Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
LA STRUTTURA AL CENTRO DELLE POLEMICHE
La Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa contro ignoti per accertare se all’ospedale di Codogno siano state rispettate le misure contro la diffusione del Coronavirus SARS-CoV-2 e di COVID-19.
I Nas hanno acquisito la cartella clinica del malato e stanno verificando, anche a Lodi e Casalpusterlengo, se tra i ricoverati dei giorni prima qualcuno possa essere sfuggito ai controlli antivirus.
L’indagine, spiega in una nota il procuratore Domenico Chiaro, dovrà chiarire «eventuali responsabilità nella gestione» di quello che sembra essere il paziente 1 «del più grosso focolaio» dell’epidemia, ovvero Mattia.
Mattia è il 38enne ricoverato all’ospedale di Codogno per il Coronavirus. La prima volta che si è presentato al nosocomio senza però dire di aver frequentato il cognato di Fiorenzuola di ritorno dalla Cina — va anche detto che nel frattempo il cognato è risultato negativo a tutti i test su COVID-19 — e lì non sono stati attivati per la prima volta tutti i protocolli di sicurezza: cinque medici e tre pazienti dell’ospedale sono già risultati contagiati.
Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano e primario al Sacco, ha spiegato in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera il motivo dei tanti casi di coronavirus in Italia: «Da noi si è verificata la situazione più sfortunata possibile, cioè l’innescarsi di un’epidemia nel contesto di un ospedale, come accadde per la Mers a Seul nel 2015. Purtroppo, in questi casi, un ospedale si può trasformare in uno spaventoso amplificatore del contagio se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato: il contatto con altri pazienti con la medesima patologia oppure la provenienza da un Paese significativamente interessato dall’infezione».
Il giorno dopo Galli sul Corriere ha parzialmente rettificato la sua posizione
Il «paziente 1» entra in Pronto soccorso, per la seconda volta, alle 3.12 di notte del 19 febbraio. Trentasei ore. È il tempo trascorso tra il ritorno di Mattia in Pronto soccorso (dov’era già stato il giorno prima) e il tampone per il coronavirus. Il test viene fatto intorno alle 16 del 20 febbraio. Dopo che il 38enne, maratoneta e calciatore per diletto, passa un giorno e mezzo nel reparto di medicina. Lo vanno a trovare parenti e amici ed entra in contatto con medici, infermieri e altri pazienti. Il motivo del non aver ipotizzato subito la possibilità del coronavirus: «Non è di ritorno dalla Cina».
In realtà , le linee guida del ministero della Salute del 22 gennaio su chi va sottoposto al tampone, dicono che è da trattare come caso sospetto anche «una persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato».
E una polmonite per un 38enne sano e sportivo, in realtà , lo può essere. Ma la nuova versione delle linee guida ministeriali del 27 gennaio cancella quella frase e prevede controlli solo per chi ha legami con la Cina.
A quel punto, ha raccontato ieri il Corriere della Sera, il paziente 1 viene spostato in rianimazione e lì infetta i due anestesisti benchè questi siano protetti dal protocollo. Ma cosa è successo all’interno dell’ospedale in quelle ore?
La prima ipotesi è chiudere il Pronto soccorso e l’ospedale tenendo dentro chi c’è in quel momento. Poi viene presa in considerazione l’idea di trasferire i pazienti in altri ospedali. Medici e infermieri del turno di notte tornano a casa convinti di cominciare un autoisolamento. E invece no: vengono richiamati più tardi, quando ci sono anche gli altri colleghi del nuovo turno.
Nel corso della giornata si decide chi di loro resta e chi torna a casa. Solo a mattina inoltrata il Pronto soccorso si svuota e le porte dell’ospedale, formalmente chiuso già da mezzanotte, vengono davvero rese inaccessibili: non si esce e non si entra più. Ad oggi ci sono lavoratori che aspettano ancora l’esito del tampone.
