Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
“LOTTA CONTRO GLI AMICI DI CARMINATI”
E la Pravda scrive – letteralmente – un’apologia sulla sindaca di Roma, Virginia Raggi. E lo indica direttamente nel titolo. La storica testata del partito comunista sovietico, diventata indipendente con la caduta del muro, si è cimentata in una lettura di quanto compiuto dalla sindaca nel corso del suo mandato.
“Virginia Raggi ha ancora quattro anni davanti a lei. Sarà un calvario, ma le auguro comunque ‘Buona fortuna’ e di essere forte! E, personalmente, spero che i cittadini romani, quando saranno chiamati nuovamente a votare e a scegliere un nuovo sindaco, possano giudicare con attenzione quello che ha fatto Virginia Raggi, magari tenendo a mente Carminati e e i suoi amici politici.”
Un articolo, o meglio un’apologia, che ripercorre anche la storia (recente) della Capitale, prima dell’elezione dell’allora candidata 5Stelle.
Una Roma “corrotta”, in mano a “cattivi uomini d’affari”. Su tutti Massimo Carminati, ma non si escludono anche altri “politici corrotti”.
È evidente che per queste persone Roma, così come l’Italia intera, era ed è solo una mangiatoia dove abbuffarsi con la tipica arroganza di chi vede se stesso come un privilegiato, come qualcuno che appartiene a una èlite lontana dal popolo, e che decide per esso.
Gli altri, le persone comuni, erano e sono vittime di scambi politici, abusi e intimidazioni. Soggetti, nient’altro. Cose. Cose, di cui puoi disporre a piacimento e buttare via quando non sono più utili.
Un esempio del cambiamento avvenuto in Campidoglio? Nell’apologia di Pravda è da ravvisare nel primo bilancio della Giunta Raggi, che venne respinto e approvato solo dopo le opportune correzioni.
“Non era mai accaduto, almeno non negli ultimi 30 anni. Non ricordo – scrive l’autore dell’apologia – nulla di simile nel passato. E se mai è accaduto, non è mai importato a nessuno”.
E poi la gestione della situazione critica di quest’estate, quando a Roma è mancata l’acqua: “C’era la possibilità di una sospensione della fornitura idrica, per alcune ore al giorno. E questo perchè mancava l’acqua nei bacini idrici della Capitale. Un fatto nuovo, ma le condutture romane (e italiane) sono vecchie e fatiscenti. Dovrebbero essere sistemate: ma questo è un retaggio delle precedenti amministrazioni, sia locali che nazionali, di certo non è colpa di questa nuova”.
Insomma, mal che vada, la Raggi un domani può sempre provare a candidarsi a sindaca di Mosca, lo sponsor l’ha già trovata.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
I FURBETTI DEL CERTIFICATO MEDICO LA FANNO FRANCA
Lorenzo D’Albergo su Repubblica Roma ci racconta la storia di CISPI, azienda napoletana che si era aggiudicata un bando da 2 milioni di euro per visitare gli 8000 dipendenti della municipalizzato dell’ambiente.
Una storia che comincia il 10 gennaio scorso, quando l’azienda di via Calderon de La Barca chiede agli ispettori del CISPI di controllare e scovare i furbetti del certificato medico:
Quando i camici bianchi dell’azienda partenopea sbarcano a via Calderon de la Barca, Ama è nel caos.
Chiede agli 007 in camice bianco di sbrigarsi. In passato si è già perso troppo tempo. Ma le cartelle cliniche digitali sono più che pasticciate: non contengono referti o esami clinici, ma piani vaccinali sballati. Alcuni sono datati 1910. In centinaia di casi, poi, i giudizi di inidoneità si basano sul nulla.
Massimo Colomban, assessore alle Partecipate della giunta Raggi, ne stima 1.800. Oltre il 20 per cento.
Ai dipendenti d’altronde fino ad ora è bastata un’autocertificazione (i più accorti si infliggono la pena di presentare un certificato del medico di famiglia) per saltare il turno pomeridiano o quello della seminotte. Per non allontanarsi troppo da casa, lavorando «presso le sedi di zona». Per evitare di utilizzare pala e scopa. Per rimanere a casa dal lavoro da maggio a settembre. Impossibile individuare il tipo di patologia legata a ogni esenzione per i medici della società partenopea.
Cispi, che negli anni ha fatto miracoli tra i furbetti di Atac, avverte i dirigenti Ama via mail certificata, mettendoli di fronte alle proprie responsabilità : «Tali prescrizioni sono molto frequenti e rappresentano una fortissima criticità per l’azienda, che in tal modo viene esposta a un considerevolissimo danno».
Anche perchè il sistema informatico – quando funziona – non prevede mezze misure: o si è abili o inabili al lavoro. Non esistono sfumature come, ad esempio, l’obbligo di indossare una mascherina per i dipendenti allergici.
In più c’è la piaga degli impiegati-fantasma: 50 sui 322 dei dipendenti convocati per essere visitati tra l’11 e il 26 aprile non si sono presentati all’appuntamento. Insomma, la situazione è grave. Costellata di quelle che Cispi definisce «stranezze».
L’azienda chiede accesso agli archivi cartacei. Ma Ama risponde che non ha il personale nemmeno per trovare e trasferire 25 cartelle al giorno custodite alla Montagnola.
Ed è qui che il rapporto si guasta.
Prima Remo Cioce, funzionario e sindacalista Ugl, dà ragione ai medici. Scrive anche a Maurizio Pucci, dirigente responsabile del procedimento ed ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Marino. «Diamo un segnale di discontinuità con il passato», ordina Cioce ai suoi.
Ma le cose non vanno bene. Finchè, come spiega la società appaltatrice nell’esposto, nel giro di 20 giorni, dal 9 al 28 giugno, la municipalizzata sanziona due volte la controparte.
Dopo aver chiesto di lavorare in velocità , senza però aver ancora insegnato ai medici della ditta esterna a utilizzare il sistema delle cartelle mediche digitali, Ama chiede 433mila euro per il ritardo nell’inserimento dei dati sanitari dei dipendenti già visitati. Una sanzione che stupisce e che peraltro va oltre il tetto massimo del 10 per cento fissato per legge. Cispi scrive al dg Stefano Bina e all’ad Lorenzo Bagnacani.
Ma non c’è nulla da fare: il 12 luglio Ama chiede la rescissione del contratto. La risoluzione arriva il 17 luglio. A distanza di 24 ore riparte il balletto dei certificati: in sette hanno già presentato ricorso alla Asl. Vogliono di nuovo la loro inidoneità al lavoro. Riportando Ama al 1910.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
TRATTENERE 23 MILIARDI DI IMPOSTE E 30.000 POSTI DI LAVORO? L’ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA DI MARONI PER FARSI RIELEGGERE
Penso che la propaganda di Maroni sul referendum in Lombardia sia una grossa bufala ai danni dei cittadini. Perchè promettere di “trattenere 23 miliardi di euro” (si, avete letto bene) da “distribuire sul territorio” e di “30mila possibili nuove assunzioni” non è serio nè corretto verso gli elettori.
Perchè parlare a slogan di “residuo fiscale” e collegare tutto al quesito è semplicemente falso.
La verità è che Maroni usa furbescamente il referendum come arma di distrazione di massa.
Sia chiaro, l’operazione dal punto di vista propagandistico è raffinata. D’altro canto, quando andavo alle scuole superiori Maroni era già Ministro, mentre a sentirlo parlare anche oggi, sembra che non abbia mai avuto ruoli e responsabilità di governo. Magie.
E pensare che fu proprio il governo Berlusconi, guarda un po’ proprio con Maroni ministro, a bloccare il lavoro sul federalismo differenziato che la Lombardia preparo’ nei primi anni duemila con l’allora governo Prodi. Corsi e ricorsi.
Ora il referendum regionale riprende il tema che si poteva invece trattare con il governo in questi anni senza ricorrere a strumenti costosi.
