Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
IN QUESTE ORE SUL PORTALE DELL’AGENZIA SCELTA DAL CIO SONO IN VENDITA I PACCHETTI CON SOGGIORNO MINIMO DI TRE NOTTI: CON MENO DI 21 MILA EURO A COPPIA È IMPOSSIBILE CAVARSELA… IN VALTELLINA (A BORMIO SI DISPUTERA’ LA DISCESA LIBERA) IL PREZZO MEDIO DELLE CASE È CRESCIUTO DEL 10% GRAZIE ALL’EFFETTO OLIMPIADI
Premessa: l’esperienza offerta è certamente d’alto livello. Posizione privilegiata per assistere alle gare, menù preparati dai migliori chef, possibilità di incontrare gli ex campioni, alberghi di livello, anche se in alcuni casi a decine di chilometri di distanza dagli eventi.
Calcolatrice alla mano per vedere in prima fila la discesa libera maschile di sci alpino dei Giochi a cinque cerchi Milano-Cortina in calendario il 7 febbraio 2026 a Bormio (accesso alla hospitality lounge, buffet con bevande comprese, due notti in hotel sulle piste) bisogna prepararsi a sborsare 7.358,28 euro a coppia. Si può risparmiare qualche centinaio di euro selezionando l’opzione più economica, 820 euro a notte, alloggiando a Santa Caterina Valfurva o a Sondrio (65 chilometri di distanza).
Le Olimpiadi dei ricchi, almeno a giudicare dai pacchetti di ospitalità in vendita in queste ore sul portale «On Location», l’agenzia scelta dal Cio, già sperimentata a Parigi 2024. Il pacchetto «Olympic ticket inclusive hospitality package» comprende biglietto, trasporto, albergo, per un viaggio senza pensieri nei luoghi dei Giochi. Da febbraio si potranno acquistare anche gli ingressi singoli, si spera a prezzi più accessibili, ma intanto chi vuole assicurarsi con un anno di anticipo la presenza alle gare deve rassegnarsi a spendere migliaia di euro.
Il picco si raggiunge per le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi: per l’inaugurazione a Milano, stadio San Siro, servono 7.750 euro a testa, a cui aggiungere l’hotel e le tasse. Soggiorno minimo tre notti (l’offerta spazia da 1.445 a 2.540 euro a notte), con meno di 21 mila euro a coppia è impossibile cavarsela. Ancora più esclusiva la chiusura a Verona, domenica 22 febbraio, diecimila euro a persona per assistere all’evento. Garantito il trattamento vip, non certo però alla portata di tutti.
Ma restiamo in Valtellina, dove il prezzo medio delle case è cresciuto del 10% grazie all’effetto Olimpiadi: se la base di partenza per la discesa libera e per il gigante del 7 e del 14 febbraio a Bormio è 2.500 euro a esperienza (biglietto di categoria A, accesso alla shared lounge, postazioni gastronomiche, vino e birra), bastano, si fa per dire, 2.000 euro per il Super G dell’11 febbraio, la prova a squadre del 9 febbraio e lo slalom del 16 febbraio.
Decisamente più conveniente la proposta per assistere alle competizioni di scialpinismo, disciplina che farà il suo debutto proprio a Milano- Cortina 2026. Per le Sprint Race e le staffette miste si parte da 250 euro a persona, ma il pacchetto non comprende la presenza degli chef come per lo sci alpino e naturalmente va aggiunto il pernottamento. Livigno ospiterà invece le gare di freestyle e snowboard, in questo caso i biglietti delle esperienze (escluso hotel) vanno da 750 a 1.385 euro.
er quattro giorni si arrivano a sfiorare i novemila euro. È pur vero che i più avveduti si sono iscritti al programma per partecipare al sorteggio dei singoli ticket sul portale ufficiale dei Giochi, che prevede la possibilità di accedere all’acquisto prioritario a febbraio (evitando code e attese sul sito), ma era necessario farlo entro il 15 gennaio. Gli altri dovranno aspettare aprile e nell’attesa sperare in cifre alla portata di tutti.
