A FAVORE DI MARINE LE PEN UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: ALTRO ATTACCO HACKER CONTRO MACRON, RUBATE MAIL DELLO STAFF ELETTORALE
NORMALI DOCUMENTI VENGONO MISCHIATI A DEI FALSI PER SCREDITARE MACRON… L’ALLEANZA TRA HACKER RUSSI ED ESTREMA DESTRA AMERICANA…. NON HANNO IL CONSENSO ELETTORALE E PROVANO A FALSARE LE ELEZIONI, SONO I SOVRANISTI DELLA TRUFFA
Alla vigilia del voto decisivo per eleggere il nuovo presidente della repubblica francese, il candidato alla presidenza francese Emmanuel Macron è stato vittima di un “attacco hacker massiccio e coordinato”, che ha portato alla diffusione di “varie informazioni interne” sui social media.
Lo fa sapere lo staff di ‘En Marche!’. Email, documenti contabili e contratti dalla campagna del candidato centrista sono stati diffusi.
Il movimento politico di Macron En Marche! ha successivamente confermato di essere stato attaccato. “I file che circolavano sono stati ottenuti parecchie settimane da hacker in caselle di posta private e pubbliche di diversi leader del movimento”, si legge in una nota. In cui si trova scritto anche che i documenti perduti hanno mostrato solo il normale funzionamento di una campagna presidenziale, ma i file messi in rete hanno mescolato documenti autentici con quelli falsi per seminare “dubbi e disinformazione”.
“Ci vorrà tempo per vagliare tutto — spiega Numerama, dopo aver analizzato i dati, “ma a prima vista sembra essere tutto banale”. Nel materiale c’è di tutto: “Note informative, bollette, prestiti per importi assolutamente ragionevoli, suggerimenti e prenotazioni in mezzo ovviamente a scambi che sono strettamente personali, osservazioni sulla pioggia e sul bel tempo, una conferma della pubblicazione di un romanzo, la prenotazione di un tavolo”.
Vitali Kremez, direttore ricerca a Flashpoint, una società di intelligence americana, ha detto al New York Times che sospetta il coinvolgimento di un’operazione di spionaggio russa chiamata APT28. Il monitoraggio di APT28, noto anche come Fancy Bear, rivela che si sta muovendo in modo aggressivo contro i membri Nato e una varietà di obiettivi occidentali.
Il mese scorso, il gruppo di ricerca sulla cybersicurezza ha sostenuto che gli hacker russi che si identificano come Pawn Storm hanno preso di mira la campagna di Macron con tecniche pishing, per tentare di rubare dati personali. Wikileaks ha messo in rete un link al materiale diffuso ieri sera, ma ha preso le distanze dall’azione.
“Non è un’operazione hacker semplice, ma un tentativo di destabilizzare le elezioni presidenziali francesi”, ha continuato il movimento, aggiungendo che “prenderà tutte le iniziative necessarie pubbliche e private” per chiarire il disguido.
La commissione nazionale di controllo della Campagna presidenziale francese ha esortato i media a non riferire sui documenti interni diffusi sui social network dopo l’attacco hacker contro lo staff di Emmanuel Macron, candidato social-liberale che domani sfiderà Marine Le Pen nel ballottaggio per l’Eliseo.
In una nota, la commissione ha chiesto ai media, e soprattutto ai siti, di non dare ulteriore eco al contenuto di questi dati in quanto falsi.
L’organismo di controllo ricorda inoltre che “la diffusione di informazioni false è suscettibile di costituire un reato, specialmente penale”.
La commissione, che si riunirà nelle prossime ore, ricorda che “sono in gioco la libera espressione del suffragio e la legalità dello scrutinio”.
Anche i sondaggi sono fermi a ieri. Gli ultimi davano il candidato del movimento En Marche! con il 62-63% dei voti a fronte di un 37-38% che raccoglierebbe la leader del Front National Marine Le Pen.
La scarsa performance della leader di estrema destra nel duello televisivo con l’ex ministro dell’economia, mercoledì sera, avrebbe mosso anche il campo dell’estrema sinistra orfano del candidato Jean-Luc Mèlenchon, dove circa un elettore su tre si sarebbe deciso a dare il proprio voto al “banchiere” Macron.
Secondo alcune fonti sono stati pubblicati nove gigabyte di dati. L’utente che ha rilasciato i file è anonimo, si firma EmLeaks e anche se la campagna di Macron non ha elaborato ipotesi sulla matrice dell’attacco informatico, il riferimento alle azioni di pirateria contro Hillary Clinton durante la campagna per le presidenziali americane sembra puntare il dito contro hacker al servizio della Russia.
Ma l’attacco hacker sferrato contro la campagna elettorale potrebbe essere partito dagli Usa.
Questa, almeno, è l’opinione di Ben Nimmo, un reputato ricercatore dell’Atlantic Council Digital Forensic Research, basato in Gran Bretagna, specializzato in guerra ibrida e sicurezza interna. Come riferiscono vari media britannici, le sue prime ricostruzioni sulla pubblicazione di file rubati rivelano che dietro i primi tentativi di diffusione sui social network c’è un gruppo di estrema destra americano molto attivo su internet.
(da agenzie)
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