Destra di Popolo.net

CONTE CALA IL SIPARIO SUL CAMPO LARGO, VIA LIBERA ALLA MELONI PER ALTRI DECENNI, IL VOLTAGABBANA HA COLPITO ANCORA

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

PRESSIONI DAI POTERI FORTI, EGOCENTRISMO, PARARSI IL CULO DA GRILLO: ORA IL M5S PUO’ ANCHE SCOMPARIRE E NESSUNO RIMPIANGERA’ CHI HA GOVERNATO CON SALVINI E DEFINITO LE ONG TAXI DEL MARE… RENZI E’ SOLO UNA SCUSA, SU CITTADINANZA E AUTONOMIA, AMICIZIA CON PUTIN E TRUMP, IL M5S NON HA NULLA A CHE SPARTIRE CON UN FRONTE ANTISOVRANISTA… ORA POTETE VOTARE BUCCI, MAGARI VI REGALA UN BIGLIETTO DELLA FUNIVIA PER IL RIGHI

Nonostante gli accordi per una coalizione ampia sembrassero già chiusi, i 5 stelle hanno alzato un veto su tutte e tre le Regioni al voto: è l’ennesimo strappo con il Pd, dopo la partita delle nomine Rai
Tra sondaggisti, commentatori e, ovviamente, i membri dei partiti di opposizione è diffusa una convinzione: il centrosinistra potrebbe rifilare un 3 a 0 nelle tornate regionali che si disputeranno di qui a fine anno. Quelle possibilità, tuttavia, si sono assottigliate nell’ultima settimana: prima il veto del Movimento 5 stelle ai candidati di Italia Viva, in Liguria, a sostegno di Andrea Orlando. Poi, oggi, lo strappo definitivo di Giuseppe Conte: «Il campo largo è una formula giornalistica». E comunque, «non esiste più». Fine.
La via «testardamente unitaria» di Elly Schlein, che stava mostrando aperture verso Matteo Renzi, è stata sbarrata definitivamente dalle dichiarazioni che il presidente 5 stelle ha rilasciato a Cinque minuti, il primo ottobre. In Emilia-Romagna e in Umbria, «io non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, per rottamare.
L’attacco di Conte a Schlein si è inserito alla fine di un percorso di logoramento iniziato almeno una settimana fa, con la spaccatura sulla nomina dei membri del Cda Rai, prima in commissione di Vigilanza e poi in Parlamento.
La risposta di Renzi: «Conte vuole fare battaglia a Schlein sulla pelle dell’Emilia-Romagna»
Renzi, tramite il suo ufficio stampa, ha diffuso immediatamente una nota in cui accusa Conte di voler contendere la leadership del centrosinistra al Pd sulla pelle dell’Emilia-Romagna.
«Ho parlato ieri con Michele de Pascale – il candidato del centrosinistra alle Regionali -. Italia Viva è già in maggioranza in Emilia-Romagna a sostegno di Stefano Bonaccini prima e di Irene Priolo dopo. Abbiamo un assessore e un gruppo di tre consiglieri che hanno lealenente sostenuto il centrosinistra dagli attacchi delle opposizioni di destra e del Movimento 5 stelle». L’ex presidente del Consiglio ha concluso confermando l’alleanza che i Dem in Emilia-Romagna: «Alle prossime elezioni regionali ci presenteremo a fianco di De Pascale con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure. Ma non sulla pelle dell’Emilia-Romagna, terra che già formalizzato la coalizione. Noi ci saremo, con il nostro simbolo e i nostri candidati. Non mettiamo veti nei confronti dei grillini anche se hanno fatto l’opposizione a Bonaccini. Ma non siamo disponibili a subirne».
(da agenzie)

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L’ULTIMA METAMORFOSI DELLA “CAMALEONTE” MELONI: UNA VOLTA LA FINANZA ERA “BRUTTA, SPORCA E CATTIVA”, ORA, LE SPALANCA LE PORTE DI PALAZZO CHIGI

