A CROTONE AL BALLOTTAGGIO IL CENTRODESTRA RISCHIA DI PERDERE DA UN OUTSIDER
VINCENZO VOCE, IL CANDIDATO CIVICO SENZA PARTITO CON IL 36,4% AL PRIMO TURNO SFIDA ANTONIO MANICA CHE HA RACCOLTO IL 41.6%
A Crotone, alcuni lo temevano, i suoi ci speravano. Ma in fondo nessuno si è stupito che il civico Vincenzo Voce sia arrivato al ballottaggio, per di più con uno scarto di voti non incolmabile da qui a domenica 4 ottobre.
Il candidato del centrodestra, Antonio Manica, si è fermato al 41,6%, lui lo tallona con il 36,4%. E i suoi adesso ci credono davvero.
“Ce la possiamo fare, possiamo cambiare il volto di questa città ” dicono. Chi sono? Attivisti senza appartenenze di partito, ambientalisti, ex pentastellati, più o meno noti esponenti del mondo culturale, associazionistico e artistico crotonese, orfani di altre formazioni, ma soprattutto persone normali.
§“Gente perbene che non ne può più di questo modo di amministrare, di una classe politica di centrodestra e centrosinistra che ha unanimemente portato la città allo sfascio” spiega Voce.
Orientamento? Nelle liste c’è un po’ di tutto. “Niente estremisti, ma per entrare in lista non sono stato certo a guardare il pedigree. Per me il criterio inderogabile è l’umanità ”. E poi la voglia di riscattare un territorio in cui la bonifica delle ex zone industriali rimane una ferita aperta.
Adesso le fabbriche non ci sono più. È rimasta solo l’Eni con le sue trivelle a pompare gas dai fondali marini. Ma scorie e rifiuti sono rimasti, così come i terreni che hanno contaminato.
È proprio sul tema delle bonifiche che Voce, di formazione ingegnere ambientale, ha costruito il proprio percorso politico. Su quel fronte è impegnato da vent’anni.
Con l’apporto di comitati civici o anche in solitudine, ha promosso petizioni, presentato ricorsi e azioni legali, si è battuto contro processi di riqualificazione insufficienti o parziali. Un impegno che ha pagato.
Prima alle regionali del gennaio scorso, quando si è laureato candidato più votato di Crotone. Poi, il 20 e 21 settembre scorso con un’affermazione straordinaria alle urne. “Speriamo che succeda ancora al ballottaggio” dicono i suoi.
Anche lui è convinto di potercela fare. “Certo la partita è difficile” ammette. Ma non per questo ha cambiato abitudini o è venuto meno ai propri impegni.
“Io insegno, quindi la mattina sono a scuola. Alla campagna elettorale dedico il resto della giornata” spiega.
Niente grandi eventi, solo incontri, chiacchierate, tanto porta a porta. “Il risultato raggiunto è già una vittoria straordinaria, ma sono convinto che possiamo strappare il Comune ad una classe dirigente che ha fallito in modo assolutamente trasversale” si lascia scappare. Ed è anche trasversale.
Dei 19 consiglieri eletti dal centrodestra, almeno 13 hanno un passato con amministrazioni o formazioni del centrosinistra. “E alla stessa dinamica si assiste dall’altra parte” puntualizza.
Ecco perchè il No a tutto quello che è stato in precedenza è il principio cardine di chi lo segue. Molti sono orfani di un centrosinistra, che negli ultimi anni in generale e all’ultima tornata elettorale in particolare, si è schiacciato sull’area degli Sculco, ondivaga dinastia politica personale che di generazione in generazione ha costruito il proprio potere a Crotone e provincia. E il Pd? Neanche commissariando il partito è riuscito a imporre una linea alternativa.
Da Roma, il partito del Nazareno aveva tentato di imporre una rottura, appoggiando il candidato dei Verdi, il dottore Orlando Amodeo, ex dirigente medico della polizia in quiescenza, noto per il suo impegno a favore degli ultimi, attualmente segretario dei Verdi in città .
In prima linea sempre sui moli durante gli sbarchi, come durante delicatissimi i blitz per la cattura di pericolosi latitanti, incapace di scendere a compromessi — divisa o no, a Salvini non le ha mandate certo a dire quando da ministro bloccava i migranti in mezzo al mare – il dottore aveva accettato ad una condizione: una rottura netta con il passato.
Ma l’area di Sculco e i dem locali che le sono organici o vicini ha fatto muro, il commissario non ha avuto la forza e i numeri per imporre una linea tanto da rinunciare ad una lista Pd alle elezioni e Amodeo si è sfilato.
Ad inizio settembre ha pubblicamente appoggiato Voce, ma — ci tiene a sottolineare — “non perchè io o i Verdi vogliamo qualcosa in cambio. Non ci conoscevamo, abbiamo discusso e ci siamo trovati d’accordo su una serie di temi. Crotone ha una cultura e una civiltà , meglio, le aveva. Adesso ha perso la dignità . Come si può proporre qui la Lega o chi ha sempre governato la città da 30 anni? La città pretende un cambiamento”. E a quella voglia, Voce ha fatto da detonatore.
(da “La Repubblica”)
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