Intanto, in concomitanza con l’insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti, il governatore lombardo Attilio Fontana ha lanciato tramite social un invito speciale: «Lo aspettiamo in Lombardia, magari in visita alle nostre Olimpiadi invernali del 2026». Ospite naturalmente, anche se il costo della partecipazione agli aventi almeno per lui non dovrebbe essere un problema.
(da corriere.it)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
MENTRE LA STAMPA INTERNAZIONALE MASSACRA IL GOVERNO DEGLI AMICI DEI TRAFFICANTI
Il lungo silenzio delle istituzioni italiane ha generato numerose critiche, sia da parte della
politica nazionale e delle associazioni per i diritti umani, sia dalla stampa internazionale, che ha evidenziato la mancanza di trasparenza del Paese. Il ministro Nordio, in passato assai critico verso alcuni rappresentanti libici definiti da lui stesso ” mafiosi”, ha rappresentato infatti l’unica voce ufficiale in merito a questa vicenda, e ciò ha aggravato ancor più l’impressione di quello che per molti pare essere un “imbarazzo istituzionale”.
Sul caso si è immediatamente espressa la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein: “Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare”.
Il deputato Pd Matteo Orfini ha dichiarato: “Parliamo di una persona accusata di crimini orribili, centrale nel sistema di gestione dei flussi migratori operato dalla Libia su mandato del nostro Paese. Rimandarlo in Libia significa rendere impossibile per la Corte procedere e di fatto coprire i suoi crimini”.
Anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che aveva esultato per l’arresto di Almasri annunciato un’interrogazione parlamentare al governo sul perché il libico si trovasse in una città italiana, ha immediatamente dichiarato: “Se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti – alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese – che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici”.
“Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale”, ha invece sottolineato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs.
Sulla vicenda è intervenuto anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: “È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in Aula già nelle prossime ore”.
Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha annunciato a sua volta l’intenzione di chiedere conto a Nordio, e anche lui presenterà un’interrogazione parlamentare in merito.
Open Arms: “Urgente far valere i diritti umani di chi attraversa le frontiere”
“La notizia della scarcerazione di Njeem Osama Elamsry, detto Almasri, che domenica scorsa era stato fermato a Torino su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra, ci lascia basiti e con molte domande”, ha dichiarato Valentina Brinis, Advocacy officer di Open Arms, che ha aggiunto “Quello che ormai da anni accade in Libia è sconcertante e lo è ancor di più pensare che l’Italia si ostini ogni anno a confermare il suo supporto, in particolare rivolto ad alcuni enti come la cosiddetta Guardia Costiera. Il sostegno avviene puntualmente in due momenti: ogni anno con il finanziamento attraverso il decreto missioni e ogni tre rinnovando il memorandum Italia-Libia. Quanto e cosa dobbiamo ancora attendere per interrompere questa relazione e far valere i diritti umani di chi attraversa le frontiere?”
Le opposizioni unite: “Meloni subito in aula a riferire sulla vicenda”
“La premier Giorgia Meloni deve venire urgentemente in Aula a riferire sulla vicenda che ha coinvolto Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri”, a chiederlo oggi, 22 gennaio, alla Camera, sono state tutte le opposizioni unite, (AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione) poco prima delle comunicazioni alla Camera del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sull’invio delle armi all’Ucraina.
(da Fanpage)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
L’INFERNO VISSUTO DAGLI ANZIANI: UNA 80ENNE SAREBBE STATA LEGATA AL LETTO, ABUSATA E SEVIZIATA CON UN BASTONE… UN OPERATORE HA AGGREDITO UNA DONNA TAPPANDOLE LA BOCCA E PRENDENDOLA A TESTATE, DOPO AVERLE SPUTATO SUI PANTALONI… GLI INSULTI E LE MINACCE: “MORIRAI PRESTO; SENTI QUANTO PUZZI; TI HANNO LASCIATO QUI PERCHÉ TUO FIGLIO NON TI SOPPORTA PIÙ”
«Sei un sarcofago, un cadavere che cammina, non servi a un ca..o, sei inutile alla società». Quando le telecamere nascoste nella casa di cura Villa Daniela hanno iniziato a trasmettere le immagini carpite all’interno i carabinieri hanno capito quanto fosse grave la situazione. E ieri hanno arrestato 3 persone indagandone altre tre.