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

LA PREMIER HA RICEVUTO LARRY FINK, AD DI “BLACKROCK”, IL FONDO DI INVESTIMENTO PIÙ GRANDE DEL MONDO … DEL RESTO, SVENDERE AGLI AMERICANI È UNA PASSIONE DELLA DESTRA, CHE HA PRATICAMENTE REGALATO ALLO ZIO SAM LA RETE DI TIM

Un solo cielo, da New York a Roma. E una sola passione per Giorgia Meloni: la finanza internazionale. In terra americana ha reso omaggio al «genio prezioso» di Elon Musk.
Ieri, in terra italiana, ha spalancato le porte di Palazzo Chigi al ceo di BlackRock, Larry Fink.«Hi, Larry», «Hi, Giorgia». Saluti e affari. Rivendicati pubblicamente con una nota stampa dove si citano «possibili investimenti» del fondo Usa in Italia «nell’ambito dello sviluppo di data center e delle correlate infrastrutture energetiche di supporto», ma anche inerenti ad «infrastrutture nazionali di trasporto».
Meloni e Fink hanno concordato di costituire «un ristretto gruppo di lavoro» per attuare i progetti da sviluppare insieme. La cabina di regia sarà a Palazzo Chigi. Altro che salotti clandestini o trattative sotto traccia. La metamorfosi della destra che contestava la finanza “brutta, sporca e cattiva” si compie nelle stanze della presidenza del Consiglio. In fondo, si sa: gli affari migliori sono sempre quelli che si fanno in casa.
(da agenzie)

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I “SUCCESSI” DELLA RIFORMA NORDIO: IN UNA CITTA’ DEL SUD, IL GIP CHIEDE L’ARRESTO DI 12 PERSONE PER SPACCIO DI DROGA. MA, CON L’INTERROGATORIO PREVENTIVO PREVISTO DALLE NUOVE NORME, I PRESUNTI PUSHER HANNO AVUTO ACCESSO ALL’INTERO FASCICOLO

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

HANNO SCOPERTO IL NOME DEL TESTIMONE CHE LI ACCUSAVA. RISULTATO? LO HANNO MINACCIATO DI MORTE COSTRINGENDOLO A SCAPPARE… TRAVAGLIO INFILZA IL PD DORMIENTE: “RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI DELL’OPPOSIZIONE A SPIEGARE CHE LA DESTRA PIÙ ILLEGALITARIA DEL MONDO PREMIA I PUSHER E PUNISCE I TESTIMONI?”

Domenica abbiamo raccontato una storia che dovrebbe scatenare i media e le opposizioni contro le schiforme della giustizia e chi le ha votate. In una località del Sud ad altissima densità mafiosa, la Procura chiede al Gip l’arresto di 12 persone per spaccio di droga. Mentre il Gip esamina la richiesta, passa la legge Nordio che gli impone di avvisare gli arrestandi per interrogarli e solo dopo decidere il da farsi.
Quindi convoca i 12 di lì a 20 giorni e deposita per loro il fascicolo d’indagine. Quelli se lo leggono e scoprono tutte le prove a loro carico, incluso il nome del testimone che li accusa di spaccio. Il quale vie esubito minacciato di morte e fugge in un’altra città
Tutto ciò non sarebbe accaduto senza la legge Nordio, cioè se il Gip avesse potuto arrestare la sporca dozzina (presunta, ci mancherebbe). Intanto i 12 sono sempre a piede libero, in attesa dell’“interrogatorio preventivo” che sarà una passeggiata, perché ci arriveranno preparatissimi, con tutto il tempo che hanno avuto per concordare le versioni.
Forse, passato tanto tempo, cadranno anche le esigenze cautelari per arrestarli. E torneranno a spacciare come prima e più di prima. Ogni tanto faranno un giretto sotto casa del testimone, casomai fosse così temerario da rientrare
Naturalmente questa storia non l’ha ripresa nessun tg, talk, giornale ed esponente di opposizione. Sono tutti impegnatissimi a parlare del nuovo Cda Rai, dei destini del Campo Largo, del referendum sulla cittadinanza, dello Ius Soli o Scholae o Sòla, delle epiche battaglie civili degli eredi di B. con Pascale incorporata, delle ultime dichiarazioni di Renzi e Tajani e di altri temi che elettrizzano la gente.
Intanto, dopo anni di leggi svuota-carceri e chiacchiere sul calo dei reati, i delitti hanno ripreso a salire. E i primi ad accorgersene sono i meno abbienti dei quartieri popolari, che un tempo votavano a sinistra e ora che quella s’è accomodata nelle Ztl si buttano sempre più a destra.
Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a spiegare a queste fasce di popolazione che la destra più illegalitaria del mondo premia i pusher e punisce i testimoni? O parlano di queste cose, o continuano a blaterare di Campo Largo e magari ci spiegano questa gran fregola di imbarcarvi chi ha votato la porcata Nordio insieme alle tre destre ufficiali: Azione e Iv, cioè le due destre ufficiose.
Marco Travaglio
per “il Fatto quotidiano”

