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“LA MIA GENERAZIONE HA FALLITO, IL SUO UNICO DOVERE MORALE E’ SCOMPARIRE”: PARLA OLIVERO DILIBERTO CHE ORA INSEGNA DIRITTO ROMANO AI CINESI

Marzo 31st, 2018 Riccardo Fucile

L’EX GUARDIASIGILLI ELOGIA LA CINA DI XI E PARLA DELLA POLITICA ITALIANA: “DEL PD NON C’E’ PIU’ NULLA. GOVERNO M5S-LEGA IL PEGGIORE POSSIBILE”

Oliviero Diliberto non dà  interviste dal 2013, “da quando la mia parte politica fu sconfitta disastrosamente” e il suo giudizio di oggi, nell’intervista al Corriere della Sera, non ammette repliche: “La mia generazione ha fallito. Il suo unico dovere morale è scomparire”.
Venti anni fa è stato ministro della Giustizia, governo D’Alema. Ora la sua vita è cambiata, anche se l’insegnamento ha sempre fatto parte della sua vita: sta insegnando il diritto romano alla Cina, nell’ateneo di Wuhan, la città  con 200 università  e 10 milioni di abitanti a oltre mille km da Pechino.
Di più: sta aiutando il governo di Xi Jinping ad adottarlo nel proprio codice civile.
Ha parole di elogio per il presidente cinese, “ha avviato una campagna di riforme mai vista prima”, fra cui “otta alla povertà , Stato fondato sul diritto, contrasto alla corruzione. Che significa anche morigeratezza”.
Nessun problema per il mandato a vita, anche perchè “Roosevelt fu presidente degli Stati Uniti per quattro mandati e ne avrebbe fatto un quinto se non fosse morto”.
C’è la pena di morte e il record mondiale di esecuzioni capitali, ma “c’è anche negli Usa e nessuno si indigna. Con la differenza che gli americani avrebbero dovuto abolirla, perchè in fatto di diritti umani hanno una tradizione che in Asia non esiste. Invece non riconoscono neppure la Corte penale internazionale dell’Aja”.
Ricorda come divenne comunista.
“Era il 1969. Entravo in quarta ginnasio a Cagliari. C’era l’autunno caldo. Alcuni militanti distribuivano volantini per strada. Non li avevo mai visti. I volantini, dico. Rimasi folgorato dall’idea che si potesse cambiare il mondo”. […] “Come spiegò Enrico Berlinguer a Enrico Mentana, sono felice d’essere rimasto fedele agli ideali della mia gioventù. Non so quanti possano dire lo stesso”.
Oggi un comunista vive “con sobrietà . Da non confondere con il pauperismo”.
“Per anni ho avuto un pusher che mi forniva il pregiato caffè di Sant’Elena, l’isola dove morì Napoleone. Sul Frecciarossa viaggio in seconda classe. Ho insegnato gratis all’università  anche mentre ero in aspettativa parlamentare. Ci sono andato con le stampelle, dopo che mi era scoppiata la rotula in un brutto incidente domestico. Ho fatto persino gli esami in carcere a Totò Cuffaro”.
Oliviero Diliberto parla anche di politica italiana, con molta amarezza. Si avvale della “facoltà  di non rispondere” quando gli si domanda perchè i poveri, che in Italia sono sempre di più, non votino per il Pd.
“Il proletariato è più numeroso dei ceti abbienti, ma nelle elezioni, ahimè, entrano in gioco fattori ideologici, propagandistici, religiosi, antropologici. Pensi ai consensi raccolti dalla Dc. Un partito interclassista che, a questo punto, tutti rimpiangiamo”. […] “Non si possono tenere insieme Gramsci, Kennedy, Luther King e don Milani”.
Secondo Diliberto del Pd “non c’è più niente”, mentre Matteo Renzi “dovrebbe scomparire. Ma non lo farà “.
Quanto all’ipotesi di un governo fra Lega e M5S il giudizio è lapidario.
“Il peggio che ci possa capitare. Ma gli elettori hanno deciso così. Nel 2007 assistetti per caso dalla finestra di un hotel di Bologna al primo V-Day con Beppe Grillo. Un fanatismo e uno schiumare di rabbia terribili. L’idea che chiunque ha fatto politica sia un delinquente, a prescindere, contraddice tutti i valori della democrazia rappresentativa dai tempi di Pericle a oggi”.