Perché nella tranquillità delle campagne viterbesi, a Latera, sei operatori della nota Rsa legavano al letto per intere giornate gli anziani di cui avrebbero dovuto prendersi cura, lasciandoli senza cibo e acqua. E poi percosse, strattonamenti e farmaci somministrati senza prescrizione, solo per sedarli.
In un caso gli investigatori hanno anche documentato una violenza sessuale ai danni di una donna di oltre 80 anni, legata al letto e abusata, seviziata anche con un bastone.
Scene da brividi quelle descritte negli atti: come quando un operatore ha preso di mira un’anziana: «muovendola bruscamente, tappandole più volte la bocca, sputando sui pantaloni del pigiama per poi ripiegarli, afferrandole la testa, scaraventandola sulla sedia a rotelle…occludendole la bocca per impedirle di chiamare aiuto… sferrandole una testata alla nuca», si legge nell’ordinanza cautelare.
Insulti e minacce erano all’ordine del giorno: «Morirai presto», urlava un operatore. «Senti quanto puzzi», diceva un altro. Le vittime piangevano, chiedevano di poter chiamare i familiari. Inutile: «Ti hanno lasciato qui perché tuo figlio non ti sopporta più», ripetevano gli indagati.
Sono almeno 21 le vittime, ma potrebbero essere molte di più, considerando che nessuno di loro ha mai denunciato. I carabinieri di Montefiascone infatti hanno iniziato a lavorare al caso da quando, la scorsa primavera, un ex dipendente ha denunciato quello che ha visto tra le mura della struttura.
Si tratta di una casa di cura che ha iniziato l’attività già nel 2013 e fa parte infatti di una sorta di polo che si estende nei comuni di Onano e Gradoli. La stessa società che lo gestisce ha realizzato una sede anche a Poggio Spaccato, in Umbria. Oltre 150 posti letto, cinque strutture, 60 collaboratori specializzati.
(da la Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
DAL PRETE CHE “A UNA DONNA, HA INFILATO LA MANO SOTTO LA CAMICETTA, AFFERMANDO ‘QUI C’È UN MONDO BELLISSIMO'”, AL RELIGIOSO CHE “HA FATTO SPOGLIARE UN CHIERICHETTO, MENTRE GLI ALTRI GIOCAVANO A CALCETTO NELLA STANZA ACCANTO, E NE HA ABUSATO”
Dopo aver reso noti gli abusi commessi per anni da uomini di chiesa in Alto Adige, la
Diocesi di Bolzano-Bressanone ha compiuto un altro, importante passo verso la verità: la pubblicazione integrale sul proprio sito del corposo dossier relativo a quelle violenze. Oltre 600 pagine di testimonianze che hanno portato alla scoperta di 67 casi: 59 le vittime, 41 i sacerdoti coinvolti. Ecco alcuni casi.
A metà degli anni Novanta, un giovane insegnante si tolse la vita. In molti ricondussero il gesto agli abusi subiti da bambino. Il vicario, a conoscenza di non meglio specificate tendenze omosessuali del sacerdote sospettato, gli chiese «di non celebrare personalmente il funerale». Una disposizione che però non fu rispettata
Mezzo secolo di incarichi e trasferimenti a partire dagli anni Sessanta, fino alla rimozione dall’incarico e al processo canonico nel 2010. I parroci responsabili di questo prete hanno messo sempre in evidenza problematiche nel trattare con il genere femminile. Sul caso si è soffermato anche l’avvocato Ulrich Wastl, uno dei relatori: «In questa situazione è mancata la cultura dell’errore». Cioè: si è pensato che trasferendolo si potesse risolvere il problema.
A metà degli anni Settanta, arrivava la segnalazione di un sacerdote già trasferito tre volte che «intratteneva rapporti amichevoli». Dopo un altro trasferimento, giungono nuove lamentele circa il fatto che il sacerdote «sperperasse denaro in bevande, imposte principalmente a giovani signorine». Seguirono diversi «ricoveri in psichiatria» e «vani tentativi di affidare al sacerdote incarichi adatti».
Anni Settanta, un sacerdote era preside di una scuola media. Tra le altre cose, «si considerava preoccupante la tematizzazione in classe di argomenti di carattere sessuale». In una lettera, il sindaco del paese racconta la condotta dell’uomo di Chiesa: «Ad una sposa, in una locanda, ha pubblicamente infilato la mano sotto la camicetta, affermando “qui c’è un mondo bellissimo”». Dagli atti emerge che il sacerdote avrebbe insegnato fino agli anni Novanta e sarebbe stato impiegato come parroco fino al suo pensionamento.
Il decano responsabile di un altro sacerdote riferiva alla Curia diocesana che questo girava per locali notturni in compagnia di «fanciulli». […] Il vicario generale rispondeva di «aver preso atto della notizia e che il sacerdote avrebbe dovuto essere quindi trasferito». Tuttavia, non risultano provvedimenti presi a seguito di questa segnalazione.
Da un promemoria risulta che un prete «già anni prima avrebbe attirato l’attenzione a causa di condotte moleste nei confronti di donne». Alla fine degli anni Settanta, questo «estendeva le sue molestie a minorenni, con il conseguente intervento diretto del sindaco». Il sacerdote avrebbe «fatto spogliare un chierichetto, mentre gli altri giocavano a calcetto nella stanza accanto, e ne ha propriamente abusato. Gli altri sono scappati quando l’hanno visto». Inoltre, «sul balcone ha disposto una piscinetta di plastica per far nuotare i bambini. Cosa intenda fare è altrettanto evidente», recita la nota.
Il vescovo veniva informato che un prete «si intratteneva regolarmente a bordo della propria auto nei pressi della stazione, in cerca di giovani per scopi illegali». […] Più tardi, il sacerdote veniva allontanato dalla parrocchia in cui aveva operato fino ad allora e nominato assistente religioso presso il Centro pastorale di Bolzano. Parallelamente si occupava della preparazione alla Cresima.
(da Il Corriere della Sera)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
LA MODA DEL DUMPSTER DIVING E L’INFLUENCER DANESE
«Ho sempre il frigorifero pieno di cibo, ma nel 2024 ho speso solamente 99 dollari al supermercato». Il segreto di Sofie Juel Andersen, 30enne danese, è il cosiddetto dumpster diving, cioè rovistare nei cassonetti della spazzatura sul retro dei grandi negozi.
Qui spesso vengono buttati tutti i prodotti viziati (anche solo una lattina ammaccata) o scaduti da uno o due giorni, così come numerosi altri prodotti non alimentari. Di tutti questi Juel Andersen fa incetta. Una questione economica che, nel tempo, è diventata anche un «attivismo quotidiano»: educare contro lo spreco.
La curiosità iniziale: «Una volta abbiamo trovato 300 lattine integre»
Ma come si diventa dumpster diver? Sofie Juel Andersen ha iniziato per caso dopo essersi trasferita a Sydney, in Australia. Insieme a una amica è andata a guardare cosa ci fosse all’interno dei cassonetti vicini ai supermercati. «Non l’avevo mai fatto prima, quindi ho pensato di dare un’occhiata a un cassonetto e quello che ho trovato è stato pazzesco: era pieno di cibo fresco e adatto per essere consumato», ha raccontato. «Ma era la nostra prima volta, quindi non abbiamo preso tante cose». Nonostante tutti i suoi amici pensavano fosse una pratica disgustosa, la 30enne non aveva intenzione di smettere. «Spesso anche i cestini sono pieni di cibo confezionato: polli interi, caramelle, bevande. Una volta abbiamo trovato 300 lattine di bibite ancora intonse, che vengono buttate solo perché le confezioni sono danneggiate».
I vantaggi economici e ambientali
Da una semplice curiosità, rovistare nei cassonetti è diventato una «scelta di vita». «Riduce l’inquinamento», ha spiegato Sofie Juel Andersen, che ormai utilizza i supermercati solo per prodotti di igiene. «E poi mi permette di lavorare solo quattro giorni a settimana. Mi garantisce tantissima libertà personale e finanziaria». Con tutti i soldi risparmiati, la giovane danese li investe per regalarsi dei viaggi. E anche all’estero non rinuncia a questo suo impegno. Con lo scopo, nel frattempo, di creare consapevolezza riguardo allo spreco: «Può essere buono anche se ha qualche imperfezione».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
LA CAPACITÀ INSTALLATA TOTALE È ORA DI 887 GW NEL SOLARE E 521 GW NELL’EOLICO, OLTRE IL 15% IN PIÙ RISPETTO ALL’OBIETTIVO FISSATO PER IL 2030
Secondo i dati ufficiali cinesi, la Cina ha battuto il record mondiale in termini di
installazioni di capacità di produzione di energia rinnovabile nel 2024.
Lo scorso anno ha installato circa 277 gigawatt (GW) di nuova capacità solare, rispetto ai 217 GW del 2023, e 80 GW di nuova capacità eolica, secondo i dati pubblicati dalla National Energy Administration.
Pechino vuole raggiungere la neutralità del carbonio nel 2060. La capacità installata totale è ora di 887 GW nel solare e 521 GW nell’eolico, oltre il 15% in più rispetto all’obiettivo di 1.200 GW installati in totale nel 2030 fissato dal presidente Xi Jinping nel 2020.
La Cina ha investito più di 50 miliardi di dollari nel settore dal 2011 al 2022. La seconda economia mondiale, tuttavia, rimane fortemente dipendente dal carbone, anche se nella prima metà 2024 ha ridotto dell’83% le autorizzazioni per costruire centrali elettriche a carbone.
(da Il Sole 24 ore)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
ALMASRI, IL CAPO DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA DELLA LIBIA E’ LA FIGURA CHIAVE NEL TRAFFICO DI MIGRANTI VERSO L’ITALIA… RICERCATO NEL MONDO, NOI GLI DIAMO UN PASSAGGIO PER TRIPOLI CON UN VOLO DI STATO
L’11 marzo del 2023 e Giorgia Meloni è a Cutro dove si è riunito simbolicamente il Consiglio dei Ministri. Due settimane prima al largo della costa del comune jonico, era avvenuto il naufragio di una nave carica di migranti. I morti accertati sono 94, i dispersi mai restituiti dal mare un numero mai stabilito con certezza. Sull’imbarcazione partita dalla Turchia secondo le testimonianze viaggiavano almeno 160 persone, i superstiti saranno 54.
Finito il vertice del Governo con al centro il tema dell’immigrazione, la Presidente del Consiglio spiega in conferenza stampa:
Non colpire solamente quei trafficanti che noi troviamo sulle barche, ma colpire i trafficanti che ci sono dietro. E per me questo è un elemento molto importante, perché cambia completamente l’approccio del governo italiano rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni. Noi siamo abituati a un’Italia che si occupa soprattutto di andare a cercare i migranti per tutto il Mediterraneo. Quello che vuole fare questo governo è andare a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo perché vogliamo rompere questa tratta.
L’immagine di Meloni a caccia di scafisti per il globo terracqueo diventa subito un meme, il video virale, la frase un riferimento del programma della destra al governo. Rimane che le parole della premier sono chiarissime: colpire le organizzazioni a partire dai vertici, non dando loro tregua anche oltre i confini italiani.
