A SCAMPIA LA SOLA IDEA DELL’ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA TOGLIE IL SONNO ALLE PERSONE
“IL REDDITO HA PORTATO ANCHE UN PO’ DI TRANQUILLITÀ SOCIALE FACENDO DIMINUIRE LA MICROCRIMINALITÀ, NON RISCHI DI FARE CAZZATE”… LE TESTIMONIANZE CHE DOVREBBERO LEGGERE TANTI FIGHETTI DI SEDICENTE DESTRA
«Il voto di domenica? No. E a chi lasciavo la cassa del bar? Se non ci dividiamo i turni, io e mio fratello, dalle sei del mattino all’una di notte, tra bollette salate e clienti che calano, mica ti permetti altri dipendenti?». Pasticceria mignon e ciambelle, che qui chiamano “graffe”: oasi dopo chilometri di grigi, e di verde esteso ma abbandonato.
La Caffetteria Zeus è a 200 metri dal carcere “nuovo” di Secondigliano e a 600 dalla Vela (un tempo celeste), non ancora abbattuta
Attraversato lo stradone di via Roma verso Scampia, dietro al bancone di una caotica accogliente merceria, c’è un imprenditore che ha dato la sua preferenza a Giuseppe Conte. «C’era il nubifragio, ma ci sono andato solo per i Cinque Stelle», confessa Angelo Maisto, 49 anni, in mezzo a montagne di piatti, tazze, bicchieri, sedioline in plastica, ma anche detersivi green, «sì, li vendiamo sfusi, 80 centesimi o un euro a litro, per non inquinare». Piacerebbe a Grillo. «Ecco. Io con 600 euro di bolletta Enel e mille euro di Iva trimestrale, avrei dovuto votare per la destra della flat tax o dei condoni fiscali? Ma sono cresciuto con idee sociali, anche se la sinistra è morta. Qui tantissimi ricevono il sussidio: ma li ho visti cercare un lavoro. Da poco si è aperto un concorso al Comune di Napoli, a decine non usavano il computer e li ho aiutati io dal mio, al banco».
Angelo è sposato, due figli, aveva studiato Architettura, «ma poi sono rimasto in negozio. Se non nasci con le spalle coperte, che fai? O emigri come tanti amici, o mi salvavo così».
La Scampia del voto bulgaro al M5S, che qui è arrivato a quota 64 per cento. E la Scampia che con le urne ha chiuso i conti: a che serve. Il quartiere con 120 mila abitanti e un solo giardiniere: nonostante la “ricchezza” d’avere il 60 per cento del verde urbano.
Ma su undici che ne incontri, otto hanno sbarrato le cinque stelle sulla scheda. Come Sharon De Luca, genitori separati, 20 anni, studentessa universitaria che di pomeriggio arrotonda tenendo la cassa di una piccola e seminterrata sala slot, pareti nere e grandi scritte. «Quanto mi pagano? Lasciamo stare. Sì ho votato M5s, ma non per il reddito, a casa lavoriamo tutti. Il Movimento c’ha facce giovani e pulite, ma a me piace proprio Conte, mi dà sicurezza, non mi dimentico quelle conferenze stampa durante il Covid. E poi questa destra non mi piace. I miei? Ho convinto pure mio padre, anche se non vive con me».
A mezzo sorriso, come se spiegarlo fosse di default: «Ché poi è colpa sua se mi chiamo così: gli piaceva troppo Sharon Stone». Se però vuoi penetrare i gironi del Reddito, dei “dimenticati”, devi tornare al lotto P., alias “Case dei Puffi”, sede di una delle piazze di spaccio più potenti del Sud Italia, milioni di euro a settimana peri boss di camorra, fino a 15 di anni fa. Un pezzo di Scampia entrato nella storia criminale del Paese. Dai cui viali, vuoti e bonificati, oggi ti viene incontro Salvatore Porcellano, un sopravvissuto.
Un altro elettore 5 Stelle. Percepiva il sussidio, certo. «Solo per 18 mesi, poi ho dovuto pagare un debito con la giustizia, e me l’hanno tolto. I pezzi grossi che ho conosciuto io? O stanno al 41 bis (il carcere duro, ndr), o al cimitero».