E invece che ha fatto Maroni su questo dal Pirellone? Nulla. Non ha mai aperto la trattativa con Roma. Non ha mai chiesto di discuterne seguendo ciò che avevano proposto anche i sindaci del territorio e ciò che la Costituzione permette già di fare. Nulla di tutto ciò.
Ha aspettato solo gli ultimi mesi prima delle elezioni regionali per inventarsi l’operazione referendaria. Ha estratto il classico coniglio dal cilindro. Come già fatto anni fa con la promessa-bufala di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia (ricordate?).
La verità è che il referendum è talmente scontato che non esiste una scelta tra il si e il no. Perchè nessuna persona sensata può immaginare un altro risultato che il sì.
Ciò che non è affatto scontato invece e’ il costo di questa operazione: ben 50 milioni di euro che potevano essere spesi per i pendolari o per il sostegno al lavoro nei territori. Non così.
Vinceranno i sì, anzi, hanno già vinto. Maroni si gonfi pure il petto e si autoproclami padre di una rivoluzione che rimarrà confinata alla sua propaganda.
Il giorno dopo, non cambierà nulla e si ricomincerà dal via. La Lombardia dovrà chiedere l’apertura di un confronto con lo Stato per discutere eventuali materie da gestire, e in caso di accordo, la legge dovrà essere successivamente votata dal Parlamento.
Ma le vere domande sul futuro della Lombardia rimarranno tutte intatte anche dopo il 22 ottobre.
Perchè le scelte cruciali che andrebbero prese sullo sviluppo sostenibile di questa Regione, dopo gli anni duri della crisi che abbiamo passato, non si definiranno con questo referendum-spot inventato dal governatore per sopravvivere nel gioco di riposizionamento in atto nel centrodestra.
Il 22 ottobre prossimo in Lombardia si aprirà la campagna elettorale e questa semplice verità andrebbe detta agli elettori. Nulla di più e nulla di meno di questo.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
DAI DRONI ANTI-ABUSIVI AGLI STIVALI PER L’ACQUA ALTA
E pensare che il Comune di Venezia, all’inizio dell’anno, era ricorso a un docente ordinario di Diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari, per abbattere i conflitti sindacali.
Il sindaco Luigi Brugnaro gli aveva affidato un incarico di consulenza “finalizzato alla riduzione del contenzioso in essere, alla prevenzione dell’insorgere di nuovo contenzioso e al miglioramento delle relazioni sindacali”.
Prestazione pagata 24.400 euro (Iva inclusa) per sei mesi di lavoro. Ma neanche questo è servito.
Perchè l’amministrazione veneziana è sommersa da un’acqua alta di conflitti che riguardano casinò e musei, ufficio del turismo e rinnovo del contratto integrativo.
Ciliegina sulla torta, a inizio agosto, una condanna per comportamento antisindacale (costata circa 5 mila euro di spese legali), dopo che una vertenza si era chiusa con la firma della sola Cisl.
Di fronte alla dichiarata indisponibilità a partecipare a un incontro da parte delle altre sigle, il Comune aveva tirato diritto, andandosi a sedere al tavolo quasi deserto. Il fronte era così stato diviso, ma la violazione è apparsa al giudice del lavoro Chiara Coppetta Calzavara così macroscopica da annullare l’accordo integrativo.
“Il comportamento del Comune appare incomprensibile — ha scritto il magistrato — e costituisce condotta antisindacale che di fatto ha impedito alle organizzazioni sindacali di partecipare all’incontro del 27 aprile 2017, concludendo con la sola Cisl l’accordo sindacale”.
A Venezia cause e carte bollate sono ormai più numerose dei turisti.
Il Comune ha presentato ricorso contro la condanna e si dichiara disposto a combattere. Ma la Cgil ha già giocato una carta pesante, una denuncia alla Corte dei Conti contro uno dei nodi della contrattazione di secondo livello.
Perchè Brugnaro, che nella vita fa l’imprenditore, ha deciso che il fondo di produttività dei dipendenti andrà speso premiando le “idee vincenti”, anzichè in base ad altri parametri chiesti dai sindacati, che siano in linea con “criteri trasparenti, rilevabili e meritocratici”.
