Questura per accertare eventuali irregolarità ”.
Termini come “fasi concitate”, “spaccategli un braccio” che diventa “intervenire con decisione”, “approfondimenti”, “eventuali irregolarità “, sono semplicemente penosi e gettano ulteriore discredito sulle forze dell’ordine, come sottolineato dai media esteri.
Messi alla strette, arriva un secondo comunicato:
“nel contesto di un corretto comportamento delle forze dell’ordine impegnate ad effettuare lo sgombero di palazzo Curtatone, la Questura di Roma ha aperto una “formale inchiesta” dopo la visione dei filmati pubblicati su alcuni siti che riportano una frase di un operatore che invita ad usare metodi violenti in caso di lancio di sassi“.
“Nelle successive contromanifestazioni – spiega la Questura, – le unità impiegate in quel contesto non sono state ulteriormente utilizzate nel servizio di ordine pubblico”.
Di fronte a una figura di merda planetaria, qualcuno cerca di salvare la ghirba, il funzionario non è più difendibile, meglio salvare se stessi, prima che la situazione precipiti.
Ora immagiamo, giusto per rispondere a chi ha commnetato “cacciateli! sempre con la polizia” (anche in Egitto, quando ammazzano un Italiano, certo) e cazzate sovraniste varie, che per una volta venisse applicata la legge contro chi si macchia del reato di violenza privata e di blocco stradale, tanto per citarne un paio.
Immaginate che si tratti di quelle “persone perbene” che in più occasioni hanno commesso questi reati per impedire che i profughi accolti in Italia, nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali, potessero raggiungere un centro di accoglienza.
Immaginate se la polizia avesse applicato la legge, caricando e manganellando i facinorosi: avreste sentito gli ululati sovranisti, avreste visto scorrere tante lacrime da far traboccare il Po e trovato tanti cessi occupati da eroi che se l’erano fatta addosso.
Era il momento ideale per chiedere loro : “che pensate di quel funzionario che ha detto di spaccarvi un braccio?”.
Siamo certi che l’avrebbero proposto per un encomio.
Sempre con la polizia.
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
GENOVA: L’ELETTO IN FRATELLI D’ITALIA ORA SOSTIENE LA GIUNTA DI CENTROSINISTRA AL MUNICIPIO V… DAI POST CONTRO GLI IMMIGRATI, ALLE FOTO CON MELONI E LA RUSSA… PER FINIRE ASSESSORE CON IL PD
In campagna elettorale Massimo Pantini sosteneva il candidato sindaco del centrodestra MarcoBucci.
Quando Bucci venne eletto sindaco festeggiò la sconfitta del PD come tutti gli elettori di centrodestra. Ed era giusto così, in fondo si era candidato con Fratelli d’Italia per il consiglio del V Municipio Valpolcevera.
Oggi però Pantini è fuori dal partito e fa parte del gruppo misto.
Grazie al suo voto, o meglio, alla sua astensione ha consentito al Presidente del municipio, Federico Romeo (PD) di essere eletto.
Dalla destra nazionalista e sovranista al Partito Democratico
Pantini è così entrato a far parte della compagine di governo del municipio di Valpolcevera, suscitando non poche perplessità .
Il Presidente Romeo infatti ha deciso di affidargli la delega alla sicurezza (Pantini è guardia giurata). Una scelta che non ha mancato di causare qualche imbarazzo.
Romeo assicura che Pantini “è cambiato”.
Ma stiamo parlando di una persona che non solo fino a qualche mese fa si faceva le foto con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa.
Oppure che, come riporta La Repubblica, “condivideva su Facebook immagini ironiche sulla guerra in Siria, auspicava carri armati per i centri sociali, cecchini e carabine per l’autodifesa, nonchè l’intervento degli squadristi”.
Fino a qualche settimana fa la sua foto profilo faceva sapere a tutti i suoi contatti che si opponeva allo Ius Soli.
Un paio di anni fa invece aveva condiviso un’immagine in cui sfotteva i profughi siriani, chiaramente “colpevoli” di intascarsi i famosi 35 euro al giorno elargiti dallo Stato.
Una persona del genere ora invece viene invece considerato un “civico” perchè ha sottoscritto (dopo essere stato eletto con un altro partito) il “Patto Civico per la Valpolcevera”.
