“ADESSO SONO CITTADINA ITALIANA”: LA VITTORIA DELL’INDIANA RANI
IL SINDACO LEGHISTA LE AVEVA NEGATO IL GIURAMENTO SENZA NEANCHE CONOSCERE LA LEGGE
Una corsa al consolato indiano per avere un certificato relativo all’atto di matrimonio, e poi di nuovo in Comune, a Cairate, in provincia di Varese, dove Rani Pushpa, 56 anni, la donna indiana a cui il sindaco leghista aveva negato il giuramento «perchè non parla bene la nostra lingua», è diventata cittadina italiana.
Alle ore 13 di lunedì.
Il primo cittadino Paolo Mazzucchelli, tuttavia, si è rifiutato di partecipare alla cerimonia. La prefettura gli aveva comunicato, alcuni giorni fa, che non poteva negare alla donna indiana il riconoscimento ottenuto dopo una istruttoria, richiesta in virtù del diritto acquisito con il matrimonio (il marito, Kumar, è a sua volta divenuto cittadino italiano alcuni anni fa).
Mazzucchelli ha così delegato al suo posto un consigliere comunale, Andrea Di Salvo, che ha provveduto a far giurare la donna, a porte chiuse, nell’ufficio anagrafe. All’uscita dal comune, l’avvocato Francesca Gioffrè ha dichiarato: «Rani vive in Italia da più di dieci anni. Era suo diritto avere la cittadinanza, e ci dispiace che il sindaco non abbia voluto partecipare».
Il primo cittadino ha replicato: «Non ho officiato la cerimonia perchè voglio essere coerente con la mia posizione – spiega Mazzucchelli -. Questa signora non sa parlare italiano e non ritengo quindi che sia integrabile nella nostra comunità “.
Il sindaco padagno farebbe bene a conoscere lui per primo le norme vigenti nella repubblica italiana ( di cui è ospite): l’istruttoria la segue la prefettura in base alla legge, non un sindaco in base alle sue interpretazioni bislacche.
Libero lui di essere coerente alla sua pochezza giuridica, libera Rani di veder riconosciuto i l suo diritto .
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