AD ARCORE MINISTRI CONTRO FALCHI: “SE ROMPIAMO LA PAGHEREMO CARA”
E FRANCESCHINI RIUNISCE LA SQUADRA PD
Ha già immaginato le contromisure: ricorsi al Tar e una campagna da vittima della «persecuzione giudiziaria».
Del resto anche nel Pd hanno capito l’aria che tira e non stanno fermi a guardare. Tanto che ieri Dario Franceschini ha riunito tutti i ministri del Pd per serrare le file.
Eppure, a dispetto dei tamburi di guerra, amplificati dai falchi Pdl, la verità è che una scelta Berlusconi non l’ha ancora compiuta.
Anzi, proprio oggi pomeriggio, al summit di Arcore, andrà in scena un confronto serrato tra i moderati filogovernativi e l’ala Santanchè-Verdini- Capezzone.
Ci saranno tutti, in prima linea i ministri Alfano, Lupi, Quagliariello, De Girolamo, Lorenzin, che la volta scorsa non erano stati invitati.
Un fronte di colombe deciso a non farsi mettere sotto: «Noi siamo con te, siamo disponibili a dimetterci se ce lo chiedi, ma la crisi sarebbe incomprensibile per gli italiani. E le elezioni Napolitano non ce le darebbe mai».
Ai moderati ha fatto ieri da battistrada Gianni Letta, salito a villa San Martino anche per riferire del colloquio avuto due giorni fa con Napolitano
Raccontano di un Berlusconi combattuto, pronto a vendere cara la pelle ma non insensibile alle sirene moderate.
Anche perchè le colombe non sono sole.
Ieri sono tornati alla carica gli avvocati, ma soprattutto i figli. Che gli hanno consigliato «prudenza », perchè lo scontro metterebbe a rischio «non solo il futuro delle aziende ma anche la tua libertà ».
Su questo punto hanno insistito molto Ghedini e gli altri avvocati. Suggerendo un sentiero concordato, senza traumi.
Certo, il presupposto dovrebbe essere l’allontanamento del voto in giunta sulla decadenza di Berlusconi.
A quel punto si aprirebbero diversi scenari, primo fra tutti l’affidamento ai servizi sociali. Una soluzione che il collegio di difesa sponsorizza caldamente.
Perchè, contrariamente alla grazia (che comunque il Cavaliere è deciso, stradeciso a non chiedere per non “umiliarsi”), l’affidamento cancellerebbe gli effetti penali della condanna.
E al termine di nove mesi molto tranquilli – si ipotizza che il massimo della fatica per Berlusconi sarebbe doversi sottoporre una volta a settimana a un colloquio con un assistente sociale – il Cavaliere tornerebbe sulla scena candeggiato.
Ma questo film, per poter essere proiettato, necessita dell’accordo con il Pd per evitare un voto nella giunta e per rimandare alla Corte costituzionale la legge Severino.
E al momento quest’intesa è molto lontana. Anzi, i segnali che arrivano dal Nazareno non sono affatto tranquillizzanti per Berlusconi, come hanno dimostrato ieri le parole nette del responsabile organizzativo Davide Zoggia: «Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che non può ottenere, perchè è contro la legge. È ora di dire basta».
Anche i montiani, nonostante il ministro Mario Mauro si spenda per l’amnistia e ogni possibile apertura al Cavaliere, hanno deciso pollice verso.
E Benedetto Della Vedova, unico membro di Scelta Civica nella giunta, ha già detto ai suoi che non intende fare sconti
Persino nel governo non tira la solita aria tranquilla. Certo, nel Consiglio dei ministri di ieri nessuno ha fatto cenno alla spada di Damocle incombente, lo stesso Enrico Letta ha fatto finta di nulla e poi è partito a razzo per Pisa.
Ma i ministri del Pd, per la prima volta, hanno sentito il bisogno di riunirsi tra di loro una volta finita la seduta.
Davanti a Massimo Bray, Andrea Orlando e Flavio Zanonato, il “capodelegazione” Dario Franceschini ha fatto il classico discorso da spogliatoio prima del match finale: «Dobbiamo essere molto uniti tra di noi e determinati nel rivendicare i risultati dell’azione di governo. Perchè sia chiaro, nel momento di un’eventuale crisi, che la scelta sarà tra Berlusconi e continuare il lavoro per l’Italia. E per noi l’Italia vale più di tutto».
Poi ha parlato il ministro dell’Ambiente, Orlando, chiedendo che la delegazione si presenti con una posizione «politica» univoca su tutti i temi caldi sul tappeto – dall’Imu alla cassa integrazione, agli esodati – in modo da presentare al Pdl un fronte compatto.
E tanto ha fatto breccia che martedì prossimo, prima della decisiva riunione del governo che dovrà trovare la soluzione sull’Imu, i ministri del Pd si vedranno con il segretario Epifani proprio per concordare una linea del Piave del partito.
Il timore infatti è che il Pdl, se il Cavaliere dovesse decidere di staccare la spina, approfitti delle divergenze sull’Imu per rendere più presentabile all’opinione pubblica la crisi di governo.
Insomma, è come se i due eserciti si stessero schierando per la battaglia.
E Berlusconi ha fatto sapere di attendere i sondaggi che ha commissionato su uno scontro che lo veda contrapposto sia a Renzi sia a Letta.
Il clima insomma è plumbeo.
«Oggi il Consiglio dei ministri è filato via liscio – sospira il centrista Giampiero D’Alia – ma solo perchè tutti sanno che i veri problemi sono fuori di qui».
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply