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IL CERCHIO MAGICO DI GIORGIA: LA SORELLA ARIANNA E IL COGNATO LOLLOBRIGIDA, CHIARA COLOSIMO E “MINNIE” DONZELLI FINO ALLA SEGRETARIA PATRIZIA SCURTI

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

E’ LA TRINCEA MELONIANA CHE ACCENTRA POTERE E DECISIONI… DONNA GIORGIA NON HA CAPITO CHE UN LEADER CHE SI CHIUDE NEL BUNKER DEI FEDELISSIMI, PRIMA O POI, FINISCE SCORNATO

Adesso ogni sera nei tg compare lui: Tommaso Foti. Il volto bonario del melonismo. In genere ci dice che grazie alla nostra premier l’Italia è tornata a farsi rispettare nel mondo. Foti, 62 anni, un vecchio romualdiano di Piacenza, è in Parlamento da ventisei anni, ma mai era stato rincorso dalle telecamere come gli accade ogni santo giorno da capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Anche Giovanni Donzelli è diventato un volto familiare. Duella forsennatamente nei talk. Ma lui in tv ci andava già quindici anni fa: Michele Santoro lo metteva contro Renzi rottamatore. Entrambi toscani. Entrambi politici-ragazzini. “Dov’è Donzelli? Chiamatemi Donzelli” lo evocava sul palco della festa dei dieci anni di FdI Ignazio La Russa, con l’aria di chi reclama la presenza del nipote.
Ma Donzelli, a dispetto dell’aria da eterno studente, ha 47 anni. Ed è il capo dell’organizzazione di un partito del 30 per cento. Meloni ora lo ha nominato addirittura commissario a Roma: Mister Wolf contro l’ex maestro, Fabio Rampelli, accusato di correntismo.
I veri potenti in famiglia
In questi primi cento giorni abbiamo imparato a conoscere le idee di Gennaro Sangiuliano, il ministro della cultura che ad ogni occasione ingaggia il suo personale Kulturkampf. Dante era di destra. Via le parole straniere. Basta con i soldi ai film di sinistra. L’ossessione è picconare l’egemonia culturale della sinistra, un’impresa già portata termine da Silvio Berlusconi almeno trent’anni fa con le sue tv.
La battaglia delle idee finora è stata affidata anche ad Eugenia Roccella, fresca di autobiografia (Una famiglia radicale, Rubettino): “L’aborto fa parte della libertà delle donne? Purtroppo sì”.
Cento giorni meloniani in dieci personaggi.
I veri potenti però bisogna cercarli in famiglia. Come Francesco Lollobrigida, il cognato. “Lollo”. Ministro dell’agricoltura, ma in realtà molto, molto di più: il parente fidato, vicepremier ombra.
Meloni, che è ossessionata dal tradimento, solo così si rassicura. Sullo stesso gradino, ma invisibile, la sorella, Arianna Meloni, la moglie di Lollobrigida. “Insieme siamo dinamite”, scrive nella sua biografia la presidente del Consiglio. Si fa vedere, quando serve, al partito, e in Transatlantico, tipo prima della formazione del governo. È la coordinatrice delle decisioni che contano.
L’eminenza grigia e la “nuova Meloni”
L’altra eminenza grigia è Patrizia Scurti, la responsabile della segreteria, che indovina i pensieri della leader, al punto dal portarle un bicchiere d’acqua quando la voce di Giorgia s’inceppa in un comizio. Lavorava con Gianfranco Fini, che è tornato a farsi vedere in giro dopo anni di piccato silenzio. Lei invece l’abbiamo vista al Quirinale, al giuramento dei ministri.
La più ambiziosa, dicono, è Chiara Colosimo, “la nuova Meloni”. Viene dalla Garbatella, come la premier. Arianna Meloni è stata la sua capo segretaria. Ha 36 anni e al pd Antonio Misiani, che in uno dei talk sul pos le aveva dato del tu ha risposto: “Mi dai del tu? Non siamo usciti insieme!”. Meloni alle politiche le aveva regalato il suo collegio, a Latina. Era in predicato di diventare ministra, o candidata in Regione, nel Lazio. Al prossimo turno.
Il richiamo della foresta
La sera, a casa, nel bilocale a Roma, Donzelli divide la cucina con Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario alla Giustizia, che ha suggerito di punire i giornalisti per la pubblicazione delle intercettazioni. Meloni l’ha voluto lì per marcare Carlo Nordio. “Noi siamo garantisti nella fase delle indagini e giustizialisti nell’esecuzione della pena”, è il suo mantra, che vigila affinché le pene alternative non prendano il sopravvento rispetto al carcere.
È una classe dirigente che sa di avere addosso gli occhi dell’Europa. Ogni tanto tuttavia qualcuno cede al richiamo della foresta. Sui vaccini, sull’italianità. Il liceo del made in Italy, è una delle proposte di legge avanzate. Il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, in veste di commissario della buoncostume, ha proposto il carcere per i clienti delle prostitute se sorpresi svestiti in luogo pubblico, come ha rivelato l’altro giorno Repubblica.
Foti ha suggerito di uccidere i cinghiali che scorrazzano per Roma con carabine caricate col sonnifero. “Auguri ai rosiconi e ai nostri nemici”, ha scritto a Capodanno Arianna Meloni, pubblicando una foto con la sorella Giorgia mentre brindano entrambe all’anno che verrà. È questo il nuovo partito conservatore.
(da La Repubblica)