In uno dei messaggi scambiati via WhatsApp, un uomo dall’interno dell’ospedale (che non vuole essere identificato) racconta a un amico che «è sbagliato dire che quella notte è andato tutto bene perchè non è la verità . Ma era un’emergenza mai vista e non vale accusare con il senno del poi. Diciamoci soltanto la verità , e cioè che forse la gestione di quella notte poteva andare meglio, ma diciamo anche che non era facile e che tutti hanno lavorato senza risparmiarsi. E cerchiamo di imparare dagli errori».
Un medico in quarantena di Castiglione d’Adda, cittadina a poche chilometri da Codogno, racconta all’agenzia AdnKronos: «Siamo stati un po’ delle cavie. Bisogna dare ai medici delle protezioni, spero che nelle altre regioni non si facciano gli stessi errori». Ancora: «Nelle settimane precedenti c’erano state troppe polmoniti strane. Ma per il nuovo coronavirus tutto quello che dovevamo fare era chiedere agli assistiti se venivano dalla Cina, e in particolare dall’area a rischio». Forse c’è stata una sottovalutazione, forse non si è capito che in un mondo ormai sempre più piccolo un virus partito da una megalopoli cinese come Wuhan poteva arrivare anche dove meno ce lo si aspettava, nella quiete della Bassa Lodigiana. Però resta una domanda: perchè non è stata scelta una linea più rigorosa dall’Italia imponendo i test per tutti i casi sospetti, anche quelli che non avevano legami con la Cina? Perchè i paesi dell’Unione europea non hanno scelto questa linea comune prima che il contagio arrivasse? Perchè fare il test ad ogni persona con la tosse non è praticabile.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
BORRELLI: “TUTTO NELLA NORMA NELLA ZONA ROSSA”… I TRE NUOVI DECESSI RIGUARDANO PERSONE OVER 80 CON PROBLEMI PREGRESSI
”Dalla Lombardia ci giunge la notizia di altre 3 guarigioni″. Lo ha dichiarato Angelo Borrelli, capo
della Protezione Civile, nel secondo aggiornamento di giornata sul coronavirus in Italia. Al momento sono 45 i guariti sul territorio nazionale. “Il dato dei positivi è di 650 unità ”.
Altri 3 decessi nella regione lombarda, che portano il totale a 17. Anche in questo caso si tratta di persone anziane e con problemi pregressi: erano ultraottantenni.
Borrelli ha annunciato che sono in arrivo “oltre 35mila mascherine” per l’Emilia Romagna, Piemonta, Lombardia e Veneto.
Per quanto riguarda la zona rossa, “tutto è nella norma, non c’è nessuna criticità . Ringrazio la popolazione che ordinatamente sta rispettando le indicazioni delle autorità in quelle zone, ringrazio le strutture e i volontari, assistono chi ha bisogno, facendo anche la spesa, gestiscono il montaggio delle tende all’esterno degli ospedali per le attività del pretriage”
Il professor Brusaffero dell’Iss ha voluto fare chiarezza sull’iter riguardo le diagnosi di coronavirus, e la loro conferma: “Abbiamo una rete di riferimento regionale che fanno la prima diagnosi. Ovvero, prendono i tamponi e fanno un accertamento diagnostico circa la presenza del virus”.
In caso di positività , “il campione viene inviato a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità ”, che farà la sua diagnosi. Quando l’Iss certifica il risultato, a quel punto “possiamo considerare confermato un test”.
“Alle 12 di oggi i casi confermati dall’Istituto sono 282″, dato che verrà aggiornato quotidianamente dall’Iss. “Il numero di test confermati coincide”: 282 sono i tamponi ricevuti, e 282 sono i campioni positivi. “Il nostro è un test di conferma: se il tampone è negativo, rimane alle regioni”.
Sul presunto eccesso di tamponi effettuati, Brusaferro ha detto che le raccomandazioni “indicano l’opportunità di usare i test dove ci siano persone positive con dei sintomi. Nella fase iniziale, immagino che nelle aree colpite ci sia stato un ricorso al test”. Secondo il professore c’è stato un grande lavoro nell’individuare i contatti stretti nella zona rossa.