Il Presidente del Municipio Federico Romeo è intervenuto su Facebook per spiegare che “è finito il tempo di continuare a dedicare e perdere energie preziose esclusivamente alla ricerca di “etichette”, ma è altresì giunto il momento di portare a casa dei risultati attesi dalla cittadinanza”.
Insomma è ora di sbarazzarsi di quelle polverose ideologie, basta con le etichette destra e sinistra, quello che contano sono i risultati, basta che funzioni.
E perchè no, magari è il momento del partito unico nè di destra nè di sinistra.
Certo che la Meloni i suoi “bodyguard” li sceglie bene…
Coerenti e identitari.
(da agenzie)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
LA VERGOGNA DI ROMA E I TRENTA BIMBI INCREDULI : “DOVE CI PORTANO? VOGLIO RESTARE QUI”
“Dove andiamo”? “Dove ci portano” “Voglio restare qui”. Immaginate queste ed altre espressioni sulla bocca di una trentina di bimbi increduli, che da una settimana avevano già vissuto di tutto, (e forse già da una, seppure breve, vita) quando la polizia ha chiesto loro di andare via.
Chi oserebbe strappare un bambino alla sua casa? Eppure provate per un istante a immaginare i loro occhi davanti alla piccola ma intensa guerriglia fatta di resistenze e gesti più o meno forti cui hanno assistito durante il breve tragitto che li portava sui pulmann della Polizia, destinazione Questura.
E fate ancora uno sforzo visivo per immaginarveli passare davanti mentre battono sui vetri di quelle macchine blu mentre il colore grigio di quella che era stata la loro casa si sbiadiva sempre di più con l’allontanarsi del veicolo dalla piazza fino a diventare un punto bianco, incolore e gridare “Aiuto”!
Non ci sono vincitori nè vinti in questa piazza. Ci sono persone, esseri umani, solo tanti papà e mamme.
Uomini e donne come le decine di poliziotti schierati in via Curtatone per far rispettare la legge, quella stessa legge che tutela gran parte di questi sgomberati, che ha dato loro in questi anni “uno status legale”, in alcuni casi la cittadinanza italiana e un lavoro.
Ci sono materassi, coperte e valigie ammassate ovunque, resti di giocattoli, cibo, segni astratti di vita quotidiana.
Un odore forte di urina, quella che hanno fatto per strada perchè mancano i bagni chimici e i bar della zona hanno alzato muri di carta che fanno più male di quelli in filo spinato in Ungheria, con su scritto “Wc non agibile”.
In piazza poi ci sono gli “ultimi degli ultimi” da portare via, in attesa di un’ambulanza che non arriva o di un medico che curi le loro piccole ferite.
Hanno piedi o mani fasciate dai volontari di Medici Senza Frontiere, vengono tenuti sotto osservazione mentre se ne stanno seduti sul ciglio della strada ad attendere il loro turno, un’attesa che dura da una vita, in coda per un diritto che tarda sempre ad arrivare.
Innocui, non violenti, qualche donna ben vestita che chiede aiuto.
Se ne stanno lì accatastati a far tutt’uno con i loro panni accanto a quelli col viso scavato e disperato, lo stesso che noi conosciamo quando perdiamo uno scudetto all’ultima giornata o la finale di Champions League.
Loro hanno perso una casa, che andava restituita, per carità , non si discute, ma era pur sempre la loro casa, quella dei loro figli.
Che ne sarà di loro?
Non resta che attendere soluzioni e l’arrivo della politica. Quella che non si ferma dietro al primo no, che vuole risolvere, che cerca mille soluzioni e che deve dare risposte concrete a una questione che non riguarda stavolta “gli immigrati”, ma i diritti di persone senza casa.
I bambini di via Curtatone aspettano proposte alternative così come quelli di Piazza Santi Apostoli.
Protezione e sostegno come scritto nella carta dell’89 che anche l’Italia ha ratificato.
In attesa di decidere da che parte stare, se tra gli umani o i disumani, impegniamoci almeno a non dividerli, a tenerli uniti alle loro mamme e ai loro papà .
Sarebbe già un grande passo avanti.