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QUEI MEDICI ACCUSATI DI DROGARSI NEGLI OSPEDALI DEL LAZIO: UN ORTOPEDICO SOSPETTATO DI SPACCIO, GLI ALTRI SOLO CONSUMATORI”

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

“NON POSSIAMO SOSPENDERLI DAL LAVORO”

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha arrestato un 38enne di Latina e sospeso per un anno dalla professione un ortopedico dell’Istituto Marco Pasquali. Entrambi sono accusati di spaccio.
Nell’inchiesta sono indagati quattro dipendenti dell’Icot e due società di trasporto malati. In totale 16 persone sono state raggiunte da avvisi di garanzia.
La giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota ha sospeso per un anno dalla professione l’ortopedico Luigi Emanuele. E ha detto che l’assunzione di stupefacenti da parte dei medici può derivare un grave danno per la salute dei pazienti. Ma gli assuntori di droga, spiega oggi l’edizione romana di Repubblica, non possono essere sospesi automaticamente perché manca uno strumento legislativo adatto.
L’indagine sull’Icot di Latina
Dopo l’arresto di Angelo Rigliaco la sezione mobile del Nucleo di polizia economico-finanziaria e la Procura di Latina hanno scoperto uno «smodato uso di sostanze stupefacenti tra i dipendenti dell’Icot». Ovvero una delle strutture più importanti del Gruppo Giomi, che gestisce anche il Sant’Anna di Pomezia e, a Roma, l’ospedale Cristo Re e Villa Betania. Un altro noto spacciatore distribuiva droga all’interno dell’ospedale. Tra i clienti c’erano medici e infermieri. Tra questi un altro ortopedico e un operatore sanitario. Scoperto anche il dipendente di un’associazione di trasporto malati. Secondo l’accusa alcuni di loro consumavano marijuana e hascisc. Entrambe le droghe potenziate con il “roner”. Ovvero uno strumento utile a sottoporre le sostanze stupefacenti ad una reazione molecolare innescata dal calore, che sviluppa un principio attivo molto più elevato. La dipendente della ditta di ambulanze, anche lei indagata, utilizzava invece Amnesia, una variante della cannabis che può essere tagliata con metadone, eroina e acido di batteria. E che è causa anche di danni permanenti al cervello.
(da Open)