“Le età più giovani sono quelle meno colpite, o addirittura pochissimo colpite”, ha spiegato Brusaferro, parlando dei dati cinesi, “e pensiamo che possa essere estrapolabile anche alla realtà italiana”, ma si tratta di “un’ipotesi che va approfondita”
Riguardo l’aumento del numero di guarigioni, “ci aspettiamo che la stragrande maggioranza dei casi […] superino l’infezione e ritornino ad una vita normale, portando una memoria immunitaria”, ha precisato Brusaferro.
“Per la chiusura delle frontiere, bisogna fare riferimento alle raccomandazioni degli scienziati perchè pare che il virus non si fermi ai confini. Purtroppo così è e talvolta gli isolamenti sono utili. Ma meglio farlo in zone particolarmente colpite dal virus come ha fatto l’Italia, e l’Oms non raccomanda la chiusura delle frontiere. Le decisioni saranno sempre prese sulla base delle indicaizoni scientifiche”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del XXXV vertice intergovernativo Italia – Francia sulla richiesta di Marie Le Pen di chiudere le frontiere con l’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
L’81% CHIEDE ALLA POLITICA DI NON FARE POLEMICHE IN UN MOMENTO COSI’ DELICATO… I PIU’ PAUROSI? I LEGHISTI
I più preoccupati per la diffusione del coronavirus sono gli elettori della Lega e del Pd. A metterlo nero su bianco sono i sondaggi Emg Acqua diffusi stamattina da Fabrizio Masia per Agorà su Raitre secondo cui il 43% degli italiani è preoccupato sia per la propria salute che per l’economia del Paese — dalla chiusura dei locali ai grandi eventi rinviati — mentre il 6% si dice tranquillo.
Il 30% è preoccupato solo per le ricadute sull’economia e il 18% solo per la propria salute.
Ad avere più timori sono gli elettori del partito guidato da Matteo Salvini: il 60% ha paura di ripercussioni per il nostro Paese e per la loro salute mentre il 55% degli elettori del Pd teme per l’economia del nostro Paese.
La paura per il coronavirus in Italia è «eccessiva» per il 51% degli intervistati mentre è «giustificata» per il 43%.
Gli italiani, intanto, continuano a informarsi soprattutto in tv (72%) e internet (49%) mentre il 4% ammette di non essersi affatto informato. Buona la percentuale (26%) di persone che si informano tramite siti ufficiali, come quello del ministero.
E su una cosa sono tutti d’accordo: la politica, di fronte a un’emergenza così, la politica dovrebbe «unirsi senza polemiche».
Ne è convinto l’81% contro il 14% secondo cui i politici dovrebbero «continuare a confrontarsi come prima».
A non volere divsisioni in un momento così delicato è il 92% degli elettori del Pd e l’87% di quelli del M5s. Gli elettori della Lega, invece, con il 30% chiedono che si continui il confronto.
Il 32% degli intervistati vorrebbe «più chiarezza», il 62% invece si dice «sufficientemente informato». «Non ha capito nulla» solo il 2%.
(da Open)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
ESISTE UN ORDINE DEI GIORNALISTI? O E’ CONSENTITO IN ITALIA DIFFONDERE VIDEO FALSI?…. I DATI DEL VIMINALE: SU 19.519 REATI A BOLOGNA SOLO 210 NEL QUARTIERE DEL PILASTO CHE E’ STATO QUINDI DIFFAMATO DA POLITICI E MEDIA
Verificando con Google Street View, e ricercando immagini corrispondenti, le scene riportate in TV
non riguardano Pilastro
Il 29 gennaio 2020 Matteo Salvini condivide sulla sua pagina Facebook uno spezzone della puntata di Fuori dal Coro, in onda su Rete 4 e condotto dal giornalista Mario Giordano, in cui verrebbero mostrate delle riprese fatte presso il quartiere Pilastro di Bologna, quello della citofonata alla famiglia italo-tunisina, per dimostrare i problemi di spaccio contestati durante le elezioni regionali in Emilia Romagna.
Il post di Matteo Salvini: «Onore a Mario Giordano per aver svelato i veri problemi del quartiere Pilastro di Bologna»
Il servizio parte con le dichiarazioni Anna Rita Biagini, la signora che aveva accompagnato l’ex ministro dell’Interno e definita «mamma anti spaccio», dove parla del quartiere di Pilastro di Bologna e dello spaccio nella piazza dove la stavano intervistando.