(da “Huffingtonpost”)

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CORO DI PROTESTE CONTRO I FRANCESI DOPO L’IRRUZIONE ILLECITA A BARDONECCHIA

Marzo 31st, 2018 Riccardo Fucile

NEL PRIMO POMERIGGIO LA FARNESINA SI SVEGLIA E CHIEDE SPIEGAZIONI DOPO 15 ORE DAL FATTO… MA MINNITI NON SPIEGA PERCHE’ NON HA FATTO ARRESTARE I GENDARMI FRANCESI

Dal Pd a Fratelli d’Italia l’irruzione degli agenti francesi nel centro migranti di Bardonecchia suscita sdegno e rabbia e assume sempre di più le caratteristiche di un incidente internazionale.
“I fatti di Bardonecchia sono gravi.Così di certo non si fa la nuova Europa” afferma Maurizio Martina, segretario reggente del Partito democratico, su Twitter . Sulla stessa linea l’ex premier Enrico Letta: “Irruzione polizia francese a Bardonecchia è l’ennesimo errore su questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!
“Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità . Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità  alle nostre forze dell’ordine” dice il parlamentare europeo Daniele Viotti, che aggiunge:” esiste un piano politico che deve prevalere e che va oltre qualsiasi accordo tra Italia e Francia che gli agenti francesi possano richiamare come giustificazione. La costante aggressività  della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) ha una evidente copertura da parte del proprio governo che, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia”.
“A Bardonecchia, Oulx, Claviere e Monginevro, dove sono stato mercoledì e giovedì, proprio per vedere coi miei occhi cosa stesse succedendo, – riferisce l’europarlamentare- da un lato ho trovato serietà , preparazione e umanità  da parte dei sindaci, delle ong impegnate e dei cittadini, dall’altro arroganza e crudeltà . L’atto di ieri è una intimidazione vera e propria e una provocazione. Le forze dell’ordine italiane presidiano e tutelano la Valle in modo efficace da anni. Qui c’è solo bisogno di più Europa.
“Non ho ancora letto la notizia della protesta del ministro Minniti e del ministro Alfano nei confronti del governo francese. Che un nucleo di poliziotti francesi intervenga in   territorio italiano, in spregio a tutti gli accordi tra i due Paesi, faccia irruzione in un centro di solidarietà  gestito da un comune italiano è un fatto gravissimo   Macron e il suo governo se pensa che siamo una colonia sbaglia in pieno” afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali eletto in Piemonte, in merito all’episodio di ieri sera.
“E se il governo francese – prosegue l’esponente di Leu – non ha la decenza di rispettare il buon senso e l’umanità , almeno rispetti le leggi internazionali. Suvvia gentili ministri Minniti e Alfano – conclude Fratoianni – almeno per una volta mostrate la schiena diritta verso un potente e non come   sempre verso i più deboli e inermi…”
Gli fa eco Giuseppe Civati di Possibile: “Il governo ha il dovere di protestare contro il blitz degli agenti francesi nella sede di Bardonecchia della Rainbow4Africa. Si tratta di un’azione molto grave nei confronti di un Paese confinante. Ma soprattutto è un’intollerabile intimidazione verso chi offre assistenza ai migranti. Il rispetto dei diritti umani è stato calpestato oltre ogni immaginazione. E questo è inaccettabile”.
Reazione sdegnata anche della parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli: “Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo   L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità . Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile”.

(da agenzie)

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BARDONECCHIA, I DOGANIERI FRANCESI CHE HANNO FATTO IRRUZIONE NELLA SALA DEI MEDICI DI “RAINBOW FOR AFRICA” ANDAVANO ARRESTATI MITRA ALLA MANO