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IL NEO-MINISTRO DELLA CULTURA GIULI VUOLE “BEATROCE” VENEZI COME SOVRINTENDENTE DEL TEATRO MASSIMO DI PALERMO, MA IL DUPLEX SCHIFANI-MICCICHÈ SI OPPONE

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

LA “BACCHETTA NERA”, CARA ALLA MELONI, È CONSULENTE DEL MINISTERO, SCELTA DA SANGIULIANO CON UNA RETRIBUZIONE DI 30MILA EURO ANNUI – LA SETTIMANA SCORSA HA INCONTRATO GIULI, CHE VUOLE CONFERMARLE ANCHE L’INCARICO DI CONSIGLIERA PER LA MUSICA… “IL FATTO”: “VENEZI È PRESENTE SU TUTTE LE RUOTE. SE NON SARÀ PALERMO, C’È L’IPOTESI DEL TEATRO LA FENICE A VENEZIA”

Fino a due settimane fa giurava di no, ma tutto ruota intorno a lei, Beatrice Venezi, “il direttore” al maschile, come si fa chiamare.
La prima battaglia del nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si combatte in Sicilia ed è perché diventi sovrintendente del Teatro Massimo o direttrice musicale accanto a un nome gradito ai Fratelli d’italia.
Palermo resiste, tra raccolte di firme e prese di posizione del sindaco, Roberto Lagalla, e del presidente della Regione, Renato Schifani.
Con l’ex ministro Gennaro Sangiuliano la partita sembrava chiusa, lui stesso era “sceso” nell’isola per risolvere a metà agosto. L’accordo prevedeva la conferma del sovrintendente uscente, Marco Betta, e Venezi direttrice musicale.
Dopo l’affaire Sangiuliano, a questo giornale, il 12 settembre Venezi negava: “Sa che mi ha strappato un sorriso? Non c’è stata, né ci sarà alcuna nomina a sovrintendente o a direttore artistico”. E si schermiva: “Per svolgere bene il suo lavoro, deve essere presente in teatro” e “io non ho mai neppure pensato di modificare la mia vita professionale”.
Ma Giuli, a Palermo una settimana fa, ha riaperto tutto: “Ci saranno delle buone notizie”, e “quando si parla di Teatro Massimo si parla di cose belle. Arriveranno relativamente a breve. Non posso fare nomi”. Il presidente della Regione, Renato Schifani, lo stesso giorno ha risposto: “Non ci sono né potranno esserci nomi calati dall’alto per il sovrintendente”.
In attesa che Giuli si esprima, una cosa è certa: “il direttore Venezi”, non ha risentito degli strali della quasi consulente di Sangiuliano Maria Rosaria Boccia. La settimana scorsa, a quanto riferito al Fatto da una fonte vicina alla materia, ha incontrato Giuli, che vuole confermarle anche l’incarico di consigliera per la musica: “Venezi è presente su tutte le ruote. Se non sarà Palermo, c’è anche l’ipotesi del teatro La Fenice a Venezia”.
(da Il Fatto Quotidiano)