A prova di quanto raccontato dalla signora il servizio continua con delle riprese accompagnate dal seguente commento: «Noi abbiamo fatto un giro e in effetti lo spaccio è all’ordine del giorno».
«Qui vedete uno scambio di droga in piena regola» affermano nel servizio, ma la scena non riguarda affatto il quartiere Pilastro di Bologna. Il momento dove viene mostrato uno scambio di droga, ma non si tratta di Pilastro.
La scalinata presente nel video non si trova a Pilastro, si tratta della Scala della Montagnola (circa 14 minuti d’auto dal quartiere) come possiamo osservare con una fotografia pubblicata su Tripadvisor.
«Trovarla [la droga, n.d.r.] è veramente semplice» prosegue il servizio mostrando delle riprese in un portico che però non risulta far parte dell’architettura del quartiere Pilastro di Bologna.
Si tratta, infatti, di via Giuseppe Petroni all’altezza del numero civico 6. Ecco il confronto con le parti in comune evidenziate
Ci troviamo ancora una volta a circa 15 minuti d’auto da Pilastro.
I dati del Viminale
Durante la puntata del 26 febbraio 2020 della trasmissione Fake — La Fabbrica delle Notizie, in onda su canale NOVE, sono stati mostrati i dati relativi ai reati contestati nel 2019 a Bologna confrontati con quelli relativi al quartiere Pilastro, dati ottenuti dalla redazione direttamente dal Viminale.
Su 19.519 reati in tutta la città abbiamo 210 contestati nel quartiere, mentre su un totale di 525
cittadini legati agli stupefacenti sono 9 quelli relativi a Pilastro.
I dati del Viminale, di cui era ministro, mostrano un quadro più chiaro della realtà . Per questo motivo, i residenti, si sono lamentati del trattamento subito dai media durante e dopo la campagna elettorale.
La falsa aggressione a una 15enne
L’attenzione rivolta verso il quartiere di Pilastro durante le elezioni era iniziata a seguito di un fatto di cronaca che riguardava una ragazzina di 15 anni che sarebbe stata aggredita e derubata da uno straniero in quella zona di Bologna. La candidata alla presidenza per la Lega, Lucia Borgonzoni, aveva condiviso un articolo de Il Resto del Carlino per parlare della vicenda:
A seguito delle indagini delle forze dell’ordine, si è scoperto che si era trattata di una messinscena architettata dalla ragazza 15enne e un suo amico di origine russa. I due sono stati denunciati per procurato allarme e simulazione di reato
(da Open)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO GIORNI DOVE SEMBRAVA DI ESSERE TUTTI VITTIME DI UNA STRAGE, OGGI TITOLA “DIAMOCI UNA CALMATA, ORA SI ESAGERA”… SONO ARRIVATI I POTERI ECONOMICI A CONSIGLIARE I SOVRANISTI CHE SONO SCATTATI SULL’ATTENTI
Il teorema della scimmia instancabile o teorema delle scimmie infinite afferma che una scimmia che prema a caso i tasti di una tastiera per un tempo infinitamente lungo quasi certamente riuscirà a comporre qualsiasi testo prefissato.
Come esempio i francofoni prendono i volumi della Biblioteca Nazionale di Francia e gli anglosassoni le opere di William Shakespeare e, per quanto riguarda l’Italia, la Divina Commedia. Ma è altamente probabile che alla scimmia non sarebbe necessario un tempo poi così lungo per scrivere una prima pagina di Libero. E soprattutto avrebbe molta più coerenza.
Il quotidiano di Senaldi e Feltri infatti ha fino all’altro giorno sparso terrore e panico sul Coronavirus accusando il governo di aver contribuito alla sua diffusione e facendo girare allarmismo a più non posso.
Stamattina ha cambiato idea e dice che sul virus “Ora si esagera”, e buttandola sulle frasi da Smemoranda: “Non possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire”.