Marzo 31st, 2018 Riccardo Fucile

CON MINNITI ITALIA ZIMBELLO D’EUROPA, DOPO I CRIMINALI LIBICI ORA TAPPETO ROSSO ANCHE A QUELLI FRANCESI

Non era mai accaduto ed è verosimile che diventi un caso diplomatico l’irruzione di cinque uomini della dogana francese, ieri sera (30 marzo) intorno alle 19, nella base di «Freedom Mountain» a Bardonecchia, dove medici e infermieri dell’associazione Rainbow for Africa con mediatori culturali del Comune, pagati con fondi del ministero dell’Interno, assistono i migranti che mettono a rischio la loro vita nel tentativo di passare oltreconfine.
La pattuglia, diversamente da altre volte, quando aveva riaccompagnato i migranti in Italia, scaricandoli davanti alla base che si trova alla stazione di Bardonecchia, è entrata – hanno raccontato i testimoni – con atteggiamento imperioso nel locale accompagnando un giovane migrante.
Gli agenti hanno intimato ai presenti di allontanarsi, mostrando le armi che avevano addosso.
Il gruppo aveva con sè un giovane migrante, probabilmente ritenuto un corriere della droga: il ragazzo è stato portato nel bagno dove gli agenti gli hanno fatto l’esame delle urine.
Mentre i doganieri francesi erano occupati con il giovane, gli operatori hanno chiamato la polizia e il sindaco di Bardonecchia, subito accorsi. I nostri agenti hanno fatto uscire i doganieri francesi.
«Non avevano il diritto di entrare – ha detto il sindaco Francesco Avato -, nessun poliziotto italiano si sarebbe permesso di fare la stessa cosa in Francia».
Rainbow4Africa ricorda infatti di agire “secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità , imparzialità  e umanità . L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi”, insiste l’associazione, secondo cui “il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani”.
“Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa – Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità  di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”. “Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità  umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione – aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi -.Si valuterà  pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti”.
Il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, dice che gli agenti francesi “non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più”.
“Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori – aggiunge il sindaco – i volontari di Rainbow4Africa, come altre realtà , collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. E’ uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza”.
Ma la vicenda inaudita pone alcune domande:
1) Perchè i gerdarmi francesi sono potuti arrivare fino alla sede dell’associazione?
2) Perche’ i poliziotti italiani intervenuti dopo l’allarme ricevuto non hanno provveduto ad arrestare i gendarmi francesi?
3) Perchè per tutta la mattina la Farnesina non proferito parola, nonostante le proteste di tutti i gruppi politici?
4) Quali ordini Minniti ha impartito alla polikzia di frontiera? Dopo i criminali della Guardia costiera libica dobbiamo sopportare anche gli atti criminali della Gendarmeria francese?

(da agenzie)