Andrea Iacomini
Portavoce dell’UNICEF Italia
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
SCADUTI I TERMINI, MA NON E’ STATO ANCORA DEPOSITATO… LA SOCIETA’ RISCHIA UNA SANZIONE
Il Sole 24 Ore nota oggi in un corsivo che il bilancio 2016 della Casaleggio Associati non è ancora stato depositato in Camera di Commercio nonostante siano scaduti i termini.
Mentre ci si prepara alla campagna elettorale d’autunno, e il ruolo di Davide Casaleggio nel M5S è cresciuto ben oltre le funzioni tecniche dichiarate, il bilancio 2016 della Casaleggio Associati è desaparecido: ieri, a una verifica del Sole 24 Ore, non risultava ancora depositato presso il Registro imprese della Camera di commercio di Milano, dove l’azienda fondata da Gianroberto risulta iscritta.
In ampio ritardo rispetto ai termini di legge.
Il codice civile, infatti, fissa in 120 giorni (e cioè entro il 30 aprile) il termine per l’approvazione del bilancio, prorogabile a 180 in casi eccezionali (e cioè al 29 giugno). A quel punto partono i 30 giorni entro i quali le scritture contabili vanno trasmesse all’ente camerale. Si arriva così al 28 luglio. Quasi un mese fa.
Il 2015 è stato un anno negativo per la Casaleggio: il fatturato era sceso a 1,1 milioni di euro, rispetto agli 1,5 milioni del 2014 e ai due del 2013.
Nelle note la Casaleggio spiegava che l’anno scorso «è stato un anno impegnativo per la società , a causa di alcuni modelli editoriali on line dimostratisi di difficile sostenibilità economica con il modello pubblicitario e dai quali nel 2016 si è deciso di disinvestire».
Quali siano questi «modelli editoriali» non si diceva.
Ora il Sole spiega che la Casaleggio rischia una sanzione per il ritardo:
Se il mancato deposito fosse confermato scatterebbe una sanzione pecuniania da 103 a 1.032 euro per «omessa esecuzione di denunce, comunicazione e depositi» che viene addirittura triplicata se l’omissione riguarda il bilancio.
Non è dato sapere, quindi, se i conti sono migliorati rispetto al 2015, quando il fatturato era sceso a 1,1 milioni, in calo di 400mila euro rispetto al 2014, e si era registrato il secondo rosso consecutivo.
A Milano, interpellati, rispondono che sarà possibile avere qualche delucidazione la prossima settimana.
Eppure, per depositare il bilancio, bastava un clic.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
UN ESPOSTO SOLLEVA DUBBI SULL’USO DEI FONDI DI STRASBURGO
La Guardia di Finanza sta effettuando verifiche e accertamenti su documenti e fatti segnalati dall’Associazione “Osservatorio Antimafia” che tirano in ballo l’eurodeputata del M5S, Daniela Aiuto, ma che potrebbero allargarsi al gruppo degli eurodeputati 5 Stelle a Strasburgo per la gestione dei loro rendiconti al Parlamento europeo.
In sostanza, presunte irregolarità riguardo ai famosi “scontrini”.
Nell’esposto (e nei suoi allegati) firmato dal presidente dell’associazione Stefano Moretti, vengono però riportati documenti relativi solo all’eurodeputata Aiuto: dai rimborsi dei Fondi 400 per l’attività politica a quelli per le spese mediche e di altro tipo, che a detta di Moretti potrebbero presentare condotte contrarie alla legge.
La finanza, come detto, sta procedendo agli accertamenti e ha ascoltato diverse persone coinvolte, compreso un ex collaboratore della diretta interessata.
Ma quali sono le questioni al vaglio della finanza?
C’è il conto da saldare di un ristorante per un evento tra quelli per cui è possibile chiedere il rimborso al Parlamento europeo grazie ai Fondi 400.
Si tratta di soldi destinati alla promozione dell’attività politica del gruppo Efdd dell’Europarlamento, quello di cui fa parte il M5S presieduto da Nigel Farage: quei fondi rientrano nell’esclusiva disponibilità del gruppo parlamentare e non possono essere gestiti dai singoli eurodeputati, i quali possono però richiederne l’utilizzo per i fini previsti nel regolamento, rispettando la procedura interna certificata da un sistema di auditing.
L’esposto, però, adombra il sospetto che “il costo reale dell’evento non sia stato quello fatturato”, e quindi rimborsato, “e che questa differenza sia stata scalata da altre somme dovute” che non sarebbero potute essere rimborsate. È solo un caso.