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SANTANCHE’ ALLA RESA DEI CONTI: LA RELAZIONE SEMESTRALE DELL’AZIENDA E’ STATA BOCCIATA DAI REVISORI

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

LA MINISTRA DOVRA’ VERSARE ENTRO POCHI GIORNI 4,5 MILIONI PER EVITARE IL CRACK…MERCOLEDI L’UDIENZA PRELIMINARE PER FALSO IN BILANCIO

Il destino giudiziario, e forse anche politico, di Daniela Santanchè comincerà a decidersi mercoledì a Milano dove prenderà il via l’udienza preliminare per decidere l’eventuale rinvio a giudizio della ministra del Turismo per le accuse di falso in bilancio di Visibilia.
Per l’altro filone d’indagine, quello sulla cassa integrazione Covid, la convocazione in tribunale è invece in calendario per la settimana prossima, giovedì 11 ottobre. Anche in questo caso Santanchè rischia di essere mandata a giudizio, questa volta per truffa aggravata ai danni dell’Inps.
Le ultime dichiarazioni della ministra lasciano pensare che sia decisa a difendere la poltrona anche se le cose dovessero mettersi male per lei in Tribunale, in caso, quindi, di rinvio a giudizio in uno o entrambi i procedimenti a suo carico.
«Non mi pare ci sia qualcuno che abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro», ha messo le mani avanti di recente la ministra del Turismo. D’altra parte in queste settimane, Santanché, sta ancora tentando di evitare il crack delle aziende di cui è stata lungo azionista e manager. E le due storie, quella politica e quella imprenditoriale, non possono che intrecciarsi l’una con l’altra.
Le ultime novità riguardano proprio Visibilia editore che nel marzo scorso è stata commissariata dal tribunale, e sospesa dalla quotazione in Borsa, per gravi irregolarità di gestione. Da un documento appena reso pubblico emerge che la società di revisione RSM non ha dato l’ok ai conti chiusi al 30 giugno scorso con 600 mila euro di perdite e un patrimonio netto negativo di 3,9 milioni. I revisori censurano le decisioni di Maurizio Irrera, un fatto di per sé piuttosto raro, che appare ancora più sorprendente se si considera che l’amministratore è stato nominato dal Tribunale per mettere ordine nella gestione.
Irrera nella sua relazione sulla gestione ha ritenuto che esistessero i presupposti per la continuità aziendale nonostante una serie di rischi e incertezze. I revisori sono invece di parare opposto e in particolare segnalano che l’amministratore giudiziale non avrebbe contabilizzato correttamente la sanzione di 120 mila euro, interessi compresi, comminata dall’Inps “in relazione a presunti inadempimenti contributivi” tra l’aprile 2020 e dicembre 2021.
È lo stesso periodo in cui, secondo l’accusa della procura di Milano, Santanchè insieme al compagno Dimitri Kunz e al loro collaboratore Paolo Concordia avrebbero truffato l’istituto di previdenza incassando i fondi della cassa integrazione mentre 19 dipendenti continuavano a lavorare in smart working.
Irrera, come si legge in un comunicato reso noto lunedì 30 settembre da Visibilia, ha respinto i rilievi dei revisori sottolineando che la notifica della sanzione da parte dell’Inps non rende di per sé necessario l’accantonamento di fondi prima di verificare la fondatezza delle pretese della controparte. Del resto, come sottolinea Irrera, la continuità aziendale è garantita dai nuovi fondi in arrivo da Athena pubblicità, controllata dalla stessa Santanchè, che si è impegnata a versare nelle casse di Visibilia di 4,5 milioni di euro, di cui 1,125 milioni già messi a disposizione in agosto, per evitare il fallimento della società.
Lunedì è arrivata l’attestazione, da parte del commercialista Luca Francesco Franceschi, del piano di risanamento che prevede il pagamento a rate dei debiti di Visibilia. Nei prossimi giorni, secondo gli accordi, Athena pubblicità completerà il pagamento dei 4,5 milioni promessi. Visibilia eviterà quindi il crack grazie al contributo di Santanchè e anche dell’amica Paola Ferrari, azionista di Athena pubblicità con una quota del 25 per cento. Resta in bilico, invece, la poltrona della ministra.
Il suo futuro dipende dalle sentenze, ma forse ancora di più dalle decisioni di Giorgia Meloni, che dopo il forfait di Gennaro Sangiuliano forse non vorrà privarsi di un altro ministro. Costi quel che costi.
(da editorialedomani.it)

