A BRUXELLES CONTE CHIEDE ANCORA TEMPO SUI CONTI
OTTIENE SOSTEGNO SUI PROFUGHI: CHI ACCOGLIE GUADAGNA FONDI, CONFERMATO IL 23 SETTEMBRE IL VERTICE A MALTA
Con la pochette bianca nel taschino a segnare il nuovo corso, oggi Giuseppe Conte porta in dote a Bruxelles il nuovo governo M5s-Pd: missione compiuta. Il resto è una sfilza di incontri e complimenti, congratulazioni e pacche sulla spalla.
Finiti nel buco nero del passato, i tempi in cui Conte era premier del governo gialloverde, quello che ogni giorno faceva a pugni con l’Ue o per via di Matteo Salvini oppure per colpa di Luigi Di Maio. Oggi inizia un’altra storia. Solo abbozzata nelle materie economiche: con la presidente Ursula von der Leyen c’è un primo scambio di vedute sulla nuova situazione politica in Italia, nessun risultato concreto ma del resto non ne erano previsti, dicono fonti vicine alla nuova presidente della Commissione sottolineando “il clima positivo” della conversazione.
Qualcosa di concreto si muove con Francia e Germania sulla redistribuzione dei migranti che arrivano in Italia e sulla riforma di Dublino. Non una parola però da parte del premier sul caso della Ocean Viking, la nave della ong norvegese con 34 migranti a bordo, ancora in cerca di un porto sicuro. “Sbarchi subito”, dice il presidente dell’Europarlamento David Sassoli dopo aver ricevuto Conte. Da ieri lo chiede anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Intanto però di immigrazione Conte parla con von der Leyen e anche negli altri, numerosi incontri di giornata con i vertici europei.
Alla sua prima visita a Bruxelles da premier dell’alleanza M5s-Pd, Conte incassa il sostegno di Parigi alla riforma di Dublino, chiesta da tempo da Roma, sostenuta fortemente anche da von der Leyen. E con la presidente della Commissione, nell’incontro mattutino a Palazzo Charlemagne, il premier parla della possibilità di mettere in piedi il seguente meccanismo: assicurare fondi europei ai paesi che accolgono migranti. Chi non accoglie, non ne beneficerebbe, ca va sans dire.
“Ci saranno dei paesi riluttanti ma chi non parteciperà ne risentirà sul piano finanziario”, dice il capo del governo parlando dell’accordo per la redistribuzione dei migranti in Europa, accordo che l’Italia sta stringendo con Francia, Germania e che dovrebbe essere definito il 23 settembre a Malta, in un vertice che vedrà la partecipazione anche della Finlandia, quale presidente di turno dell’Ue.
Un accordo che — se tutto va bene — dovrebbe garantire all’Italia la redistribuzione di almeno il 50 per cento dei migranti che arrivano, divisi tra Francia e Germania, 25 per cento a testa, e sperare nell’adesione di altri Stati, attratti dai fondi Ue a disposizione.
Fatto l’accordo, dovrebbe ripartire anche Sophia, la missione navale europea di sicurezza marittima, a comando italiano, rimasta ancora in piedi in teoria, ma senza più navi nel Mediterraneo per via del no di Salvini a mandarla avanti. Contraddizione in termini ma tant’è.
“L’operazione Sophia non era stata completamente accantonata, ma non era stata valorizzata — dice Conte — In un quadro in cui andiamo ad attivare un meccanismo di redistribuzione europea” dei migranti “una volta attivato, possiamo riconsiderare il tutto”.
A Bruxelles, Conte viene accolto da Donald Tusk, presidente del consiglio europeo uscente, primo sponsor del ‘Conte bis’ nelle settimane di piena crisi di governo ad agosto, quando ancora in Italia Pd e M5s discutevano sul premier. “E’ bello rivedere l’amico Conte, abbiamo parlato delle priorità dell’Italia”, dice il polacco. “Mi mancherai amico”, gli dice l’italiano salutandolo.
Ma i complimenti di Tusk suonano solo il gong di inizio per una serie di congratulazioni: oggi qui Conte è l’uomo che si è prestato per liberare l’Italia dal sovranista Salvini. Tappeti rossi per lui. Dopo l’incontro con von der Leyen, viene ricevuto dal presidente del Parlamento europeo Sassoli, poi dal prossimo presidente del Consiglio europeo Charles Michel e infine dal presidente uscente della Commissione europea Jean Claude Juncker.
Certo gli interrogativi restano aperti sulle questioni economiche, malgrado Roma possa ora contare su un atteggiamento più morbido da parte della nuova Commissione.
Il che non significa che automaticamente si va in una direzione di revisione delle regole del patto di stabilità e crescita (serve l’unanimità in Consiglio Ue). Disponibile la Germania, che è in recessione, ci sono però i paesi rigoristi del nord a tirare il freno.
Con von der Leyen “non abbiamo fatto la manovra economica – dice Conte – quello che ho detto è che vorrei stabilire un patto con l’Europa. Abbiamo davanti una stagione riformatrice che non si esaurisce in qualche mese evidentemente. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo e per questo tempo vogliamo fare un patto con l’Europa per una Italia digitalizzata, vogliamo orientare completamente il nostro sistema industriale verso una Green economy e da questo punto di vista abbiamo bisogno di tempo. Dobbiamo fare investimenti che ci consentano crescita economica e di orientare verso lo sviluppo il Paese e una maggiore occupazione e di maggiore qualità . Su questo vogliamo fare un patto trasparente con l’Europa: questo è il nostro programma, consentiteci di realizzare questi investimenti e per un periodo di tempo fateci fare questi investimenti”.
All’indomani della fiducia del Senato al Conte II, anche l’Europa riparte con i nuovi vertici.
Da stasera il commissario italiano Paolo Gentiloni sarà chiuso in una sorta di ‘conclave’ fino a domani con von der Leyen e gli altri commissari, un ritiro di “team building” a Genval, a 30 km da Bruxelles.
E venerdì il debutto sarà del nuovo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, al suo primo Eurogruppo in Finlandia. Da lì in poi, riflettori puntati sulla manovra economica: il primo atto del nuovo corso, il corso della pochette.
(da “Huffingtonpost”)
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