“Si è trattato di un atto unilaterale, non contrattato, che non ha corrispondenza con la legge o il contratto nazionale — denuncia Daniele Giordano, segretario della Funzione pubblica della Cgil — e in questo modo, l’anno scorso, sono stati distribuiti 426 mila euro”.
Soltanto gli esempi possono rendere l’idea del perchè i sindacati sono scesi sul piede di guerra e chiedono alla Corte dei Conti di verificare la correttezza dell’impiego di risorse economiche così ingenti.
Un turista deve gettare una carta o cerca una toilette?
Ecco l’idea di una app da scaricare agli approdi dei vaporetti, pronta a fornire l’urgente informazione. L’incentivo vale 323 euro.
In una Venezia che si sta spopolando, la biblioteca ha pochi lettori? Ecco la genialata di proporre a ogni iscritto una “tessera di amico della biblioteca” se porterà un altro lettore. Il premio è di 564 euro. Ma per chi ha suggerito di tenere il servizio aperto anche la sera, il beneficio economico sale a 963 euro.
Bagni pubblici antidiluviani e consumo eccessivo di carta? Ecco l’idea di apparecchi elettrici di nuova generazione per asciugarsi le mani, idea che vale un incentivo di 740 euro.
Quali i criteri di valutazione? Quale l’utilità vera per creare servizi più efficienti per i cittadini? Non si tratta solo di un opaco finanziamento a pioggia, si chiedono i sindacati? Non si può dire che i 697 dipendenti partecipanti non abbiano giocato di fantasia, proponendo 218 idee di gruppo e 290 singole.
Pensate che vanno dagli interruttori crepuscolari per l’illuminazione pubblica, alle facilitazioni nello scarico dei certificati di malattia dei dipendenti comunali (inserendo solo il numero di protocollo).
E ancora: droni per la sicurezza nelle calli contro i venditori abusivi, apertura delle scuole per gli incontri culturali, prestito di stivali per l’acqua alta ai turisti che arrivano in città . Ce n’è per tutti i gusti. E chissà cosa si inventeranno il prossimo anno.
Tanto paga il sindaco.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
“LEGAMI TRA ESTREMA DESTRA E CERTI AMBIENTI DELLA CHIESA? NON E’ UNA NOVITA’. MONSIGNOR ROMERO FU ASSASSINATO DA UN ESTREMISTA DI DESTRA PERCHE’ DENUNCIAVA GLI ORRORI DEL REGIME MILITARE”
“Che ci sia un qualche legame tra Forza Nuova, Casa Pound e certi ambienti ecclesiali tradizionalisti? Non credo che sia la scoperta dell’America”.
È il commento a ilfattoquotidiano.it dell’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, alle affermazioni di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, nel cuore di Pistoia.
Il sacerdote è finito nel mirino di Forza Nuova per aver postato su Facebook le foto dei migranti portati a fare il bagno in piscina. Domenica non sarà solo sull’altare.
Il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, ha deciso, infatti, di inviare il suo vicario generale a concelebrare con il parroco visto che gli esponenti di Forza Nuova hanno annunciato che saranno presenti alla messa per “vigilare sull’effettiva dottrina” del sacerdote.
Eccellenza, don Biancalani ha sbagliato?
Personalmente non trovo nulla di così scandaloso nel gesto del parroco di Pistoia di portare a mare questi giovani rifugiati. Cosa c’è da protestare? Cosa c’è di strano? È un modo in cui i rifugiati possono sentirsi a casa loro, accolti. È creare un momento di distensione in delle esistenze che non sono per niente serene o che non sono state serene e semplici come quelle dei nostri giovani.
Don Biancalani ha detto messa insieme con il vicario generale della sua diocesi. È una scelta saggia?