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BERLUSCONI IN CAMPO: TORNA IL TERZO INCOMODO

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

MENTRE SALVINI E DI MAIO LITIGANO, IL CAVALIERE DIVENTA ECUMENICO E QUIRINALIZIO

Ci sono tre leader che santificano il venerdì di Pasqua con un profluvio di parole.
Per due, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non è una novità .
È il terzo a deflagrare d’improvviso nel già  faticoso dibattito su un ipotetico governo gialloverde: Silvio Berlusconi.
Un ritorno in grande stile sulla scena pubblica. Che spariglia i giochi e rende quasi trascurabili le pungolature sui quali i leader di M5s e Lega si stanno rincorrendo senza sosta in queste ore.
Una vera è propria strategia in quattro mosse.
Uno: fa filtrare di puntare a una piena riabilitazione politica dalla Corte di Strasburgo, un ritorno in piena regola al centro della scena politica.
Due: pubblica un intervento sul sito di Forza Italia nella quale elogia il metodo che ha portato all’elezione dei presidenti delle Camere, spiega che “bisogna raccogliere una maggioranza parlamentare intorno a un programma e a un premier in grado di realizzarlo, senza pregiudizi di schieramento”, ma ne rivendica la guida per il centrodestra.
Tre: manda in avanscoperta i suoi ad annunciare che guiderà  la delegazione azzurra al Colle.
Quattro: dirama una nota in cui usa termini dai significati stratificati e dai livelli di lettura complessi per gli osservatori della politica.
La premessa è quella di una “legislatura difficile”. Le strade indicate sono quelle della “larga condivisione” e il dovere di dare risposte da parte di “tutte le forze politiche responsabili”.
Come tirare una pedata sul castello di sabbia costruito faticosamente dai trenta/quarantenni nel loro gioco della sedia per non rimanere in piedi fuori da Palazzo Chigi.
Perchè l’appello ai responsabili e all’ampia condivisione è impregnato di un sapore quasi quirinalizio.
Come a intravedere il fallimento di tutte le ipotesi di accordo tra i partiti sul governo, anticipando una soluzione guidata dalla sapienza di Sergio Mattarella, che tenga dentro il ventaglio più ampio possibile di partiti a sostegno di un esecutivo benedetto dal Colle.
Soprattutto perchè il lavorio dei 5 stelle in vista di un’intesa politica per sbloccare l’impasse con le camicie verdi è finalizzato in particolar modo a anestetizzare la presenza di Berlusconi.
Poco prima dell’uno-due tra intervista e nota, uno dei consiglieri più vicini a Di Maio per la prima volta apriva informalmente alla presenza di Forza Italia nella futura maggioranza parlamentare.
Spiegando che si stava cercando una “soluzione legata a creatività  e fantasia, tenendo dentro figure tecniche vicine a Forza Italia o ministri azzurri che possano essere ascrivibili alla Lega”.
Aggiungendo che proprio dal Carroccio si confidava in una soluzione, “come hanno saputo fare con l’elezione dei presidenti delle Camere”, sapendo che i tempi saranno lunghi e che si arriverà  a un secondo round di consultazioni. Tempo sufficiente, a dire dei 5 stelle, a far decantare la situazione aprendo una fase nuova.
Tutto spazzato via da un Berlusconi che rivendica la propria centralità  di leader, facendolo con un ecumenismo che spazza via la voglia di una convergenza a due auspicata dalla war room stellata.
L’ex Cavaliere non rinuncia affatto al proprio ruolo, ma concede a Salvini il ruolo di guida nelle interlocuzioni con gli altri partiti.
A questo proposito, l’altro Matteo oggi ha affermato di ritenere che una possibile vittoria del centrodestra alle prossime elezioni regionali possa essere un segnale importante nelle valutazioni che dovrà  fare il Colle. Un passaggio apparentemente demagogico, ma che nasconde un dato non di poco conto.
In Molise — dove avvantaggiati sembrano i grillini — si voterà  appena il 22 aprile.
In Friuli Venezia Giulia — vero riferimento di Salvini, dove i sondaggi accreditano una vittoria schiacciante per il suo uomo, Massimiliano Fedriga — addirittura il 29. Rivelando così che la Lega ha ben chiaro che da qui a dopo Pasqua nessun accordo verrà  chiuso, e che i tempi per la formazione dell’esecutivo andranno per le lunghe. Arrivando addirittura a maggio.
Mentre si continuano a rincorrere le voci di un incontro fra il segretario della Lega e il capo politico del Movimento fra martedì e mercoledì, fra i due è andata in scena una lunga giornata di tira e molla.
Il leader del Carroccio ha continuato nelle sue (parziali) aperture al reddito di cittadinanza, preannunciando che la settimana prossima presenterà  una proposta per un “reddito di avviamento al lavoro”. Ma ha anche rivendicato per il centrodestra la guida del futuro governo, brandendo lo spettro di elezioni anticipate in caso di mancato accordo.
È stato lo stesso Fedriga, poco dopo, ad esplicitare il concetto: “Se Di Maio si impunta sulla premiership è più facile che torniamo al voto”.
Tutto questo perchè a metà  pomeriggio sul Blog delle stelle era uscito un post che metteva ancora una volta i puntini sulle i: “Luigi Di Maio unico candidato premier per il governo”.
Al momento i 5 stelle non si schiodano da lì. “Rivendicare la poltrona di Palazzo Chigi — spiega un uomo dell’inner circle — è l’unico modo che abbiamo di garantire il gruppo parlamentare e gli elettori su intese altrimenti indigeribili. Per dire io mi prendo quei voti, ma per fare questi 5, 10 punti che servono a tutti i cittadini. In caso contrario non lo reggeremmo”.
Intanto le struppe stellate stanno mettendo in campo un piano d’attacco sui vitalizi. I componenti dell’ufficio di presidenza della Camera, guidati da Roberto Fico, subito dopo le vacanze pasquali avvieranno le procedure per arrivare a un’abolizione o a una forte riduzione.
Un terreno teoricamente comune con la Lega. E sul quale Forza Italia ha sempre espresso parere contrario. Proprio nei giorni in cui Berlusconi salirà  al Colle. Da dove guarderà  divertito i due litiganti. I quali oggi sono stati avvertiti: senza il Cavaliere non si possono fare i conti.