La parola d’ordine dell’estrema destra europea ora è remigrazione: e il summit potrebbe tenersi in Italia
Peccato che ieri Njeem Osama Elmasry Habish, conosciuto come Almasri, uno dei personaggi considerato un perno del traffico di esseri umani è stato rimandato in Libia con tante scuse a bordo di un Falcon 900 dei nostri servizi d’intelligence. A Tripoli ad attendere il capo della polizia giudiziaria una folla in festa che lo accoglie subito fuori la pista d’atterraggio. Su Almasri pende un ordine di cattura della Corte Penale Internazionale. È accusato di torture, tratta di esseri umani e crimini di guerra.
Altro che inseguire i responsabili della tratta dei migranti per tutto il globo terracqueo! Il governo Meloni impacchetta e rimanda a casa in tutta fretta uno degli uomini che garantirebbe partenze e l’esistenza di prigioni piene di uomini, donne e bambini. In meno di 48 ore Almasri viene scarcerato e espulso a tempo di record e con tante scuse, a causa di un “errore di procedura”, perché il ministero dell’Interno non sarebbe stato informato come da prassi.
Evidentemente Almasri riteneva di non aver nulla da temere nel circolare in Italia, tanto da recarsi tranquillamente allo stadio per vedere il match di domenica tra Juve e Milan. Sull’arresto e sul rilascio ci sono ancora molte cose da chiarire. Perché la procedura anomala, qualcuno aveva paura che il Governo e l’intelligence ne garantisse la mobilità lasciandolo andare? Chi ha paura delle dichiarazioni che Almasri poteva rendere sui rapporti con esponenti politici e degli apparati di sicurezza in Italia?
La verità è che la scelta di continuare ad esternalizzare la nostra frontiera in Libia, a suon di miliardi per la cosiddetta “guardia costiera libica” lungi da inseguire gli scafisti, garantisce un sistema fatto di corruzione, violenza, riduzione in schiavitù. Con i soldi nostri.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
TRA I BANCHI DELL’ESECUTIVO CI SONO SOLO ESPONENTI LEGHISTI. IL SOTTOSEGRETARIO MELONIANO ANDREA DELMASTRO, CHE ERA STATO LÌ PER LA DISCUSSIONE SULLA GIUSTIZIA, TORNA FRETTOLOSAMENTE ALLE SUE OCCUPAZIONI
A un certo punto il leghista Riccardo Molinari evoca «il cattivo maestro». Un
«mandante». Paventa «il rischio eversione» per spiegare il caos delle Ferrovie. «L’Italia non si farà mai intimidire», giura però Matteo Salvini. Alla Camera dei deputati c’è l’informativa del ministro. I treni non arrivano in orario e le parole per spiegarlo sono quelle degli anni Settanta. «Che la rete sia oggetto di un’operazione di sabotaggio contro le ferrovie lo aveva già detto un altro premier nel 2014, poi a quelle parole non seguirono i fatti», ricorda il ministro dei Trasporti. Come a dire: qui quello complottardo non sono io.
La prima cosa che si nota a Montecitorio alle 18,30, quando Salvini mette in piedi in aula è che sui banchi del governo hanno preso posto solo esponenti leghisti. Un ministro (Roberto Calderoli, poi arriverà anche Alessandra Locatelli), nove tra sottosegretari e viceministri, da Rixi a Durigon, da Castiello a Freni, silenziosi, fedeli, compiti come a una recita: a tutti il Capitano batte il cinque.
Il sottosegretario meloniano Andrea Delmastro, che è stato lì per la discussione sulla giustizia, torna frettolosamente alle sue occupazioni. Li lascia soli. Fa impressione questo monocolore verde. «Matteo» li ha precettati per sentirsi meno abbandonato.
«Finalmente la vediamo dal vivo, signor ministro», lo accoglie il cinquestelle Antonino Iaria. «Lo sappiamo che lei non voleva fare il ministro dei Trasporti, e si vede, e infatti sono sconvolto nel sentirla parlare di complotto». Mormorii da destra. Iaria: «Senza i soldi del Pnrr lei a quest’ora faceva i video su Tik Tok!».