Non entro nel merito delle scelte pastorali che il vescovo di Pistoia ha preso, però, ancora una volta è da condannare fermamente questa reazione di Forza Nuova che non so a quale titolo protesta. Perchè minaccia? C’è da domandarsi: ma noi in quale Paese viviamo? Esistono ancora questi rigurgiti di squadrismo nel nostro tessuto sociale? È mai possibile che non si possa oggi lasciare lo spazio a delle coscienze che si interroghino e che si lascino interrogare finalmente in Italia e in Europa su quali possono essere le strade per accogliere i migranti? Bisogna porsi queste questioni con grande lungimiranza e prendere consapevolezza che i tempi stanno cambiando.
In che modo?
Molti osservatori molti più competenti di me hanno da tempo sottolineato che coi rifugiati è inutile usare barriere, muri, fili spinati, centri di espulsione. Siamo davanti a un cambiamento storico che vede giovani africani alla prese coi loro problemi di fame, violenze, guerre, mancanza di prospettive. La terra non è di nessuno. Per noi che abbiamo un orizzonte religioso, trascendente, la terra ci è stata data. Ogni persona umana ha quindi gli stessi diritti, nel rispetto delle leggi che devono, però, avere delle maglie larghe quando si rivolgono a persone che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Non vedo perchè non ci si renda conto di questo. Come ci stiamo abituando ai cambiamenti climatici e conosciamo le cause ma non siamo capaci di affrontarle, così quello dei rifugiati è un fenomeno di questa nostra epoca. Non possiamo negarlo. Io credo che tra 200-300 anni quando scriveranno la storia di questo secolo diranno che c’è stato questo fenomeno e che le società sono multietniche per questo motivo.
Forza Nuova non la pensa così e vuole “vigilare sull’effettiva dottrina” di don Biancalani. È il nuovo Sant’Uffizio?
Tutto ciò mi sembra davvero curioso, oltre che un’invadenza in campi che non competono certo a Forza Nuova. Quale sarebbe l’errore dottrinale del parroco di Pistoia? Aver portato i giovani migranti al mare? Qual è la deviazione? Qual è l’eresia? Io non la vedo. Non sapevo che oltre al Sant’Uffizio, oggi Congregazione per dottrina della fede, ci fosse anche Forza Nuova.
Don Biancalani punta però il dito su alcuni ambienti ecclesiali tradizionalisti e li accusa di avere legami con Forza Nuova e Casa Pound. Che ne pensa?
Il parroco non credo che abbia scoperto l’America. Sono appena tornato da San Salvador dove ho partecipato, con una numerosa delegazione di Pax Christi, alle celebrazioni per il centenario della nascita del beato Oscar Arnolfo Romero. Era l’arcivescovo della capitale e fu ucciso, il 24 marzo 1980, da un cecchino di estrema destra mentre celebrava la messa a causa del suo impegno contro le violenze della dittatura militare del suo Paese. Negli anni 70-80, prima che fosse assassinato, la destra cattolica cosa diceva di lui? Che incitava la lotta armata, che non era in armonia con gli altri vescovi del suo Paese e perciò che alimentava divisioni. Romero era stato semplicemente folgorato dalle istanze del Vangelo. Esso è drastico da questo punto di vista. Il Signore dice ‘sono io quell’affamato che vedi sulla strada. Sono io nudo, perseguitato, carcerato, ammalato, senza tetto’. È questa identificazione con il povero, il sofferente e il rifugiato che ci sfugge e riduciamo il tutto alla carità , all’assistenzialismo. Qui ci sono fatti di Vangelo davanti ai quali anche noi talvolta purtroppo chiudiamo gli occhi.
Qual è il suo appello?