(da “Huffingtonpost“)

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NEL PD SI SCHIERANO LE TRUPPE: RENZI SCATENA I SUOI, AL COLLE IN QUATTRO

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

LA LINEA: OPPOSIZIONE…   IPOTESI ASSEMBLEA NAZIONALE A GIUGNO

E’ un venerdì di passione nel Pd anche per i non cattolici.
All’indomani dell’infuocata assemblea dei deputati in cui Dario Franceschini e Andrea Orlando hanno ‘osato’ interrogare la linea di opposizione decisa dopo il 4 marzo, Matteo Renzi scatena i suoi.
Sono i più attivi sui social e sulle agenzie a ribadire che “la linea che porteremo la prossima settimana al Colle è di opposizione”, per usare le parole di Andrea Marcucci.
Tanto per iniziare, alle consultazioni con Sergio Mattarella sul governo per il Pd saliranno in quattro: il reggente Maurizio Martina, il presidente Matteo Orfini e i due capigruppo, Graziano Delrio per la Camera, Marcucci per il Senato.
Segno che il partito è attraversato da reciproci sospetti. Si apre una fase confusa. Nebbia anche sulla data di convocazione dell’assemblea nazionale che dovrebbe eleggere il nuovo segretario.
Fonti renziane ipotizzano che l’assemblea possa riunirsi solo a fine giugno. Vale a dire dopo i ballottaggi nei comuni che andranno al voto a metà  giugno. Perchè entro aprile ci sono le regionali in Molise e Friuli e poi inizia la campagna elettorale per le amministrative. Difficile convocare un’assemblea così delicata in fase pre-voto.
Anche se la pazienza di Renzi con il reggente Martina è agli sgoccioli.
Nel partito si è aperta la guerra interna ed è tempo di schierare le truppe: con me o contro di me.
E’ il motivo per cui giorni fa, dopo un pranzo con Renzi, Matteo Richetti ha dato un’intervista per candidarsi alle prossime primarie per la segreteria. Nessuno in questo caos sa dire quando si terranno, ma la candidatura di Richetti serve a Renzi per lanciare un segnale ai non-renziani, compreso Martina: alle brutte, io il candidato ce l’ho.
Già , i non-renziani. Dopo aver detto la sua ieri in assemblea, Franceschini aspetta il primo giro di consultazioni al Colle per tirare un po’ di somme.
Il ministro ha provato a scalfire la linea renziana dell’opposizione per tentare di evitare quello che pensa sia un danno all’Italia: un governo Lega-M5s.
Con quali numeri non è chiaro, visto che la maggioranza dei gruppi parlamentari sembra stare con Renzi, che invece spera in un governo giallo-verde, così il Pd resta all’opposizione sicuro.
Ma la battaglia è solo iniziata, dicono in area Franceschini. Oggi sul Mattino il sottosegretario Antonello Giacomelli, origini in AreaDem poi entrato in area Lotti, dice che è un bene che “gli eletti dem tornino a discutere”, pur ribadendo la linea di “opposizione ma non rinunciataria o di Aventino”.
Per i non-renziani sono piccoli segnali di crepe nello schieramento renziano. “Stare all’opposizione non può essere uno slogan ‘rifugio'”, dice Anna Rossomando, senatrice orlandiana eletta vicepresidente di Palazzo Madama. E poi c’è Francesco Boccia, area Emiliano, fin dall’inizio schierato per il dialogo con il M5s, oggi nel mirino di Carlo Calenda su Twitter.
“Ribadisco che i 5 stelle non sono nemici da abbattere ma solo avversari da rispettare, provando nel tempo a superare con proposte alternative”, risponde Boccia.
Il Pd è in ebollizione. I non-renziani sospettano che alla fine della fiera Renzi voglia aiutare il centrodestra a mettere su un governo, magari con un’astensione tecnica del Pd. I renziani sospettano che il gioco dei posizionamenti sul governo sia strumentale a precise contropartite.
Per esempio, una frase attribuita a Orfini e riportata da ‘La Stampa’ ha mandato su tutte le furie i luogotenenti di Franceschini e anche di Walter Veltroni, che al Corriere aveva detto sì ad un “dialogo con il M5s sotto la regìa di Mattarella”. La frase incriminata è questa: “Non vorrei che questa apertura al Cinquestelle da qualcuno dei nostri venga scambiata con un qualche improbabile accordo futuro per la presidenza della Repubblica…”.
Il fatto è che sulle consultazioni al Colle, si apre il congresso nel Pd. Si è già  aperto. “Il Pd in questa legislatura starà  all’opposizione. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente – scrive su Facebook Marcucci – Non vedo l’ora che giuri un governo Di Maio-Salvini. Loro hanno il diritto dovere di governare, noi non gli faremo sconti”.
E invece Martina, sempre su Facebook: “Stiamo attenti a un dibattito sterile tra isolamento e apertura. La Direzione nazionale ha stabilito unitariamente come dobbiamo muoverci. Le grandi discriminanti sono tutte di merito: rinnovamento delle istituzioni e della democrazia rappresentativa, nuova scelta europeista contro ripiegamenti sovranisti, lotta alle diseguaglianze, questione sociale, equità . Ricordiamoci sempre che il nostro primo vero tema è il ricongiungimento dell’impegno dei democratici con gli italiani. Penso che faremmo bene a spendere tutte le energie che abbiamo a partire da qui…”.