Anche un altro evento, in un secondo ristorante, è finito nel mirino del documentato di Moretti: una cena a cui avrebbero dovuto partecipare circa 45 persone, ma a cui — l’ha confermato lo stesso titolare del locale — sarebbero state presenti al massimo in 15-20.
La fattura è ovviamente per 45, come da prenotazione, ma — si legge nell’esposto — oltre al preventivo “il Regolamento dell’Europarlamento prevede che affinchè si proceda al rimborso è necessario presentare la lista dei partecipanti e documentazione fotografica dell’evento”, dunque “sorge naturale chiedersi e verificare quale lista sia stata presentata” (se i presenti erano 15-20) e anche sapere chi è stato fotografato come partecipante all’evento.
E ancora: in una cena organizzata a Monteodorisio, in provincia di Chieti, che è sempre tra quelle presentate come eventi da rimborsare con i Fondi 400, secondo l’esposto diverse persone presenti nella lista consegnata per ottenere il rimborso non erano presenti. Il Fatto ha provato a contattare alcuni nominativi della lista, senza ricevere risposta.
Non di sole cene si occupa Osservatorio Antimafia.
Ci sono anche i rimborsi chilometrici. Il Parlamento europeo rifonde gli spostamenti che gli eurodeputati effettuano nei giorni in cui svolgono attività sul territorio nazionale: per avere indietro i soldi spesi, gli eurodeputati devono dichiarare i chilometri effettuati, quale tratta hanno percorso e con quale autovettura.
Nei documenti esposti, la Aiuto avrebbe presentato delle dichiarazioni contraddittorie: secondo quanto denunciato dall’esposto, infatti, nell’estate di un anno fa (precisamente dal 22 agosto al 16 settembre) l’auto citata nella dichiarazione di Aiuto era dal meccanico.
E infine: i parlamentari europei hanno anche diritto al rimborso delle spese mediche.
Tra gli allegati, figura il documento di un ottico nel quale “pare sia stata fatta una fattura e un rimborso per una prestazione o acquisto del padre dell’eurodeputata, cosa che non sarebbe prevista dal regolamento Ue”.
Il Fatto ha contattato più volte Daniela Aiuto per ottenere la sua versione dei fatti e anche altri suoi colleghi del Movimento, chiedendo se fossero disponibili a rispondere sulle loro rendicontazioni.
Una serie di domande — dopo un contatto telefonico con l’ufficio stampa — è stata inviata via email all’eurogruppo del M5s: ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
LE OPPOSIZIONI UNITE CHIEDONO LE SUE DIMISSIONI: “HA FATTO TRASFERIRE UN ISPETTORE AMBIENTALE CHE AVEVA SCOPERTO IRREGOLARITA’ RELATIVE ALLO STUDIO PROFESSIONALE DELLA MOGLIE”
Il sindaco pentastellato di Chioggia Alessandro Ferro ha una nuova grana da risolvere. Qualche mese fa Ferro era finito al centro della polemica politica per una questione di concessioni balneari.
Prima il caso della sub-ingresso di Ultima Spiaggia una società di cui è socio accomandante nella gestione di una concessione balnerare e poi quello relativo al sub-ingresso della moglie in un’altra concessione avvenuto senza bando pubblico quando Ferro era già sindaco.
Questa volta i guai arrivano per il comportamento di un componente della giunta M5S di Chioggia, l’assessore al Bilancio, Finanze, Tributi, Partecipate, Politiche Comunitarie, Trasporti Daniele Stecco.
Il caso dell’ispettore ambientale demansionato
Il caso è emerso in seguito alle rivelazioni del sito di news Chioggia Azzurra che il 10 luglio aveva dato la notizia del demansionamento di un dipendente della società partecipata di raccolta dei rifiuti Veritas.
La vicenda risale all’aprile scorso e il protagonista è un ispettore ambientale che sarebbe stato trasferito ad altro incarico in seguito alle pressioni dell’assessore Stecco.
A scatenare il presunto interessamento di Stecco il fatto di aver “sorpreso” tre ispettori ambientali che avevano rinvenuto per terra dei rifiuti, probabilmente cartacei “riconducibili a Stecco e alla moglie, titolare di uno studio professionale”.
