ALFANO, IL MINISTRO INESISTENTE CHE SI SALVA SEMPRE
E A RENZI ARRIVA L’ABBRACCIO DELLA MORTE DI BERLUSCONI
“Perchè la chiarezza e la verità superino le strumentalizzazioni e la demagogia su temi di una gravità inaudita, è bene ricordare che durante l’operazione Mare Nostrum i morti in mare sono stati circa 3.500”.
Per una dichiarazione pubblica del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, bisogna aspettare fino a sera.
E il titolare del Viminale, il responsabile formalmente delle politiche dell’immigrazione sembra avere un solo scopo: l’autodifesa.
Nessun brivido di pietà umana, e tanto meno una strategia presente o futura.
Solo la rivendicazione del passaggio da Mare Nostrum a Triton. In due anni di vita, Alfano ha superato indenne il passaggio da Letta a Renzi, varie mozioni di sfiducia e diverse dimostrazioni di impotenza/ incompetenza. E anche questa volta potrebbe non smentirsi.
La questione è complessa, la tragedia è ovviamente troppo grande per cercare un unico responsabile (come tutto il Pd compatto si affretta a ribadire dando degli “sciacalli” a chi invoca dimissioni). Ma di certo le politiche del governo in tema di immigrazione sono state quanto meno fallimentari. I fatti parlano.
“Il problema non è il controllo del mare, ma distruggere i trafficanti di uomini, i nuovi schiavisti del XXI secolo”. Dopo la conferenza stampa che segue il vertice convocato d’urgenza a Palazzo Chigi, Matteo Renzi consegna a una serie di Tweet il suo accorato appello contro gli scafisti.
Con un improvviso cambio di priorità , il problema non è più il controllo del mare, ma quello che succede prima.
Peccato che Alfano quasi solo su questo abbia messo la faccia. Dal governo trasuda impotenza. Le soluzioni non ci sono. E Renzi lo sa.
L’Europa non si fa carico della situazione e con la Libia esplosa non c’è modo di gestire i migranti, sono i ragionamenti che fa con i fedelissimi.
In particolare sulla Libia, il premier, a parte un appoggio tanto pronto quanto generico da parte di Obama, non ha incassato nulla.
Quanto meno nessuna disponibilità ad un eventuale intervento armato (ammesso che sarebbe la soluzione giusta).
Alfano ha fortemente rivendicato la scelta di Triton. “In un anno la missione Mare Nostrum è costata agli italiani 114 milioni di euro, centomila euro al giorno — diceva non più tardi dell’ottobre scorso —Da ora in poi però la missione non costerà un solo euro agli italiani”. Trionfalismi: con la missione Triton succede che “per la prima volta l’Europa scende in mare e lo presidia”.
Insomma, nonostante il semestre a guida italiana, Alfano non è riuscito a ottenere dalla Ue quasi nulla per garantire l’accoglienza dei profughi.
L’unico risultato conquistato è stato quello di risparmiare sui fondi, perchè Triton è a carico soprattutto delle casse di Bruxelles.
Anche per questo l’ex delfino condannava Berlusconi che “nel 2011 trasformò Lampedusa in un disastro colossale”.
Un’altra prova per un ministro chebrilla per assenza: dal caso Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, accusata di essere entrata illegalmente in Italia ed espulsa insieme alla figlia di 6 anni senza che il Viminale ne venisse informato, alle cariche della polizia al corteo degli operai Ast di ottobre.
Lo stesso Alfano aveva suggerito l’ipotesi di far fare domanda d’asilo ai migranti direttamente nei campi profughi africani.
Ipotesi che in un’intervista a Vita tre giorni fa il Direttore dell’uf — ficio OIM (organizzazione internazionale per le migrazioni) per l’Unione Europea bollava come non praticabile.
Ieri Renzi ha parlato anche con Lady Pesc, Federica Mogherini.
Così scriveva un “padre nobile” della politica italiana, Pier Luigi Castagnetti, in un tweet: “@FedericaMog utilizzi anche le sue dimissioni per scuotere quest’Europa e aprire crisi formale Commissione nel caso inerzia”.
A proposito di ministri invisibili. Mentre ci sono politici che ci tengono a essere visibili.
Come Silvio Berlusconi, che al premier ha mandato un remo.
Un simbolo: “Di fronte a quest’ultima tragedia basta con le accuse e le contrapposizioni. Occorre costituire immediatamente un tavolo tra tutti i protagonisti dei governi passati e presenti dove ciascuno possa mettere a disposizione le proprie esperienze per porre fine a queste sciagure”.
Eccolo, nero su bianco, l’abbraccio della morte: la rivendicazione della continuità delle politiche migratorie.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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