Il mio auspicio è che anche in questa nostra Italia davvero prevalga quell’accoglienza che ci ha reso un popolo che non ha mai alzato barriere. Anzi in tempi diversi da quelli che stiamo vivendo la nostra gente ha preso altre strade ed è andata altrove. Ci sono oggi milioni e milioni di italiani ed europei che sono perfettamente integrati all’estero nei Paesi dove sono emigrati. Bisogna comprendere la storia. È quanto mai necessario leggere i segni tempi, come dice efficacemente il Concilio Vaticano II. È inutile cancellarli e voltare pagina. Mi auguro che ci sia questa sapienza. Non dobbiamo arrabbiarci. Non dobbiamo confliggere con la violenza verbale e dei gesti. Dobbiamo, invece, tessere un possibile dialogo con tutti per intenderci e comprenderci. Ed è necessario farlo al più presto.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
POMODORI E CORI CONTRO SALUTI ROMANI, VA IN SCENA IL REVIVAL DEGLI ANNI ’70… ALLORA SI DIFENDEVANO I DIRITTI DELLE MINORANZE, OGGI SI DA’ ADDOSSO AI POVERI, CHE BELLA IMMAGINE PER LA DESTRA, ROBA DA CHIEDERE I DANNI E COSTITUIRSI PARTE CIVILE
Gli applausi dei fedeli che non finiscono mai, i fischi per i militanti di Forza Nuova. Che all’uscita hanno risposto ai cori facendo il saluto romano.
Alla messa di Don Massimo Biancalani, il prete dell’accoglienza finito al centro delle polemiche per aver portato in piscina un gruppo di migranti, le contestazioni sono state per gli estremisti di destra.
Costoro, come da annunci, si sono presentati alla celebrazione nella chiesa di Pistoia per “vigilare sulla dottrina” e ad accoglierli sono state decine di persone. “Fascisti”, “Fuori, fuori”, le grida dalla folla.
Il prete come ogni domenica ha aspettato i fedeli sulla porta della chiesa di Vicofaro per stringere le mani dei parrocchiani. E loro hanno reagito con un lungo applauso che ha fatto commuovere Don Biancalani.
Qualcuno lo ha abbracciato, altri gli hanno dato una pacca sulle spalle. Il prete ha accolto in egual modo anche gli attivisti di estrema destra, ricordandogli, come aveva già fatto ieri, di evitare manifestazioni di segno politico in chiesa: “Ragazzi, mi raccomando”, ha detto. Le telecamere, a decine presenti sul sagrato della Chiesa, non sono state autorizzate ad entrare durante la celebrazione.
Don Biancalani nel corso della messa si è scusato per il “clamore mediatico” scatenato dalla vicenda.
“Don Massimo coniuga il Vangelo con la vita e la sua è una bella testimonianza perchè accoglie ragazzi da altri Paesi e senza fissa dimora da anni”, ha detto Patrizio Fabbri, il vicario del vescovo inviato per celebrare messa insieme al parroco.
Seduti sul lato opposto rispetto a quello degli attivisti di Forza Nuova c’erano alcuni degli stranieri, tutti di fede musulmana, che hanno ricevuto aiuto da parte del prete.
Il sacerdote ha ricordato le parole del Papa, secondo cui “la Chiesa è un ospedale da campo” ed ha definito “fondamentale l’accoglienza verso i migranti: è un principio etico”.
Se siamo giunti a questo punto — ha poi detto — è anche perchè finora se ne è parlato poco nei luoghi di formazione, come le scuole, e spesso anche le parrocchie”.
Don Biancalani ha anche definito “inaccettabili” alcuni provvedimenti del governo, aggiungendo poi: “Stanno partendo fiumi di denaro verso le coste libiche. Non penserete mica che ce li fermino gratis…”.
“Faccio politica nel senso di polis — ha poi detto — perchè siamo chiamati ad esprimerci sulla vita comune e quando sono in gioco diritti umani dobbiamo avere diritto di parlare”.
I militanti di Forza Nuova sono poi usciti da una porta laterale per evitare contatti diretti con i manifestanti.
Alle grida ‘Via i fascisti’ gli esponenti del movimento di destra hanno risposto con il saluto romano, alcuni di loro dopo aver indossato guanti neri.