A quanto pare l’assessore avrebbe riferito l’accaduto alla Veritas anche se da parte sua ha negato ogni addebito e qualsivoglia forma di interessamento.
Anzi, per Stecco si tratta di una notizia destituita di qualsivoglia fondamento. Questo nonostante le contestazioni dell’ispettore ambientale demansionato e trasferito al centralino.
Insomma, da una parte c’è chi dice che Stecco non ha gradito il fatto di essere stato sorpreso a non fare correttamente la differenziata dall’altra invece l’assessore nega nel modo più categorico che l’episodio si sia verificato.
A complicare le cose ci si sono messi alcuni consiglieri d’opposizione dal momento che il caso era arrivato fino in consiglio comunale.
In seguito ad una accesso agli atti i tre consiglieri di minoranza sostengono di essere in possesso delle prove che Stecco ha mentito.
L’assessore ha negato di aver sbagliato a conferire il materiale nel contenitore della carta mentre Veritas avrebbe fornito documentazione fotografica che lo smentirebbe.
Risulta inoltre dagli atti che Stecco ha chiesto e ottenuto un incontro con l’ufficio legale di Veritas il giorno stesso in cui ha incontrato — casualmente — l’ispettore ambientale. Stecco sostiene di aver semplicemente segnalato la cosa a Veritas senza pretendere alcuna azione disciplinare da parte dell’azienda.
Secondo i tre consiglieri d’opposizione ce n’è abbastanza per chiedere le dimissioni dell’assessore o la revoca del suo incarico perchè — spiegano — è inaccettabile che un assessore tenti di “scampare” una multa.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
“L’ANTIPOLITICA NON HA MAI SAPUTO FARE POLITICA”
“Un allarme pesante. Se fossi stato il procuratore regionale della Corte dei conti avrei aperto un’inchiesta”, dice all’AdnKronos Raffaele De Dominicis, magistrato già procuratore generale della Corte dei conti del Lazio, nominato a settembre 2016 assessore al Bilancio dalla sindaca di Roma Virginia Raggie revocato pochi giorni dopo la nomina.
“Mazzillo — sottolinea — ha parlato di un probabile dissesto non solo per l’Atac ma per il Comune… la denuncia non arriva da uno qualsiasi ma da una persona qualificata che ha ricoperto un ruolo ufficiale nel Comune. Credo sia difficile sorvolare su una denuncia così pesante. Mi auguro che qualcuno approfondisca”.
De Dominicis bolla come “inopportuna” la scelta della prima cittadina M5S di licenziare Mazzillo: “Non lo conosco personalmente ma ho stima di Mazzillo e credo che in quel ruolo andasse molto bene. Lo considero un giovane dotato dal punto di vista intellettuale: il suo allontanamento è stato un errore estremamente pregiudizievole per Roma. Mi dispiace per la città e per il sindaco-avvocato Raggi, che probabilmente per inesperienza, venendo strattonata a destra e a sinistra, spesso si confonde, come nel mio caso…”.
Il magistrato ricorda i giorni convulsi della sua nomina ad assessore al Bilancio e del suo repentino siluramento: “Io non sono stato mai indagato — precisa De Dominicis — quella voce fu messa in giro per screditarmi. La mia incompatibilità è dovuta forse a qualche preoccupazione sorta nella giunta Raggi, dal momento che alcuni di loro hanno un conto aperto con la Procura della Corte dei conti”.
“E poi — prosegue — non sono mai stato nominato con un atto formale, nè sono stato revocato per un atto che non esisteva. Sono stato convocato per ben 4 volte dal sindaco, che ha mandato i vigili urbani a notificarmi la convocazione. Ma io non mi sono mai presentato”.
Come mai? “Come giurista — risponde — ho fatto sapere alla Raggi che avrebbe dovuto nominarmi e revocarmi con un atto formale”.
E’ pessimista per il futuro della Capitale amministrata dall’M5S?:
“So solo che mi dispiace, anche per il sindaco Raggi, perchè non posso contestarle l’intera responsabilità di un’amministrazione nata sull’onda dell’antipolitica e che continua in questa direzione. D’altronde l’antipolitica non ha mai saputo fare la politica”, chiosa De Dominicis.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
IL SEITIMANALE TEDESCO TITOLA: “SEIN KAMPF”… L’ANALISI DEI RAPPORTI CON I GRUPPI RAZZISTI
Donald Trump avvolto nella bandiera americana mentre fa il saluto nazista. Sotto il titolo “Sein Kampf”, traducibile in “la sua battaglia”, ma ovviamente anche un richiamo al libro autobiografico pubblicato nel 1925 da Adolf Hitler, Mein Kampf.