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IL PENTITO MUTOLO: “L’ARRESTO DI MESSINA DENARO MI E’ SEMBRATO UN APPUNTAMENTO”

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

L’EX AUTISTA DI TOTO’ RIINA: “NEL GOVERNO C’E’ SEMPRE QUALCUNO COLLUSO”… “DURANTE I MIEI INTERROGATORI BORSELLINO, SUI RAPPORTI TRA MAFIA E POLITICA, SCRIVEVA SOLO SULLA SUA AGENDA ROSSA PERCHE’ NON SI FIDAVA”

L’aveva già dichiarato all’Adnkronos, definendo l’arresto di Matteo Messina Denaro come «una messa in scena – perché – quando arrestano un boss c’è tutto un altro clima. Armi alla mano, confusione».
Il pentito Gaspare Mutolo è tornato a ribadirlo la sera del 29 gennaio, ospite in studio a Non è l’arena.
«Mi è sembrato più un appuntamento, non c’era la concitazione vista in altri arresti di grandi boss».
L’ex autista di Totò Riina, oggi collaboratore di giustizia e pittore italiano, ha detto a Massimo Giletti di auspicare che la cattura di Messina Denaro «segni l’inizio della fine di Cosa nostra».
Mutolo, nel corso della trasmissione, ha parlato anche del rapporto tra Stato e mafia, del quale ne ha avuto evidenza diretta lavorando per Riina: «Nella sua casa c’erano i misteri e i contatti che aveva la mafia con i politici più importanti di Italia. Nei governi ci sono le persone più buone del Paese, ma in mezzo a queste persone buone c’è sempre qualcuno…». Mutolo ha lasciato il discorso sospeso, salvo poi aggiungere: «Quando tuttora sento parlare di intercettazioni, si parla sempre di mafia e terrorismo. Ma la mafia più importante è l’evasione. La mafia sono i contatti che hanno i politici con i mafiosi».
Giletti ha anche chiesto al pentito di raccontare degli interrogatori a cui Paolo Borsellino lo sottoponeva. Mutolo ha ricordato: «Avevo visto il dottor Borsellino il giorno prima di morire. C’era un clima allora… Scriveva i contatti tra mafia e istituzioni sull’agenda rossa, perché non aveva fiducia e non voleva verbalizzare tutto».
(da Open)

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UN TESTIMONE VUOTA IL SACCO: “ERO AI FESTINI CON MESSINA DENARO: “C’ERA ANCHE UN NOTO POLITICO E UNO DELLE FORZE DELL’ORDINE”

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

LA TESTIMONIANZA ATTENDIBILE RESA AL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