(da “Huffingtonpost”)

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INTESA MEDIASET-SKY: LA PAY TV ANCHE SUL DIGITALE TERRESTRE

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

E IL BISCIONE SBARCA SUL SATELLITE CON CINEMA E SERIE PREMIUM

Sky Italia e Mediaset Rti hanno siglato un duplice accordo commerciale che porta molti benefici agli abbonati Sky attuali e che consente ai telespettatori italiani di avere un’offerta Sky anche sul Digitale Terrestre.
Grazie a un primo accordo relativo ai contenuti, 5 canali di cinema e 4 canali di serie tv attualmente disponibili solo su Mediaset Premium, saranno visibili a tutti gli abbonati Sky via satellite senza nessun costo aggiuntivo.
Inoltre, tutti i film e le serie tv disponibili on demand andranno ad arricchire la library di contenuti a disposizione delle oltre 3,1 milioni di famiglie abbonate che accedono per scaricare e vedere i loro programmi preferiti quando e dove vogliono.
Gli abbonati Sky al pacchetto Cinema vedranno quindi – in aggiunta ai 12 canali HD targati Sky che già  offrono una prima visione al giorno, film campioni di incasso e le migliori pellicole italiane – Premium Cinema e Premium Cinema +24, con ancora più anteprime e blockbuster hollywoodiani, Premium Cinema Energy, dedicato al cinema d’azione, al brivido e all’horror, Premium Cinema Emotion, con le commedie romantiche e le storie più emozionanti, Premium Cinema Comedy, interamente dedicato alla commedia e al divertimento, dai cult italiani ai film comici di maggior successo.
Tutti insieme, questi canali programmano ogni anno mediamente oltre 1.400 differenti titoli cinematografici tra cui blockbuster del calibro di Wonder Woman, Dunkirk, L’ora più Buia, Cinquanta Sfumature Di Rosso, Justice League, It, L’uomo di Neve.
Gli abbonati Sky al pacchetto Sky Famiglia, potranno quindi vedere il canale Premium Action, dedicato alle serie d’azione, ai supereroi, al fantasy e al sci-fi, Premium Crime, il canale delle serie poliziesche e legal, Premium Joi con le grandi storie, che spaziano dal medical, al romance, ai drama familiari e Premium Stories, dedicato alle serie comedy, sitcom e alle commedie di ogni genere.
Questi canali vanno a rafforzare un’offerta già  ricchissima che va da Sky Uno a Fox, da Sky Atlantic a National Geographic.
Alle apprezzatissime produzioni originali Sky – come Gomorra – La serie, The Young Pope, Babylon Berlin, Britannia, o l’atteso Il Miracolo di Niccolò Ammaniti – e alle serie tv internazionali trasmesse anche in contemporanea con gli Stati Uniti prodotte da HBO, Disney e Fox – come Westworld, Il Trono di Spade, Grey’s Anatomy, The Walking Dead, Billions, Trust – si aggiungeranno titoli del calibro di Gotham, Chicago Fire, Supergirl, Suits e Mr Robot.
Questa offerta di contenuti di pregio senza precedenti si combinerà  con la qualità  dell’esperienza di visione che da sempre offre Sky, oggi più forte che mai grazie a Sky Q.
Sulla base di un secondo accordo commerciale relativo alla distribuzione di contenuti sulla piattaforma digitale terrestre, Sky Italia affitterà  banda sui multiplex gestiti dalla società  Ei Towers del Gruppo Mediaset, per distribuire direttamente una sua offerta a pagamento pensata appositamente per il digitale terrestre.
A partire dal 1° giugno 2018, grazie alla capacità  trasmissiva messa a disposizione dal gruppo Mediaset, Sky creerà  una sua offerta televisiva a pagamento in digitale terrestre che combinerà  una selezione dei canali Sky e Fox con i 9 canali targati Mediaset, 5 di cinema e 4 di serie tv, che contemporaneamente andranno ad arricchire l’offerta via satellite.
A questo pacchetto di canali di cinema, serie tv e intrattenimento, si potrà  aggiungere anche un altro pacchetto dedicato allo sport che includerà  una selezione dei grandi eventi sportivi di Sky, anche in Alta Definizione.
Grazie a questa offerta da giugno avere Sky sarà  più facile e saranno i clienti a scegliere come riceverlo, via Satellite, Internet o Digitale Terrestre.
Ulteriori dettagli relativi a questa offerta Sky dedicata al digitale terrestre verranno resi noti in prossimità  del suo lancio commerciale.
“L’accordo strategico siglato oggi da Sky e Mediaset è ricco di buone notizie per gli amanti della televisione. Gli abbonati Sky troveranno entro l’estate inclusi nei loro abbonamenti e senza costi aggiuntivi, l’intera offerta di canali Cinema e Serie Tv di Premium, tutti in HD. Sarà  quasi come avere due offerte PayTv al prezzo di una”. Lo ha detto Andrea Zappia, ad di Sky Italia ha dichiarato.
“Dopo il lancio di Sky Q e l’annuncio della partnership con Netflix – ha aggiunto – questo accordo conferma la determinazione di Sky di offrire la miglior esperienza televisiva possibile agli italiani. L’altra ottima notizia è per chi invece non è ancora cliente Sky. Grazie a questa nuova partnership, infatti offriremo ancora più libertà  di scelta a coloro che vogliano accedere alla PayTV, lanciando a giugno una offerta pensata per il digitale terrestre. Portare nelle case dei nostri abbonati un’esperienza televisiva ancora più ricca e completa, lasciando loro la libertà  di scegliere come riceverla, è motivo di grande soddisfazione. Ed è proprio i nostri clienti che vorrei ringraziare. Con la loro fiducia ci stimolano a migliorare ogni giorno il nostro servizio”.