Salvini ce l’ha con gli anarchici. Per l’incendio alla sede legale di Italferr. «Il 3 dicembre 2024 su alcuni blog di frange anarcoinsurrezionaliste è stato rivendicato l’attacco incendiario. Da lì in poi abbiamo assistito a un’escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto evidenziare in attesa di raccogliere informazioni più precise». Le opposizioni non gli credono. «È venuto a raccontarci del grande complotto fatto di chiodi e chiavi inglesi», lo liquida Toni Ricciardi del Pd.
Quindi il collasso della rete è colpa degli anarchici?
Il governo non c’è, ma la maggioranza lo sostiene. Però Fratelli d’Italia ha scelto come avvocato difensore un deputato non di prima fila: Fabio Raimondo. «Lei ci mette la faccia, ai tempi di Toninelli non avveniva», lo lusinga. Salvini gli batte le mani, come fa lui: un applausino. «Gli episodi recenti di sabotaggi e intrusioni nella rete ferroviaria, rappresentano una grave minaccia alla sicurezza nazionale che non va sottovalutata». Pure Raimondo fa riferimento «agli anni più bui della Repubblica». Dai banchi leghisti partono ripetuti battimani.
Elly Schlein dice che il Pd sta raccogliendo i dati sui ritardi: 20mila minuti al giorno. «Quando si scusa con gli italiani? Quando si scusa Meloni? Lo sa vero che i cantieri sono stati finanziati dai precedenti governi?». Elon Musk entra anche qui. Perché la segretaria gli dice: «Invece che sgomitare a chi è più amico di Musk, parlate del disagio che vivono studenti e lavoratori».
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2025 Riccardo Fucile
GUARDATO CON COMPASSIONE DA FDI, FINISCE MASSACRATO PERSINO DALLA SEGRETARIA DEL PD
Salvini è er catena: prima era il chiodo sabotatore, ora è colpa della catena di Valdarno. Si presenta alla Camera, a una settimana dai grandi guasti, dai treni fermi, e sragiona di lucchetti, ferramenta e pantografi. Parla come il brigadier Salvini: “Il 28 novembre, nella sede di Italferr, alcuni soggetti si sono indebitamente introdotti provocando un incendio… e in data 3 dicembre su alcuni blog, gestiti da frange anarco-insurrezionaliste, è stato rivendicato l’attacco incendiario… Da lì in poi abbiamo assistito a una escalation”.
Dice che dopo le sue denunce i problemi sono finiti e non si sa se sia già volato su Marte insieme a Trump e Musk. Riesce a far brillare Elly Schlein che gli spiega: “Quand’è che si scusa? Guardi che non fa più il ministro dell’Interno, non è possibile che l’unico spostamento che a lei interessa è il suo, al Viminale”. C’è un paese che lo canzona, lo sbeffeggia e lo chiama: Salvini trenità, Dont’ cry for me Tiburtina, Salvini, la febbre del sabato sera, ma Salvini e i suoi compari la buttano sull’attentatuni! Fa arrivare non solo i treni in ritardo, ma anche le sue scuse.
Renzi, da una settimana, gli dà del buffone, Schlein gli dice “dimettiti”, ma Salvini anziché rispondere, presentarsi in Aula, quando era il momento, difendersi, ribattere ‘sto lavorando’, preferiva straparlare di cronaca nera.
Arriva in Aula, alle 18,30 all’ora dell’aperitivo, per questa informativa urgente (ma in ritardo di una settimana) seguìto dal suo capo segreteria e dal vero ferroviere d’Italia, Claudio Durigon, il solo leghista che lo porterebbe in calesse, ed è pure un Salvini con il raffreddore. Eccì! Per farlo sentire a suo agio presiede l’Aula Lorenzo Fontana, mentre Federico Freni lascia il Mef per portargli un po’ di solidarietà e di j’adore, essenza di bergamotto. Parfume.