Poi, siccome acca’ nisciuno è fesso, dice che se siamo in emergenza allora dobbiamo costruire “un governo con dentro tutti i partiti per gestire la congiuntura” (ma come, non dovevamo darci una calmata?) e aggiunge che Conte “non è all’altezza del suo compito” (ma come, è il premier che ripete da giorni di stare tranquilli, ora perchè non va bene?). Infine chiosa sulla quarantena con mascherina di Attilio Fontana, lasciandoci nella suspense.
Soltanto il teorema della scimmia instancabile può salvarci.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
LA SEA WACHT SBARCA A MESSINA… PERCHE’ MUSUMECI INVOCAVA LA QUARANTENA A BORDO PER I NAUFRAGHI E HA INVECE FATTO SBARCARE SENZA CONTROLLI MIGLIAIA DI PERSONE DI VARIE NAZIONALITA’ DA UNA NAVE DA CROCIERA? FORSE PERCHE’ SONO BENESTANTI?…LA PROTESTA DELLA ONG: “DISCRIMINATORIA LA QUARANTENA SOLO PER I MIGRANTI”
Sono tutti negativi i tamponi effettuati sui 274 migranti sbarcati quattro giorni fa dalla Ocean Viking
di Sos Mediterranèe e Msf in quarantena dentro l’hotspot del porto siciliano. Anche i test sulle tre persone che sabato erano state trasferite in ospedale con qualche linea di febbre sono negativi.
E negativi anche tutti i campioni sulle altre persone asintomatiche. Resteranno comunque tutti isolati così come i componenti dell’equipaggio anche loro in quarantena a bordo della nave all’interno del porto di Pozzallo.
Stesso destino per i migranti e l’equipaggio della Sea Watch 3 che approda oggi a Messina su indicazioni del Viminale nonostante la richiesta del presidente della Regione siciliana Musumeci di farli rimanere in quarantena a bordo della nave e non in una struttura a terra. Alla Ong tedesca è stato confermato che anche tutti i membri dell’equipaggio dovranno rimanere in isolamento a scopo precauzionale per due settimane.
E questa volta, a far esplodere la polemica, sono le organizzazioni umanitarie che denunciano un trattamento discriminatorio nei loro confronti.
“Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate, riteniamo discriminatoria l’applicazione esclusiva della misura a navi Ong”, dice Sea Watch mentre Mediterranea fa notare che a Palermo da una nave da crociera sono scese migliaia di persone di varie nazionalita’ senza che sia stata adottata alcuna misura precauzionale.
La quarantena forzata bloccherà quindi le due navi umanitarie in un momento in cui continuano ad arrivare richieste di soccorso da parte di gommoni e barconi. L’ultimo ieri pomeriggio da parte di 44 persone a bordo di un gommone bianco in acque internazionali.
A rilanciare la polemica è la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi che, alla richiesta del governatore siciliano di far rimanere anche i migranti in quarantena sulla nave, replica: ” La nave trasporta dieci volte il numero regolare di persone previste, la quarantena a bordo sarebbe una misura disastrosa da un punto di vista umanitario e sanitario. Le autorità hanno predisposto quanto necessario per le procedure di sbarco, le dichiarazioni del presidente Musumeci sono politiche”.
Sul molo Norimberga del porto di Messina, ad accogliere la Sea Watch 3 sono presenti le forze dell’ordine e il personale dell’Asp.
(da agenzie)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
IL MEMBRO DELL’OMS: “LE PROSSIME DUE SETTIMANE SARANNO DECISIVE”
Lunedì è stato nominato dal ministro della Salute Roberto Speranza “consigliere per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali”. Nel giro di un paio di giorni, Walter Ricciardi si è già ambientato nel suo nuovo ruolo.
Ha analizzato errori, dato consigli e ora avverte: con un’emergenza come questa una gestione frammentata, su base regionale, del sistema sanitario può avere effetti letali.
Lei non ha risparmiato critiche al governo, per le misure prese e per quelle non prese prima dell’arrivo della malattia. Perchè l’hanno chiamata e perchè ha accettato?
“Perchè mi hanno chiesto di collaborare non lo so, va domandato a loro. Io ho detto sì perchè ritengo che ora ci si debba mettere al servizio del Paese, che è in un momento difficilissimo. Io sono un medico di sanità pubblica e questo è il mio mestiere. Riguardo alle mie dichiarazioni dei giorni scorsi, gli scienziati hanno il dovere di dire sempre la verità , anche quando è scomoda”.