(da agenzie)

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ITALIAONLINE, LA SEDE DI TORINO CHIUDE MA I MANAGER SI DANNO UN PREMIO DA 6,7 MILIONI DI EURO

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

IL COLOSSO DEL DIGITALE HA CHIUSO L’ANNO CON 27 MILIONI DI EURO DI UTILE MA LICENZIA I 400 DIPENDENTI

Licenziamenti e premi ai manager. E’ la strana accoppiata che si verifica in Italiaonline.
Alla prossima assemblea dei soci, in programma il 27 aprile, verrà  infatti proposto un piano di incentivazione del top management in azioni che vale 6,7 milioni di euro. Una mossa che avviene proprio quando la società , controllata dall’imprenditore egiziano Naguib Sawiris e da alcuni fondi, dichiara 400 esuberi e l’intenzione di chiudere la sede di Torino.
Il piano di ‘performance share’ 2018-2021 mette a disposizione fino a quasi 2,3 milioni di azioni gratuite, pari al 2% del capitale, che verranno assegnate a manager e amministratori esecutivi nel caso in cui vengano raggiunti determinati obiettivi.
Al momento della sua adozione da parte del cda, martedì scorso, l’azione di Italiaonline valeva in Borsa 2,9118 euro, attribuendo così al piano un controvalore complessivo di quasi 6,7 milioni di euro.
Italiaonline ha congelato per un periodo di tre settimane il piano di ristrutturazione, dopo che lo scorso 20 marzo è stato aperto un tavolo di mediazione al ministero dello Sviluppo economico.
La mossa viene aspramente criticata da Liberi e Uguali, con Nicola Fratoianni che commenta: “Che Paese straordinario che è l’Italia:   il colosso del digitale Italiaonline mentre prevede 400 licenziamenti e la chiusura dello stabilimento a Torino, pur avendo 27 milioni di euro di utile netto nell’ultimo anno, stabilisce anche la distribuzione di 7 milioni di euro di incentivi ai manager dell’azienda per i prossimi tre anni. In un Paese normale questo si chiamerebbe furto e gli autori verrebbero trattati tecnicamente come ladri”.