Non ci sono stati contatti tra i due gruppi, ma c’è stato però un lancio di ortaggi, qualche pomodoro, verso i giovani di destra che si sono poi allontanati mentre le forze dell’ordine continuavano a vigilare. “Un fascista può essere tranquillamente un buon cattolico; anzi, un fascista è anche un buon cattolico”, ha detto il coordinatore regionale di Forza Nuova in Toscana, Leonardo Cabras. “Avevamo usato il termine vigilare sulla cattolicità di quanto avrebbe detto Don Biancalani. Vigilare vuol dire stare attenti, ma non c’è stato bisogno di vigilare, ha detto tutto lui: ha detto che fa della politica, che si occupa del bene della gente, senza entrare nei dettagli”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
SALVINI ORA NEGA, MA L’INCHIESTA DEL “FATTO” E UNA TESTIMONE LO SMENTISCE
Nel maggio scorso Matteo Salvini parlò in tv di un dossier dei servizi segreti sulle Organizzazioni Non Governative che accertava l’esistenza di rapporti fra gli scafisti e alcune associazioni.
All’epoca il presidente del COPASIR e leghista Giacomo Stucchi smentì tutto, mentre Salvini, in un’intervista successiva a L’Aria Che Tira sostenne che il dossier non arrivava da Stucchi nè dal COPASIR.
A distanza di tre mesi da quelle dichiarazioni, una serie di articoli d’inchiesta di Antonio Massari sul Fatto Quotidiano getatno una luce nuova su quelle dichiarazioni di Salvini.
Tutto parte dagli operatori IMI Service, ovvero gli ex poliziotti che lavorano a pagamento per una agenzia di sicurezza che hanno denunciato alla procura di Trapani le anomalie viste durante i salvataggi che hanno dato il via all’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Più facilmente si possono definire dei mercenari infiltrati (pagati da chi?).
Tra questi c’era Floriana Ballestra, che era a bordo della nave Vos Hestia come operatrice di sicurezza per Save The Children e ha poi portato foto e dossier a Trapani insieme al collega Pietro Gallo.
Il Fatto scrive la Ballestra ha incontrato Salvini: “A febbraio, dopo le telefonate, l’ho visto personalmente a Milano. Gli ho portato tutta la nostra documentazione. Inclusa la relazione che avevamo inviato ai Servizi segreti il 25 settembre”.
Ma poi, racconta l’articolo, la vicenda assume contorni strani: «Ballestra è orgogliosa della denuncia effettuata in Procura, rivendica di aver dato impulso alle indagini ed è riconoscente, nei confronti della Lega, per il supporto ricevuto: “Si sono resi disponibili a sostenerci. Cosa che nessun altro ha fatto”.
E anche in questo caso, però, qualcosa non quadra.
Il suo collega Pietro Gallo, anch’egli ex poliziotto, attraverso il suo avvocato, VincenzoPerticaro, ci hacomunicato: “Salvini non ha fatto nulla di concreto”».
Salvini, invece, ha negato con il Fatto di aver conosciuto Ballestra e Gallo: “Non li conosco, ma li avrei incontrati volentieri”, è il contenuto di un sms di smentita inviato dal segretario della Lega al giornalista.
Eppure Gallo e Ballestra dicono di aver scritto una mail ad Alessandro Di Battista, che non risponde, il 24 settembre, una ai servizi segreti a cui inviano il dossier il giorno successivo e una a Salvini il 26: raccontano anche di telefonate con Salvini.
A metà ottobre portano i documenti alla Squadra Mobile di Trapani, che comincia ad indagare e tempo dopo l’indagine finirà su tutti i giornali.
L’articolo si conclude con il racconto del dialogo con una persona vicina a Salvini, che la ringrazia e lei replica felice perchè la “relazione ai Servizi è servita”.
“Eppure i Servizi ufficialmente non hanno alcun ruolo: è stata la Procura a sequestrare la nave e a indagare. A fronte di tutti questi ringraziamenti, però, da un lato Salvini non ricorda di averla incontrata, mentre Panza, quando gli chiediamo dei contatti col personale di Imi Service, non risponde”.
Ma come mai tanto zelo per “documentare” presunte violazioni delle Ong ( non aver impedito che i trafficanti in due occasioni si riprendesso i barconi usati, tutto qua) da parte di due stipendiati per garantire la sicurezza alle Ong?
