ALLA FINE PADOAN AMMETTE: NEL 2016 LE TASSE AUMENTERANNO
LEGGE DI STABILITA’ DA PICCOLO CABOTAGGIO: CRITICHE DA BANKITALIA, CORTE DEI CONTE E ISTAT
Continuano le audizioni sulla manovra alla Camera e ogni giorno si delinea meglio il piccolo cabotaggio scelto dal governo Renzi per comporre il bilancio dello Stato. Dopo Bankitalia, Corte dei Conti e Istat, ieri è toccato — tra gli altri — all’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) smontare alcune verità sulle magnifiche sorti e progressive disegnate dalla Legge di Stabilità 2015.
L’Autorità sui conti pubblici, infatti, svela il trucco: questa è “una manovra netta espansiva” peraltro limitato, soli 5,9 miliardi all’anno prossimo, ma dal 2016-2017 questo svanisce e arrivano le mazzate.
Ha spiegato il presidente Giuseppe Pisauro: “Il punto debole sono le clausole di salvaguardia, vecchie e nuove, che nel solo 2016 rischiano di aumentare le imposte di 16 miliardi. Per impedirlo occorrerebbe tagliare la spesa” (secondo Confcommercio, se si procederà ad aumentare l’Iva come previsto “si avranno complessivamente 65 miliardi in meno di consumi”).
Per l’Upb, poi, sono “incerte” e “problematiche” le entrate previste dalle nuove tasse sui giochi, mentre potrebbero essere “sottostimate” le coperture necessarie alla decontribuzione dei contratti a tempo indeterminato, visto che la durata annuale del benificio potrebbe spingere molte imprese a caricare sul 2015 tutti i nuovi ingressi. Pure le “perdite di gettito fiscale” derivanti dal nuovo “regime dei minimi” per le partita Iva sono conteggiate in modo “ottimistico”.
Già così comunque, come ha ribadito ieri sera Pier Carlo Padoan alla Camera, le tasse aumenteranno: “Con la legge di Stabilità la pressione fiscale mostra una riduzione contenuta nel 2015, passando dal 43,3% del 2014 al 43,2%, e si stabilizza al 43,6% in ciascuno degli anni 2016 e 2017”, ha spiegato il ministro dell’Economia.
Davanti alla commissione Bilancio della Camera, poi, sono arrivati Regioni, Comuni e anche le nuove Province e Città metropolitane, vittime di un taglio da un miliardo sulla spesa corrente l’anno prossimo.
Il rappresentante di queste ultime, Daniele Bosone, ha avvertito che se questi restano i saldi loro non potranno garantire “alcun tipo di servizio, neanche il minimo”: a rischio ci sono dunque “strade, scuole e trasporto pubblico locale”, ma pure “gli stipendi del personale”.
Tutte difficoltà che, probabilmente, si scaricheranno su sindaci e governatori, che hanno già i loro problemi (la trattativa col governo è iniziata ieri).
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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