Galeazzo Bignami, che era sottosegretario ai Trasporti, da quando è capogruppo di FdI alla Camera, lontano da Salvini, è un uomo nuovo. La verità? Un leghista: “Dispiace dirlo ma Salvini ha scelto il peggior ministero possibile. Salvini è il nostro Burlando. Ricordate Burlando? Era il ministro dei Trasporti sfigatello di sinistra”. Si attende ovviamente una replica di Burlando …
Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze, di FdI, prova quasi compassione: “Salvini è un uomo buono, solo che la sorte non lo aiuta”. Si avvicina Luca Toccalini, il segretario della Lega giovani, che tiene a garantirci: “Ma certo che Salvini ha i cornetti rossi. E’ attrezzato”. Come si fa a parlare male di questo Salvini al binario? Zaia è un toro e se Salvini non gli fa avere un altro mandato sfonda con la sua locomotiva veneta, via Bellerio; Lorenzo Cesa lo sta per lasciare definitivamente per fare una cosa di centro con Gianfranco Rotondi; l’altro cugino americano che Salvini si portava nei raduni punkofasci, il suo Vivek Ramaswamy, l’unico collegamento con Trump, ha lasciato Trump anzitempo per candidarsi governatore in Ohio. E’ così dimesso che Salvini sposta l’attenzione su Ferrovie e su Renzi: “Da anni la rete è oggetto di attacchi. Lo ribadì anche un premier nel 2014…”, “i dipendenti delle Ferrovie dello Stato, non meritano polemiche”.
E infatti nessuno le ha fatte con loro ma con lui. La disperazione è tale che fa sapere che “grazie alla collaborazione con la Francia si aprirà il Frejus” e che solo per senso di responsabilità, lui non avrebbe enfatizzato i sabotaggi. E’ quasi peggio ascoltarlo quando fa il Salvini pantografato e parla della “disalimentazione del 14 gennaio”, quando si vanta di aver sbloccato “l’imbuto di Firenze” o ancora quando parla dei cantieri che ha aperto, dei treni che circolano. Dice: “Nel 2022, i treni erano 8 mila mentre ora sono 10 mila”.
Si imbroglia e viene smascherato dalla deputata Maria Chiara Gadda, di Italia Viva, non appena ricorda che nel 2018 “i risultati e i ritardi erano peggiori”, al che, Gadda: “Guardi che al governo c’era lei, ministro!”. Scopre la solidarietà nazionale dopo anni di sputacchi, perché, lamenta Salvini, “in passato non c’è mai stata una campagna di questo genere”, “sulla qualità dei trasporti non si può giocare perché riguarda il futuro dei nostri figli”. Come se la “Bestia”, la Tesla social della Lega, il motore endotermico della ferocia, sia stata inventata del mite Gianni Cuperlo e non dalla sua banda.
Fa capire, a mezzabocca, che il sindaco Gualtieri viene da lui a chiedere di sbloccare cantieri, che tutta la sinistra lo adula e poi, in pubblico, lo attacca. Salvini, povera stella! Il vero guaio è che contagia come la febbre di stagione. Carmine Raimondo di FdI manca poco e chiede lo stato di assedio perché “siamo di fronte a un attentato alla sicurezza dei trasporti”. Maurizio Lupi, che ha mestiere, avverte che “l’attentato alla mobilità non va mai sottovalutato, e non è un caso che i treni sono sempre diventati il bersaglio di chi voleva sovvertire la nostra comunità”. Hanno ragione i canzonatori: con Salvini sale la febbre “del saboto sera”. Il nuovo feticcio è già questa catena, che, dice Salvini, a Valdarno sud, il personale di Fs Security ha riscontrato forzata, la catena della chiusura del cancello a protezione del passaggio carrabile”. Finisce di parlare e lo smentiscono i sindacati sul pantografo, non si capisce cosa c’entri “L’Italia che non si farà mai intimidire”. Continua a scambiare le fondine del Viminale con le vanghe dell’Anas.
(da ilfoglio.)
argomento: Politica | Commenta »