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IL FANTASTICO AFFONDO DI FRANCESCA PASCALE NEL CONFRONTO TV CON VANNACCI: “COME TUTTI GLI OSSESSIONATI DELL’OMOFOBIA, LEI NASCONDE QUALCOSA CHE REPRIME DALLA NASCITA”

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

VANNACCI IMPALLIDISCE E BALBETTA:”NON CREDO CHE LEI SIA LAUREATA IN PSICHIATRIA. SE HO BISOGNO DI FARMI ANALIZZARE VADO DA UNO SPECIALISTA. SONO PAROLE DETTE IN LIBERTÀ. SI MODERI” E LEI LO GELA: “SENTIR PARLARE DI MODERAZIONE DA LEI FA RIDERE, NON PRENDERA MAI OLTRE 500.000 VOTI, GLI ITALIANI NON SONO CRETINI”

Duro scontro televisivo tra Francesca Pascale e il generale Roberto Vannacci, durante la trasmissione ‘Lo stato delle cose’ di Massimo Giletti, sulle accuse di omofobia rivolte all’europarlamentare eletto in quota Lega dopo la pubblicazione del suo libro ‘Il mondo al contrario’.
«Nel suo libro non ho fatto altro che ricevere degli insulti, mi scaldano quelle parole che ha detto perché mi colpiscono e colpiscono tante altre comunità e realtà in questo Paese», attacca Pascale.
«Se lei si sente offesa è un problema suo, perché in quel libro non c’è una parola che leda la dignità o che sia offensivo nei riguardi di qualcuno e molti giudici si sono già espressi al riguardo», replica il generale.
Ma Pascale affonda: «La verità sa qual è? Che lei, come tutti gli ossessionati dell’omofobia, non fate altro che nascondere qualcosa che probabilmente reprimete fin dalla nascita».
Vannacci diventa pallido e inzia a balbettare: «Non credo che lei sia laureata in psichiatria o psicologia, neanche lei lo è. Se ho bisogno di farmi analizzare vado da uno specialista, non vengo certo da lei quindi la esorto a pensare bene sulle parole che ha espresso visto che non mi conosce. Sono parole dette in libertà. Le moderi».
Non è finita, Pascale non ha pietà: “Sentire lei invitare alla moderazione fa ridere. Non prenderà più di 500.000 voti, gli italiani non sono cretini”
(da agenzie)

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IN AUSTRIA SCATTA IL CORDONE SANITARIO INTORNO AL NAZISTELLO KICKL: IL PARTITO DI ULTRADESTRA DELLA FPÖ, VINCITORE ALLE URNE CON IL 28,9% DEI VOTI E 57 DEPUTATI, NON TROVA ALLEATI PER FORMARE UN GOVERNO

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

L’IPOTESI PIU’ PROBABILE È UNA COALIZIONE TRA POPOLARI, SOCIALDEMOCRATICI E LIBERALI, CON IL CANCELLIERE USCENTE, NEHAMMER, ALLA GUIDA