«Matteo Messina Denaro frequentava salotti importanti della borghesia e partecipava come nulla fosse a dei festini».
Ha dell’incredibile il racconto che Ismaele La Vardera, vice presidente della Commissione Antimafia della regione Sicilia, ha deciso di fare ai microfoni de Le Iene, in un servizio esclusivo che andrà in onda nella puntata di domani in prima serata su Italia Uno.
Nel servizio, curato da Filippo Roma, il deputato regionale racconta la testimonianza di un presunto testimone che avrebbe partecipato insieme a Matteo Messina Denaro ad alcuni festini in una villa del palermitano. Eventi a cui, sempre secondo il testimone, avrebbero preso parte anche un uomo appartenente alle forze dell’ordine, un medico e un «noto politico italiano» di cui ancora non è stata svelata l’identità.
«Il testimone è una persona per bene, che fa una vita normale, che aveva paura di parlare, perché le cose che poteva raccontare erano molto delicate e parlavano proprio di quella zona d’ombra che avrebbe potuto proteggere il boss latitante», racconta La Vardera, ex Iena e oggi membro dell’antimafia siciliana.
La testimonianza
Insieme a Filippo Roma, il deputato siciliano eletto tra le fila di Sud chiama Nord, ripercorre i passi più salienti della testimonianza, che ha già denunciato anche agli inquirenti.
«Ma che vuol dire che ha visto uomini che rappresenterebbero la legge insieme al boss Messina Denaro?», chiede il giornalista de Le Iene a La Vardera.
«Questa persona mi riferisce che ha partecipato più volte a delle feste private; quindi, non si poteva entrare facilmente – risponde il politico siciliano -. Il dove non posso dirtelo, perché inevitabilmente può fare risalire a questa persona. L’obiettivo è restituire ai magistrati tutto quello che so senza filtri. E a voi, semplicemente, frammenti di racconto, per il semplice fatto che questa storia più persone la sappiamo meglio è».
E sulla necessità di verificare la veridicità dei racconti del testimone, La Vardera precisa di aver già trovato «riscontri oggettivi attraverso visure catastali», che secondo lui renderebbero ancora più credibili le accuse dell’uomo.
Frammento della conversazione tra Ismaele La Vardera e il presunto testimone
La Vardera: “E com’è che tu arrivi a capire chi è Andrea Bonafede, cioè Matteo Messina Denaro?”
Testimone: “Io sono consapevole che questa che mi è capitata è una situazione più grande di me. Finché non ho visto i giornali però non avevo collegato. Poi quando ho visto il suo viso, l’ho riconosciuto. Lui era lì.”
La Vardera: “Cioè Matteo Messina Denaro era lì?
Testimone: “Era lì, a quella festa. Quando l’ho visto, lui era lì seduto con uno che lavora a … (il testimone fa il nome del luogo che nel servizio sarà nascosto, ndr.), un appartenente alle forze dell’ordine ed uno che fa il medico.”
Il testimone aggiunge una serie di dettagli che porterebbero tutte all’identikit del boss latitante.
La Vardera: “Come fai a dire che è lui?”
Testimone: “Il viso di adesso, era lui là. Quello che ho incontrato alla festa a … (indica una data che nel servizio sarà nascosta, ndr.), si vedeva che era malato e sofferente.”
La Vardera: “L’hai notato tu?”
Testimone: “Si, si”
La Vardera: “Come si è presentato?”
Testimone: “«Ciao sono Andrea» e aveva ferite post operatorie”
La Vardera: “Come l’hai capito?”
Testimone: “Me L’ha detto lui, aveva una ferita fresca…aveva lo stesso occhiale scuro. E si vedeva un occhio difettoso sotto l’occhiale.”
La Vardera: “Com’era vestito?”
Testimone: “In camicia e pantaloni. Sembrava una persona per bene, io ho notato un orologio importante. Aveva scarpa stile Hogan, ma della Hermes”.
La Vardera: “Lui parlava con altre persone?”
Testimone: “Sì. Uno che io conosco che lavora nelle forze dell’ordine.”
La Vardera: “Come fai a sapere che faceva parte delle forze dell’ordine?”
Testimone: “Perché… (spiega dove l’ha conosciuto ma nel servizio sarà occultato, ndr.). Poi, comunque sia, abbiamo parlato e mi ha fatto capire che lì non ci siamo mai visti.”
La Vardera: “Ah quindi lui ti ha detto non ci siamo mai visti?”
Testimone: “«Noi non ci siamo mai incontrati. Tu ti fai i fatti tuoi ed io i fatti miei e viviamo tutti felici e contenti».”
(da Open)

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CASO COSPITO, SUL TAVOLO DI NORDIO LA CARTA CHE PUO’ LIBERARE DAL 41 BIS L’ANARCHICO

