ALI’ BABA E 4 ACCATTONI: COME UNA FIDUCIA PENOSA, TRA VENDUTI E TRADIMENTI, PUO’ ESSERE FATTA PASSARE PER VITTORIA
IL SISTEMA PER ACQUISTARE DEPUTATI E PARLARE DI MORALITA’, PASSARE DA UNA MAGGIORANZA DI 80 PARLAMENTARI A 3 GLORIFICANDO SE STESSO, SPACCIARE PER RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DELLE CHIAVICHE DI LEGGI AD PERSONAM, PERDERE IL 10% DI VOTI IN DUE ANNI E PARLARE DI VITTORIA… E I SERVI BEOTI SI RICORDANO DEL TRICOLORE, “PRESTATO” DA CHI LO USAVA COME CARTA IGIENICA
Abbiamo voluto, prima di esprimere alcune nostre sintetiche considerazioni, pubblicare alcune qualificate analisi di commentatori politici, in relazione al voto di ieri alle Camere.
Per rendere politicamente chiaro il nostro punto di vista andiamo per brevi capitoli.
Gli errori di Fini
1) Aver accettato che la mozione di sfiducia venisse calendarizzata dopo trenta giorni, con la scusa della necessità di far passare la finanziaria. Cosi facendo ha dato tutto il tempo alla maggioranza di porre in essere quel lercio mercato delle vacche che ha permesso al governo di fare campagna acquisti, promettendo mare e monti
2) Essersi fidato della parola e della firma di presunti amici che altro non rappresentavano che la quinta colonna di Berlusconi in Futuro e Libertà .
3) Aver dovuto fare spesso un passo avanti e uno indietro, più che per colpa sua, per i bastoni tra le ruote che mettevano costantemente le “colombe”.
Fini ha preferito tenere unito il gruppo a scapito della coerenza e della linearità di condotta, ma l’esito gli dà torto.
Berlusconi ha vinto?
Per dirla alla D’Alema, se uno si accontenta di vincere comprando i deputati, numericamente ha vinto.
In un Paese normale sarebbero arrivati i carabinieri in Parlamento a “impacchettare” qualcuno.
Se vincere con l’acquisto di un deputato inquisito per essersi fottuto i rimborsi dell’alluvione (60.000 euro) per rifarsi i denti, di un altro che ha un decreto ingiuntivo di 200.000 euro e il pignoramento di 7 appartamenti, con un’ altro ancora sotto processo per essersi fottuto 700.000 euro dalle casse del comune di Alessandria, rappresenta un successo, allora il governo ha vinto.
Se vincere minacciando conseguenze sulle aziende di famiglia di una deputata per assicurarsi il suo voto o assicurare un posto da sottosegretaria a un’altra o da ministro a un altro politico accattone, allora il governo ha vinto.
Conta il risultato, risponde qualcuno.
No, conta il modo, ribattiamo noi: perchè la corruzione è un reato penale e, senza certi interventi, il premier sarebbe stato sfiduciato e oggi staremmo a commentare altro.
Tre voti di differenza vuol dire che bastavano che le due deputate di Fli votassero come da firma loro apposta alla mozione di sfiducia e il governo avrebbe perso 313 a 312.
O che i “tre tenores” dell’ 1 x 2 ( due ex Pd e un Idv) non fossero stati beneficiati di promesse e prebende.
Futuro e LIbertà si è spaccata?
Leggiamo certi titoli che fanno sorridere: sono andati via in 3 su 36, pari all’ 8%.
Una per ragioni di convenienza aziendale, un’altra per un posto da sottosegretario, un altro per un posto da ministro alle politiche comunitarie.
Più che spaccatura è accatonaggio molesto.
Per dirla tutta speriamo che qualcun altro li accompagni, così si tolgono dai coglioni tutti coloro che stanno ancora a perdere tempo con Ali babà .
Che deve fare Futuro e Libertà ?
L’elettorato potenziale di Fli per oltre l’80%, secondo i rilievi di Demopolis, non ne vuole più sapere di Berlusconi.
Quindi Fli deve fare opposizione al governo, il che vuol dire presenza in Aula, sfiducia a Bondi e Calderoli, come etica impone.
I pidiellini che ieri hanno sventolato, in segno di giubilo, il riscoperto tricolore, dopo aver taciuto da vigliacchi quando Bossi “ci si sarebbe pulito il culo”, devono farsela addosso in Aula.
Ha detto Silvio che ha la maggioranza? Bene, il senso del dovere dei pidiellini è quello di garantire il voto al governo: o tengono a bada la prostata o devono finire sotto in qualsiasi momento, in qualsiasi occasione, in qualsiasi modo.
Berlusconi vuole le elezioni?
Berlusconi aspetta la decisione sul legittimo impedimento e ha bisogno di tempo, la Lega vuole poter spacciare ai beoni padani una parvenza di federalismo virtuale, altrimenti perde consensi: ne deriva che nessuno vuole le elezioni a breve.
Anche per un semplice motivo: rischiano di perderle o nella migliore delle ipotesi di vincerle solo alla Camera.
E’ il gioco della Lega: nel caso vi fossero le elezioni e al Senato non emergesse una maggioranza di centrodestra, fuori Silvio e dentro Tremonti.
E Silvio si imbarca per le Cayman.
Per questo si è ridotto a correre dietro alle Siliquini e ai Razzi: come ha ricordato Fini, per non doversi presentare ai processi.
In conclusione
Ieri Fini poteva riuscire a dare una spallata e non c’è riuscito, amen, ma non ha perso la guerra.
Berlusconi ha solo rinviato i suoi problemi.
Sullo sfondo rimane un partito ormai dedito solo all’accattonaggio molesto. Fino ad esaurimento delle monetine in tasca ai passanti.
Sono i nuovi rom della politica italiana.
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