Addosso gli è rimasto attaccato il soprannome, Pollicino: perché era il più piccolo delle vedette (vari processi per spaccio) e sperperava migliaia di euro in Befane al rione. «Non eravamo nati criminali. Ma deboli, ignoranti, con padri ammalati, mamme indaffarate con gli invalidi. Il denaro faceva gola. Qui, c’erano 7 mila famiglie che vivevano tra narcos, spaccio e indotto. Chi faceva la ronda, chi organizzava i panini. Lo vede adesso tutto il quartiere? Calmo. Ma pure senza altra economia. Allora bene il reddito, è chiaro che votano per Conte: quelli ti fanno sentire meno solo, non rischi di fare cazzate. Come me, adesso: che senza il sussidio, sono tornato con moglie e figli a casa di mia madre che prende 660 euro di pensione».
E il lavoro, si cerca? «L’ultima proposta: dalle le 2 di notte alle 5 del mattino, per cinque giorni, al Vomero, il quartiere ricco, a scaricare pacchi in un market, per 400 euro al mese. Ci volevano solo di benzina, ho detto no». Passa il presidente della municipalità, è un 5S, l’avvocato Nicola Nardella, ascolta, prova a risolvere. «Quest’ area ha fatto un grande sforzo di rigenerazione, da sola – dice Nardella. L’incidenza del reddito ha un suo peso, certo. Ma io che entro nelle case, ormai da un anno, mi accorgo che hanno abbracciato anche un messaggio di liberazione dall’illegalità. Anche quelli che ne erano dentro, percepivano l’oppressione di quel dominio. Andrebbero aiutati, adesso: andrebbe coltivato di più questa apertura che è dovuta anche al lavoro silenzioso fatto per anni dalle forze dell’ordine».
Rumore di piallatrice, a pochi metri. Nel lotto P. il falegname Michele Cappabianca, 48 anni, sposato e due figli, sta lavorando pezzi di abete Douglas. «Per me il reddito di cittadinanza è una misura di grande civiltà, perciò li ho votati. Non mi incantano più gli altri, questa almeno è una cosa utile: e qui ne vedo parecchie di situazioni di disagio. Dovrebbero però stangare con durezza chi ne approfitta».
E con l’artigiano c’è Gennaro, apprendista volenteroso, altro ex detenuto, 28enne, a casa tre bambini piccoli, un altro a cui hanno sospeso il sussidio dopo una lieve condanna. «Ora mi sto imparando il mestiere. Ma a Conte l’ho votato lo stesso, magari poi se ho bisogno tornano a darmelo il sussidio».
A dieci metri, rientra con l’auto in garage Anna Di Flora, 55 anni, dipendente di una ditta di pulizie. «Sto tornando dal lavoro. Anche io ho votato per il Movimento. La gente che ha bisogno si aiuta. Qui ha portato anche un po’ di tranquillità sociale». È una chiave di lettura che, a sorpresa, trovi anche in un posto semplice e magico.
È la Scugnizzeria fondata da Rosaria Esposito La Rossa, 34enne scrittore (per Einaudi), editore e attivista: libreria, casa editrice, palestra per giovani attori, attività curate anche con sua moglie, Maddalena Stornaiuolo. «Non mi ha stupito il plebiscito per il Movimento . ragiona Rosario -. Per chi soffre la mancanza di un lavoro vero, chi ingoia rabbia e frustrazione, quella misura è stata una manna dal cielo: poi bisognerà migliorare la legge, ma per me ha prodotto una concreta diminuzione della microcriminalità sul territorio. Un’ancora, ecco: sotto la tempesta ti tiene salvo».
In libreria, tra i suoi giovani collaboratori c’è Luca Arenella, 19 anni, occhi azzurri, studi di recitazione. «E per chi dovevo votare, se non i 5 Stelle? Mi sono sembrati un’alternativa alla destra più del Pd. Al di là del sussidio».
Equazioni che sposa perfino Mariarosaria Marino. Una che conosce «molti drammi del territorio», è consigliera di municipalità per una lista di destra, ma ormai più famosa come «la mamma di Zeudi», la Miss Italia 2021, orgoglio e occhi di velluto di Scampia.
«Da sola, in fasi drammatiche, ho tirato su i miei figli, con un Isee pari a zero. Come avrei voluto allora un reddito di cittadinanza, a placare le mie notti insonni», mormora. E racconta che decine di donne sono venute da lei, in queste ore, dopo il risultato delle urne. Mamma mia, abbiamo votato Conte e non è servito a niente? Adesso ci levano tutto?
(da La Repubblica)
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