ALFANO VUOLE DUE COORDINATORI, IL CAVALIERE NON ROMPE, ENNESIMA MEDIAZIONE
ANGELINO: “PDL DI NUOVO UNITO, DA BERLUSCONI FIDUCIA LA GOVERNO”… MA IL CAVALIERE VUOLE CHE LA LEGGE DI STABILITA’ SIA CAMBIATA
È il momento dell’ultima disperata mediazione prima del Consiglio nazionale.
Il momento più delicato che deciderà la fine o meno del rapporto tra Berlusconi e Alfano. I due si sono visti ieri ad Arcore e hanno parlato anche di legge di stabilità , con il Cavaliere che ha avvertito il vicepremier: «Questa legge di stabilità è una schifezza. O ci saranno forti cambiamenti, soprattutto sulla casa, o noi non la voteremo».
Due sere fa, sempre a Villa Martino, incontrando il direttore del Giornale Sallusti, Santanchè e Biancofiore, aveva rincarato la dose. Aveva detto che questa manovra economica non è riformabile, è da buttare nel cestino. Aggiungendo che la cosa migliore sarebbe far cadere il governo.
Ma è proprio su questo punto che Alfano è irremovibile e sembra che la sua visita al Quirinale sia servita per assicurare il capo dello Stato che la grande coalizione reggerà .
È necessario però, avrebbe aggiunto, una significativa modifica delle legge di stabilità nella parti che riguardano le tasse, quelle sulla casa in testa.
L’altro tema caldissimo, il partito.
Berlusconi e Alfano hanno cercato un accordo per evitare la scissione.
L’ex segretario del Pdl chiede garanzie statutarie per la sua componente. «Gli amici di Angelino devono poter stare in Forza Italia senza essere uccisi», spiega con schiettezza Cicchitto.
Garanzie statutarie e due coordinatori, uno scelto dalle colombe e l’altro da falchi e lealisti, che rappresentino il patto della convivenza.
Soprattutto quando si tratterà di compilare le liste elettorali.
La risposta del Cavaliere non è stata di chiusura. Si rende conto di quanto deleteria sia la rottura, un’altra nel campo del centrodestra. E quanto gli scontri stiano infastidendo l’elettorato di questo schieramento.
Tuttavia l’ex premier vuole prima sentire cosa ne pensano Fitto e coloro che lo seguono.
Con l’ex governatore della Puglia si vedrà oggi a Roma, ma Fitto già mette le mani avanti. Boccia l’ipotesi di accordo.
No ai due coordinatori e alla parità nelle future liste elettorali («noi abbiamo la maggioranza, siamo il 70% del partito»).
Fitto continua a parlare di azzeramento di tutte le cariche e di chiarimento sul ruolo di Berlusconi come vero e unico leader: nessuna leadership duale, non può essere Alfano l’altra faccia della medaglia di una Forza Italia rinata.
Non può essere lui, sostiene Fitto, perchè il 2 ottobre ha cercato di delegittimare Berlusconi organizzando quei 23 senatori pronti a staccarsi dal Pdl e votare la fiducia a Letta.
Ma l’ex premier non vuole arrivare al Consiglio nazionale per una conta all’ultimo sangue. Sa che Alfano a quel Consiglio nazionale non si presenterà , se questa dovrà essere la prospettiva.
Allora tenta l’ultima disperata mediazione.
Lo stesso incontro di ieri a Villa San Martino è iniziato sotto i peggiori auspici, con il cannoneggiamento contro le primarie lanciate dal vicepremier.
Ma lo stesso Alfano cerca di minimizzare. Ha derubricato questa uscita come un’anticipazione messa in giro ad arte da Bruno Vespa per fare pubblicità al suo ultimo libro.
E per fare ancora più clamore il conduttore di Porta a Porta l’ha messa in contrapposizione a un’altra intervista (sempre contenuta nel libro «Sale, zucchero e caffè») di Fitto («sarà sempre Berlusconi a decidere cosa si farà »).
Insomma, per Alfano non si tratta di una provocazione a poche ore dall’incontro con Berlusconi.
E poi, non è stato lo stesso Berlusconi in un video del 2012 a dire che le primarie sono uno strumento democratico da utilizzare?
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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