Che clima ha trovato?
“Sono rimasto sorpreso dal ministro Roberto Speranza, che ho conosciuto tre giorni fa. È una persona perbene, cerca di risolvere una situazione che metterebbe a dura prova qualsiasi politico. Avrei comunque detto sì alla richiesta del ministero, ma ora sono anche più convinto”.
Sono stati commessi degli errori dopo i primi casi in Lombardia e Veneto?
“L’Italia ha una debolezza: il sistema è frammentato, è in mano alle Regioni e lo Stato ha solo ruoli limitati. In tempi normali questo è anche accettabile ma in tempi di epidemia come questo può avere effetti letali, perchè in certi frangenti va adottata una linea unitaria, che faccia prendere misure proporzionate. E invece spiccano casi di inadeguatezza decisionale. Penso alle Marche, che chiudono le scuole per un caso in una regione vicina. In generale, un altro errore è la deroga a evidenze e protocolli. Così si allarmano le persone”.
Si riferisce al gran numero di tamponi effettuati in questi giorni?
“Anche. Finalmente abbiamo deciso che vengano fatti solo a chi ha i sintomi di un’infezione respiratoria e proviene da una zona a rischio, anche italiana, o ha avuto contatti con i malati. Bisognava fare così da subito e invece ci troviamo con tanti casi sospetti, per i quali manca ancora una conferma. Per non parlare dei tanti possibili falsi positivi che si generano. In più c’è un errore che si potrebbe definire strutturale”.
Quale?
“Quando hai davanti un cluster di casi devi usare l’epidemiologia di campo, che è una sofisticata tecnica investigativa. Ci sono pochi esperti in Italia, non in ogni Regione. All’Istituto superiore di sanità avevamo una grande scuola per questo tipo di professionisti. In un Paese serio queste competenze non si tagliano. E invece gli epidemiologi e i medici di sanità pubblica negli anni passati sono stati decimati. Per forza poi non si trova il paziente zero, non abbiamo gli investigatori adatti a cercarlo”.
Che cosa, invece, è stato fatto bene?
“Le procedure del ministero sono state corrette, hanno cercato di fare tutto al meglio ma come ho detto i problemi di competenza in materia sanitaria sono stati un ostacolo”.
Quanto fa paura il coronavirus?
“Non è da sottovalutare ma non parliamo neanche di Ebola. Nell’80% dei casi decorre in modo benigno, nel 15% si cura efficacemente, e nel 5% ha conseguenze gravi, da terapia intensiva. Solo il 2-3% dei colpiti muore”.
Quanto tempo sarà necessario per capire se le cose miglioreranno?
“Le prossime due settimane sono decisive. Vedremo se siamo riusciti, in Italia e nel mondo, a contenere il virus. Se i cittadini vedranno i casi decrescere o non aumentare più con lo stesso ritmo dei giorni scorsi potranno essere sollevati”.
E se invece i dati peggioreranno?
“Verranno prese misure più drastiche”.
Di che tipo?
“Inizierà la fase di mitigazione, dovremo fare del nostro meglio per curare tutti i nuovi casi. Non mi va però di dire ora nello specifico cosa si farà , non ha senso spaventare i cittadini per un’ipotesi”.
Ci sono stati i primi casi nei bambini, eppure si diceva che i più piccoli non sono aggrediti dal virus.
“Non sorprende che siano stati contagiati anche dei bambini, si infettano come gli altri perchè i virus non guardano all’età . Parliamo però di casi non gravi. Anche in Cina se ne sono visti pochi tra i contagiati, perchè è plausibile pensare che abbiano una immunità crociata. Non ci dimentichiamo che il Covid-19 è un coronavirus, parente di micro-organismi che nell’uomo provocano il raffreddore, molto diffuso tra i bambini, che quindi possono essere in parte coperti. E loro hanno comunque una protezione immunitaria data dalle tante vaccinazioni che fanno, anche se non specifiche per questo virus”.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
SUI DUE NUOVI DECESSI SI ATTENDE UFFICIALITA’… PIU’ DELLA META’ DEI CONTAGIATI SONO IN ISOLAMENTO A CASA
Sono 37 le persone guarite dal coronavirus. Lo ha annunciato Angelo Borrelli nell’illustrazione.