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

IL MINISTRO PUO’ DECIDERE SULL’ISTANZA DI REVOCA, ALTRIMENTI TUTTO RIMANE IN MANO A MEDICI E GIUDICI

Alfredo Cospito, 55 anni, è il leader di Fai-Fri, Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario, una frangia oltranzista e violenta ritenuta responsabile di più di 50 attentati.
Cospito è attualmente detenuto nel carcere Bancali di Sassari per aver gambizzato il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi il 7 maggio 2012. A Torino è in attesa dell’udienza sulla rivalutazione della pena per un attentato del 2006 alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano. Deve scontare in tutto 20 anni di carcere. Dall’ottobre scorso Cospito è in sciopero della fame.
Protesta perché dallo scorso maggio è stato sottoposto al regime del 41bis. Che prevede un isolamento quasi totale. Sul tavolo del ministro della Giustizia Carlo Nordio dal 12 gennaio scorso c’è l’istanza di revoca del carcere duro. Ora, spiega il Corriere della Sera, il guardasigilli deve decidere
Le soluzioni
Il quotidiano spiega che Nordio è in attesa del parere della Procura antiterrorismo di Torino prima di decidere. Si tratta dell’unica via d’uscita che il ministro può imboccare per l’anarchico. Le altre due strade sono quella giudiziaria e quella sanitaria. L’avvocato di Cospito Rossi Albertini ha presentato la sua istanza nei giorni scorsi a via Arenula. Insieme ad un nuovo elemento: una sentenza di assoluzione nei confronti di due imputati anarchici per il reato di associazione con finalità di terrorismo. Proprio in quel processo Cospito era stato chiamato in causa perché, secondo l’accusa, dal carcere forniva indicazioni ai compagni in libertà. La sentenza, secondo il legale, «non evidenzia alcuna pretesa da parte di Cospito di imporre un pensiero unico sul concetto di lotta armata». La stessa sentenza smentisce l’idea di un’organizzazione con un unico capo. «È rimasto assolutamente indimostrato che gli imputati abbiano “sposato” il metodo di lotta violenta, armata, distruttiva, che ispira le azioni della Fai, operando quale “cellula” o gruppo criminale assai vicino all’organizzazione terroristica».
Il caso
Gli attentati commessi sarebbero piuttosto «espressione del pensiero politico ideologico più vicino al fenomeno “dell’antagonismo sociale”, sicuramente privo di qualunque connotazione e valenza terroristica». Se Nordio non si convincerà restano soltanto le strade sanitarie o giudiziarie. I medici del carcere di Sassari dovranno stabilire se le strutture del penitenziario sono in grado di garantire la sopravvivenza dell’anarchico. Il Garante dei detenuti ha già chiesto la scarcerazione su queste basi. Altrimenti il 7 marzo la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso del legale. Ma anche se dovesse annullare l’ordinanza che dispone il carcere duro, la Cassazione rimanderebbe gli atti al Tribunale di Sorveglianza. Che potrebbe in teoria persino reiterarla con altre motivazioni.
(da Open)

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CASO COSPITO, L’ANARCHICO TRASFERITO A MILANO NEL CARCERE DI OPERA

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

LO SPOSTAMENTO DECISO DAI MEDICI DELLA ASL DI SASSARI, IN CONTATTO CON IL DAP

Alfredo Cospito lascia il carcere Bancali di Sassari per quello di Milano Opera.
Lo spostamento, deciso dai medici della Asl di Sassari, in stretto contatto con il Dap diretto da Giovanni Russo, avverrà nelle prossime ore.
Ed è frutto delle verifiche mediche sollecitate dalla dottoressa di Cospito Angelica Milia.
Uno spostamento motivato da ragioni esclusivamente mediche, per monitorare la sua situazione dopo 103 giorni di sciopero della fame, ma che non cambia la linea dura sul 41bis, il carcere duro a cui è sottoposto Cospito, che ovviamente viene mantenuto anche nel nuovo carcere.
L’appello degli artisti per Cospito
Anche gli artisti si muovono per Cospito. Con le firme, tra gli altri di Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino e Paolo Calabresi, ecco la richiesta diretta al ministro Nordio: ”Il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis, il ministro ha trenta giorni per decidere, nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro. La lotta di Alfredo ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro paese, sull’evidente dismisura tra reato e pena. Per questo Alfredo Cospito è pronto a morire. Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio. Per questo chiediamo al Ministro e alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi”.
(da agenzie)

