“AIUTIAMO GLI ITALIANI A CASA NOSTRA”: LA SOLIDARIETA’ DELLA COMUNITA’ MAROCCHINA DEL TIGULLIO
METTONO A DISPOSIZIONE DEGLI ITALIANI BLOCCATI IN MAROCCO LE ABITAZIONI DI AMICI E PARENTI: “LA SOLIDARIETA’ E SENZA BARRIERE”
«Marocchini, aiutiamo gli italiani a casa nostra»: è il messaggio che la comunità sta lanciando ai propri connazionali, invitandoli a supportare i turisti italiani rimasti nel Paese nordafricano dopo la chiusura delle frontiere disposta da Rabat.
Il blocco dei voli, per evitare l’ingresso di stranieri e isolare i marocchini, risale al 14 marzo. In Marocco i casi di coronavirus sono ancora limitati (circa 50 contagiati e due morti) e le autorità hanno deciso di applicare le misure di contenimento adottate dall’Italia.
Nel Paese, sono centinaia gli italiani rimasti intrappolati, soprattutto nelle città imperiali e sulla costa.
Così, anche dal Tigullio scatta l’appello di Hamid Farah, titolare della gastronomia U Punte Veggiu di Carasco e originario della splendida Fez: «Ho visto l’appello di 200 italiani che erano in vacanza a Marrakesh e ho deciso di dare il mio contributo. La casa di mia suocera è vuota perchè lei è qui, e anche mia sorella e i miei genitori hanno spazio per ospitare delle persone. Nell’insieme potremmo accogliere 20-30 italiani, possibilmente liguri così i contatti sarebbero più facili. E poi, oltre al letto, un piatto di cous cous non si nega a nessuno».
Fez è collegata con voli diretti dall’Italia, in particolare dagli aeroporti di Pisa e Bergamo, ma per almeno 15 giorni sarà impossibile mettersi in viaggio. Stessa sorte è capitata ai marocchini in vacanza in Italia, più numerosi di quanto si possa pensare, come spiega Farah: «Sono tutti bloccati, gli alberghi non li accettano e c’è chi è rimasto a dormire fuori». Nei momenti di crisi, si riscopre la solidarietà e la speranza è che sia reciproca e senza barriere.
Intanto, la gastronomia di Carasco rimane aperta, anche se i clienti delle vicine aziende sono evaporati: «Restiamo aperti per fornire un servizio. Dopo la diffusione del mio appello su una tv locale, un signore che stava andando a Cicagna si è fermato in negozio, con le lacrime agli occhi, per dirmi che lo aveva commosso. E’ stato davvero emozionante».
Per contattare il signor Hamid Farah, il numero è 370 3219018. Sempre dal Marocco arriva un altro esempio di solidarietà : il commercianteAmin Laidi, titolare del negozio di frutta e verdura di via Bancalari, a Chiavari, in questi giorni di emergenza si offre di aiutare chi non può o non vuole uscire di casa: «Se qualcuno non riesce a fare la spesa, oppure è in difficoltà economica, posso fargliela gratuitamente e consegnarla a domicilio. Lo faccio per dare una mano in un momento così difficile».
In Italia dal 2007 e a Chiavari da sei anni, Laidi è abituato alle consegne porta a porta, in sella alla sua bicicletta oppure, se deve raggiungere tanti clienti, in automobile. Il suo negozio è aperto tutti i giorni dalle sette alle 13 e dalle 16 alle 18: «Un po’ di gente viene ma la maggioranza ordina al telefono. Al momento, non c’è difficoltà a reperire frutta e verdura». Il suo numero è 388 6212878.
(da “il Secolo XIX”)
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