La vittoria di Herbert Kickl e della sua FpÖ nelle elezioni austriache è un altro «brick in the wall» nel grande sommovimento che sta scuotendo il paesaggio politico europeo, spostandone verso destra il baricentro.
Ma il giorno dopo, passata la sbornia, emerge chiaramente come la strada che porta a un nuovo governo a Vienna sarà lunga
Lo storico 28,9% ottenuto dalla FpÖ, con 57 deputati nel Nationalrat, non basta infatti per una maggioranza e Kickl dovrebbe cercarsi degli alleati per coronare il sogno di diventare cancelliere. Peccato però che gli altri partiti abbiano ribadito che non hanno alcuna intenzione di collaborare con lui e il suo partito, che considerano pericolosi per la democrazia.
Hanno di nuovo messo le mani avanti i popolari del cancelliere Karl Nehammer, grande sconfitto della partita con un calo di oltre 11 punti che ha fatto sprofondare la Övp al 26,3%. Non faranno mai un governo di cui faccia parte Kickl, hanno fatto sapere in margine a una riunione del Ppe a Bruxelles.
Il ruolo decisivo è quello del presidente della Repubblica, Alexander van der Bellen, al quale la Costituzione dà mano libera nella scelta della persona cui affidare la formazione di un nuovo governo. Domenica sera ha detto che «i pilastri della nostra democrazia vanno rispettati», citando lo stato di diritto, i diritti delle minoranze, la libertà dei media e l’appartenenza all’Unione europea. Tutti argomenti, sui quali Kickl schiera il suo partito su posizioni quantomeno controverse.
Secondo i più, la soluzione con maggiori probabilità è quella in cui il capo dello Stato incarichi proprio il cancelliere uscente, Nehammer, il quale potrebbe tentare di formare una maggioranza con i socialdemocratici, al loro minimo storico con il 21,1%, e i Neos, il partito neoliberale che ha avuto il 9,1%.
(da agenzie)

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“LE BUGIE DI CHICO FORTI. L’ERGASTOLANO CHE CI HA INGANNATI PER VENT’ANNI”: IL LIBRO DEL CRIMINOLOGO MARCO STRANO “INCHIODA” IL 65ENNE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO A MIAMI PER L’OMICIDIO DI DALE PIKE

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

FATELO LEGGERE A GIORGIA MELONI, CHE HA ACCOLTO FORTI IN ITALIA COME UN EROE … “FORTI HA PRESENTATO PROVE FALSE PER SOSTENERE LA SUA INNOCENZA”

Sarà presentato venerdì 4 ottobre a Trento e già scatena polemiche il libro del criminologo Marco Strano «Le bugie di Chico. L’ergastolano che ci ha ingannati per vent’anni». «Un libro», si legge nella presentazione, «basato sugli atti del processo» a carico del 65enne ex filmmaker trentino condannato all’ergastolo a Miami per l’omicidio di Dale Pike, figlio di un imprenditore con il quale era in trattativa per la compravendita del Pike Hotel di Ibiza.
Un affare che per i colpevolisti come Strano (direttore del Dipartimento di psicologia militare e di polizia di Unarma), Pike avrebbe voluto bloccare con il suo viaggio a Miami da Forti perché era una truffa ai danni del padre. Da qui il movente.
«L’obiettivo del libro? Analizzare l’attività investigativa e spiegare perché la giuria è arrivata al verdetto di colpevolezza nei confronti di Enrico Forti». Non un attacco personale al 65enne trentino.
Ma prima ancora Marco Strano, direttore del Dipartimento di psicologia militare e di polizia di Unarma (sindacato dei carabinieri), precisa che l’idea di scrivere il volume di 290 pagine dal chiaro titolo colpevolista Le bugie di Chico, l’ergastolano che ci ha ingannati per vent’anni (la Bussola) che sarà presentato venerdì alle 20.30 all’NH Hotel di Trento «è per tutelare e difendere i poliziotti di Miami offesi dalla ricostruzione di Forti in tutti questi anni». E poi ci sono le prove, «false quelle presentate da Forti per sostenere la sua innocenza», prosegue Strano, che elencherebbe quelle di colpevolezza, «schiaccianti».
(da agenzie)