Risultano esserci 14 deceduti, ha spiegato il commissario straordinario, ma per la conferma sul fatto che le due morti ulteriori rispetto a ieri non è ancora arrivata dall’Iss. Le due nuove vittime si sono registrate in Lombardia.
Ad oggi, ha spiegato Borrelli, “sono 528 persone positive. Di queste, 474 sono in assistenza e ancora risultano positive. 278 persone, la maggioranza, sono in isolamento domiciliare e non hanno bisogno di cure, 37 in terapia intensiva”.
I dati regione per regione: 305 casi in Lombardia, 98 in Veneto, in Emilia Romagna 97, in Liguria 15, 3 in Sicilia (due di questi risultano guariti), Toscana, Campania e Piemonte 2, uno in Abruzzo e nella provincia autonoma di Bolzano, 3 in Lazio (il ricercatore tornato da Wuhan e i due cinesi)
“Tutti i test effettuati fino ad ora sono negativi”, è il contenuto del bollettino medico diramato oggi dallo Spallanzani. Buone notizie per i coniugi cinesi: “La coppia cinese, attualmente ricoverata in degenza ordinaria, prosegue nel percorso di risoluzione della sintomatologia clinica”.
In Cina, intanto, il contagio continua a rallentare: si è registrato il numero minimo di decessi, 29, da un mese. Accertati 433 nuovi casi, di meno di quelli registrati in Corea del Sud, dove c’è un focolaio con 1595 casi accertati. In Cina aumentano costantemente le guarigioni. Nella giornata di ieri 2.750 persone sono state dimesse dall’ospedale, una cifra molto più in alta rispetto alle nuove infezioni confermate. Il numero giornaliero di nuovi pazienti guariti e dimessi per l’infezione da nuovo coronavirus in Cina continentale ha superato quello delle nuove infezioni per il nono giorno consecutivo.
Si aggrava il bilancio delle vittime di coronavirus in Iran: i morti in tutto sono 26 e 245 casi confermati di contagio, ha riferito il ministero della Salute.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 27th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO LA BORGONZONI CHE AVEVA SBAGLIATO I CONFINI DELL’EMILIA-ROMAGNA ECCO UN’ALTRA PROVA DI CULTURA GEOGRAFICA SOVRANISTA
Dopo Lucia Borgonzoni che sbaglia i confini dell’Emilia-Romagna ecco a voi un’altra bella prova di un politico leghista.
Matteo Salvini infatti dice che c’è bisogno che il governo chieda scusa agli italiani per il Coronavirus perchè “l’Italia è il terzo paese al mondo per contagi davanti al Giappone che confina con la Cina.
Il Giappone infatti non confina con la Cina perchè è uno stato insulare nonchè un arcipelago e, come dice Wikipedia, “È bagnato a est dall’Oceano Pacifico, a nord dal Mare di Okhotsk, separato dall’Estremo Oriente russo dallo stretto di La Pèrouse, ad ovest dal Mar del Giappone che lo separa dalla Corea, mentre a sud l’arcipelago delle isole RyÅ«kyÅ« è separato da Cina e Taiwan dal Mar Cinese Orientale”.
Ma d’altronde il Capitano bisogna capirlo.
Basta guardare alla Flat Tax.
Salvini per mesi ha sparato cifre assurde (50 miliardi, 30 miliardi, 15 miliardi, chi offre di più) senza mai dire dove voleva trovare quei miliardi. Un metodo per trovare una parte di quei 10 miliardi potrebbe essere un aumento delle tasse (e perchè no, delle accise tanto care a Salvini) ma il partito che per mesi ha detto che voleva la tassa piatta e tagliare le accise sulla benzina naturalmente questo non lo può dire.
Non resta quindi che sciacallare sul coronavirus, come già per altre emergenze. Ma almeno questa volta Salvini non farà la figuraccia di essere assente al Parlamento Europeo durante il voto per i sostegni ai terremotati.
(da “NextQuotidiano”)
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