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L’ITALIA AIUTA GLI UCRAINI NEL SEGUIRE LE MOSSE DEI RUSSI CON I SATELLITI COSMO-SKYMED, IN GRADO DI “VEDERE” COSE ANCHE MOLTO PICCOLE

Gennaio 30th, 2023 Riccardo Fucile

E’ UN SISTEMA CHE PUO’ GENERARE IMMAGINI SUL CAMPO ANCHE DI NOTTE, HA UN’OTTIMA DEFINIZIONE, VEDE BERSAGLI DI DIMENSIONI RIDOTTE, BUCA L’EVENTUALE SCHERMO DELLE NUVOLE… L’INSIEME DI QUESTI DATI VIENE RIVERSATO DALLA NATO A KIEV E PERMETTE DI ANTICIPARE EVENTUALI MOSSE NEMICHE

Occhi elettronici in cielo: così l’Italia aiuta gli ucraini nel seguire le mosse dell’invasore russo. Nei pacchetti d’aiuti varati dal governo italiano fin dall’inizio del conflitto, del valore di circa un miliardo di euro ma coperti dal segreto di Stato, una voce importante è svolta dalla ricognizione satellitare combinata con quella svolta lungo i confini dell’Ucraina.
E’ rilevante l’attività di una «classe» di satelliti italiani che usano i radar per «rastrellare» il territorio. «Noi abbiamo un sistema che si chiama Cosmo-SkyMed e ottiene immagini radar della superficie del terreno con una definizione molto interessante», prosegue il generale Camporini. «Il numero è chiaramente soggetto a norme di riservatezza, ma diciamo che si vedono molte cose, anche molto piccole».
Da gennaio 2021, con il lancio di Cosmo-SkyMed Seconda generazione, i satelliti in orbita e operativi sono diventati cinque […] ci sono molti Paesi che sono clienti di Cosmo-SkyMed per ottenere immagini che possono essere utilizzate per fini ambientali, agricoli e militari.
«Un sistema come il nostro ha soprattutto la capacità di generare immagini di notte, e questo lo rende un sistema h 24».
I satelliti Cosmo-SkyMed fotografano il terreno con una frequenza molto significativa, con le immagini che possono essere poi sfruttate per analisi del territorio, per riprendere le catastrofi ambientali o per la ricognizione militare: hanno un’ottima definizione, vedono bersagli di dimensioni ridotte, bucano l’eventuale schermo rappresentato dalle nuvole.
«Vede attraverso le nuvole perché è un sistema Sar, cioè un radar ad apertura sintetica, una tecnologia non nuovissima, impiegata da tanti anni: ci sono immagini radar che si susseguono man mano che i satelliti si spostano e vengono integrate l’una con l’altra in modo tale da avere una visione globale», chiarisce il generale Camporini. L’insieme di questi dati raccolti sul territorio viene riversato dalla Nato a Kiev e permette di anticipare eventuali mosse nemiche, di analizzare cambiamenti sul terreno, di verificare «assetti» militari.
Mosca ha beneficiato dell’assistenza dei cinesi: la settimana scorsa gli Stati Uniti hanno accusato e sottoposto a sanzioni Spacety China […] che avrebbe fornito ai combattenti della compagnia privata russa della Wagner immagini satellitari del territorio ucraino, utilizzate per selezionare i bersagli nella guerra.
(da il Corriere della Sera)

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DIETRO L’ATTACCO CON I DRONI A UNA BASE MILITARE IRANIANA C’E’ ISRAELE

Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile

LA RIVELAZIONE DEL WALL STREE JOURNAL

L’attacco con i droni a una base militare nella città di Isfahan sarebbe avvenuto per mano di Israele, che insieme agli Stati Uniti sta cercando nuovi modi per contenere le ambizioni nucleari e militari di Teheran.
A riferirlo è il Wall Street Journal che cita funzionari statunitensi e fonti a conoscenza dell’operazione.
L’edificio colpito, si troverebbe – riporta il Wsj – proprio accanto all’Iran Space Research Center, sanzionato dagli Usa per la sua attività legata al programma di missili balistici dell’Iran. Si tratterebbe del primo blitz effettuato da Israele sotto il nuovo governo di coalizione di estrema destra guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che avrebbe autorizzato una serie di audaci operazioni all’interno dell’Iran quando ha ricoperto questo ruolo per l’ultima volta dal 2009 al 2021. L’attacco arriva mentre funzionari israeliani e americani stanno discutendo nuovi modi per far fronte alle operazioni militari dell’Iran, come la cooperazione di Teheran con Mosca.
A tal proposito, scrive il quotidiano americano che cita fonti vicino al dossier, il direttore della Cia, William Burns, avrebbe fatto un viaggio in Israele la scorsa settimana proprio per discutere di queste operazioni. Mentre negli ultimi sette giorni, Usa e Israele avrebbero condotto la più grande esercitazione militare congiunta di sempre: più di 7.500 membri del personale di entrambi i Paesi hanno eseguito test per verificare la loro capacità di eliminare i sistemi di difesa aerea e rifornire jet.
Operazione, spiega il Wsj, che potrebbero essere elemento chiave di un ipotetico attacco militare contro l’Iran. Nel frattempo, è attesa per lunedì 30 gennaio la visita proprio in Israele del Segretario di Stato Antony Blinken per consolidare i colloqui Usa-Israele sull’Iran e su altre questioni regionali.
(da agenzie)

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ANGELO BONELLI, STORICO LEADER DEI VERDI: “CONTE ECOLOGISTA? SOLO MARKETING”

Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile

“IO NON HO APPROVATO CONDONI EDILIZI O LEGGI CHE NON HANNO RISPETTATO GLI OBIETTIVI CLIMATICI. LUI SÌ, MA ORA…”

-Angelo Bonelli, storico leader dei Verdi italiani, spiega perché il Movimento 5 Stelle non sia stato accolto nella famiglia ecologista in Ue.
In questi giorni lei e Conte non vi state risparmiando…
«La famiglia dei Verdi europei ha dei valori. Mi sono limitato a constatare che in questi anni, brevi, Conte ha governato con Salvini, col Pd e la sinistra, con Draghi, indicando Cingolani. Vogliamo chiamarla contraddizione?».
Poi c’è il tema della politica internazionale.
«I suoi endorsement a Bolsonaro, i reciproci endorsement con Trump e l’equidistanza tra Macron e Le Pen. Io non condivido molte cose di Macron ma in quella campagna elettorale, se fossi stato francese – usando un’espressione di Conte nella mia modestia del mio consenso elettorale -, non avrei avuto dubbi su chi votare. Queste sono le questioni, poi ce ne sono molte altre».
Lei ha una storia di coerenza, Conte è un populista liquido.
«Alcune convergenze ci sono con il M5S. Ma io non ho fatto il presidente del Consiglio, sempre perché la «modestia del mio consenso elettorale» non me l’ha consentito. Ma io non ho approvato condoni edilizi o leggi che non hanno rispettato gli obiettivi climatici, come il piano su Energia e Clima.
Un piano che continua ad essere fuori target. Non ho utilizzato il decreto Morandi per inserire, oltre al condono edilizio di Ischia, anche una norma, che definisco assassina del territorio, e che consente lo spargimento di fanghi di depurazione su suoli agricoli, con livelli alti di diossina e metalli pesanti. Questo è stato fatto durante il governo Conte. Io ho pagato il prezzo della coerenza ambientalista e l’ambientalismo non è un elemento di marketing».
(da Il Giornale)

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