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LA DUCETTA PROVA A RIMEDIARE AL NO A URSULA: INVITA IL PARTITO POPOLARE EUROPEO AL CONGRESSO DI ECR, PER USCIRE DALL’ISOLAMENTO IN CUI SI È MESSA NON VOTANDO IL BIS DELLA VON DER LEYEN

Ottobre 1st, 2024 Riccardo Fucile

L’OBIETTIVO È FAR ENTRARE I CONSERVATORI NELL’ORBITA DEL PPE, SGANCIANDOLI DAL “GIRONE” DEI REIETTI DI STRASBURGO (DOVE CI SONO SALVINI, ORBAN, LE PEN E WILDERS)… MA SCHOLZ, MACRON E TUSK CONTINUANO A OPPORSI. LA PROVA? I CONSERVATORI SONO STATI TAGLIATI FUORI ANCHE DALLE PARTECIPATE UE

I Conservatori di Giorgia Meloni li hanno invitati. E così una delegazione del Ppe potrebbe partecipare a un congresso di Ecr. L’assise è in calendario a Dubrovnik, Croazia, dal 18 al 20 ottobre, e dovrebbe essere l’appuntamento clou per capire chi prenderà le redini dell’eurofamiglia sovranista visto che la premier italiana ha annunciato da mesi l’intenzione di lasciarne la leadership, a insediamento dell’Ursula bis avvenuto.
La conferma dei Popolari ancora non c’è, ma a via della Scrofa sono ottimisti: tra gli inviti, c’è quello alla commissaria danese alla Natalità, la popolare croata Dubravka Suica, che farebbe da padrona di casa.
Per i Fratelli, sarebbe il suggello di un’operazione di avvicinamento ormai in fase avanzata, che ha l’obiettivo di sganciare Ecr definitivamente dal girone dei reietti di Strasburgo, fuori cioè dal “cordone sanitario” che tiene ancora i Patrioti di Salvini […] alla larga dalle alte cariche Ue.
L’operazione, antitetica a quella di Salvini, che a Pontida accoglierà Orbán, Wilders e gli austriaci di Fpo, è iniziata da mesi, con diverse tribolazioni, ma finora Meloni è riuscita a strappare una vicepresidenza all’Eurocamera per Antonella Sberna e la vicepresidenza esecutiva nella Commissione per Raffaele Fitto, anche se con deleghe che l’opposizione ritiene leggerine
È una partita delicata, quella della premier, che si vanta di avere una relazione «pragmatica da mamme» con von der Leyen, ma sa benissimo che Liberali e Socialisti faranno di tutto per scongiurare l’abbraccio tra Ppe e Conservatori, a cuilavora anche, sul versante popolare, Antonio Tajani. Ecco perché l’invito alla kermesse di Ecr è un segnale politico chiaro. Senza precedenti, per un congresso.
Un’altra indicazione del feeling col Ppe arriva dal magazine ufficiale del gruppo meloniano. Su The Conservative,è apparso un editoriale che elogia il neo-commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, pure lui popolare.
Certo, non è un abboccamento facile. Pse e macroniani remano contro: pure ieri la commissione Industria dell’Europarlamento ha tagliato fuori i Conservatori dalle nomine nelle partecipate Ue. Con l’avallo dei popolari, FI inclusa. Il rammendo delle relazioni è affidato ad Antonio Giordano, deputato di FdI e segretario generale di Ecr, ora indaffarato a Birmingham per la conferenza dei conservatori britannici.
Durante il congresso in Croazia entrerà poi nel vivo la discussione sulla leadership dei Conservatori. Meloni dovrebbe dimettersi a metà novembre. Il successore designato è l’ex premier polacco del Pis Mateusz Morawiecki. Ma è un nome che rischia di irritare il Ppe. Perché il principale avversario del Pis è Donald Tusk, big dei Popolari.
(da La Repubblica)

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