Chi ha ordinato loro di “infiltrarsi” su quella nave per danneggiare la Ong? Come mai facevano rapporto ai servizi segreti italiani , lo facevano a pagamento visto che sono notoriamente dei mercenari? E Salvini doveva garantire loro la “copertura politica”?
Che ruolo ha avuto il presidente leghista del Comitato di controllo sui servizi Stucchi?
Un giorno forse la verità emergerà sul disegno politico di screditare il lavoro di chi ha salvato 30.000 vite umane in un anno per favorire una parte politica.
(da “NextQuoridiano”)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO LA PRESENTAZIONE DELLA SQUADRA DI CALCIO DELLA LUCCHESE NON MANCANO I SOLITI SALUTI ROMANI IN SALDO
Nella foto potete vedere una ventina di tifosi della Lucchese, tutti del sedicente gruppo “La meglio gioventù”, dopo la presentazione della squadra di martedì scorso, che si fanno ritrarre a braccia tese con un ospite di eccezione: il vescovo di Lucca Italo Castellani.
E’ notorio che il saluto romano è ormai una merce in saldo e il primo che passa lo usa per darsi un tono senza aver letto una mazza e capito ancor meno di un evento storico, su cui si sono impegnati nell’analisi illustri studiosi di varia tendenza.
In questo delirio da avanspettacolo hanno così buon gioco gli altri sedicenti antifascisti per poter dimostrare che fascista=cazzaro, tesi che riporta il dibattito storico indietro di decenni e finisce per danneggiare anche chi tiene un profilo dignitoso, rimarcando luci e ombre.
Non fa certo piacere a chi ha un minimo di cervello sapere che nella foto dei sedicenti “fascisti” da stadio c’è chi stato arrestato due anni fa perchè girava con una pistola carica e varie armi e chi è stato condannato a due anni di carcere per aver aggredito e sfregiato con una bottiglia il volto di un ragazzo durante la Notte Bianca di 4 anni fa.
O forse c’è chi preferisce che il clero faccia selfie coi pregiudicati piuttosto che con ragazzi profughi in piscina?
Evviva la destra della legalità …
(da “NextQuotidiano“)
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Agosto 27th, 2017 Riccardo Fucile
“ERRORI ANCHE DEL COMUNE NELLA GESTIONE DELLE OCCUPAZIONI”
Simone Canettieri sul Messaggero di oggi riporta una serie di frasi di Roberta Lombardi che critica Virginia Raggi per Piazza Indipendenza.
Mentre Andrea Mazzillo scalda i motori per candidarsi in Regione Lazio, la deputata che potrebbe correre per il posto di governatrice
«Non si possono liquidare i fatti di piazza Indipendenza con una tifoseria tra di noi all’insegna del ‘viva i migranti’ o ‘viva la polizia’».
Roberta Lombardi, deputata romana del M5S e sempre più papabile candidata alla Regione, in questi giorni ha assistito al derby interno tra Luigi Di Maio e Roberto Fico senza schierarsi.
Anzi, da Lombardi arriva una posizione terza, e se si vuole inedita, nel dibattito su responsabilità e ricette.
E soprattutto sulla comprensione del fenomeno. «Bisogna è il ragionamento della deputata grillina — mettere in fila i fatti e i protagonisti».
C’è sicuramente, sostiene, «un discorso di non gestione del fenomeno dei rifugiati che quindi è in campo al Governo e al ministro Minniti, poi abbiamo purtroppo una non gestione delle occupazioni che invece spetta al Comune, poi per continuare abbiamo avuto un poliziotto che ha detto un frase orribile e le forze dell’ordine che hanno gestito le operazioni come normalmente accade in caso di resistenza».
Lombardi in queste ore ha pesato i silenzi, soprattutto per non ricadere nella facile dinamica «ecco sta parlando la nemica interna della Raggi».
La Lombardi non risparmia critica anche al prefetto: «Ma bisogna conoscere Roma e soprattutto il mondo e la politica che si cela dietro a questi spaccati, certi partiti che si nascondono dietro le occupazioni per vantaggi elettorali, che si propongono come salvatori della patria in cambio di consenso».
(da agenzie)
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