(da agenzie)

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BANCHE: IN UN ANNO 1700 SPORTELLI E 13.500 DIPENDENTI IN MENO

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

IN OTTO ANNI I BANCARI SONO SCESI DEL 13,4%, PERSI 44.000 POSTI DI LAVORO

Nel 2017 il numero degli sportelli bancari in Italia è sceso di 1.669 unità  a 27.358 da 29.027 di fine 2016 (-5,7%).
Lo indica Bankitalia nel rapporto ‘Banche e istituzioni finanziarie: articolazione territoriale’, sottolineando che la diminuzione ha riguardato tutte le regioni ed è stata più accentuata in Umbria, Marche e Molise
Dal rapporto emerge anche la dinamica per quanto riguarda l’occupazione, con i dipendenti scesi del 13,4% dal 2009 allo scorso dicembre. Nel solo ultimo raffronto si è registrata una sensibile diminuzione: se nel 2016 erano quasi 300mila, i bancari sono diventati 286mila alla fine dell’anno scorso
L’articolazione territoriale degli sportelli bancari operativi sul territorio mostra una maggiore presenza nelle regioni del Nord, che rappresentano il 57% del totale nazionale (40% in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), spiega Bankitalia, mentre il numero di sportelli ubicati nelle regioni del Sud e nelle Isole ammonta complessivamente al 22% del totale nazionale.
La provincia di Milano, con 1.568 sportelli censiti, conta da sola più sportelli dell’intera Calabria o Sicilia.

(da agenzie)

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GENOVA, IL NO AL PATROCINIO DEL GAY PRIDE DEL SINDACO DIVIDE IL CENTRODESTRA

Marzo 30th, 2018 Riccardo Fucile

L’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITA’ CONTESTA IL SINDACO: “IO PARTECIPERO’ AL CORTEO”… ANNA PETTENE (FORZA ITALIA): “ATTO DI INCOMPRENSIBILE CHIUSURA E OSTILITA'”… MA I LEGHISTI DEVONO FARE MARCHETTE CON L’ELETTORATO PIU’ BECERO

Il Sindaco Marco Bucci ha detto no, ma nel centrodestra e anche all’interno della sua giunta le posizioni non sono unanimi rispetto al patrocinio (non oneroso) del Comune, che è stato negato alle iniziative promosse dal Coordinamento Liguria Rainbow per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender: la ColorataCena ai giardini Luzzati del 17 maggio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, e il corteo del Liguria Pride del 16 giugno.
Nel coro di silenzi con il quale il centrodestra ha accolto anche questa decisione del sindaco, si distinguono per ora pochissime voci.
Una, molto critica, è di Anna Pettene, avvocato, moglie di Edoardo Garrone, indicata come possibile candidata prima in consiglio comunale nella lista Bucci e poi alle politiche con Forza Italia. Pettene, che fa parte della squadra di “saggi” del vicesindaco Stefano Balleari, ha scritto su Facebook che «negare il gay pride a Genova (il sigillo del Comune) è un atto di incomprensibile chiusura e ostilità . Non sono d’accordo».
E poi chiede: «L’omofobia non esiste secondo molti. Siete convinti? Non altre questioni in gioco e di contorno ma solo una semplice domanda: esiste ai giorni nostri l’omofobia?». E la risposta non detta è facilmente intuibile.
Ma anche l’assessore Arianna Viscogliosi (Direzione Italia), che ha la delega alle Pari opportunità  oltre che al Personale, fa sapere che «sarò personalmente presente per portare la mia vicinanza a chiunque lotti per i propri diritti e per le proprie pari opportunità . Le mie azioni concrete – sottolinea Viscogliosi – parlano per me: sono contro ogni forma di razzismo, omofobia, violenza… Rispetto la scelta del sindaco che, fin dall’elezione, ha detto che il patrocinio non sarebbe stato concesso ad eventi divisivi o che possono diventare terreno di contrapposizione ideologica».
Anche se pure il patrocinio negato divide.

(da “Il Secolo XIX”)

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