E’ la copertina scelta dal settimanale tedesco Stern per analizzare i rapporti tra il presidente americano e l’estrema destra razzista, dai neonazisti al Ku Kluz Klan. “Come Donald Trump attizza l’odio negli Stati Uniti”, si legge nello strillo di copertina.
L’immagine che lo ritrae nella posa del Fà¼hrer è solo l’ultima copertina dedicata dallo Stern al presidente Usa.
A gennaio di quest’anno per esempio, era stato raffigurato su un trono con sotto il titolo: “L’Imperatore. Come Donald Trump vuole cambiare il mondo e perchè è così pericoloso per noi”.
Il paragone con Hitler compare invece sull’edizione in edicola da giovedì mattina.
Il settimanale prende spunto dalle polemiche nate dopo i fatti di Charlottesville, quando durante una marcia dei suprematisti bianchi è stata uccisa una persona che protestava contro la manifestazione.
In quell’occasione Trump aveva evitato di condannare esplicitamente le violenze dei gruppi di destra, salvo fare retromarcia e poi contraddirsi nuovamente accusando i media di aver travisato le sue parole.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 24th, 2017 Riccardo Fucile
C’E’ CHI CHIEDE UN’INDAGINE SULLA POLIZIA ITALIANA… INDOVINATE CHI RIPORTA SOLO IL COMMENTO INFAME DI SALVINI? IL GIORNALE EGIZIANO DEL CRIMINALE AL SISI: CHE FEELING…
Da un continente all’altro.
Sta facendo il giro del mondo la notizia dello sgombero del palazzo in cui vivevano centinaia di migranti a piazza Indipendenza, a Roma.
Le maggiori testate internazionali si stanno occupando della vicenda: dagli Stati Uniti fino all’India, passando per Inghilterra, Francia e Germania. Anche in Nuova Zelanda.
Tutti i i quotidiani mettono in evidenza la posizione di queste persone, che da un giorno all’altro si sono ritrovate senza un posto dove stare: “Noi non siamo terroristi, vogliamo una casa per vivere”, c’era scritto su di un lenzuolo appeso. Una scritta, una richiesta, che è stata tradotta in più di dieci lingue.
Judith Sunderland, direttrice europea di Human Rights Watch, intervistata dal Guardian ha dichiarato: “Le autorità devono urgentemente trovare un luogo appropriato dove ospitare queste persone, e investigare sulla polizia e sui metodi utilizzati nel corso dello sgombero”.
In particolare, Sunderland critica l’impiego degli idranti contro le persone: “Difficile spiegare se gli idranti fossero veramente necessari, o quantomeno proporzionati alla situazione”.
Il Washington Post ha posto in evidenza l’assenza di ambulanze o di altri mezzi di soccorso, citando “Medici senza frontiere”. 13 i feriti che sono stati soccorsi dai suoi volontari, perlopiù ferite da taglio, fratture.
Una signora anziana è svenuta dopo essere stata colpita dal getto di un idrante.
Lo sgombero ha destato particolare interesse in India, dove diverse testate, nonostante il paese sia molto lontano da quel che accade in Europa, hanno riportato la notizia, sia in inglese che in lingua tamil.
Egypt Today, quotidiano egiziano, ha riportato le parole del leader della Lega, Matteo Salvini. “Cacciateli, ordine di espulsione, gli italiani con le forze dell’ordine”. Parole che hanno sempre lo stesso significato, che si ripetono ogni volta che accadono incidenti di questi tipo. Giusto il giornale vicino al criminale Al Sisi poteva dare spazio a Salvini.
Le immagini degli scontri, però, hanno avuto una risonanza maggiore delle parole e tutti si chiedono che senso aveva usare questi metodi brutali contro i profughi che chiedevano solo una sistemazione alternativa.
Una brutta pagina per la democrazia italiana, il colpo di grazia al Pd.
(da “Huffingtonpost”)
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